domenica 18 settembre 2016

La ricerca-intervento in ambito psicosociale (1/5): Introduzione

La ricerca-azione (Action-research AR) che nasce dall'orientamento di Lewin è concepita come una procedura sperimentale o quasi-sperimentale, finalizzata a produrre dei cambiamenti controllati in campo sociale e ad acquisire conoscenze generalizzabili in rapporto all'oggetto d'indagine.

Gli orientamenti più recenti differiscono dall'AR di Lewin per il fatto che hanno un approccio partecipativo (PAR) che tende a proporre il coinvolgimento degli attori, inoltre attribuiscono alla ricerca-intervento un insieme di caratteristiche distintive rispetto alla ricerca tradizionale, come ad esempio il fatto che la ricerca-intervento è situazionale, storicizzata, richiede la partecipazione e la collaborazione dei soggetti.

Gli scopi dell'AR sono 2:

  1. promuovere cambiamenti sociali
  2. sviluppare nuove comprensioni rispetto al tema indagato
Inoltre, la ricerca-intervento è
  • inserita in contesti naturali e si svolge sul campo
  • orientata all'azione
  • impegnata a produrre conoscenze locali, ma con valenze più generali
  • partecipativa
  • sottoposta a regole per ottenere conoscenza e senso
  • basata su una metodologia clinica di produzione della conoscenza
L'AR implica l'articolazione tra i processi di conoscenza (indirizzata allo sviluppo della teoria, tende alla generalità, è normativa, è normata) e i processi d'azione (indirizzata alla pratica, è legata al particolare, è situazionale, è storicizzata).

L'AR si stacca dalla concezione classica della conoscenza scientifica per il superamento della separazione tra ricerca e intervento ed il superamento della separazione tra sapere scientifico e altre forme di sapere.
La ricerca tradizionale ha l'assunto che esiste una realtà oggettiva, soggetta a leggi che il ricercatore può scoprire e descrivere in modo rigoroso attraverso il metodo sperimentale (verifica dell'ipotesi), e in questo tipo di ricerca il ricercatore è un osservatore esterno distaccato dall'oggetto dell'indagine.
La ricerca tradizionale predilige il laboratorio e ha l'obiettivo fondamentale di scoprire e descrivere principi universali che siano applicabili in modo generalizzato (approccio nomotetico).

La ricerca-azione invece vuole non solo sviluppare una teoria, ma soprattutto risolvere un problema pratico immediato, entrando nella vita sociale e diventando una risorsa per il cambiamento e l'apprendimento.
Il ricercatore esce dunque dal laboratorio e diventa un partecipante attivo del contesto in cui avviene la ricerca, e le persone oggetto di ricerca diventano soggetti attivi nella collaborazione con il ricercatore.

Nella ricerca-azione quindi (escludendo il modello lewiniano), viene meno la sequenza circolare tipica dei metodi scientifici:
  • esplicazione quadri concettuali
  • definizione modello empiricamente controllabile
  • ipotesi e obiettivi
  • disegno di ricerca
  • raccolta dati
  • analisi dati
  • discussione risultati
  • conclusioni con ritorno alla teoria
Nella ricerca-intervento le scelte metodologiche vengono definite durante la ricerca ed i risultati di una fase servono a definire gli strumenti necessari per affrontare la fase successiva.

Le condizioni per l'applicazione dell'AR sono:
  • essa deve prendere avvio da una domanda
  • il problema deve essere complesso, multilivello, non facilmente collocabile all'interno di una cornice teorica definita o dentro un sapere disciplinare unico
  • il campo sociale studiato ha forti tensioni interne che provocano instabilità
  • le persone coinvolte accettano di impegnarsi come soggetti attivi
  • gli attori devono essere coinvolti nella definizione del problema, riconoscendosi così nel progetto
Nell'AR è la pluralità e la diversità dei punti di vista che aumenta la rilevanza dei dati raccolti, bisogna inoltre comprendere quali sono i punti di interesse comune e capire quali sono le persone chiave in termini di influenza ed autorità, indispensabili per l'attuazione del cambiamento.
Gli strumenti di raccolta dati possono essere qualitativi e quantitativi (interviste, questionari, focus-group) e devono essere adattabili alle situazioni e alle persone (quindi non sempre definibili a priori).
Bisogna avere una fase di analisi cooperativa dei dati, dove esperti e non si confrontano, discutono, in modo da capire anche le aspettative, gli atteggiamenti.

Alcuni criteri alternativi (rispetto ai classici affidabilità, replicabilità, generalizzazione) dell'AR sono:
  • esplicitazione: descrizione esaustiva della ricerca e dei ruoli che i soggetti attivi devono ricoprire
  • trasferibilità: il sapere prodotto trasferito a situazioni analoghe, in quanto i soggetti si ritrovano nella descrizione fornita dai ricercatori
  • adeguatezza: la base empirica della ricerca è considerata valida dagli stakeholder della ricerca
La validità implementabile di Argyris si ha quando una ricerca specifica i comportamenti e le sequenze richieste per raggiungere i cambiamenti progettati.
Secondo Trickett e Ryerson Espino, 2 criteri per verificare la qualità delle ricerche fondate su principi partecipativi sono: la sostenibilità degli effetti dell'azione (cosa rimane alla comunità quando va via il ricercatore) e l'utilità della conoscenza per gli attori sociali.
Per questo genere di analisi è molto importante l'atteggiamento autoriflessivo del ricercatore, che si pone domande su come stanno andando le cose, sulle sue aspettative, sulle sue impressioni, i suoi sentimenti, la sua posizione, e su come proseguire la ricerca.

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