sabato 8 ottobre 2016

Psicologia dell'adolescenza (1/19): Adolescenza e psicoanalisi

Sono diversi gli autori psicoanalisti che hanno affrontato il tema dell'adolescenza.

Sigmund Freud: l'adolescenza non nominata
Freud non usa mai il termine adolescente, preferisce usare il termine pubertà, perchè è la pubertà a determinare la strutturazione definitiva della vita sessuale.
Nel libro psicologia ginnasiale Freud afferma che per lo sviluppo della personalità sono decisivi i primi 6 anni di vita dell'individuo (cosa non più condivisa dagli psicoanalisti).

Anna Freud: l'adolescente e le sue difese
La Freud scrive l'Io e i meccanismi di difesa, il primo testo psicoanalitico dove l'adolescente è visto come un soggetto psichico con una sua specificità.
La Freud individua 2 meccanismi di difesa: l'intellettualizzazione (una difesa che sposta su di un piano teorico ed astratto questioni e conflitti che in realtà sono della vita emotiva e quotidiana dell'adolescente) e l'ascetismo (una difesa diretta a frustrare o disconoscere i bisogni corporei più elementari, come coprirsi dal freddo o alimentarsi adeguatamente, è un meccanismo diretto a soffocare e padroneggiare bisogni e pulsioni in risposta all'angoscia che l'improvviso e prepotente erompere dei bisogni pulsionali provoca in alcuni adolescenti, specialmente nelle ragazze).
Altre modalità di difesa e di funzionamento psichico sono la tendenza ad agire, ovvero la tendenza a convertire spinte e tensioni intrapsichiche in azioni compulsive o comportamenti impulsivamente espressi, o un'altra difesa consiste nello spostamento dell'investimento libidico, originariamente diretto verso i genitori, nell'ambiente esterno in cui l'adolescente trova nuovi legami nei confronti dei quali crea nuove fedeltà e vive tumultuosamente nuove passioni (il gruppo di pari, il cantante rock, il campione sportivo, ecc...).
Se la difesa contro i legami oggettuali infantili è fatta tramite il ritiro dell'investimento libidico verso il Sé, si potranno manifestare forme di ipocondrismo e di disturbi alimentari come l'anoressia e la bulimia.

Erik Erikson: l'adolescenza come tappa del ciclo di vita
Erikson fa parte della psicologia dell'Io e la sua teoria è che lo sviluppo del bambino e dell'adolescente facciano parte di un complesso e conflittuale piano di adattamento dell'individuo all'ambiente.
Erikson sottolinea concetti come identità (l'obiettivo specifico dello sviluppo adolescenziale) e capacità di relazione dell'adolescente, individuando 8 tappe evolutive.
Secondo Erikson crescere significa essere divisi in parti che si muovono a velocità diverse, ed il fallimento dello sviluppo comporta la disgregazione del senso d'identità, e solo quando si è sperimentato un sufficiente senso di identità si può arrivare a sperimentare l'intimità con se stessi e con l'altro.
L'adolescente inoltre, è concettualizzato come una fase evolutiva nella quale tutte le fasi precedenti sono messe in discussione.

Peter Blos: le fasi dell'adolescenza
Secondo Blos, le fasi dell'evoluzione adolescenziale sono:

  1. Pre-adolescenza: caratterizzata da un aumento di pressione pulsionale legata alla pubertà, dove il maschio diventa aggressivo e si organizza in gruppi omosessuali e la femmina invece diventa più seduttiva verso l'altro sesso.
  2. Prima adolescenza: si ha la separazione dai genitori e la funzione del gruppo di pari con i suoi ideali.
  3. Adolescenza: caratterizzata dalla ricerca dell'oggetto d'amore.
  4. Tarda adolescenza/post adolescenza: due fasi poco differenziate, caratterizzate dal conseguimento pieno ed irreversibile della posizione sessuale e genitale definitiva.

Donald Winnicott: l'adolescente nella bonaccia
Secondo Winnicott il compito dell'adolescenza è quello di raggiungere l'indipendenza individuale.
Lo sviluppo muscolare adolescenziale porta a sentimenti di eccesso di potere e fa pensare di poter portare alla morte, facendo sopraggiungere la posizione depressiva e difese paranoidi.
L'adolescente sente la necessità di sfidare la società e l'ambiente familiare, e vuole evitare le false soluzioni, che possono portare alla falsa maturità, come nel caso dell'identificazione imitativa con i genitori.

Donald Meltzer: adolescenza come passione della verità
Secondo Meltzer l'adolescente è preoccupato dalla conoscenza e vuole capire, l'adolescente è affamato di verità (fame quasi disperata).
L'adolescente si sviluppa percependo i genitori non più come onnipotenti e sapienti, e capisce che deve lottare da solo per la conoscenza, che il sapere è dolore, si ha la consapevolezza della propria debolezza ed impotenza, e si rinuncia alle illusioni infantili.
Meltzer distingue in: adolescenti che vogliono restare in famiglia (dominati dalla teoria sul mondo che caratterizza la fase di latenza, la quale prevede che verità e forza siano trasmesse per mimesi dai genitori al bambino), adolescenti protesi verso l'adultizzazione precoce (vita votata al successo che spesso ha a che fare con le ambizioni irrealizzate dei genitori, sono adolescenti adultoidi, spesso cinici, ancora invischiati in una sorta di latenza mentale protratta), adolescenti isolati (non soffrono apparentemente e nel ritiro narcisistico trovano un'illusoria sensazione di onnipotenza), adolescenti normali (quelli che accettano di far parte della comunità di coetanei, confusi ed incerti come loro, ma protesi alla ricerca della verità).

Moses e M. Eglé Laufer: il dramma del corpo genitalizzato
Ripropongono il ruolo centrale dello sviluppo psicosessuale nelle vicende evolutive che dall'infanzia conducono, attraverso la pubertà, alla condizione adulta.
Secondo questi autori la principale funzione evolutiva dell'adolescenza è l'instaurarsi dell'organizzazione sessuale definitiva, dove se ci sono problemi c'è un blocco evolutivo che solo l'intervento clinico può liberare.
L'adolescente deve integrare nei processi di mentalizzazione del nuovo corpo (appena sviluppato) la fantasia masturbatoria centrale, altrimenti incappa in uno scacco evolutivo.

L'adolescenza nella psicoanalisi francese
Francoise Dolto pone la vicenda edipica al centro dello sviluppo umano, in tutte le sue tappe evolutive, compresa l'adolescenza.
Altro fattore studiato dai francesi è il narcisismo degli adolescenti, dove se l'equilibrio narcisistico è destabilizzato, l'adolescente sarà tanto capace di riequilibrarlo, tanto più è in possesso di strumenti interni, come la mentalizzazione del corpo genitalizzato e la capacità di relazione con oggetti esterni.

La psicoanalisi dell'adolescenza in Italia
Gli psicoanalisti italiani si ispirano ai grandi della psicoanalisi (Anna Freud, Melanie Klein, Donald Winnicott), privilegiando un'integrazione di diversi modelli teorici.
La scuola italiana di psicoanalisi dell'adolescenza è attenta ai fattori ambientali, socio familiari e ai contesti di vita in cui vive l'adolescente.
Il a cui si riferiscono gli psicoterapeuti italiani è un concetto funzionale, operazionale, non metapsicologico, un costrutto vincolato alla dimensione rappresentazionale, simbolica e non strutturale, della vita mentale.
Uno dei punti di riferimento della psicoanalisi italiana dell'adolescenza è Tommaso Senise, che ha proposto un modello di consultazione e psicoterapia breve di individuazione, il quale si propone di interferire il meno possibile con i naturali processi evolutivi dell'adolescente, riattivandoli rapidamente, consegnandoli poi alla loro naturale spinta interna.
Dopo Senise sono nati molti centri a Milano, soprattutto l'istituto Minotauro, fondato da Franco Fornari.

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