lunedì 30 maggio 2016

Psicologia sociale di comunità (4/5): Il romanticismo

La nozione di comunità è stata elaborata nel romanticismo tedesco in contrapposizione all'illuminismo francese, dove l'individualismo la faceva da padrone.
Nell’ambito del pensiero romantico si afferma l’idea di comunità in senso nazionalistico e localistico, dove c'è la rivendicazione delle identità nazionali come espressione delle tradizioni, di una unità fondata sulla condivisione, non solo del territorio, ma anche di una storia non concepita come un semplice succedersi di eventi, ma come realizzazione progressiva dello spirito del popolo.

Il romanticismo introduce il sentimento, che permette agli uomini di avvicinarsi tra di loro, di formare i legami, di far nascere sentimenti di amicizia e solidarietà.

Secondo Friedrich Daniel Ernst Schleiermacher, la comunità è costituita dal legame dei suoi membri, ricco di sentimenti ed unito da uno scopo comune, mentre la società non ha lo scopo comune e i legami tra membri sono sostenuti solo dalle ragioni del contratto.

Secondo Tonnies, la comunità nasce in modo spontaneo, mentre la società è invece espressione di una volontà arbitraria che nasce dall’astrazione del pensiero e dal ragionamento freddo sul rapporto tra i fini ed i mezzi.
Dietro al pensiero di Tonnies c’è un contesto sociale caratterizzato dalla nascita della grande industria e dai fenomeni di urbanizzazione.
Tonnies sostiene che la società è un prodotto dell'utilitarismo e la vede realizzata nel mondo urbano e industriale del suo tempo, pensa alla comunità come vita reale e organica, alla società come formazione ideale e meccanica, dove la prima è un organismo vivente, mentre la seconda è un aggregato e prodotto meccanico.
Praticamente tutto ciò che non rientra nel contesto economico è comunità per Tonnies.

Max Weber rielabora il concetto troppo ideale di comunità e società di Tonnies, parlando di associazioni e comunità, dicendo che sono gli incontri-scontri a determinare l'ordine, al di là di ogni ipotetica anima profonda di solidarietà e di ogni forma di coscienza collettiva.
Il lavoro di Max Weber si svolge nel primo ventennio del XX secolo, in un mondo pieno di scontri sociali, guerre, crisi, e quindi il concetto di solidarietà si perde un po'.
L'ottica di comunità di Weber è più realistica, è più concentrata verso i mezzi-fini, e si parla di comunità quando l'orientamento all'azione poggia su una comune appartenenza, soggettivamente sentita degli individui appartenenti, mentre nell’associazione la disposizione all'agire sociale poggia su di una identità di interessi.
Secondo Weber cmq, la maggior parte delle relazioni sociali ha in parte il carattere di una comunità e in parte il carattere di un'associazione.

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