sabato 23 gennaio 2016

Psicologia sociale (19/28): Conformismo e minoranze

La psicologia sociale studia con molta attenzione i processi d'influenza come la modificazione dei giudizi, delle opinioni, ad opera di individui o gruppi, o che sono prodotti dalla sola presenza di altri individui.
In particolare Triplett fece alcuni esperimenti per indagare su come la presenza di altri individui può influenza le prestazioni di una persona, e anche il behaviorista Allport si interesserà a questi eventi.

La conformità spesso si adopera per evitare all'individuo di sentirsi emarginato dal gruppo, quindi l'individuo spesso da un consenso implicito a ciò che il gruppo afferma.

Un certo grado di omogeneizzazione del pensiero e del giudizio è quasi obbligatorio per poter avere una forma di controllo sociale, indispensabile per tenere insieme società come spesso basate su democrazie, e ciò ne garantisce anche una sorta di ordine.

Importanti esperimenti di condizionamento sono stati fatti anche da Sherif che con il suo esperimento sull'effetto autocinetico dimostrò che il giudizio dei singoli può essere condizionato dal giudizio della maggioranza, anche quando i singoli hanno ragione.
Non solo, quando il singolo si trova a dover dare di nuovo il suo giudizio, esso da quello appreso dalla maggioranza, e non il suo precedentemente espresso.

Asch fece un esperimento in cui ai soggetti mostrò delle righe di diverse misure e questi dovevano trovare quella uguale ad un campione prestabilito.
Asch dimostrò che i soggetti erano fortemente influenzati dal giudizio degli altri, anche quando questi davano risposte palesemente errate (il 25% dei casi si fa condizionare).
Le cose cambiano un po' quando la maggioranza non è unanime, e allora il soggetto riesce a rimanere coerente con le sue idee.
Ciò dimostra il timore delle persone di uscire dal consenso sociale, di essere emarginati.

Quando qualcuno esprime delle idee in contrasto con la maggioranza del gruppo, gli altri membri prima cercano di convincerlo a tornare all'ovile, poi, se il soggetto persevera, il gruppo lo emargina, lo rigetta.
Questo forse per un bisogno di sicurezza da parte degli elementi del gruppo, di vivere in un ambiente certo, reale, corretto.

Milgram fece degli esperimenti in cui il soggetto obbidiva all'autorità dando scosse elettriche ad una cavia, dimostrando che la piccola maggioranza autoritaria che rispecchia quella grande fuori dal laboratorio riesce ad influenzare le persone.

Oltre alle spinte che cercano di mantenere il gruppo conservatore e uniforme, ci sono spinte verso l'originalità che nascono dalla paura del singolo di perdere la propria identità accettando troppo la mentalità del gruppo e anche dai vari fattori legati alla voglia di fare come ambizione personale di crescita e miglioramento.
E' stato dimostrato che un leader per essere accettato, non deve essere totalmente conforme alla società, ma deve essere originale ed innovativo.

Moscovici affermò che nell'esperimento di Asch, in realtà la maggioranza è una minoranza, perchè il soggetto parte con idee prese dalla vera maggioranza, quella del mondo esterno, e che quindi è una minoranza attiva a condizionare l'idea della maggioranza.

L'effetto della minoranza è un effetto che funziona, è duraturo, in quanto agisce in profondità a differenza dell'effetto della maggioranza.
Perchè la minoranza abbia effetto, occorre che questa appaia compatta e coerente, in questo caso anche un gesto come sedersi tutti vicino fa di loro una fonte di ispirazione e ci si lascia condizionare più facilmente.
Si dice che l'effetto della minoranza sia più efficace perchè usa l'acquiescenza che fa una conversione delle idee, che vengono analizzate, capite e assimilate, mentre la maggioranza agisce per adesione.

Ci sono due principali forme di resistenza alla minoranza:

  1. Il diniego che punta a contraddire il contenuto del messaggio della minoranza, ed ha un effetto contrario a lungo termine, ovvero, se ad una minoranza è stata applicata questa forma di resistenza, quando poi questa la spunta, il diniego ne fa aumentare l'impatto, la forza.
  2. La psicologizzazione che orienta l'attività cognitiva della gente verso quelle caratteristiche che voglion definire come psicologica la fonte, cercando di ideologgizzare il messaggio della minoranza, togliendo quindi rilevanza ai contenuti del messaggio.
    Questo tipo di resistenza ha molto impatto sulle minoranze, ma non molto sulle maggioranze, che ne rimangono quasi illese. 

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