venerdì 22 aprile 2016

Linguistica generale (1/7): Cos'è il linguaggio

Il linguaggio viene spesso studiato in una situazione anomala, come durante lo sviluppo dei bambini.
Il linguaggio ci da libertà temporale e spaziale, in quanto possiamo parlare di cose lontane nel tempo e nella distanza fisica, o anche di cose ipotetiche, di fantasie, di cose future, si può usare il linguaggio in maniera figurativa, con metafore e battute.



Caratteristiche del linguaggio


Il linguaggio viene definito come la peculiare capacità umana di comunicare per mezzo di un sistema di segni vocali.
Il linguaggio serve per comunicare, ma la conoscenza del linguaggio non equivale alla conoscenza degli strumenti sociali che servono per comunicare.
Come la penna serve per scrivere, il linguaggio serve per comunicare, ma non serve solo per quello, ma anche per pensare, e attraverso il linguaggio, l'uomo può trasmettere agli altri ciò che pensa.


Hockett ha proposto 16 tratti costruttivi per il linguaggio orale:

N Tratti costitutivi Controesempi
1 Canale vocale-uditivo Lingue dei segni
2 Trasmissione in diverse direzioni e localizzazione della sorgente da parte del ricevente
3 Evanescenza (i suoni vengono uditi nel momento che vengono pronunciati e poi spariscono) Linguaggio scritto (che rimane)
4 Intercambiabilità (scambio di ruoli tra ascoltatore e parlante)
5 Feedback completo (il parlante sente ciò che dice) Lingua dei segni (chi segna non vede un immagine identica di ciò che fa)
6 Semanticità (i segni linguistici si riferiscono a qualcosa nel mondo) Non vale per le parole funzionali (es. gli articoli)
7 Specializzazione (stesso significato se si pronuncia a tono basso o alto)
8 Arbitrarietà (il rapporto tra segno e significato è convenzionale) Parole onomatopeuiche e pittogrammi (rappresentazione di oggetti in forma iconica)
9 Carattere discreto (le unità del linguaggio sono discrete)
10 Dualità di struttura (i suoni possono essere combinati per ottenere unità significative come le parole, le quali combinate posson dar le frasi)
11 Creatività (si possono creare parole e frasi nuove)
12 Tradizione (il linguaggio può essere insegnato ed appreso) Alcuni aspetti della capacità linguistica sono innati
13 Apprendibilità (si possono imparare altre lingue)
14 Possibilità di mentire e considerare situazioni impossibili
15 Libertà spaziale e temporale
16 Metalinguaggio (si può parlare del linguaggio)

I suoni e le parole sono elementi discreti, quando parliamo dividiamo il continuum sonoro in unità discrete, formando delle categorie, e per sapere il significato di un punto del sistema comunicativo, bisogna metterlo in una scala (come la barra di mercurio di un termometro, che se presa senza scala non ci dice niente).
Il linguaggio è inoltre articolato su 2 livelli: il livello dei suoni (fonemi) e il livello delle parole (dualità della struttura).
I suoni da soli non hanno significato, ma combinando abbiamo le parole di significato e combinando le parole si hanno le frasi, il cui significato è più della somma delle parole.
La creatività del linguaggio consiste nel combinare elementi discreti in modo infinito.
Secondo Pinker: il linguaggio non è un artefatto culturale che noi apprendiamo, ma una parte distinta della dotazione genetica.
Anche se si possono apprendere più lingue, esistono delle età critiche in cui è più facile imparare la lingua, superate le quali si apprende con più fatica.

Altre proprietà del linguaggio:
  • Ordine: le unità del linguaggio possono essere combinate in ordini infiniti che danno origine a significati diversi.
  • Grammatica: esistono cmq dei limiti alle combinazioni, i limiti dettati dalla grammatica.
  • Ricorsività: si possono costruire frasi di lunghezza infinita, inserendo frasi dentro frasi, tramite la proprietà ricorsiva, la proprietà che viene applicata al risultato della sua applicazione, grazie alla quale si ottiene una struttura gerarchica.
  • Costituenti o sintagmi: il raggruppamento di parole in gruppi omogenei.
  • Struttura gerarchica: le parole raggruppate con regole discorsive generano la struttura gerarchica.
  • Classe chiusa e classe aperta: la classe aperta è costituita da nomi, verbi, aggettivi, parole dal repertorio infinito, la classe chiusa invece comprende le parole che da sole sono prive di significato ma che si usano combinate ad altre parole aperte per metterle assieme, e sono ad esempio gli articoli, le preposizioni, gli ausiliari, tutte parole dal repertorio chiuso, non si possono inventare altri ausiliari o articoli.
  • Riferimento ad astrazioni: capacità di parlare di concetti astratti.
Con queste ulteriori proprietà si arriva a 23 proprietà del linguaggio umano, che in alcuni casi sono tipiche solo del linguaggio umano, in altri casi sono presenti anche in animali, o possono essere apprese da essi.


Comunicazione animale e codici specifici degli animali


Secondo alcuni studiosi, il linguaggio è il risultato di un'evoluzione graduale a partire da sistemi comunicativi più rudimentali, tipo quelli che ancora oggi usano alcuni animali.
Gli animali hanno dei codici di linguaggio che gli permettono di risolvere problemi immediati, e questi codici sarebbero limitati, ad eccezione del canto degli uccelli, che possono diventare veri e propri dialetti che variano da territorio e specie.
Come gli esseri umani possono imparare una seconda lingua, così gli uccelli possono imparare dialetti e canti diversi.
I canti degli uccelli seguono una grammatica in quanto hanno un certo ordine e seguono certe regole, anche se esiste un certo grado di creatività.
Il canto può essere usato per marcare il territorio, corteggiare, segnalare il pericolo, sono quindi caratterizzati da arbitrarietà e possono riferirsi in modo limitato anche ad astrazioni (come il pericolo).
Il canto viene acquisito istintivamente, bastano poche esposizioni da piccoli ad altri canti, per iniziare a sviluppare questa capacità, ma ciò deve avvenire in un periodo critico (un esperimento di isolamento ha dimostrato queste teorie).
Gli uccelli imparano in 2 step: ascoltando mettendo in memoria, e riproducendo, usando quindi il feedback, che sembra indispensabile per un buon apprendimento, anche se pure senza gli uccelli sembrano apprendere (in maniera peggiore), ed inoltre, anche il canto degli uccelli è soggetto a sviluppo.
Il canto degli uccelli è un sistema discreto, le cui note e sillabe sono legate secondo regole, dove però c'è un numero limitato di produzione, gli uccelli non producono nuove frasi a partire da note e sillabe.
Il canto degli uccelli non ha inoltre la proprietà temporale, non può servire per parlare del passato, manca di ricorsività, e non ha nemmeno la dualità di struttura (esiste solo il livello della frase) e la distinzione tra classi aperte e chiuse.
La danza delle api è divisa in 2 tipi: danza circolare, dove le api esploratrici informano le altre api della posizione del cibo (che è nel raggio di 80-100 metri), e la danza dell'addome, dove le api avvisano della presenza lontana del cibo e quanto più veloce è la danza e quanto più vicino è il cibo.
La danza delle api non ha caratteristiche di discretezza, non ha dualità di struttura e non è ricorsiva.
I primati non umani usano vocalizzazioni per comunicare il loro stato emotivo, ed ad esempio, il cercopiteco verde africano emette diversi tipi di richiamo a seconda del predatore.
Questo significa che i richiami sono associati ad un evento arbitrariamente, e che esistono richiami acusticamente diversi che sono trattati come sinonimi, inoltre i primati possono usare i grugniti, per le interazioni sociali, come nelle femmine dominanti del babbuino, che lo usano per riconciliarsi con la rivale.
Anche in questo caso si parla di predisposizione innata, tuttavia questi richiami non sono organizzati secondo un ordine, i primati dispongono quindi di un lessico ma non di una sintassi e possono esprimere concetti astratti ma non riferirsi a qualcosa di distante.
In generale, il tipo di linguaggio animale è legato alle necessità del momento, come han studiato Hauser, Chomsky e Fitch, i richiami animali sono legati al contesto e sono facilmente interpretabili, e a differenza di noi, non possono creare nuovi vocaboli, ma al limite apprendere nuovi dialetti da altre specie ed in alcuni casi apprendere sotto insegnamento, mostrando però poca creatività ed iniziativa.
Le proprietà uniche del linguaggio umano sono: la ricorsività e la dualità di struttura.



Apprendimento del linguaggio umano da parte degli animali


Tra i vari tentativi di insegnare il linguaggio umano si ricorda quello dello scimpanzè Vicki, che dopo 6 anni di addestramento aveva imparato solo 4 parole, questo anche perchè l'apparato fonatorio dei primati non è adatto a produrre suoni linguistici.
Quindi si provò ad insegnare il linguaggio dei segni ad uno scimpanzè di 10 mesi di nome Washoe, che acquisì in 51 mesi 150 segni attraverso l'imitazione, imparando a combinare i segni come i bambini umani di 2 anni, pur avendo uno stile combinatorio più caotico e con nessuna iniziativa (non facendo nessuna domanda come fanno i bambini piccoli), quindi si concluse che lo scimpanzè si limitava ad imitare i gesti.
Un altro studio famoso è quello sullo scimpanzè Sarah di 7 anni, che imparò un linguaggio artificiale fatto di gettoni di plastica di varie forme, dimensioni e colore, imparando combinazioni di gettoni per comunicare azioni, e anche relazioni astratte (come diverso e uguale), arrivando addirittura a produrre frasi nuove, ma solo sostituendo nelle frasi dove era pratica, altre frasi note, mostrando una certa sensibilità all'ordine delle parole.
Tuttavia fuori dal laboratorio Sarah non usava il linguaggio, dimostrando di non averne compreso l'utilità e di aver solo appreso a risolvere dei problemi con i gettoni.
Anche nel caso dello scimpanzè Lana, che doveva premere dei tasti a seconda di alcune regole, si tratta solo di memorizzazione di sequenze stimolo-risposta.
Un esperimento famoso è quello sullo scimpanzè bonobo, Kanzi, il quale ha imparato a manipolare i lessigrammi (ottenuti combinando 9 figure geometriche usando una tastiera) mentre il ricercatore addestrava la madre.
Kanzi ha imparato ad indicare sulla tastiera il simbolo corrispondente alla parola udita e a generare frasi combinando simboli e gesti, ma si concluse che lo scimpanzè non aveva imparato il linguaggio, ma era solo sensibile all'ordine delle parole.
Anche al gorilla Koko fu insegnata la lingua dei segni, imparando oltre 500 parole, il gorilla riuscì anche ad inventare nuove parole, inoltre il gorilla cercava anche di iniziare discorsi con i segni, pur mantenendo una sintassi rudimentale.
I primati sembrano quindi dotati di notevoli capacità, ma in definitiva non sono però in grado di apprendere il linguaggio umano.
Anche i delfini producono spontaneamente diversi suoni, tra cui schiocchi per localizzare oggetti, emissioni di pulsazioni a raffica per indicare il proprio stato emotivo, e fischi per comunicare con i propri simili.
Anche i delfini sembrano essere sensibili all'ordine delle parole, tuttavia non sembra che sappiano produrre il linguaggio come lo comprendono.
Gli animali sono cmq in grado di associare ad una parola o un simbolo, un oggetto esistente, e i primati non umani possono anche fare riferimento ad oggetti non presenti, anche se non si sa se i simboli appresi abbiano significato anche decontestualizzati, secondo i primati, anzi, sembra proprio che la loro comunicazione sia legata  fortemente al contesto.
I primati non umani non chiamano spontaneamente gli oggetti, non creano nuove parole, e in generale si può concludere che non si sa se gli animali comprendano le parole come le comprendiamo noi.
Le scimmie non sono in grado di apprendere regole che permettono di produrre una struttura ricorsiva, tuttavia studi di Fich e Hauser sulle scimmie tamarino han dimostrato che questi primati possono imparare regole semplici che permettono di generare sequenze che fanno riferimento ad elementi adiacenti (del tipo: A predice B), dette grammatiche a stati finiti.
I primati non umani non sembrano quindi disporre di una capacità sintattica.



L'evoluzione del linguaggio


Il linguaggio è un sistema combinatorio discreto, ovvero un sistema in cui unità discrete sono combinate in un numero infinito di modi secondo regole ricorsive che creano strutture gerarchiche e dipendenze a distanza.
Anche la dualità di struttura è specifica del linguaggio (classe aperta e chiusa).
Hauser, Chomsky e Fitch han distinto il linguaggio in capacità del linguaggio in senso ampio (CLA) e capacità del linguaggio in senso stretto (CLS).
La CLA include la CLS e comprende l'interfaccia senso-motoria e l'interfaccia concettuale.
La prima interfaccia ha a che fare con sistemi che presiedono  alla percezione ed articolazione dei suoni linguistici, la seconda ha a che fare con il sistema di organizzazione dei concetti e del significato.
La CLS consiste in un sistema computazionale che comprende la capacità ricorsiva e i meccanismi che trasferiscono le rappresentazioni prodotte dal sistema computazionale alle 2 interfacce.
Il sistema computazionale genera rappresentazioni linguistiche di tipo gerarchico che sono tradotte in suoni e significati:

interfaccia senso-motoria (rappresentazione fonologica) <-- sistema computazionale --> interfaccia interazionale-concettuale (rappresentazione semantica)

Questi meccanismi, secondo gli autori, sono il risultato di diversi adattamenti guidati da diversi fattori, come la discesa della laringe durante l'evoluzione.
Tuttavia la discesa della laringe non c'è solo negli uomini e quindi è probabile che tale adattamento non sia specifico per il linguaggio, ma che possa essere usato per esso.
Anche il sistema concettuale si è evoluto in altri animali e quindi non sembra specifico per il linguaggio, ad esempio la ricorsività è anche presente nei sistemi di navigazione degli uccelli.
Sembra quindi che il linguaggio in senso stretto non sia il frutto della selezione naturale, ad esempio avere una sintassi non sembra dare nessun vantaggio evolutivo.
Inoltre, la grammatica non esiste in livelli intermedi, o si sa o non si sa.
Secondo Pinker e Jackendoff, il linguaggio è il risultato di una serie di adattamenti di vari sottosistemi che si sono evoluti gradualmente sotto la pressione della selezione naturale, secondo questi autori quindi, il linguaggio si sarebbe evoluto per la comunicazione.
Secondo Baker, avere tante lingue non va contro l'ipotesi evolutiva, perchè non crea incomprensione, ma è una necessità di protezione di informazioni verso culture diverse.


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