domenica 21 febbraio 2016

Psicologia sociale (28/28): Henri Tajfel

Nato in Polonia nel 1919, Henri Tajfel partecipò alla seconda guerra mondiale dalla parte dei francesi e fu catturato e spedito in un campo di concentramento, dove rimase fino al 1945 quando fù liberato e scoprì che tutta la sua famiglia e i suoi amici erano stati uccisi.
Fù professore di psicologia sociale dal 67 all'82 all'università di Bristol negli USA.
Morì di tumore nel 1982.


Secondo Tajfel: la classificazione di stimoli in categorie distinte A e B conduce a sovrastimare le differenze tra gli stimoli appartenenti alla categoria A rispetto a quelli della categoria B (effetto di contrasto).
Questa categorizzazione conduce un'accentuazione delle somiglianze tra gli stimoli appartenenti ad una stessa categoria (effetto di assimiliazione).

Inizialmente Tajfel sosteneva che la categorizzazione è condizione sufficiente a generare discriminazione intergruppi.

Gli esperimenti sui gruppi minimi
Tajfef fece un esperimento dove alcuni soggetti dovevano indicare il numero di alcuni puntini neri che apparivano su uno schermo bianco, in completo anonimato e da soli.
Successivamente comunicava ad alcuni che un gruppo aveva sottostimato i puntini ed un altro li aveva sovrastimati (condizione neutra), mentre ad altri veniva comunicato che un gruppo aveva dato giudizi accurati, mentre altri avevan dato giudizi meno accurati (condizione di valore).
Successivamente i soggetti dovevano dare delle ricompense o delle penalità agli altri soggetti usando delle matrici di punteggi prestabilite dagli sperimentatori.
I soggetti distribuirono i punti discriminando il gruppo di non appartenenza solo quando era presente la categorizzazione, altrimenti la distribuzione era equa.
E questa discriminazione avviene sia quando la categorizzazione con valore (soggetti accurati vs non accurati), sia la mera categorizzazione (soggetti sovrastimatori, vs soggetti sottostimatori).

In un altro esperimento dove dei ragazzi dovevano indicare delle preferenze su dei quadri, alla fine questi ragazzi, che erano divisi in 2 gruppi, dovevano distribuire delle ricompense, e come da previsione, distribuirono maggiori ricompense ai compagni del proprio gruppo, anche se era una mera divisione senza valore.

Tajfef dimostrò che i membri di un gruppo son disposti ad avere un minor beneficio per il gruppo, a favore della vittoria verso un altro gruppo.
E' la discontinuità, rappresentata dalla categorizzazione, a creare la differenzazione intergruppi.
Altri esperimenti han dimostrato che il principio di reciprocità può portare a favorire l'outgroup (ovvero se c'è un tornaconto).

La categorizzazione crea favoritismi, ma anche la somiglianza contribuisce ad aumentare il favoritismo.
In assenza di categorizzazione non c'è il favoritismo di base, in assenza di somiglianza ma in presenza di categorizzazione c'è favoritismo, anche se in forma minore.
Questi risultati han portato Tajfef a riformulare la convinzione che la mera categorizzazione sia condizione sufficiente a generare discriminazioni intergruppi.

La differenzazione categoriale
Doise nel 1976 ha elaborato la nozione di differenzazione categoriale secondo la quale la categorizzazione sociale produce vari livelli di differenzazione:

  • la differenzazione comportamentale
  • la differenzazione dei giudizi di valore circa i gruppi sociali
  • la differenzazione delle rappresentazioni (o del livello cognitivo)
Queste differenziazioni sarebbero interconnesse e la differenziazione di uno di questi conduce ad osservare anche quella degli altri.
Quando invece ci sono categorizzazioni incrociate, le differenziazioni possono attenuarsi o addirittura sparire, e quando ciò non accade è perchè alcune categorie sono molto più importanti di altre, anche se mischiate.

La percezione dell'omogeneità
Verso l'outgroup c'è spesso maggiore omogeneità, si tende a considerarli tutti uguali, forse perchè non si conoscono bene come le persone del proprio gruppo.
Questa cosa però accade anche con i membri dell'ingroup, se ad esempio si percepisce l'outgroup come troppo diverso e come una minaccia (xenofobia).

Dopo vari studi Tajfef affinò le sue definizioni e disse che la categorizzazione è una condizione necessaria ma non sufficiente per la discriminazione intergruppi, e che l'altra condizione necessaria ma non sufficiente è il senso di appartenza al gruppo.
L'importanza del proprio gruppo per l'immagine di sè (senso di appartenenza) deriva dal confronto sociale con gli altri gruppi.
Questi sono gli assunti fondamentali della teoria dell'identità sociale (Tajfel e Turner 1979).
Per Tajfel, l'identità sociale non è altro che quella parte dell'immagine di sè di un individuo che deriva dalla consapevolezza di appartenere ad un certo gruppo, oltre al valore emozionale legato a quest'esperienza.

Stereotipi
Il termine stereotipo deriva dai procedimenti di stampa, dal calco utilizzato per riprodurre sulle pagine modelli o figure.
Questo termine fu associato dal giornalista politico Lippmann nel 1922, e faceva capire la pertinenza perchè si tratta di calchi che si usano per categorizzare, facilitare e velocizzare, e sono ripetitivi e resistenti al cambiamento.
Secondo Tajfel, gli stereotipi diventano propriamente sociali quando vengono condivisi da gran masse di persone all'interno dei gruppi sociali.
Gli stereotipi attraverso la categorizzazione sociale aiutano e legittimano gli individui a difendere i propri sistemi di valori.
Gli stereotipi sociali possono essere considerati rappresentazioni sociali.
Inoltre, l'origine del pregiudizio sociale è da ricercarsi nel vivo delle relazioni intergruppi.

Il pregiudizio non consiste in un giudizio sbagliato, ma esprime una presa di posizione squalificante originata da processi di gruppo.

Secondo Pettigrew e Meertens (1995) esiste il pregiudizio sottile che consiste nella difesa dei valori del gruppo di appartenenza ed alla credenza che i gruppi di minoranza abbiano ottenuto troppi benefici (crea insomma una maggiore differenziazione culturale tra i gruppi), ed il pregiudizio aperto che coincide con il razzismo, fondato sulle differenze biologiche tra gruppi.

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