domenica 24 luglio 2016

Teoria e tecniche dei test (6/8): Validità strutturale

La validità del costrutto (o strutturale) indica quale caratteristica misura il test, ed in questo tipo di validità vengono posti in relazione sia i dati sull'attendibilità, sia i dati sulla validità del contenuto.

Molti test usati con i bambini hanno come principale obiettivo la misurazione della regolarità dello sviluppo, e solo tramite il confronto con parametri di risposta di coetanei si possono trarre indicazioni sulla presenza di qualche disturbo nello sviluppo.

La maturazione cognitiva può essere misurata con strumenti che si riferiscono al livello generale di maturazione, come le scale Binet e Otis, e con strumenti che forniscono un profilo della maturazione sotto vari aspetti, come le scale Wechsler, o anche da test che misurano una sola abilità, come il test del disegno della figura umana, che misura l'abilità di formare concetti sempre più astratti.
Un altro test di questo tipo è il Test dei concetti di relazione spaziale-temporale (TCR), un test a somministrazione individuale per bambini dai 3 agli 8 anni, che valuta la comprensione di 56 concetti relazionali tramite la somministrazione di disegni e facendo domande a voce.
Viene quindi esaminata la comprensione di aggettivi che descrivono dimensioni di concetti temporali, concetti di quantità, concetti spaziali, concetti di inclusione/esclusione, concetti di somiglianza, concetti di dissomiglianza.
Sull'acquisizione di queste competenze incide molto l'età, cmq il test ha un'omogeneità alfa di 0.95 ed il test re-test da valori di r=0,92.

Quando si leggono i risultati di una analisi fattoriale, va tenuto presente il numero di item che compongono il test, dato che lo scopo dell'analisi fattoriale è quello di raggruppare gli item in modo da ridurre il numero di variabili, inizialmente costituite dagli item stessi.
Questo tipo di analisi è basato su raggruppamenti fatti in base a coefficienti di correlazione elevati al quadrato, interpretati come proporzioni di varianza comune a 2 o più variabili, quindi i raggruppamenti risentono molto della maggiore o minore varianza che hanno le scale analizzate.
Se i test sono stati somministrati ad un campione eterogeneo, e quindi hanno una varianza ampia, i risultati saranno molto diversi da quelli che si otterrebbero analizzando gli stessi test somministrati ad una popolazione omogenea.
La scarsa attendibilità delle misure spesso dipende anche dalla scarsa numerosità degli item che compongono la scala e dei soggetti che compongono il campione.
Questo metodo fa presumere che nella diagonale della matrice quadrata che contiene i coefficienti di correlazioni tra variabili, siano presenti coefficienti che rappresentano la correlazione di un test con se stesso.
Il primo obiettivo da raggiungere con l'analisi fattoriale è quello di trovare una struttura semplice, ovvero identificare dei fattori indipendenti tra loro, una struttura dove ogni item abbia una forte correlazione con un fattore e una correlazione minima o nulla con gli altri fattori.
Per raggiungere questo obiettivo si usano i metodi di rotazione (varimax, quartimax, equamax).
Le analisi fattoriali confirmatorie invece, consentono di massimizzare le possibilità di ottenere conferme alle ipotesi sul costrutto.

Lo scopo principale degli esperimenti è quello di descrivere l'effetto di certi trattamenti sperimentali su alcune caratteristiche di una particolare popolazione, oppure di verificare qualche ipotesi riguardo a tale effetto.
Inoltre, il trattamento viene ideato e costruito in modo da garantire che un solo fattore, ben descritto, agisca sui soggetti.
Quando si leggono i dati sulla validità nei manuali, bisogna stare attenti sul se e come sono cambiate via via le ipotesi e se i risultati riferiti sono coerenti tra loro.
In generale, è utile utilizzare una pluralità di approcci metodologici per definire costrutti  complessi, inoltre, l'utilità è tanto maggiore tanto più gli approcci metodologici sono diversificati.

Una caratteristica tipica della validità di costrutto è che la ricerca non termina mai: i risultati ricavati nel verificare la validità di un test quasi sempre inducono a modificare qualche in modo il modello teorico e ad apportare modifiche al test, e via dicendo.

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