sabato 29 aprile 2017

Strumenti di valutazione della personalità (7/13): Test di Rorschach

Questo test è stato creato nel 1921 da Hermann Rorschach e a differenza di altri test proiettivi, non si basa su una teoria specifica della personalità, ma è nato come strumento di indagine della relazione tra percezione e personalità.
La prematura scomparsa dell'autore del test ha influito sull'evoluzione dello strumento perchè ha lasciato incompleti i criteri di somministrazione, di siglatura e di interpretazione, ed in passato clinici diversi leggevano ed interpretavano diversamente i risultati di questo test a seconda della loro diversa formazione.
J.E. Exner propose allora di integrare gli aspetti più rilevanti dei principali sistemi in uso negli Stati Uniti con lo scopo di uniformare il linguaggio Rorschach.
Exner ha creato così un filtro preliminare relativo ad ogni affermazione, rappresentato dalla giustificazione empirica ed in base ai risultati delle ricerche è stata definita una serie di indici validati.
La prima versione del sistema comprensivo è stata pubblicata nel 1974 e da allora il Rorschach è diventato uno strumento che rispetta le caratteristiche di validità e fedeltà.


Aspetti psicometrici


Il sistema comprensivo di Exner si basa su una somministrazione standardizzata, una siglatura oggettiva ed affidabile ed un database normativo.
Per giudicare la validità di un test ci si avvale dunque a 4 parametri:

  1. l'accordo reciproco tra i siglatori del test
  2. i dati normativi
  3. le stime di attendibilità del test
  4. la validità dei punteggi
Tutti e 4 questi parametri sono garantiti nel sistema comprensivo di Exner.


Diversa concettualizzazione della proiezione e del processo di risposta


Exner ha verificato che il processo di risposta in un test proiettivo comporta una complessa dinamica decisionale che attiva le stesse modalità percettive e cognitive dei compiti di problem solving.
La risposta al test sarebbe quindi prima di tutto un'operazione percettivo-cognitiva di selezione e di scarto delle potenziali risposte.
La macchia va quindi considerata come un elemento con un proprio grado di strutturazione e di determinazione, rappresentato da quelle parti definite critical bits (unità critiche), cui il soggetto reagisce, organizzando le proprie risposte.
I critical bits sono quelle parti di una macchia che elicitano in modo considerevole determinate risposte e in cui si rilevano percetti specifici, quindi le macchie non sono stimoli completamente non strutturati.
La risposta è dunque prima un processo percettivo e poi associativo, quindi le risposte al test diventano una misura della capacità di strutturazione cognitiva che implica processi d'attenzione, percezione ed analisi logica.
Le risposte considerate come proiezioni sono quelle risposte provocate da fattori che sono altro rispetto alle proprietà dello stimolo, come:

  • risposte siglate come risposte di movimento, che danno indizi rispetto a come le persone si vedono e vedono gli altri e alla qualità delle loro relazioni
  • risposte che si basano su distorsioni percettive  (siglate come F-)
  • risposte che presentano abbellimenti e le cui risposte vanno oltre le proprietà dello stimolo
Exner distingue il materiale proiettivo da quello non proiettivo, e sostiene che le proiezioni avvengono solo in 2 momenti specifici:
  1. nelle prime fasi del processo di risposta, quando il soggetto scannerizza lo stimolo e c'è una distorsione della forma della macchia
  2. nelle ultime fasi, quando il soggetto seleziona la risposta da dare ed abbellisce e personalizza i percetti 

Processo di risposta
Se si riescono a distinguere gli aspetti proiettivi da quelli non proiettivi, il protocollo diventa più attendibile e più facile.
Le risposte date a questo test sono influenzate in parte dalle caratteristiche dello stimolo (card pull) ed in parte da predisposizioni individuali che sono alla base di associazioni personali (per Exner le proiezioni riguardano quest'ultimo aspetto).
Le caratteristiche delle card pull corrispondono con l'aspettativa di una risposta comune, mentre le risposte proiettive sono devianti rispetto a quelle attese, e secondo Exner esistono 2 categorie che includono le caratteristiche del card pull:
  1. overt card pull: caratteristiche della macchia a cui quasi tutti i soggetti rispondono direttamente quando selezionano le risposte (es. forma, colore)
  2. covert card pull: caratteristiche nominate raramente per motivi di desiderabilità sociale (es. risposte sessuali)
Il sistema comprensivo è un approccio di tipo descrittivo, mentre l'approccio psicoanalitico (che afferma che la risposta a questo test ha 2 aspetti di contenuto: manifesto e latente) è di tipo esplicativo.
Il sistema psicoanalitico quindi interpreta i dati e legge la personalità in termini teoretici e metapsicologici, mentre il sistema comprensivo analizza empiricamente i dati osservabili, ed entrambi questi approcci non possono prescindere l'uno dall'altro.
Il sistema comprensivo non si basa su una specifica teoria della personalità, ma sull'assunto che per comprendere le persone sia indispensabile rilevare eventi e comportamenti osservabili.
Il Rorschach si usa quindi per la comprensione del funzionamento psicologico di ogni persona.


Materiale e presentazione dello strumento


Il sistema comprensivo non è solo un sistema di siglatura, ma implica anche la codificazione della somministrazione del test e della registrazione delle risposte.
La fase di somministrazione inizia nel momento in cui si presenta il test al paziente e finisce al termine dell'inchiesta, ed in questa fase è importante l'alleanza diagnostica in quanto è necessaria una collaborazione attiva, quindi la presentazione del test, le domande da fare e gli incoraggiamenti da dare sono codificati.
Una volta somministrate tutte e 10 le tavole del test il clinico deve capire insieme al paziente come mai questi ha dato una certa risposta (fase detta inchiesta).
Le componenti di base per siglare una risposta sono 3: la localizzazione (dove è stato visto l'oggetto), le determinanti (cosa lo fa sembrare così), il contenuto (che cosa è l'oggetto).
Le regole da seguire sono 2: bisogna sempre cercare di ottenere almeno 2 risposte alla prima tavola, e la seconda è che non si accettano rifiuti.



Sommario strutturale


I dati raccolti vengono trasformati in una serie di indici riportati nel sommario strutturale, il quale è composto da 3 parti principali:
  1. parte superiore: in cui vengono riassunti alcuni dati della siglatura
  2. parte inferiore: dove sono presenti 7 cluster principali (controllo e gestione dello stress, processing, mediazione, ideazione, affetti, percezione di sé, percezione interpersonale) che rappresentano specifiche dimensioni della personalità
  3. una riga finale: in cui sono riportati i principali indici psicopatologici
La parte più utile all'interpretazione è quella che contiene i clusters, che rappresentano insiemi di variabili raggruppate per somiglianze strutturali, che supportano le ipotesi generate dal clinico su specifiche funzioni di personalità, inoltre consentono di effettuare delle ipotesi diagnostiche differenziali.


Interpretazione


I dati da interpretare sono un'insieme affidabile di punteggi e di indici empiricamente fondati.
Per favorire il ragionamento clinico e per semplificare la lettura del sommario strutturale Exner ha proposto una lettura guidata delle variabili del sommario secondo alcune indicazioni principali: l'identificazione della chiave d'ingresso (key entry) con la conseguente routine interpretativa che fornisce l'ordine con cui analizzare i diversi cluster.
Ad ogni singolo indice appartenente ai vari raggruppamenti è poi attribuito un significato specifico, facendo riferimento ai dati normativi proposti nei manuali.
La chiave d'ingresso è una variabile che rappresenta un punto d'inizio del ragionamento interpretativo.
Exner ha proposto 2 principali liste di Chiavi d'ingresso: la prima è composta da 11 chiavi (variabili primarie e secondarie) disposte gerarchicamente in base alla gravità della patologia, la seconda lista presenta variabili che identificano alcune peculiarità strutturali all'interno di un funzionamento non patologico (variabili terziarie).
Il primo cluster fornisce un maggior numero di ipotesi interpretative, mentre gli altri 6 clusters propongono meno informazioni, quindi la prima sezione è quella che contiene i dati più rilevanti sulla personalità del soggetto.
Le 11 chiavi possono essere raggruppate in 3 categorie che rientrano nelle disfunzioni della personalità, la prima è associata alla presenza di psicopatologia: disturbi del pensiero (indice del disturbo del pensiero: PTI), disturbi depressivi con importante componente interpersonale (indice di depressione: DEPI, indice di deficit da coping: CDI) e disturbi dell'umore (indice di depressione DEPI).
La seconda categoria non è riferita ad un pattern di sintomi precisi ma rileva la presenza di una crisi acuta.
Le successive chiavi d'ingresso identificano invece stili di personalità persistenti.



Ambiti applicativi


I contesti in cui questo test è usabile sono:
  • la diagnosi clinica
  • la pianificazione e la valutazione degli esiti di un trattamento
  • l'identificazione di punti di forza e di debolezza
  • qualsiasi altra situazione in cui è opportuno valutare le caratteristiche della personalità (es. nell'ambito della psicologia forense, nella selezione del personale) 

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