domenica 4 dicembre 2016

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Psicologia dell'adolescenza (18/19): Trattamento psicologico di adolescenti antisociali

L'intervento sugli adolescenti con comportamenti antisociali che commettono reati avviene col controllo del loro comportamento all'interno del sistema della giustizia, civile o penale.
Questi interventi non vogliono solo preservare la società dal comportamento deviato dell'individuo, ma anche cercare di cambiarlo.
Il lavoro psicosociale trova delle alternative alla detenzione, fornendo al minore un supporto psicologico, sociale ed educativo, ed a volte l'intervento si ferma quando il comportamento che crea reati cessa, anche se magari il giovane rimane antisociale.
Il comportamento antisociale sembra essere persistente, tuttavia si pensa che sia modificabile, e a volte questo cambiamento avviene spontaneamente, basta che ci sia il giusto ambiente, quindi l'intervento può anche fungere solo come allontanamento dall'ambiente cattivo del giovane.
Recenti ricerche hanno confermato che i trattamenti sulla delinquenza minorile hanno risultati sul 10% dei casi.

Interventi che danno risultati
Sembra che gli interventi classici di psicoterapia non siano efficaci per ridurre il fenomeno della delinquenza minorile, così come gli interventi farmacologici, e gli interventi a carattere punitivo, che hanno effetti negativi.
La detenzione dovrebbe ridurre la recidività sulla base di 3 assunti: la paura della reclusione, l'effetto di deterrenza sugli altri, l'impedimento dovuto alla reclusione.
Diversi studi però dimostrano che la paura dell'arresto non è un buon deterrente, inoltre la detenzione non fa ridurre realmente i reati, e cmq la percentuale di arresti dopo un reato è di solo circa il 3%.
I maggiori risultati si trovano nei programmi che vogliono favorire l'inserimento sociale dei delinquenti, ad esempio aiutandoli a trovare lavoro, e i programmi multimodali sembrano i più efficaci, perchè tendono a far acquisire abilità cognitive e comportamentali.
La ricerca di Lipsey dimostra che gli effetti del cambiamento psicologico non sono necessariamente correlati con cambiamenti nel comportamento delinquenziale, questo vuol dire che la riduzione della delinquenza non necessariamente si accompagna con un cambiamento delle variabili psicologiche, mentre il cambiamento è più chiaramente associato a variabili comportamentali e sociali.
I trattamenti che si svolgono in contesti territoriali sono più efficaci di quelli istituzionali (anche se non certo), inoltre ci vogliono almeno 100 ore di contatto diretto perchè si possa pensare di avere risultati.
In generale la metodologia usata è molto discutibile anche perchè si fa fatica a distinguere correttamente i diversi tipi di antisocialità minorile e ad attivare i giusti interventi, però il metodo più efficace sembra quello non detentivo, che combina il lavoro psicologico con quello socioeducativo.

Interventi di prevenzione dell'antisocialità minorile
Le diverse strategie preventive si possono concretizzare in interventi d'educazione prescolare, in attività di formazione dei genitori, in interventi precoci sul comportamento trasgressivo infantile, in progetti scolastici volti a ridurre i comportamenti trasgressivi come il bullismo.
Cmq non sempre l'efficacia di un intervento preventivo coincide direttamente con una riduzione dei reati, ed in generale, i programmi di prevenzione sono soprattutto basati su obiettivi come il favorire capacità di impegno e responsabilizzazione, capacità d'attaccamento, sentimenti positivi verso gli altri, inserimento in gruppi sociali, cambiamento di credenze o valori.
L'High/Scope Perry Preschool Study è un intervento rivolto verso le famiglie a rischio con followup che arrivano fino a 27 anni, dove i bambini frequentano speciali classi per 30 settimane, ed il progetto ha l'obiettivo di favorire un apprendimento attivo, incoraggiare l'indipendenza, sviluppare l'autostima, insegnare strategie di problem solving.
I risultati di questo studio sono incoraggianti, i giovani commettono meno reati e hanno maggiori risultati a scuola.
Un altro studio è il Fast Track Project di Dodge, iniziato nel 1991 ed ancora in corso, si propone seguire i ragazzi a rischio fino ai 18 anni, partendo dalle elementari, programma focalizzato su obiettivi scolastici ed educazione sociale, e anche i genitori sono seguiti (per migliorare le loro capacità educative).
Questo modello è di tipo biopsicosociale ed implica l'interazione tra problemi temperamentali, modalità educative, influsso del gruppo di pari, e si prefigge di fornire un sostegno alle abilità relazionali dei bambini, si insegna a riflettere prima di agire, si formano operatori perchè sappiano riconoscere le emozioni dalle espressioni facciali, ed i bambini vengono fermati nei momenti di conflitto anche con simboli tipo il semaforo.

Prospettiva psicoanalitica
Mira a produrre un cambiamento tramite la psicoterapia, dove nell'intervento è importante:
  • una progressiva interiorizzazione di funzioni di controllo
  • una relazione positiva
  • la produzione di insight sui propri bisogni
  • il blocco dell'azione
  • la capacità di mentalizzare e quindi controllare l'impulsività
Secondo Kernberg il disturbo antisociale di personalità non è trattabile con un puro intervento psicoterapeutico perchè manca l'interiorizzazione di un oggetto idealizzato, quindi per i disturbi più gravi la psicoterapia non è indicata perchè manca un'integrazione dell'identità.
Kernberg suggerisce di tentare la soluzione dei transfert psicopatici, trasformando la situazione da psicopatia a paranoica e analizzando quindi la sospettosità e la diffidenza del paziente, che sta alla base della sua mancanza o falsità di comunicazione ed il suo stile manipolatorio.
Secondo Bleiberg è utile un approccio multimodale che include interventi farmacologici e psicoeducativi con terapia familiare e individuale, per creare una coerente narrativa autobiografica, la formazione di un senso di efficacia personale e di sentimenti d'empatia.
Lo psicoterapeuta cerca di attivare sistemi di rappresentazioni che sono alla base di nuove capacità di autoregolazione e di una maggiore autostima.
Il trattamento ha una fase iniziale dove si cerca di instaurare una buona alleanza e di vincere la diffidenza del paziente facendogli imparare a riconoscere le proprie emozioni, una fase intermedia dove c'è l'alleanza e si sostituiscono le difese patologiche con pensieri elaborati che portano a raggiungere una padronanza di se, ed una fase finale dove c'è il miglioramento sintomatico e l'abbandono delle attività antisociali.
Secondo Bleiberg, bisogna anche conoscere le istituzioni con cui il paziente è a contatto e conoscere sia i fatti che le emozioni del paziente, che vengono manifestate tramite il comportamento, ed è importante l'insight e la risoluzione del conflitto.
Questa prospettiva tende a promuovere la capacità, più che a compensare i deficit.
Un altro studio è quello del Brandon Centre di Londra, ancora in fase di valutazione, è un'iniziativa rivolta a ragazzi con diversi tipi di problemi, come disturbi ansiosi, dell'umore, di personalità e della condotta, con problemi familiari e sessuali, non necessariamente sotto provvedimento penale, ma segnalati dal tribunale.
L'obiettivo è quello di aiutare i ragazzi a rappresentarsi le conseguenze del proprio comportamento, favorendo il ragionamento morale attraverso l'attenzione dei sentimenti altrui.

Il trattamento multisistemico (MTS)
Usa soprattutto tecniche cognitivo-comportamentali e si indirizza a tutti i fattori che determinano il comportamento antisociale.
Sia la valutazione del comportamento antisociale, sia l'intervento devono essere condotti all'interno del contesto di sviluppo (es. scuola, casa), e si tratta di interventi psicoterapeutici condotti da operatori che svolgono una funzione di supporto educativo nei confronti della famiglia e della scuola, oltre che del minore.
I principi di questo trattamento sono:
  • il primo scopo della valutazione è capire il rapporto tra i problemi individuati e il loro più ampio contesto
  • nell'intervento si sottolineano gli aspetti positivi degli utenti e si usano le forze del contesto come leve per il cambiamento
  • gli interventi sono programmati per promuovere un comportamento responsabile e diminuire il comportamento irresponsabile tra i membri della famiglia, invece che esser coinvolti a curare una psicopatologia
  • sono centrati sul presente e orientati all'azione, mirati a problemi specifici
  • cercano di modificare sequenze di comportamenti intra e intersistemici che mantengono i problemi individuali
  • devono essere appropriati dal punto di vista evolutivo
  • richiedono sforzi giornalieri o settimanali dai membri della famiglia
  • l'efficacia è valutata continuamente da molte prospettive
  • gli interventi sono organizzati in modo da promuovere una generalizzazione del trattamento, aumentando la capacità del caregiver di riconoscere i bisogni
Il modello MTS sembra essere efficace, anche con ragazzi non necessariamente sottoposti a procedimenti penali.

Intervento cognitivo
Il Cognitive Self Change Program è un intervento su adolescenti detenuti dove si pensa che i minori commettano reati perchè lo vogliono (non perchè malati) e che la violenza è un comportamento appreso.
Ci sono incontri di gruppo obbligatori con gli agenti, gli assistenti sociali e i consulenti psicologici, in cui si insegna ai ragazzi ad osservare i propri comportamenti e pensieri, e il tutto dura fino a 5 anni.
Ci sono 3 fasi, le prime 2 sono in prigione, la terza fuori, dove si applicano gli insegnamenti nel mondo esterno, e durante il lavoro di gruppo si cerca di individuare gli elementi di pensiero che possono portare alla recidività e gli elementi scatenanti.
Si fanno stendere diari, fare esercizi di ricerca alternative del pensiero, e in questi giovani si percepisce che infrangono le regole per diventare padroni di se stessi, così l'insegnamento è quello di dire loro che sono padroni di se stessi, ma non di fare tutto quello che vogliono (si cerca di farli diventare responsabili).

Psicoterapia evolutiva per il trattamento degli adolescenti antisociali
Se il comportamento antisociale può essere interpretato come effetto di una psicopatologia evolutiva, che comporta la difficoltà ad assumersi la responsabilità del proprio comportamento, un intervento psicoterapeutico evolutivo che rimette in movimento il percorso evolutivo è particolarmente indicato.
In questa psicoterapia, il cambiamento è visto come evoluzione e non come cura, e questo modello si basa su concetti di simbolizzazione, di ruolo affettivo, di crisi della figura affettiva davanti al compito evolutivo, e può essere adatta per problemi per tutto l'arco della vita.
In questo modello, l'acquisizione di un nuovo ruolo affettivo costituisce una discontinuità, in quanto inizio di un nuovo Sé.
Nella teoria della simbolizzazione affettiva i sistemi motivazionali non implicano solo l'insorgenza di nuove modalità relazionali, ma l'attivazione di veri e propri ruoli affettivi, come parti di Sé relativamente autonome.
Nell'adolescenza nasce il Sé sessuale e la trasformazione corporera anticipa il cambiamento sociale, e quindi il comportamento antisociale è visto come difficoltà all'assunzione del ruolo sessuale.
Nella prospettiva psicoterapeutica: il cambiamento va fatto sia sul soggetto che sull'ambiente, capire un problema non significa risolverlo, non importa con quale strumento si raggiunge lo scopo, il cambiamento avviene quando un intervento si sintonizza con i bisogni evolutivi (viceversa si peggiora la psicopatologia).
Tra gli interventi c'è la risimbolizzazione (cambiamento della rappresentazione del soggetto in relazione all'oggetto e in funzione del compito) e l'obiettivo non è la cura ed il recupero delle funzioni, ma un riadattamento nel rapporto tra bisogni evolutivi e ambiente, che consente una ripresa evolutiva.
E' stato dimostrato che attività sportive che richiedono coraggio e competenza, svolte con gruppi ed istruttori qualificati, riducono il comportamento antisociale, però il problema in questo caso è la durata del cambiamento.
Bisogna non solo togliere i ragazzi dall'ambiente a rischio, ma anche fargli cambiare la propria idea di Sé, facendolo sentire competente e responsabile, e anche le problematiche d'impulsività, in questo modello sono viste come distorsioni di esigenze evolutive.

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sabato 3 dicembre 2016

Shooter

Shooter è un film azione del 2007 diretto da Antoine Fuqua, con Mark Wahlberg, Kate Mara, Danny Glover, Ned Beatty, Michael Peña, Elias Koteas, Rhona Mitra, Jonathan Walker, Justin Louis.

Shooter
Trama
Bob Lee Swagger è un ex sergente dei Marines, ormai in congedo.
Bob vive la sua vita in pace e tranquillità, almeno fino a quando non viene ingaggiato dalla CIA per tentare di sventare un attentato al presidente degli Stati Uniti d'Ameria.
La missione però si rivelerà una trappola, e Swagger si ritroverà solo e braccato da tutti.

Recensione
Shooter è un buon film d'azione del 2007, che parla delle vicende di un abile cecchino.
Film adatto quindi per gli amanti dei cecchini e delle sparatorie in generale, con un po' di intrighi internazionali e delle buone scene d'azione.
Film violento ma non troppo, adatto al grande schermo, con un bravissimo Mark Wahlberg che nel film non sbaglia mai un colpo.

Link alla scheda del film su wikipedia
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Psicologia dell'adolescenza (17/19): Adolescenti antisociali e delinquenza minorile

Gli adolescenti hanno la tendenza a mettere in atto comportamenti trasgressivi e antisociali (piccoli furti, bere alcolici, fughe di casa, droghe leggere, atti vandalici), spesso compiuti in piccoli gruppi.
Anche gli adulti compiono qualche comportamento trasgressivo, ma l'adolescenza resta il periodo dove il rapporto con le regole educative e sociali è messo in discussione di più, a causa dell'aumento dell'impulsività legato allo sviluppo puberale.
E' il periodo in cui ci si allontana di più dai genitori, si fanno le prime esperienze sessuali, vengono messi in discussione i valori, si formano forti legami con i coetanei, si formano i gruppi e si riduce così la responsabilità individuale e si facilita la perdita di controllo.
Gli adolescenti sono però più severi degli adulti verso le trasgressioni pesanti, sono contro l'uso di droghe pesanti, contro chi imbratta i muri, e giudicano molto male gli omicidi.

Adolescenti antisociali
Gli adolescenti antisociali sono ragazzi che manifestano più frequenti e più gravi comportamenti trasgressivi, lungo un continuum di gravità, nei quali il comportamento trasgressivo è indice di una più ampia difficoltà d'inserimento sociale e di sviluppo di un'identità adulta.
Secondo Loeber, ci son diversi modi attraverso i quali si può sviluppare il comportamento antisociale:
  • ci sono adolescenti trasgressivi che già da bambini manifestano una particolare difficoltà d'adesione alle regole, spesso in connessione con un comportamento iperattivo, che poi sviluppano un comportamento violento
  • ci sono ragazzi non aggressivi che vengono influenzati negativamente dal gruppo
  • ci son ragazzi che diventano così a causa dell'abuso di droghe
E' importante tener presente dell'età d'insorgenza dei problemi di comportamento dei bambini, ed i motivi di tali comportamenti spesso sono correlati con bassa intelligenza, difficoltà d'attenzione e provenienza da famiglie problematiche (genitori con problemi psicologici, conflitti familiari, stili educativi inadeguati).
Di solito, all'inizio, nell'infanzia si presentano problemi d'attenzione, poi appaiono i comportamenti aggressivi e/o ritirati e la depressione, poi nell'adolescenza si fa uso di sostanze, si ha un comportamento sessuale precoce, e si ha il comportamento antisociale vero e proprio e la delinquenza.
Gli adolescenti antisociali diventano spesso adulti che tendono a fare debiti, a giocare d'azzardo, e a rispondere allo stress con la violenza, anche se non necessariamente persistono in un comportamento delinquenziale (secondo Rutter).

Il comportamento dirompente dei bambini
Nel DSM-IV i problemi trasgressivi dei bambini che sono più facilmente correlati al comportamento antisociale adolescenziale, sono associati a 3 tipi di disturbi:
  • Disturbo della condotta: ha una modalità di comportamento ripetitiva persistente dove i diritti degli altri o le norme vengono violate, e dopo i 18 anni questo disturbo viene classificato come disturbo antisociale di personalità.
    Questi soggetti tendono a minimizzare i problemi, sono aggressivi, prepotenti, minacciosi, rissosi, non empatici, hanno scarsa autostima, atteggiamento da duri, spesso bevono, fumano, usano sostanze illecite, hanno rapporti sessuali precoci, hanno comportamenti rischiosi e spericolati, spesso hanno intelligenza sotto la media.
    I fattori a rischio sono: il rifiuto e l'abbandono da parte dei genitori, un ambiente educativo rigido e contraddittorio, il maltrattamento fisico o sessuale, il frequente cambio delle figure di riferimento, psicopatologia familiare, associazione con gruppi delinquenziali, temperamento infantile difficile.
    I comportamenti meno gravi si presentano precocemente (menzogne, furti in casa), quelli più gravi compaiono dopo, è cmq un disturbo più diffuso nei maschi.
  • Disturbo oppositivo provocatorio: si mettono in questione le regole delle autorità, c'è comportamento negativistico, sfidante, disobbediente, opposizione, rifiuto, azioni per infastidire, accuse verso gli altri, suscettibilità, collera, risentimento, atteggiamenti dispettosi e vendicativi, si mettono spesso alla prova i limiti, si ignorano gli ordini, non si accettano rimproveri, il tutto senza di solito violenza fisica.
    Si hanno ragazzi irrequieti, con scarsa autostima, scarsa tolleranza alla frustrazione, che fanno uso precoce di alcol, tabacco e sostanze illecite.
    I fattori a rischio sono il diverso susseguirsi di persone che accudiscono, le regole rigide ed incoerenti, questo disturbo è presente in egual misura in entrambi i sessi, e a volte precede quello della condotta.
  • Disturbo da deficit d'attenzione e iperattività (ADHD): caratterizzato da irrequietezza e difficoltà a seguire anche banali regole comportamentali, comprende disattenzione, iperattività, impulsività, impazienza, presente più nei maschi, diminuisce durante la tarda adolescenza.
Questi 3 tipi di disturbi sono strettamente interlacciati e si tratta di caratteristiche che tendono a persistere nel tempo.

I fattori a rischio
Secondo Rutter i principali fattori di rischio sono:
  • una precoce età d'insorgenza
  • l'iperattività
  • la presenza di comportamenti violenti
  • la presenza di un grave disturbo di personalità
Secondo Rutter gli adolescenti che tendono a persistere nel comportamento delinquenziale, oltre a vivere in famiglie con problemi familiari, hanno problemi di carattere già a 3-5 anni, mancanza di relazioni positive a 18 anni, sono facilmente aggressivi ed impulsivi.
Nella vita adulta di questi adolescenti, non è il reato a continuare, ma un malfunzionamento sociale.
L'iperattività è associata a tutti i tipi di comportamento antisociale, e la correlazione più forte ce l'ha con la frequenza e non con la gravità, c'è inoltre forte correlazione tra gravità e persistenza del comportamento delinquenziale.
I fattori che sono alla base del comportamento antisociale sono diversi da quelli che stanno alla base dell'omicidio (che è meno diffuso negli adolescenti), inoltre un altro fattore a rischio è essere maschi (le femmine li commettono prima ma sono meno recidive, e i loro reati più frequenti sono l'infanticidio, il maltrattamento nel confronto dei figli e l'omicidio dei membri della famiglia accade più spesso da parte della donna).
L'influenza negativa della tv è moderata e non provata, e forse la sua vera pericolosità è quella di rendere il comportamento negativo accettabile.

Evoluzione del comportamento antisociale
Sono stati fatti diversi studi longitudinali su questo tema, come il Pittsburgh Youth Study (1987) che ha lo scopo di esaminare i fattori che determinano l'insorgenza della delinquenza (uso di sostanze, comportamento sessuale precoce, problemi mentali).
Sono stati osservati 3 gruppi di bambini (di 7,10,13 anni ed i followup venivano fatti a tutti 1 anno dopo) tutti maschi, e i dati venivano presi direttamente dal bambino o dal caregiver e poi confrontati coi dati del tribunale.
Sono stati seguiti ragazzi a rischio e non a rischio (gruppi di controllo) e sono stati definiti 4 livelli di delinquenza:
  • assenza di delinquenza (o piccola delinquenza in casa)
  • piccola delinquenza fuori casa (come piccoli furti)
  • delinquenza poco grave (furti di valori, risse)
  • delinquenza grave (furto d'auto, omicidio, spaccio)
I risultati mostrano che nel 44% dei più giovani c'è assenza di delinquenza, dove però salendo con l'età questa aumenta fino ad arrivare a un ragazzo su due con comportamento di qualche tipo delinquenziale a 12 anni, inoltre i ragazzi dai 13-14 anni hanno il 64% per il furto, il 35.5% per la violenza, il 26.4% per il vandalismo e più di un comportamento trasgressivo nel 48.5% dei casi.
Solitamente: prima si manifesta una piccola delinquenza, seguita da un precoce consumo di alcolici, poi comportamenti sessuali precoci, infine una delinquenza moderatamente grave e l'uso di tabacco, fino a delinquenze gravi e l'uso di droghe.
La scala dei comportamenti antisociali infantili si è dimostrata predittiva dei comportamenti delinquenziali dell'adolescenza.
C'è forte correlazione tra reati contro la proprietà e reati violenti e 3/4 dei reati son stati commessi in gruppo.
Le maggiori cause di questi problemi sono: mancanza di senso di colpa (colpa dell'educazione), iperattività, impulsività, deficit d'attenzione, basso rendimento scolastico, depressione (per i più piccoli), mancanza di controllo da parte dei genitori, genitori separati, scarsa comunicazione, punizione fisica, genitori con problemi, basso livello socioeconomico.
Secondo Loeber, la delinquenza minorile è soprattutto spiegata da variabili individuali, mentre i fattori familiari contribuiscono più indirettamente al sorgere della devianza.
Loeber propone la teoria dei problemi antisociali differenziati su base evolutiva, dove i problemi cambiano con l'età, insieme a molti fattori esplicativi (ad esempio i problemi d'attenzione diminuiscono con l'età).
Il comportamento antisociale sembra quindi dovuto alla mancanza di controlli interni, sia etici che cognitivi: difficoltà di controllo degli impulsi, problemi d'attenzione, mancanza di senso di colpa, e secondo Loeber si può ritenere che sia lo sviluppo di una capacità di responsabilizzazione ad essere disturbato dalla mancanza di queste funzioni di controllo del comportamento.

Disturbo antisociale di personalità
Secondo il DSM-IV, il disturbo antisociale di personalità viene diagnosticato solo a ragazzi che hanno età maggiore di 18 anni, ed è costituito dalla violazione dei diritti degli altri, che si manifesta nell'infanzia o prima adolescenza e continua nell'età adulta (disturbo detto anche psicopatia, sociopatia, disturbo dissociale di personalità).
Questi soggetti non riescono a conformarsi alle norme sociali, compiono atti passibili d'arresto, distruggono proprietà, molestano, rubano, sono disonesti, manipolativi, truffatori, irritabili, aggressivi, irresponsabili, non guardano al futuro nè alle conseguenze delle proprie azioni.
Secondo Hare, la sociopatia e il disturbo antisociale descrivono situazioni antisociali non necessariamente delinquenziali, mentre la psicopatia è composta principalmente da comportamenti delinquenziali.
Secondo Hare ci sono 2 fattori stabili negli psicopatici:
  1. narcisismo aggressivo (egocentrismo, insensibilità, mancanza di rimorso, basso livello d'ansia ed empatia)
  2. stile di vita antisociale (irresponsabile, impulsivo, alla ricerca di situazioni eccitanti, basso QI, bassa istruzione, basso livello socioeconomico)
Hare fa una checklist composta da 20 item che arrivano a 40 punti (punteggio da 0 a 2) detta PCL-R.
Secondo Hare gli psicopatici non sanno distinguere le trasgressioni che fanno del male a qualcuno, non hanno sensi di colpa, e la maggior parte degli psicopatici è antisociale (anche se non è sempre vero il contrario).
Tra i fattori che determinano la psicopatia sono importanti: trascuratezza o abuso fisico/sessuale/affettivo nell'infanzia, disaccordi familiari, genitori antisociali o alcolisti, mancanza di controllo della disciplina, precoci separazioni, disciplina incoerente.
Quindi a questi soggetti manca la considerazione dei sentimenti altrui, il controllo degli impulsi e i legami emotivi.
I precursori nei bambini della psicopatia nei tratti dell'insensibilità sono:
  • mancanza di preoccupazione per la scuola
  • il bambino non si sente cattivo o colpevole
  • emozioni superficiali e non autentiche
  • non mostra sentimenti o emozioni
  • agisce in modo seduttivo e non sincero
  • non si preoccupa dei sentimenti degli altri
I precursori nei bambini della psicopatia per quanto riguarda lo scarso controllo degli impulsi e i problemi di comportamento sono:
  • si vanta di quello che fa
  • si arrabbia se corretto
  • pensa di essere più importante degli altri
  • agisce senza pensare alle conseguenze
  • rimprovera gli altri per i propri errori
  • prende in giro gli altri
  • è coinvolto in attività pericolose
  • è coinvolto in attività illecite
  • non mantiene gli stessi amici
  • si annoia facilmente
Sono l'insensibilità e la mancanza di emotività le cause maggiori dei problemi di comportamento.

Narcisismo e antisocialità dal punto di vista psicoanalitico
Kernberg colloca l'antisocialità minorile lungo lo spettro del disturbo narcisistico, parlando di crisi d'identità normale, tipica dell'adolescenza.
Il disturbo narcisistico è caratterizzato da tendenze al dominio e alla sottomissione, mancanza di empatia, grandiosità, problemi comportamentali e difficoltà scolastiche.
Si ha la sindrome narcisistica maligna quando al disturbo narcisistico si aggiunge il comportamento antisociale, dove di particolar importanza è la mancanza di senso di colpa, e dove Kernberg distingue all'interno di questo gruppo, un sottoinsieme detto passivo-parassita, caratterizzato dalla mancanza di aggressività.
Secondo Bleiger, i disturbi di impulsività si collocano a 2 estremi, da una parte c'è quello borderline e dall'altra quello narcisistico, e secondo lui, questi disturbi sono dovuti alla rottura nello sviluppo di una funzione riflessiva, la capacità di cogliere il senso e l'intenzionalità del comportamento umano.
I bambini borderline hanno una particolare fluttuazione del loro funzionamento con rapidi passaggi tra stati mentali di tipo psicotico e livelli nevrotici di funzionamento, mancanza d'angoscia e tendenza a vivere nel panico (paura di essere abbandonati o di dissoluzione del corpo), non riescono a rimandare la soddisfazione dei desideri e a controllare la rabbia (comportamenti aggressivi ed autoaggressivi), a volte sembrano affettuosi a volte distaccati.
I ragazzi antisociali si distinguono in 2 assi: un asse impulsivo di tipo borderline, dove l'aggressività è soprattutto di tipo reattiva (antisocialità vera e propria), ed un asse più freddo ed insensibile, dove l'aggressività è di tipo sadico-predatorio (psicopatia di Hare).
Questi bambini non sono insensibili, al contrario sono ipersensibili e inibiscono i loro sensi per non soffrire troppo (modalità difensiva).

Trasgressività, antisocialità, psicopatia e psicosi
All'interno degli adolescenti con comportamenti trasgressivi c'è un sottogruppo di comportamenti antisociali più frequenti e gravi caratterizzati da impulsività, mancanza di senso di colpa e problemi narcisistici, e all'interno di questo gruppo è possibile individuare altri 2 sottogruppi:
  • adolescenti prevalentemente impulsivi, poco violenti, con problemi narcisistici che usano l'aggressività soprattutto in termini reattivi (disturbo narcisistico di personalità, personalità borderline)
  • adolescenti caratterizzati da insensibilità, impulsività, mancanza di senso di colpa, incapacità di creare legami, che usano l'aggressività in senso predatorio e sadico, più come attacco che come difesa (personalità narcisistica e schizoide)
La maggior parte dei reati son commessi da questi adolescenti, ma ci sono anche alcuni reati commessi da ragazzi con disturbi mentali che fanno perdere il senso della realtà, dove questa psicopatologia riguarda soprattutto reati violenti, soprattutto commessi da donne.
L'omicidio è associato anche a disturbi narcisistici e reazioni di panico, mentre il tentato omicidio al disturbo paranoideo di personalità, invece negli adulti, la rapina è un comportamento antisociale, lo stupro è caratteristico di una personalità sadica, l'incendio del borderline, i rapimenti dello schizoide, i danneggiamenti da personalità ossessivo-compulsive e la rabbia da narcisista.
All'interno del gruppo si può avere la follia condivisa (che ad esempio può anche portare allo sterminio degli ebrei), invece a volte capita il suicidio perchè non si vuole uccidere, perchè c'è la cosapevolezza di un'impossibilità di sviluppo che non consente al bambino di integrare una nuova parte di sé.

Interpretazioni della delinquenza minorile
Tutti concordano sul fatto che la delinquenza minorile sia dovuta all'effetto di molti fattori predisponenti e scatenanti e che l'età e il genere sono le variabili più correlate al reato.
Secondo Emler e Reicher, la devianza non è altro che l'espressione di un tipo particolare di rapporto dei giovani con l'autorità formale, ed i comportamenti delinquenziali sono da interpretare come un'espressione di rifiuto verso la legge.
Questi 2 autori propongono la teoria della reputazione sociale (l'idea di sé all'interno del proprio gruppo), dove la devianza è l'espressione del tentativo di rivendicare uno spazio sociale, e questo punto di vista porta alla creazione di programmi per migliorare la vita dei giovani, allontanandoli dalle strade (a differenza dell'idea che i problemi derivino dai deficit dei giovani).
Dodge propone la teoria del deficit socio-cognitivo (difficoltà a processare l'informazione sociale).
Secondo Fonagy questi deficit sono l'espressione di problemi d'attaccamento (ragazzi che attaccano per difendersi e che non sanno attribuire il giusto peso alle proprie azioni), dove l'attaccamento disorganizzato (colpa dei genitori) porta al mancato sviluppo della funzione riflessiva (poca teoria della mente rispetto agli adulti).
Quindi i reati minori possono essere l'espressione della tendenza alla trasgressione, possono derivare da disturbi del comportamento e dalla personalità antisociale, o da una grave psicopatologia.
I problemi più frequenti dei minori che arrivano allo psicologo sono cmq quelli di personalità antisociale.

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venerdì 2 dicembre 2016

Ace Ventura - L'acchiappanimali

Ace Ventura - L'acchiappanimali è un film comico/commedia del 1994 diretto da Tom Shadyac, con Jim Carrey, Courteney Cox, Sean Young, Tone L?c, Dan Marino, Noble Willingham, Troy Evans, Raynor Scheine, Udo Kier.

Ace Ventura - L'acchiappanimali
Trama
Ace Ventura è un detective privato di Miami specializzato nel ritrovamento e nella cattura di animali rari.
Le abilità di Ace verranno richieste anche dalla squadra di football dei Dolphins, ai quali è stata rubata la mascotte.
Ace Ventura inizierà quindi ad indagare, e con i suoi metodi poco ortodossi ma efficaci, arriverà a scoprire un inaspettato retroscena.

Recensione
Ace Ventura - L'acchiappanimali è un film comico del 1994 con un bravissimo Jim Carrey.
Ace Ventura è proprio uno dei personaggi che ha reso celebre Jim Carrey a livello mondiale... per non dire "il" personaggio.
Comicità demenziale d'alto livello, non adatta ovviamente agli intellettuali che amano le battute di gran classe :)
In questo film possiamo ammirare tutta la plasticità della faccia di Jim Carrey, un attore davvero versatile.

Link alla scheda del film su wikipedia

Come incorporare un tweet sul proprio sito

Hai visto su twitter un tweet che ti piace e vuoi metterlo sul tuo sito web?
Nessun problema, in questo breve articolo ti spiegherò come incorporare un tweet sul proprio sito internet.

La procedura da seguire per inglobare un tweet di twitter su un sito esterno è molto semplice.
Apri twitter, poi vai nel post in questione e clicca sui 3 puntini orizzontali per far aprire un menù a tendina.
Adesso clicca su Incorpora tweet.

Come incorporare un tweet sul proprio sito

Si aprirà un popup con un codice html da copiare ed incollare nel tuo sito web, un codice del genere:

<blockquote class="twitter-tweet" data-lang="it"><p lang="it" dir="ltr">Legion: Legion è un film orrore/azione del 2010 diretto da Scott Stewart, con Paul Bettany, Kevin Durand, Dennis… <a href="https://t.co/gq29hGD26Y">https://t.co/gq29hGD26Y</a> <a href="https://t.co/oSFoL0PORq">pic.twitter.com/oSFoL0PORq</a></p>&mdash; Oggi è un altro post (@oggiunaltropost) <a href="https://twitter.com/oggiunaltropost/status/804589881141784576">2 dicembre 2016</a></blockquote>
<script async src="//platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>


Incollando questo codice html in una pagina web, otterrai il seguente risultato:


Semplice no?
Buona condivisione di tweet twitter sui siti web :)

PS Ovviamente se un tweet è privato, non potrà essere inglobato in un sito pubblico.

Atto di forza

Atto di forza è un film fantascienza/azione del 1990 diretto da Paul Verhoeven, con Arnold Schwarzenegger, Rachel Ticotin, Sharon Stone, Ronny Cox, Michael Ironside, Mel Johnson Jr., Dean Norris, Roy Brocksmith, Marshall Bell.

Atto di forza
Trama
Douglas Quaid è un uomo felicemente sposato con una bellissima donna, che di lavoro fa l'operaio edile.
La vita di Douglas però non è perfetta, in quanto questi soffre di strani incubi ricorrenti riguardanti Marte.
Per cercare di dare una risposta ai suoi sogni Quaid si reca alla Rekall, una società in grado di far fare viaggi spaziali senza far muovere un dito al viaggiatore, in quanto si tratta di ricordi impiantati nel cervello.
Douglas deciderà dunque di provare questa nuova esperienza, ma qualcosa andrà storto.

Recensione
Atto di forza (Total Recall) è un film di fantascienza del 1990 in cui recita il brillante Arnold Schwarzenegger.
Storia davvero originale ed interessante, ottime scene d'azione, ed immancabili battute del protagonista, fanno di questa pellicola quasi un cult movie.
Da non perdere per gli amanti del genere, dato che questo film, nonostante l'età, risulta davvero ben fatto anche a livello di effetti speciali.

Curiosità
In Atto di forza recita anche Dean Norris, che allora era un signor nessuno, ma che oggi tutti conosciamo per la sua splendida interpretazione di Hank Schrader in Breaking Bad.

Link alla scheda del film su wikipedia

Legion

Legion è un film orrore/azione del 2010 diretto da Scott Stewart, con Paul Bettany, Kevin Durand, Dennis Quaid, Lucas Black, Adrianne Palicki, Willa Holland, Tyrese Gibson, Charles S. Dutton, Kate Walsh.

Legion
Trama
Un gruppo di uomini dalle storie e dalle vite completamente diverse tra loro, rimane bloccato in una tavola calda in uno speduto posto ai confini del mondo.
Qui, il gruppo verrà attaccato da una serie di uomini posseduti, delle creature che cercheranno di ucciderli con tutti i mezzi a loro disposizione.
A difendere gli umani però, ci sarà un vero e proprio angelo, un salvatore che ha disubbidito agli ordini del suo signore.

Recensione
Legion d'azione americano del 2010.
Devo ammettere di aver comprato questo film super scontato e di averlo tenuto in sordina per molto tempo perchè non mi convinceva molto, tuttavia alla fine ho dovuto ricredermi.
Questo film vanta infatti un cast d'eccezione, e non è certo un b-movie.
Per i primi 30 minuti Legion risulta anche molto interessante e suggestivo, poi però si cade nel banale e nel poco credibile, diventando un film quasi noioso, in stile survival movie.
Che dire, carino, ma nulla di eccezionale.

Link alla scheda del film su wikipedia

giovedì 1 dicembre 2016

Come vedere chi si è iscritto alla mailing list del tuo sito (FeedBurner)

Se sul tuo sito hai attivato il servizio di mailing list / newsletter google FeedBurner, sicuramente dopo un po' vorrai sapere chi si è iscritto al tuo sito e chi ti segue tramite email.
FeedBurner infatti, consente di aggiungere al proprio sito internet, il tasto per potersi iscrivere alla mailinglist, che parte in automatico ogni giorno pescando i post del sito su cui è configurata.


Come vedere chi si è iscritto alla mailing list del tuo sito con FeedBurner


Per sapere il numero di iscrizioni al tuo sito internet tramite FeedBurner, e vedere l'elenco delle email degli iscritti, collegati al seguente sito:
https://feedburner.google.com/fb/a/myfeeds

Una volta fatto accesso alla piattaforma di google FeedBurner, potrai leggere il numero di iscritti al tuo sito, direttamente nella home page del sistema.

iscritti alla mailing list su FeedBurner

Poi, per avere l'elenco delle email degli iscritti alla tua newsletter, dovrai cliccare sul sito di cui vuoi i dati.
Finirai così nella sezione del sito chiamata Feed stats, dalla quale dovrai poi cliccare sul bottone di sinistra Publicize.

Adesso vai nella sezione Email Subscriptions e clicca su Subscription Management, poi scrolla la pagina verso il basso e clicca sulla voce View Subscriber Details.

elenco iscritti FeedBurner

Si aprirà così l'elenco degli iscritti alla tua mailinglist FeedBurner, una lista di email esportabile anche in formato csv.
Ovviamente, se un utente si è iscritto alla mailing list del tuo sito web, non puoi usare il suo indirizzo email per mandargli altre comunicazioni (es. pubblicità spam), a meno che non sia espressamente indicato in fase di iscrizione.

Come risolvere qualsiasi problema (Problem Solving)

Vi piacerebbe risolvere qualsiasi problema facilmente e velocemente, trovando magari la migliore soluzione possibile?
Vi do una buona notizia, è possibile farlo, o quanto meno provarci.
Molti anni fa infatti, nel 1985, uno scrittore di nome Edward De Bono ha creato un'interessante teoria su dei cappelli.
Non sto parlando ovviamente di cappelli magici risolvi problemi, ma di metodi alternativi per affrontare un problema (Problem Solving).

Come risolvere qualsiasi problema


Come risolvere qualsiasi problema


De Bono sostiene che, qualsiasi problema o grattacapo può essere affrontato meglio cambiando la propria prospettiva, indossando un cappello diverso per l'appunto.
Questo vuol dire che bisogna sempre affrontare i problemi da prospettive diverse, in modo da pensare fuori dagli schemi.

Anche non applicando questo modello si può ovviamente risolvere lo stesso un problema già affrontato in precedenza, usando il solito metodo, ma indossando invece dei cappelli diversi, si può ottenere una soluzione migliore al problema.

Pensare in maniera diversa da quella a cui siamo abituati può quindi aiutarci a risolvere al meglio qualsiasi problema, trovando magari delle nuove soluzioni più efficaci.
Ma come fare questa cosa? Come si possono indossare più cappelli contemporaneamente?

Allora, innanzitutto va precisato che i cappelli che vi andrò a presentare, intesi come metodi alternativi di pensiero, non vanno indossati tutti contemporaneamente.
Non bisogna quindi essere positivi e negativi allo stesso tempo, ovviamente.

Questo metodo di risoluzione dei problemi può essere applicato o da solo o in team.
Se siete da soli, dovrete affrontare il problema indossando a turno un cappello diverso (ovvero un metodo di pensiero diverso), se invece siete in una riunione con altre persone, ciascuno dovrebbe utilizzare un cappello differente dagli altri, possibilmente un cappello che rispecchia un modo di pensare diverso dal proprio, per affrontare al meglio la soluzione del problema.

Ma andiamo a vedere quali e quanti sono i cappelli proposti da De Bono.

I 6 cappelli per pensare sono:
  1. Cappello rosso: il rosso è il colore delle emozioni e dei sentimenti, chi lo porta deve dare libero sfogo all'emotività
  2. Cappello bianco: è il colore della neutralità, in quanto il bianco indica l'assenza del colore, quindi chi lo porta deve essere una persona obiettiva che si concentra su dati oggettivi
  3. Cappello blu: blu è il colore del cielo e rappresenta la calma, tipico di chi trae le conclusioni
  4. Cappello giallo: è il colore dell’ottimismo e della luce, chi lo indossa deve essere portato ad individuare i benefici ed i punti di forza di un'idea
  5. Cappello nero: è il colore scuro e tetro che indica il pessimismo, chi lo porta deve rinfacciare ciò che non è stato fatto e sottolineare invece ciò che si poteva fare (bicchiere mezzo vuoto)
  6. Cappello verde: è il colore del prato e della fertilità, che rappresenta la creatività, utile per trovare nuove idee non seguendo però il pensiero logico/razionale

Secondo questo modello quindi, indossando a turno questi cappelli, una persona dovrebbe trovare nuove idee vincenti per la risoluzione di un problema.
Questo vuol dire ragionare fuori dagli schemi, assumendo prospettive diverse dal nostro normale modo di pensare.
Incrociando tutte queste metodologie infatti, si può tarare il troppo creativo con il razionare, valutando tutte le idee, ma prendendone in considerazione solo quelle sensate, arrivando infine a prendere la migliore decisione.

Provate anche voi ad indossare i Sei Cappelli per Pensare di Del Bono (di cui volendo, per un approfondimento, esiste anche l'omonimo libro), e vedrete che troverete nuove idee innovative per affrontare i vostri problemi.

Come bloccare il computer con lo screensaver

La sicurezza è importante (cit.)
Se usi il tuo pc in un ambiente pubblico, è bene bloccarlo con password ogni volta che ti allontani.
Se però ti dimentichi di farlo, come si può far bloccare in automatico il computer?
La risposta è semplice, con lo screensaver (o screen saver, che dir si voglia).


Come bloccare il computer con lo screensaver


Per mettere il blocco della password al computer dopo l'avvio dello screensaver, occorre prima di tutto avere impostata una password d'avvio del pc.
Una volta che il nostro pc è protetto da password dopo ogni riavvio o blocco, possiamo proseguire con questo ulteriore step di protezione.

Per impostare la password allo screensaver su windows 10 (ma non solo), andare in:

Impostazioni -> Personalizzazione -> Schermata di blocco -> Impostazioni screen saver

Per entrare in Impostazioni basta usare il "cerca in windows" in basso nella barra degli strumenti, scrivendo per l'appunto "impostazioni".

Dentro le Impostazioni dello screen saver, fleggare la voce Al ripristino torna alla schermata di accesso.

Come bloccare il computer con lo screensaver

Ed ecco fatto.
Da ora in avanti, se ti dimenticherai di bloccare il tuo computer, quando partirà lo screen saver, se qualcuno proverà ad usare il tuo pc, finirà nella schermata di login protetta da password.
Ovviamente, perchè questa procedura sia efficace ai fini della sicurezza dei tuoi dati personali, devi far partire in automatico lo screensaver entro tempi ragionevoli.