domenica 5 marzo 2017

Psicopatologia (17/25): La Child Guidance Clinic

Stephen
Stephen era un bambino di 7 anni, molto inibito che viveva in un mondo tutto suo, soffriva di asma, di eczema, aveva perso il padre a 3 anni, non sapeva né leggere né scrivere, aveva pensieri confusi (mix tra realtà e fantasia), aveva un compagno immaginario al quale spesso dava la colpa delle proprie azioni.
Durante la prima seduta Stephen parlò liberamente, si lamentò del fatto che le scale che portavano allo studio fossero difficili da salire (ed il terapeuta gli fece notare che gli altri bambini non fanno fatica e che forse in realtà gli riusciva difficile andare in consultorio), aveva paura che il terapeuta morisse prima che riuscisse a conoscerlo (come suo padre), che lo abbandonasse perchè sporco e in disordine.
Stephen aveva paura di farsi male, di fare male alle persone che amava (come il padre, era convinto che fosse colpa sua).
Si stabilì un forte Transfert tra Stephen e il terapeuta, egli aveva un atteggiamento nei riguardi della psicoterapia, e dopo 4 anni di terapia fece grossi progressi.

Il personale del consultorio
La Child Guidance Clinic è multidisciplinare, di solito i membri dell'équipe sono: lo psichiatra dell'infanzia, lo psicologo scolastico, lo psicoterapeuta infantile e l'operatore sociale psichiatrico.
Il compito dello psichiatra dell'infanzia è quello di svolgere il lavoro diagnostico ed eventualmente anche il trattamento, di solito è lui a condurre i primi colloqui col bambino e la famiglia, cerca di valutare la natura dei sentimenti del bambino, il suo livello d'angoscia e d'aggressività.
Lo psicologo scolastico interviene nel processo diagnostico somministrando test ai bambini (di intelligenza, proiettivi).
L'operatore sociale psichiatrico prende anche lui parte al processo diagnostico, così come può farlo anche lo psicoterapeuta infantile per la parte iniziale, ma questi è interessato soprattutto alla eventuale successiva terapia.

I bambini
Ci sono diverse ragioni per cui i bambini vengono indirizzati alla Child Guidance Clinic.
Le fonti della segnalazione possono essere i medici, le scuole, i genitori.
L'età in cui avviene la segnalazione va da meno di 5 anni a più di 14.
Il sesso dei bambini è prevalentemente maschile (il doppio delle femmine).
I motivi della segnalazione possono essere: disordini nervosi, disordini delle funzioni fisiologiche, disordini del comportamento, disturbi psicosomatici, comportamenti dissociali, comportamenti psicotici, difficoltà di apprendimento.
L'ambiente familiare di provenienza non è solo della media borghesia, ma c'è anche gente povera, con cattive condizioni d'alloggio, con un solo genitore.
I sintomi presenti nei bambini sono vari, è raro che un bambino presenti un solo sintomo e non sempre è facile isolare la causa principale per cui è stato portato in consultorio, circa la metà dei casi presenta rapporti disturbati con genitori e fratelli, poi ci sono molti casi di difficoltà scolastiche, casi in cui la personalità del bambino crea preoccupazioni (eccessiva timidezza, bambini solitari o emotivamente ritirati), molti casi di manifestazioni psicosomatiche ed irregolarità nel controllo degli sfinteri.

I fini e i metodi dello psicoterapeuta
Le basi teoriche del trattamento di questa clinica si basano su un modello che ha le sue radici nelle teorie psicoanalitiche classiche, tuttavia non tutti i consultori fanno riferimento allo stesso modello concettuale.
Lo psicoterapeuta infantile deve comprendere come le esperienze emotive precoci sembrano avere contribuito a formare le difficoltà e i disturbi attuali del bambino.
Il setting più idoneo è una stanza in cui il bambino può giocare con giocattoli semplici ed usare materiali per disegnare, dipingere e modellare, nel corso del suo gioco, dato che il gioco dei bambini è analogo alle libere associazioni degli adulti, dove è l'interpretazione il principale strumento di lavoro dello psicoterapeuta.

Alcuni casi clinici
La motivazione del paziente al trattamento ha un ruolo centrale, motivazione intesa come il desiderio di comprendere se stesso, infatti, non appena il bambino si rende conto che la terapia gli da la possibilità di riflettere seriamente sui suoi problemi, questa sola intuizione talvolta porta ad un repentino miglioramento dei sintomi.
La funzione dello psicoterapeuta non consiste nel fornire al bambino un genitore sostitutivo, quindi bisogna stare attenti che non venga interpretata così la terapia, soprattutto in presenza di bambini deprivati o senza genitori, inoltre a volte il terapeuta riscontra che la segnalazione della consultazione è sbagliata, e si oppone al giudizio iniziale dei genitori.

Henry e la fobia della scuola
Henry, un ragazzino di 8 anni e mezzo aveva una paura patologica di frequentare la scuola, era preoccupato per ferite e malattie, aveva paura di impazzire, paura dei fantasmi, di andare in barca o in nave, del buio, soffriva di insonnia, di sonnambulismo, di enuresi, non sapeva leggere.
In terapia emerse che aveva paura che il fratello potesse annegare e che il padre aveva avuto un piccolo incidente, aveva paura di essere punito dal terapeuta (a causa di traumi precedenti).
Dalla seconda seduta Henry migliorò molto, iniziò a giocare, iniziò a fidarsi del terapeuta, il quale gli spiegò l'analogia tra la fobia della scuola e il suo esser stato un neonato inerme (ed i suoi disegni), aveva inoltre la paura di disintegrarsi, contraddiceva tutto ciò che il terapeuta diceva e anche ciò che diceva lui, come se volesse proiettare la sua confusione sul terapeuta.
Nel giro di un anno Henry migliorò molto, riprese la scuola, aumentò la qualità della comunicazione, imparò a leggere, aveva ancora un po' di problemi a tornare a scuola dopo le vacanze, ma dopo 2 anni di terapia molti problemi erano risolti, a parte alcuni che rimasero, ma in generale si può dire che la terapia lo aiutò parecchio.

La collaborazione con l'operatore sociale psichiatrico
Lo psicoterapeuta infantile lavora in stretta collaborazione con tutti i suoi colleghi, tra cui spesso c'è l'operatore sociale psichiatrico.
Di solito lo psicoterapeuta vede il bambino e l'operatore i genitori, ed i 2 appuntamenti possono essere contemporanei per facilitare i genitori, ma nel caso di adolescenti è meglio che siano in momenti diversi, per far sentir maggiormente responsabilizzato il giovane verso la terapia.
Di solito preferiscono lavorare con entrambi i genitori, insieme o separatamente, a seconda delle circostanze.
La storia d'infanzia della madre è connessa ai suoi atteggiamenti attuali, quindi è importante che vada compresa, perchè può essere necessario che avvenga un cambiamento degli atteggiamenti della madre, affinché avvenga un cambiamento nel bambino (es. madre iperprotettiva che influenza e danneggia il comportamento del piccolo).

Altri modi d'aiuto ai bambini disturbati
La psicoterapia individuale può durare mesi ed anni e per questo motivo non può essere usata per tutti, anche se sarebbe necessario usarla.
Esistono dunque terapie alternative che fanno da tampone e che in alcuni casi risultano anche il metodo migliore d'agire, come ad esempio: la psicoterapia breve, appropriata quando il bambino è consapevole del problema e vi è una buona collaborazione, la terapia familiare, in cui tutti o alcuni membri della famiglia sono incontrati assieme in quanto gruppo, la psicoterapia di gruppo con bambini che non hanno relazioni di amicizia o parentela, utile soprattutto per problemi superficiali.
Si può poi aiutare il bambino indirettamente, tramite l'aiuto fornito ai genitori, a volte invece è necessario modificare l'ambiente (es. cambio di scuola, cambio d'alloggio della famiglia deprivata, affidamento con terapia per prevenire complessi d'abbandono).
Altri metodi consistono nel trattare un disturbo specifico di cui il bambino soffre, tramite ad esempio, la terapia del linguaggio, i corsi di recupero per la lettura e la scrittura, ecc...

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