domenica 15 maggio 2016

Storia della psicologia (12/14): La prospettiva cognitivistica

Dalla scuola di Wurzburg a Bartlett
La scuola di Wurzburg svolse una serie di indagini sulle proprietà del pensiero, questa scuola si formò con Oswald Kulpe (1862-1915), allievo di Wundt, nel 1894.
In questi studi emerse che nel processo psichico necessario per eseguire i compiti erano presenti strati di coscienza di natura non cognitiva che impostano l'esecuzione del compito.
Successore di Kulpe fù Karl Marbe, ed altri importanti ricercatori furono Ach (assistente di Muller), Watt, Karl Buhler, Ernst Mach.
In questa scuola il pensiero era considerato come un processo dinamico con proprietà specifiche, un percorso a stadi che nasce dal problema e si dirige verso la soluzione.
Molte ricerche di questi anni si concentrarono più sulla dinamica del pensiero che sui suoi contenuti, sulle strategie e le soluzioni, e per questo furono criticate da Wundt.
Secondo Selz alla soluzione del compito non si arriva per prove ed errori, ma attraverso anticipazione di schemi di azione e di strategie che orientano e guidano la ricerca di soluzioni.
Duncker riconobbe di essersi ispirato all'idea di Selz nel suo lavoro sul pensiero produttivo.
Karl Buhler (1879-1963) affrontò il problema della formazione dei concetti nel bambino e quello dei rapporti tra pensiero e linguaggio, mentre Semon fù famoso per le sue teorie sul recupero delle tracce mnemistiche.
Secondo Bartlett (1886-1969) la memoria è un processo attivo di continua ricostruzione del passato in funzione delle esigenze del presente.

Le teorie dell'intelligenza
I primi test d'intelligenza furono elaborati da James McKeen Cattell allievo di Wundt, Cattell introdusse il concetto di test mentale, mentre Binet (1857-1911) e Simon definirono come età mentale, il livello delle capacità mentali accertate in un bambino, da confrontare con quelle di altri bambini per determinare il ritardo o l'anticipo nello sviluppo mentale.
Terman adottò il termine quoziente d'intelligenza, ispirandosi al termine quoziente mentale di William Stern, per indicare il rapporto tra età mentale e età cronologica.
David Wechsler elaborò il Wechsler-Bellevue Adult Intelligence Scale dove erano presenti 2 scale principali, una per il quoziente d'intelligenza verbale, una per quello di esecuzione.
I test più che avere una funzione conoscitiva ebbero una funzione applicativa, per rilevare ritardo mentale, e per fare selezioni e discriminazioni, e fù usato anche per la selezione dei soldati statunitensi (guidata da Yerkes).
L'uso dei test per discriminare fece nascere molte polemiche, ed in alcuni casi veniva usato per discriminare le altre culture.
Spearman propose l'esistenza di un'intelligenza generale, accanto a fattori specifici, Thorndike invece non credeva in questo concetto, mentre per Thurstone esistono 7 capacità mentali primarie (comprensione verbale, fluenza verbale, capacità numerica, visualizzazione spaziale, memoria, velocità percettiva, ragionamento).
Secondo Guilford, l'intelligenza è concepita come un insieme di contenuti (di 4 tipi: figurativo, simbolico, semantico, comportamentale), operazioni (5 tipi: valutazione, produzione convergente, produzione divergente, memoria, cognizione) e prodotti (6 tipi: unità, classi, relazioni, sistemi, trasformazioni, implicazioni), e che dalla combinazione dei contenuti prodotti e operazioni, derivano 120 capacità distinte.
Dagli anni 70 i test d'intelligenza vennero influenzati dal cognitivismo, dove la struttura dell'intelligenza è concepita come un insieme di operazioni cognitive verificabili sperimentalmente.

Le teorie dello sviluppo psichico
Secondo la psicologia di Lipsia la psicologia sul bambino era possibile solo nei primi anni di vita e cmq non dava elementi nuovi per conoscere l'adulto, quindi era poco considerata.
Darwin invece riteneva che lo studio del comportamento infantile avrebbe permesso di individuare gli schemi comportamentali di base.
Lo studio dello sviluppo psichico infantile venne affrontato alla fine dell'800 dall'opera di Stanley Hall (1844-1924, primo studente americano di Wundt) e Mark Baldwin (1861-1934).
Baldwin usò come metodo i questionari, dividendo lo sviluppo in 5 stadi: prima infanzia, infanzia, giovinezza/pre-adolescenza, adolescenza, età adulta.
Baldwin ispirò anche l'opera di Piaget, Janet e Vygotskij, e fù considerato uno dei maggiori teorici dello sviluppo infantile dei suoi tempi.
Baldwin divise lo sviluppo del pensiero in 4 stadi (pre-logico, quasi-logico, logico, iper-logico) e coniò i termini di assimilazione e accomodamento.
Il principio della selezione organica di Baldwin sostiene che gli individui si sono meglio adattati grazie agli accomodamenti sviluppati nella loro ontogenesi sopravvivono di più rispetto ad altri.
Dagli anni 20 agli anni 30 la psicologia infantile ebbe molti contributi: Kofkka, Lewin, Watson, Anna Freud, Melanie Klein.
Buhler delinea 3 stadi principali dello sviluppo psichico: lo stadio del comportamento istintuale, del comportamento modificabile in base all'addestramento, del comportamento intelligente.
Secondo Werner il bambino piccolo vive in un mondo indifferenziato, autistico ed egocentrico (teoria organismica).

La teoria di Piaget
Jean Piaget è nato a Neuchatel in Svizzera, nel 1896, era un bambino geniale che a soli 10 anni pubblicò il suo primo articolo su un passero albino, iniziò poi a frequentare il museo di storia naturale diventando un esperto di molluschi.
Si laureo in scienze naturali e successivamente maturò l'interesse per la psicologia, e nel 1922 conobbe Freud al congresso di psiocoanalisi.
Nel 1921 si trasferì a Ginevra ed iniziò lo studio dello sviluppo mentale infantile, seppur amante della filosofia, la criticò perchè troppo speculativa, morì nel 1980.

Le critiche più pesanti alle ricerche di Piaget furono sul fatto che aveva generalizzato i risultati ottenuti sui suoi figli a tutti gli altri bambini, tuttavia gli fù riconosciuto di aver utilizzato il giusto metodo di indagine, il metodo clinico, dove l'osservazione si lega alla sperimentazione.
Piaget tenne conto sia dei fattori biologici/genetici, che dell'influenza dell'ambiente, confermando il concetto di adattamento all'ambiente già citato da Baldwin, con l'accomodamento e l'assimilazione.
Per Piaget lo sviluppo mentale del bambino matura dall'infanzia all'adolescenza, in 2 periodi principali a loro volta divisi in stadi: senso-motorio (nei primi 2 anni) e concettuale (fino ai 15 anni), divisione valida tutt'oggi.
Secondo Piaget l'epistemologia genetica si occupa della formazione e del significato della conoscenza e dei mezzi attraverso i quali la mente umana passa da un livello di conoscenza inferiore ad uno superiore, ed è compito degli psicologi spiegare come avviene il passaggio dall'una all'altra.
Dal centro internazionale di epistemologia genetica si sviluppò la scuola di Ginevra, che ebbe un grande sviluppo negli anni 50-60.
Le teorie di Piaget si diffusero negli USA ad opera di Flavell, Elkind e Furth, e contribuirono a minare il comportamentismo.
Lurija e Vygotskij criticarono Piaget sulla sua concezione di egocentrismo, mentre la Mead sostenne che il concetto di stadio non era universale, ma poteva variare a seconda della cultura.

Il cognitivismo
Nasce ufficialmente nel 1956 con un simposio sulla teoria dell'informazione.
Nel cognitivismo confluirono diverse discipline: la psicologia sperimentale, la linguistica, la teoria dell'informazione, la cibernetica, le neuroscienze e la filosofia della mente.
Il cognitivismo si interessa dei processi cognitivi (percezione, attenzione, memoria, linguaggio, pensiero e creatività), processi ai quali viene riconosciuta una autonomia strutturale.
La mente è concepita come un elaboratore di informazioni che ha un'organizzazione prefissata di tipo sequenziale e una capacità limitata di elaborazione lungo i propri canali di trasmissione.
Il comportamento viene concepito come una serie di atti guidati dai processi cognitivi ai fini di risolvere un problema, tramiti continui feedback.
Nel cognitivismo iniziale si faceva molto riferimento ai computer come modelli di elaborazione e fù elaborato il concetto di TOTE (test-operate-test-exit), e il primo manuale universitario fù quello di Lindsay e Donald, Human information processing (1972), mentre nel 1967 uscì il libro di Ulric Neisser (famoso per gli studi sul riconoscimento visivo), Cognitive Psychology, una sintesi di 10 anni di ricerche.
I precursori del cognitivismo furono Piaget, Bartlett (concetto di schema ed ipotesi costruttivista della memoria), Vygotskij, ma anche comportamentisti come Tolman (con la sua mappa cognitiva).
Kenneth Craik (1914-1945) fù invece l'annello di congiunzione tra la psicologia sperimentale, i primi tentativi di simulazione del comportamento e la cibernetica, il quale scrisse il famoso libro the mechanism of human action (1943).
Un altro importante apporto fù dato dalla linguistica ed in particolare dal lavoro di Weiss (approccio comportamentistico), di Miller (con language and communication), di Skinner (libro comportamento verbale), da Noam Chomsky col famoso libro le strutture della sintassi (1957) e da George Miller uno dei maggiori esponenti della psicolinguistica.
Ci furono poi diversi studi sul sistema nervoso, ora il cervello non era più considerato una scatola nera.
Nel passaggio tra il comportamentismo al cognitivismo in America, furono importanti protagonisti Hebb e Lashley.
Tra i vari contributi: Broadbent afferma che l'attenzione agisce da filtro per selezionare l'informazione in entrata, Miller dimostra che il numero di elementi memorizzabili è limitato, Sperling tira fuori i concetti di memoria iconica ed ecoica, Sternberg studia i tempi di reazione col metodo della sottrazione, Atkinson e Shiffrin ipotizzano 3 memorie (sensoriale, a breve termine, a lungo termine), Tulving ipotizza la memoria semantica e la memoria episodica, Bruner si occupò dello studio dello sviluppo del pensiero in situazioni concrete.
Tornò anche in vigore l'uso dell'introspezione e furono creati questionari per valutare ciò che uno crede da ciò che uno fa in termini di prestazioni, analizzando così anche l'aspettativa e la credenza (metacognizione).
Furono poi importanti anche i contributi di Bandura, la teoria dell'attribuzione (una spiegazione della personalità e del comportamento) di Heider, la teoria dei costrutti personali di Kelly, che afferma che la personalità è un'organizzazione integrata fondata su schemi o costrutti attraverso i quali l'individuo conosce, interpreta o modifica se stesso in relazione con l'ambiente.
Un orientamento di tipo terapeutico fù dato dalla scuola di Palo alto in California.

Nei primi anni 80 il cognitivismo cambiò orientamento e si formò la scienza cognitiva.

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