domenica 14 febbraio 2016

Psicologia sociale (26/28): Stanley Milgram

Per Milgram l'obbedienza all'autorità è il risultato di un processo che si realizza allorchè l'individuo entrato a far parte di un sistema gerarchico viene a trovarsi in uno stato eteronomico.
L'individuo in questo stato non si considera libero di muoversi ma si sente uno strumento per eseguire gli ordini delle autorità.


L'esperimento di Milgram prevedeva che al soggetto venga detto di somministrare una scossa elettrica ad una persona se non sapeva rispondere alle domande, e per far ciò era esortato dallo sperimentatore.
Ad ogni risposta sbagliata il soggetto doveva somministrare una scarica elletrica sempre più forte alla vittima.
Per far credere che fosse tutto vero, venne fatto estrarre con un sorteggio truccato, il ruolo del punitore al soggetto, in modo che non avesse nessun sospetto.
Lo sperimentatore esortava in maniera crescente il soggetto, fino quasi ad obbligarlo verbalmente.

I risultati mostrarono che le persone erano mediamente portate ad obbedire agli ordini delle autorità, però la loro ubbidienza era anche legata alla vicinanza con la vittima.
Tanto più la vittima è lontana o non visibile, tanto più il soggetto tende ad obbidire all'autorità, se invece la vittima è vicina e in alcuni casi tocca il soggetto, questi è più indulgente e tende a disubbidire agli ordini dello sperimentatore (il contatto fisico influisce più di quello vocale).

Lo sperimentatore è visto come una figura autorevole ed esperta, per il solo fatto di essere l'organizzatore, quello che da gli ordini, e per questo il soggetto tende ad obbidire ai suoi voleri.
Anche la vicinanza e la lontananza dall'autorità fa aumentare o diminuire il livello di obbedienza.

Se lo sperimentatore prende il posto della vittima ed un uomo qualunque impartisce gli ordini, questi vengono eseguiti meno facilmente.
Se ci sono due sperimentari ed uno è sfavorevole alla scossa, il soggetto tenderà ad associasi a lui per svincolarsi dal compito.
Tanto più gli sperimentatori sono in contrasto e meno obbedienza c'è.

Il livello di obbidienza delle donne pare essere uguale a quello degli uomini, con l'unica differenza che in alcuni casi il livello di scossa è più basso.

L'analisi dei risultati ha mostrato che i soggetti disubbedienti si considerano più direttamente responsabili delle sofferenze inferte alla vittima, a differenza dei soggetti ubbedienti, che si sentivano meno responsabili, considerandosi strumenti dell'autorità.

Le principali condizioni che favoriscono l'ubbidienza sono:

  • la percezione di una autorità legittima: lo sperimentatore è un'autorità responsabile per il solo fatto che si trova li.
  • adesione al sistema d'autorità: lo sperimentatore è visto come il padrone dello spazio e il nuovo arrivato si sente in obbligo verso di lui.
  • la coerenza degli ordini dell'autorità: lo sperimentatore deve dimostrarsi competente
  • la giustificazione ideologica: il soggetto si sente utile alla scienza
Inoltre ci sono, le pressioni sociali, lo stato di ansia, la perdità di responsabilità.

La disobbedienza è favorita da:
  • le grida di dolore della vittima
  • provocare dolore ad una persona crea conflitti per via dei valori morali
  • il timore di rappresaglie
  • l'ordine di smettere da parte della vittima
  • il soggetto non si vede violento e quindi non si vede come punitore
Per poter andare avanti nel proprio compito il soggetto si isola dalla vittima, usa il diniego (minimizza gli effetti della scossa dicendo che non farà poi così male), esegue i compiti in maniera leggera (dando scosse rapide per fare meno male), converte in tensione in sintomi psicosomatici (sudore, ansia, ecc...), esprime il dissenso (sentendosi meglio).

Facendo esaminare i risultati ad altri studiosi, furono sorpresi nel vedere che non furono solo pochi soggetti patologici ad aver usato le scosse massime, ma diverse persone normali.

Concludendo si può dire che l'obbedienza si associa ad un decentramento all'esterno di sè della fonte del controllo e della responsabilità nelle azioni personalmente compiute.

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