sabato 16 aprile 2016

Storia della psicologia (3/14): La riflessologia e la scuola storico-culturale

La psicologia russa
Il primo laboratorio di psicologia russo fù fondato da Bechterev nel 1886 a Kazan, ed il primo istituto di psicologia fù istituito a Mosca nel 1912 (aperto il 1914).
La psicologia russa fù orientata secondo gli indirizzi europei della stessa epoca, unendo una impostazione sperimentale ad una concezione spiritualistica della psiche.
Le scuole russe più importanti sono quelle della riflessologia (Bechterev e Pavlov) e la scuola storico-culturale (Vygotskij).

La riflessologia
Secondo la riflessologia i processi psichici sono riconducibili ai riflessi, cioè a processi puramente fisiologici ed elementari.
La riflessologia nasce con la scuola fondata da Bechterev (dal 1910), ma sono importanti autori anche Secenov e Pavlov.
La riflessologia di Secenov studiò il meccanismo dell'arco riflesso, dove ad uno stimolo dell'ambiente corrisponde una reazione motoria dell'animale, e per Secenov i processi psichici sono riconducibili a riflessi cerebrali relativamente alla loro struttura di base.
Bechterev studiò i riflessi col metodo scientifico, lasciando da parte i metodi spiritualistici ed introspettivi.
Il contributo più grande alla riflessologia fù dato da Ivan Pavlov, nato nel 1849 a Rjazan, laureato in scienze naturali e medicina, premio Nobel 1904, morto nel 1936.
Pavlov studiò la salivazione dei cani, in presenza del cibo o alla sola presenza di uno stimolo sonoro precedentemente associato al cibo (concetti dello stimolo e riflesso condizionato ed incondizionato).
Pavlov distinse 2 sistemi di segnalazione: il primo comune agli animali e all'uomo era quello dei riflessi condizionati, il secondo solo degli uomini, consisteva nella capacità di usare come stimoli condizionati gli stimoli verbali per segnalare le variazioni dell'ambiente e regolare il comportamento (studi del linguaggio come secondo sistema di segnalazione).

La scuola storico-culturale
Il massimo esponente fù Vygotskij, nato nel 1896 a Gomel, studiò all'università di Mosca e morì a soli 38 anni di tubercolosi nel 1934.
Fece studi sui processi cognitivi e collaborò con Lurija negli studi sulla storia del comportamento.
La prospettiva di Vygotskij è quella evolutiva, egli studiò le differenze tra animale e uomo, e di come quest'ultimo si sia evoluto con le proprie capacità, tra le quali il linguaggio.
Secondo Vygotskij il bambino può usare forme primitive di linguaggio senza implicare processi intellettivi o di pensiero, ma per comunicare stati emotivi, richiamare l'attenzione ecc..., e intorno ai 2 anni, il pensiero ed il linguaggio iniziano ad interagire.
Distingue tra linguaggio come strumento di comunicazione e strumento di regolazione del comportamento, quella comunicativa si sviluppa intorno ai 2 anni, quella regolativa verso i 4.
Secondo Vygotskij c'è un processo di interiorizzazione del linguaggio, dove all'inizio si parla sempre, mentre poi si pensa e si regolano le azioni, processo che si compie non prima dei 7 anni, e il periodo di transito viene detto fase del linguaggio egocentrico.
Ci fù polemica tra Vygotskij e Piaget, secondo Vygotskij il linguaggio è una funzione psichica complessa che si sviluppa nel bambino con l'interazione con l'ambiente sociale, è una funzione interpsichica che mette in rapporto più persone, successivamente diventa intrapsichica che regola il comportamento e i processi cognitivi, per Piaget invece il percorso è l'opposto.
La struttura del linguaggio è innata, ma la lingua parlata è determinata dall'ambiente culturale di nascita.
Secondo Vygotskij il linguaggio interiore è frammentario ed abbreviato, mentre quello esteriore è esteso e completo.

Tra i principali esponenti della scuola storico-culturale si ricordano anche Leontjev e Lurija, il quale durante la seconda guerra mondiale si interessò dei disturbi dei processi psichici conseguenti a lesioni cerebrali.
Secondo Lurija le funzioni cerebrali che mediano funzioni psichiche complesse non sono traducibili nei termini di riflessi condizionati, come ad esempio il linguaggio, che non può avere come struttura fisiologica di base il riflesso condizionato ma risulta dall'interazione di diverse strutture e si modifica con l'interazione con l'ambiente.
Secondo Lurija, questa relazione tra cervello e ambiente spiega come mai lesioni cerebrali producono effetti diversi da individuo ad individuo, da cultura a cultura.

<< Lezione precedente - Prossima lezione >>


Torna all'elenco delle lezioni

 

Piaciuto l'articolo? Lascia un commento!

EmoticonEmoticon