venerdì 22 aprile 2016

Linguistica generale (4/7): La teoria X'

I costituenti sono organizzati secondo una struttura ricorsiva, e la teoria che studia i modi di composizione dei costituenti (cioè come viene scomposta la frase in costituenti) è detta teoria X' (letteralmente: X barra).


La struttura del sintagma verbale


Il sintagma verbale è indicato con le iniziali VP, ed è definito come il gruppo di parole che si raccoglie attorno al verbo.
Un costituente di secondo livello può essere di tipo verbale, e quindi venir chiamato proiezione del verbo, mentre la posizione di aggiunzione del sintagma, si ha quando un sintagma (ad esempio preposizionale) viene aggiunto in un secondo momento al nucleo di base formato dal verbo e dal suo complemento.
Nelle strutture ad albero del sintagma verbale, c'è un elemento centrale che è il verbo (indicato come V), che viene detto testa del sintagma verbale.
La testa di un sintagma verbale è sempre un elemento lessicale, ovvero una singola parola.
La testa può prendere un complemento (che è un sintagma) e in questo caso si ha una proiezione del verbo, indicata con V' (V barra), poi possono esserci degli aggiunti.
Le stratificazioni che risultano dalla composizione del nucleo testa più complemento con un aggiunto, sono anch'esse proiezioni del verbo, e vengono indicate con V'.
Il numero di nodi V' dipende quindi dal numero di aggiunti.
La posizione non iterabile in questa struttura è detta specificatore.
Le proiezioni massimali V'' (V 2 barre) sono la rappresentazione dell'intero sintagma verbale, mentre i nodi ad una barra sono detti proiezioni intermedie.
V'' è dunque la proiezione massimale del verbo, ed è l'equivalente di VP, e l'unica posizione che deve essere attiva per avere una proiezione massimale è detta testa della proiezione.
Anche in casi in cui si abbia solo la V'' è cmq opportuno tenere la V'.
La teoria X' prevede che le posizioni diverse dalla posizione di testa debbano essere occupate da altre proiezioni massimali, quindi complementi, aggiunti e specificatori devono essere sintagmi e devono avere la stessa stratificazione gerarchica del VP.



La struttura del sintagma nominale


Il sintagma nominale è indicato con la sigla NP.
Il sintagma preposizionale può essere un aggiunto o un argomento del nome, ma non è sempre facile capire quale dei 2 è.
Se il nome che è la testa dell'NP deriva da un verbo, allora il sintagma preposizionale è un complemento del nome se corrisponde al complemento oggetto del verbo, mentre se il nome non è di origine verbale, non è molto facile fare questa distinzione.
I nomi che prendono il complemento cmq, sono i nomi relazionali, quei nomi che mettono in relazione due termini.
L'articolo nella struttura dell'NP occupa la posizione periferica a sinistra (prima del nome), ed è uno specificatore perchè non è iterabile.
Questa struttura è una rappresentazione gerarchica, a stratificazioni progressive, inoltre questa segmentazione in componenti dell'NP sembra corretta anche in altre lingue diverse dall'italiano.
La teoria X' afferma che tutte le strutture di tutte le lingue siano rappresentabili da schemi con ramificazione binaria.
Si pensa che l'informazione che le strutture grammaticali sono binarie, sia parte del patrimonio di conoscenze del bambino che deve imparare la lingua, probabilmente perchè è parte del patrimonio genetico della nostra specie.



La struttura del sintagma preposizionale


Il sintagma preposizionale segue la stessa logica dei sintagmi precedentemente spiegati e viene indicato con la sigla PP.


La struttura del sintagma aggettivale


Il sintagma aggettivale viene definito con la sigla AP.
Il ruolo del sintagma aggettivale è come quello dell'aggiunto, esso qualifica il nome apportando una nuova informazione ma non essenziale, e compare nella stessa posizione degli aggiunti, seguendo il complemento.
Quindi, un AP può essere un aggiunto al nome e gli aggettivi sono la testa di un AP.



La struttura interna della frase


La teoria X' è valida anche per la frase in generale (indicata con la lettera S).
La testa della frase è la flessione verbale e quando non c'è un ausiliare o la copula, i tratti di accordo e di tempo sono espressi tramite un morfema che si attacca alla radice verbale.
La frase è il risultato di una iterazione (ricorsione) attuata un numero n di volte della stessa struttura sintagmatica.
Nelle lingue esistono molti esempi di movimento sintattico, dove quello che si sposta è una testa che va nella posizione di un'altra testa, e questo viene definito movimento testa a testa.
La frase è dunque una proiezione massimale della flessione verbale, dove il complemento della flessione è il VP, mentre nello specificatore della flessione c'è il soggetto.



Il soggetto


Il soggetto ha una definizione distribuzionale, ovvero una definizione che definisce un certo oggetto teorico X sulla base della posizione che X può occupare nella frase.
Qualsiasi cosa sia X, possiamo sapere cosa è X se la troviamo in una certa posizione.
Il soggetto è dunque quel sintagma che occupa la posizione Spec,IP, e si pensa che il soggetto prima di occupare quella posizione occupi la posizione di specificatore di VP.
Il soggetto viene generato quindi in Spec,VP ma finisce sempre per spostarsi in Spec,IP.
Una definizione generale di soggetto è dunque: quell'elemento che occupa la posizione di specificatore di Spec,IP o Spec,NP.



La struttura del sintagma del complementatore


Il sintagma del complementatore è indicato con CP.
I complementatori sono parole come che e di, che introducono una frase subordinata complemento di una frase principale.
Il complementatore è la testa C del sintagma e la posizione di complemento di CP è IP, ovvero la frase subordinata introdotta dal complementatore.
L'inversione del soggetto-ausiliare nelle frasi interrogative dirette inglesi è esclusa in quelle indirette, perchè se avvenisse l'ausiliare (AuxP sta per sintagma dell'ausiliare) ed il complementatore competerebbero per la stessa posizione (cioè C).
Le frasi interrogative dirette in italiano, di solito non richiedono lo stesso tipo di inversione che avviene in inglese, tuttavia CP esiste anche in italiano, e ciò è confermato dal fatto che anche in italiano i sintagmi interrogativi vanno ad inizio frase.
La posizione di partenza di un sintagma interrogativo viene segnata con una t, che sta per traccia (la traccia indica la posizione di partenza, quella che precede uno spostamento).
Un soggetto inespresso viene detto soggetto nullo e viene indicato con la sigla pro che sta per pronome nullo.
Quindi, anche in italiano c'è un complementatore per le frasi interrogative, ma questo rimane inespresso, e il ruolo del complementatore resta quindi quello di indicare se una frase è dichiarativa (se introdotta dal complementatore che) o interrogativa (se introdotta da se), ma dato che si sa già quando una frase è interrogativa, il sintagma può essere omesso senza problemi.
In conclusione, la testa di CP ospita il complementatore, e il suo specificatore ospita i sintagmi interrogativi (quando presenti), il complementatore di CP è IP (la frase).



Testa-complemento


Esistono lingue a testa iniziale e lingue testa finale.
Le lingue a testa iniziale comprendono l'italiano e l'inglese, e sono quelle lingue dove la testa X precede linearmente il complemento.
Le diverse lingue cmq, possono differenziarsi in un parametro, ovvero nell'ordine lineare che c'è tra testa e complemento.



L'acquisizione del linguaggio


Secondo Noam Chomsky esistono dei principi grammaticali universali, che sono parte del nostro patrimonio genetico.
Nascere con la predisposizione al linguaggio significa nascere con l'informazione inconscia che la struttura dei sintagmi è quella della teoria X', infatti, il bambino che deve imparare la propria lingua, non deve imparare gli schemi della teoria X', perchè li sa già e deve solo riuscire ad attivare questa conoscenza innata.
I principi innati cmq non determinano tutte le proprietà grammaticali di una lingua, ma lasciano degli spazi in modo che ciascuna lingua ci si possa orientare a piacimento, come nel caso del parametro binario della posizione della testa, che in alcune lingue è all'inizio, in altre alla fine.



Alberi e sintassi


Un albero è fatto di nodi, da cui possono crescere dei rami.
I nodi che nascono dai rami si chiamano nodi ramificati, mentre i nodi senza rami sono detti nodi terminali.
Il nodo da cui nasce l'albero si chiama radice.
Un albero si legge partendo dall'alto e scendendo stando sulla sinistra fino a quando si trova il primo nodo terminale, in quel caso si torna su fino al primo nodo ramificato e si percorre la via a destra di quella appena presa, e così via fino a che non si terminano tutti i nodi.


L'albero può anche essere rappresentato con la struttura a parentesi.
Queste 2 strutture sono dette variazioni notazionali, cioè sono due modi diversi per indicare lo stesso oggetto astratto.
La struttura a parentesi funziona così:
ad ogni nodo ramificante si apre una parentesi quadra che ha come indice il nome del nodo, e verrà chiusa solo dopo che tutti i nodi che essa contiene saranno stati esplorati.
Quando si trova un nodo terminale, non si apre nessuna parentesi, e ci si limita a riportare per iscritto il suo contenuto.
Quindi ad esempio, questa struttura ad albero:


teoria x barra

Può essere scritta così: [F la[SN casa[SPrep di mario]]]

La rappresentazione ad albero basata sulla teoria X' può servire anche a disambiguare delle sequenze di parole ambigue, basterà costruire 2 strutture ad albero, una per ciascuna delle 2 interpretazioni della frase.

Quando si fa la rappresentazione ad albero di una frase interrogativa, bisogna fare attenzione a dove si inserisce la traccia del sintagma interrogativo, che si sposta in Spec,CP, lasciando una traccia nella posizione di partenza.
Quindi la traccia va inserita nella posizione corrispondente alla funzione grammaticale svolta dal sintagma interrogativo, ad esempio, se esso svolge la funzione di soggetto, la sua traccia è in Spec,IP, mentre se svolge quella di oggetto diretto, la sua traccia è nel nodo fratello del verbo, se invece è un aggiunto la sua traccia è nella posizione che occupano gli aggiunti.
Posizionare nel modo corretto la traccia del sintagma negativo può servire anche a disambiguare una frase interrogativa.


Ricorsività


La teoria X' può essere pensata come un'insieme di regole che ci dicono come i sintagmi vengono formati a partire da unità più piccole, essa ci dice che il nodo X' può essere formato mettendo assieme la testa X e il suo complemento.
Le posizione intermedie possono essere formate con una regola del tipo:
X'=X+COMPL
O anche componendo una proiezione intermedia già esistente con un aggiunto:
X'=X'+AGGIUNTO
Mentre la proiezione massimale si ha così:
XP=SPEC+X'
Complemento, specificatore e aggiunti sono sempre proiezioni massimali.
Siccome queste regole possono essere riscritte in base alle esigenze, vengono dette regole di riscrittura, e la teoria X' è un insieme di regole di riscrittura.
Una regola è ricorsiva se può essere applicata al risultato di una sua precedente applicazione, quindi, la regola per formare proiezioni massimali prende come input una proiezione massimale, che deve esser stata creata a sua volta tramite l'uso della stessa regola.
Le regole della teoria X' umana sono ricorsive, mentre quelle usate nei codici comunicativi degli animali no.


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