lunedì 30 maggio 2016

Psicologia sociale di comunità (5/5): In America

In America tra il XVIII e il XIX, c'è molta democrazia ed associazionismo, gli americani si associano molto spesso, per ogni cosa (chiesa, politica, feste, ecc...).
Nel pensiero americano fluiscono molte correnti europee che vengono modificate ed adattate.

Secondo John Stuart Mill, c'è l’importanza delle motivazioni individuali ed una visione etica fondata sulle conseguenze dell’agire piuttosto che sui fini dell'azione.

La scuola di Chicago viene fondata nel 1896 da Albion Small, e si occupa dell'analisi di concrete e limitate problematiche sociali, soprattutto quelle provocate dall'immenso flusso migratorio (c'è la famosa ricerca "Il contadino polacco in Europa e in America") e ci si concentra soprattutto sui grandi centri urbani.
Per la scuola di Chicago il concetto di comunità si sviluppa attorno al radicamento sul territorio e alla presenza di un'organizzazione sociale con interdipendenza fra i membri.
Altri temi di questa scuola sono i rapporti quotidiani di comunità, basati sulla convivenza comune.

Secondo Robert E. Park, una comunità umana è come un insieme interrelato di unità che simbioticamente stanno insieme. 
Questa comunità ha tre caratteristiche essenziali: ha una popolazione organizzata sul territorio, è radicata in modo più o meno forte in questo territorio e in esso le unità individuali vivono in relazione di dipendenza simbiotica, sono cioè mutualmente interdipendenti.
Zimmerman distingue 2 tipi di comunità:

  1. Localistica: dove i rapporti tra individuo e comunità sono così stretti che il soggetto pensa a quest'ultima come al proprio gruppo, dove i legami sono quasi tutti faccia a faccia e spesso si ragiona in termini di amicizia, c'è maggiore solidarietà, la polizia tende a prevenire più che a punire.
    Questa però è in generale una comunità chiusa ed isolata, poco incline al cambiamento.
  2. Cosmopolitana: dove viene privilegiata l'individualità, l'amicizia ed i rapporti di vicinato si fanno deboli, ci sono scarsi richiami alle tradizioni, i valori di base sono più materialistici.
    Tuttavia, come pro, chiusura ed isolamento sono considerati cose vecchie, da superare, ed il cambiamento è visto positivamente.
Secondo Sarason, bisogna promuovere il cambiamento sociale, adottando questo concetto come valore sovraordinato e come criterio di riferimento per valutare progetti e strategie di intervento.
Secondo Sarason, la società contemporanea è profondamente segnata da pratiche sociali e culturali che hanno prodotto l’indebolimento dei legami che derivano dal senso di appartenenza e dalla partecipazione alla vita collettiva, e l'isolamento, l'anomia, la segregazione.
Per Sarason il senso di comunità è la percezione della similarità con gli altri, una riconosciuta interdipendenza, una disponibilità a mantenere questa interdipendenza offrendo o facendo per altri ciò che ci si aspetta da loro, la sensazione di appartenere ad una struttura pienamente affidabile e stabile.
Sarason sostiene che non bisogna pensare alla comunità come solo cooperazione, ma che essa può avere anche tensioni.

Secondo Heller, la comunità può consistere in un particolare luogo geografico, o in una rete di relazioni non basate sul territorio che forniscono amicizia, stima e sostegno tangibile.
L’identità e il senso di appartenenza possono quindi derivare da comunità che non hanno una collocazione geografica specifica, il legame ed il senso di appartenenza possono derivare dalla percezione di avere un passato o un destino comune, da valori o da interessi condivisi.

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