domenica 18 dicembre 2016

Criminologia (3/8): Paradigma sociale

Con il paradigma sociale venne meno l'ottica individualistica e ci si concentrò di più verso lo studio dei fattori extra-individuali, primo fra tutti quello del fattore sociale.
I maggiori esponenti di questo filone furono Durkheim, Weber e Simmel, che studiarono il problema della coesione sociale nella società moderna, parlando di legame morale e legame sociale.
Durkheim propose il concetto di anomia, inteso come un deficit delle rappresentazioni collettive, dove ad esempio l'accoglienza dell'altro (lo straniero) è parziale.
Secondo Merton e Parsons, il comportamento deviante è uno stato patologico dell'individuo, legato ad un difetto di socializzazione o a meccanismi psicologici in base ai quali viene meno l'adesione al sistema normativo.


Densità morale e anomia nelle società di solidarietà organica


Durkheim è considerato il padre della sociologia, e sostiene che il legame sociale e la solidarietà tra individui non possono durare se non sono intrecciati con delle rappresentazioni collettive che li rappresentino e li modellino.
Si parla di solidarietà meccanica come il legame sociale delle società tradizionali, nelle quali i gruppi sono stabili, coesi e gli individui sono simili tra loro, e dove vige il principio di similitudine che viene tutelato tramite sanzioni repressive.
La solidarietà organica invece, è specifica nelle società moderne, dove c'è la divisione del lavoro e quindi possono esserci esseri dissimili, e l'ordine non viene mantenuto tramite sanzioni, ma ristabilendo le cose nella loro condizione originaria e le relazioni turbate nella loro forma originaria.
La rappresentazione collettiva è un elemento di coesione tra esseri umani diversi e senza relazioni, inoltre si afferma che l'uomo è duplice (homo duplex), ha dentro di se 2 esseri, uno individuale che ha la sua base nell'organismo ed uno sociale.
La coscienza collettiva è l'insieme dei sentimenti e credenze comuni ai membri di una società, mentre la densità morale è la coscienza dei valori degli obblighi e dei divieti che legano gli individui all'insieme sociale, e l'anomia indica la disgregazione dei valori e l'assenza di punti di riferimento (sul piano dei rapporti umani, una disgregazione del tessuto delle relazioni sociali, sul piano individuale, la mancanza di adesione ai valori).
Durkheim ha scoperto che il tasso di suicidio è basso nelle minoranze religiose, perchè questo tipo di società minori svolgono un ruolo di integrazione e proteggono dall'anomia grazie all'intensità di sentimenti collettivi (viceversa il calo di densità morali può portare al formarsi di patologie e portare al suicidio).
Secondo Durkheim il crimine è inevitabile in una società, ma diventa disfunzionale solo quando la sua incidenza è troppo alta, inoltre questo autore sostiene che si può parlare di comportamento deviante solo concependo il comportamento sociale come comportamento regolato da norme fondate su determinate idee di valore e si ha il crimine solo se esiste una sanzione penale.
Durkheim sostiene che una certa quantità di cambiamento e anche di devianza possano contribuire al progresso della società (che non deve rimanere stabile, ma cambiare), dato che affinché vi sia progresso, l'originalità dell'individuo deve potersi esprimere, inoltre, la funzione della pena non deve essere quella di eliminare la devianza, ma di assicurare ai sentimenti collettivi il loro necessario livello di efficacia (la pena serve a guarire le ferite fatte ai sentimenti collettivi), ed una società sana ha bisogno del crimine quanto delle pene.



Figure dello straniero nella sociologia classica


Simmel ha studiato i rapporti con gli stranieri, individuando società piccole e chiuse dove lo straniero è visto come individuo esterno al gruppo e oggetto di ostilità, e gruppi aperti verso l'esterno, dove lo straniero si mescola nella società (più che altro per motivi di lavoro) e fa da intermediario con il mondo esterno, e quindi lo straniero viene visto come onnipresente dentro e fuori al gruppo e quindi sempre visto con ostilità (è sia oggetto di integrazione che di emancipazione).
Lo straniero vive al confino tra 2 culture e 2 società, che non si sono mai completamente fuse e interpenetrate, e si può avere conflitto tra identificazione personale e partecipazione sociale.



La scuola di Chicago e la sociologia dei social problems


Durante le guerre mondiale si è studiato molto la devianza, intesa come conseguenza della disorganizzazione sociale.
La scuola di Chicago si dedico allo studio delle bande (prima dimensione di studio: orientamento alla ricerca), allo studio di comunità (seconda dimensione), allo studio dei devianti interpretati nei termini della loro storia di vita, affermando quindi che i devianti sono la loro biografia (terza dimensione: temporale), alla sua vocazione riformatrice e di terapia sociale (quarta dimensione), dove la ricerca è vista come mezzo per la comprensione della crisi (concetto di disorganizzazione sociale).
I social problems, quali forme di disorganizzazione sociale rappresentano l'espressione più significativa della scuola di Chicago e tra gli studiosi più famosi c'è William I. Thomas, che scrisse il contadino Polacco in Europa e in America, dove i Polacchi riuscirono ad assimilare la vita americana e dove analizzando la disorganizzazione si può analizzare la devianza (disorganizzazione inevitabile nella fase di passaggio da una società ad un'altra).
La demoralizzazione secondo Thomas è il declino dell'organizzazione personale di vita di un individuo membro di un gruppo sociale, dove in assenza di regole stabili ed interiorizzate, l'individuo diventa demoralizzato ed incapace di definire un progetto di vita.
La devianza e la marginalità non esistono in quanto tali, ma son sempre riferite a qualcosa, ad una situazione, a certi presupposti storico-culturali.
Quindi, la marginalità non è uno stato, ma una situazione determinata da più fattori.
Park parla di contagio sociale sostenendo che i tipi devianti si concentrano territorialmente, accentuano le loro caratteristiche di temperamento e ne cancellano altre, si sviluppano stili di vita e valori comuni, rafforzando e giustificando comportamenti minoritari e devianti.
Park afferma che esiste un mosaico di mondi sociali e che nella città e tra i gruppi sociali principali le principali forme di relazione sono: competizione, conflitto, accomodamento (organizzazione delle relazioni sociali per ridurre e prevenire i conflitti), assimilazione (fusione di gruppi).
Il collettive behavior (comportamento collettivo) è il comportamento degli individui che si forma sotto l'influenza di stimoli comuni e quale conseguenza dell'interazione sociale, e dove Park individua la social unrest, la rottura della routine istituzionalizzata e la preparazione della nuova azione collettiva.
Gli studi di Anderson sono indirizzati ad organizzazioni e commissioni municipali interessate al miglioramento delle condizioni associate al vizio dell'alcool, al vagabondaggio (hobos) e all'accattonaggio.
Gli hobos negli anni 20 costituivano a Chicago un grave problema sociale, erano per lo più operai migrati, che si erano distribuiti in modo uniforme nella città, formando un quartiere dove vivevano alla giornata tutti i senzatetto, che erano cmq regolati da un loro codice morale che se non seguito faceva perdere la stima sociale, e le regole di queste giungle erano dettate dal luogo e dalla situazione.
Thrasher fu uno dei primi a studiare la delinquenza urbana delle gang, le quali si formano in una zona di transizione tra una realtà ed un'altra.
Queste gang si muoverebbero seguendo 4 desideri: desiderio di nuove esperienze, di sicurezza, di dominio e di riconoscimento, inoltre Thrasher afferma che la banda è l'espressione della disorganizzazione sociale di Chicago, e rappresenta lo sforzo spontaneo dei giovani di creare una società là dove non esiste nulla di adeguato ai loro bisogni.
Un'altra ricerca è quella di Zorbaugh sulla povertà e ricchezza (Gold Coast), il quale individua 6 aree naturali, ciascuna caratterizzata da una diversa condizione socio-economica-culturale dove la devianza si sviluppa più o meno.
Il concetto di successione di Burgess afferma che quando un'area abitata da famiglie adagiate comincia a deteriorarsi, le abitazioni vengono affittate a famiglie più povere e le ricche si trasferiscono in una successiva zona residenziale più lontana dalla città (esempio della ricerche che ha mostrato maggiore criminalità al centro della città, per poi diminuire man manco che ci si allontana dal centro).
I nuovi social problems di oggi non si focalizzano più solo sulla povertà, ma pensano anche più all'integrazione individuale che a quella collettiva.



La sociologia struttural-funzionalista e le teorie dell'integrazione


Le teorie struttural-funzionaliste sviluppano il problema dell'integrazione di tutti i membri di una società attorno ad un sistema di valori e lo fanno tramite strumenti come la socializzazione, l'inculturazione, la conformità alle norme, il mutuo riconoscimento delle aspettative di ruolo.
Il deviante è dunque quell'individuo che si allontana dal ruolo previsto dalle norme della società, e la finalità di ogni sistema sociale è il mantenimento del suo equilibrio, reso possibile dalla conformità alle funzioni, ai ruoli e alle aspettative istituzionalizzate.
Queste teorie negano le funzioni positive del conflitto ed affermano che per la dinamicità della società e per la sua trasformazione sono sufficienti i suoi fattori e processi interni, come il succedersi delle generazioni, la socializzazione degli individui, le aspettative di ruolo.
Il deviante è colui che ha interiorizzato male le norme ed ha avuto una socializzazione carente.
Merton prende le distanze da ogni elemento interpretativo della devianza di tipo psicologico o biologico, ma vuole scoprire come mai alcune strutture sociali possano favorire l'insorgere del crimine.
Merton distingue le mete dai mezzi, affermando che l'esaltazione eccessiva delle mete (da parte della società) quando non ci sono i mezzi provoca la demoralizzazione, che consiste nella de-istitualizzazione dei mezzi, che via via porta all'instabilità della società, all'anomia (il problema del sogno americano non realizzabile per tutti).
Merton individua diversi modi d'adattamento:

  • L'innovazione è l'adattamento che rifiuta i mezzi legittimi per il conseguimento del successo e si rivolge a mezzi devianti (soluzione adottata soprattutto dagli strati sociali inferiori, quelli con pochi mezzi, Merton però sottolinea che l'appartenenza a questi ceti sociali bassi non è condizione sufficiente per l'insorgere della criminalità, perchè alcuni di questi si organizzano in sub-culture adattandosi alla povertà).
  • La conformità
  • Il ritualismo è un mezzo per mitigare l'ansietà ed abbassare il proprio livello d'aspirazione (il ritualista è deviante perchè rifiuta le mete del successo stabilite dalla società)
  • La rinuncia è attuata da vagabondi, mendicanti, ecc...
  • La ribellione è il rifiuto delle mete ed i mezzi e la loro sostituzione
La teoria del medio raggio di Merton è stata criticata su diversi punti: l'individuo è visto come agente in maniera isolata senza riferimento agli altri (non si spiega manco cosa comporta la diversa tipologia di mezzi a disposizione), manca ogni riferimento a cause, fattori e situazioni che conducono alla devianza, la frattura mete/mezzi non è l'unica causa della devianza, non si considerano le conseguenze delle reazioni della società sul deviante, non si spiega la devianza nelle classi alte, si critica inoltre l'assunto che si eliminerebbe la devianza eliminando la diseguaglianza nella distribuzione dei mezzi leciti (ma cosa accadrebbe in una società perfetta, con risorse uguali per tutti?).

Le subculture giovanili di Cohen
Secondo Cohen la devianza ha origine dalla relazione con la posizione degli individui nella struttura sociale, egli pone quindi l'accento su l'analisi strutturale affermando che la mancanza di uguali possibilità di successo fa si che certi gruppi all'interno della struttura sociale siano sottoposti a una maggiore pressione verso la devianza.
Secondo Cohen la devianza è una reazione collettiva e non individuale, e la subcultura nasce quando più individui sperimentano l'impossibilità di dare soluzione ai loro problemi, provando tensioni, e l'agire deviante è dunque il risultato di un processo graduale e continuo.


Le bande delinquenti di Cloward e Ohlin
La teoria delle bande delinquenti in America di Cloward e Ohlin afferma che la pressione sociale e le tensioni strutturali dei soggetti che avvertono il fallimento nella ricerca di migliorare la propria posizione sociale danno origine a diversi adattamenti collettivi aberranti, a seconda delle possibilità differenziate di accesso a mezzi legittimi.
Si distinguono 3 tipi di subculture criminali: le subculture delinquenziali (quartieri dove sono presenti reti di criminalità organizzata che operano furti, estorsioni e altri mezzi per procurarsi denaro), le subculture conflittuali (non c'è criminalità organizzata e si usa la violenza per l'ascesa sociale), le subculture astensionisti (chi non riesce ad adattarsi, si rifugia in alcool e droga).

Comportamento deviante e controllo sociale in Parsons
Il sistema sociale di Talcott Parsons è un insieme di parti integrate, basate su aspettative normative condivise, reso possibile da un processo di socializzazione attraverso cui si apprendono ruoli e norme.
La devianza è dunque derivata da un problema nella socializzazione.
Parsons sostiene che l'integrazione di ego e alter in un modello di valore avviene con l'apprendimento del compenso e della punizione (parla anche di socializzazione primaria del bambino e socializzazione secondaria dell'adulto).
Vengono individuati 8 tipi di devianti che sono il risultato della combinazione tra il predominio della conformità o del distacco, dell'attività o della passività, e che sono tutte forme di non adattamento ai ruoli: il dominante, il fanatico, il sottomesso, il perfezionista, l'aggressivo, l'incorreggibile, l'indipendente compulsivo, l'uomo in fuga.
La devianza è dunque il risultato di meccanismi di tipo psichico (problema di personalità), ed il prodursi della devianza è individuale ed è conseguenza di una imperfetta socializzazione e di specifiche tensioni psicologiche dell'infanzia.

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