venerdì 24 luglio 2015

Genetica del comportamento (7/10): Psicopatologia

La psicopatologia è stata molto studiata negli ultimi anni a causa dell'importanza sociale che le malattie mentali possono assumere.
Tra le prime istituzioni che si prendono cura delle persone con disturbi mentali c'è il Bethlem Hospital, fondato a Londra nel 1247 e fuso nel 1948 con il Maudsley Hospital e il London University Institute of Psychiatry.
Già dai tempi del Bethlem (nel 1820) son stati fatti studi per verificare la ricorrenza dei disturbi mentali nelle famiglie.
Nel 1959 Eliot Slater fondò il Medical Research Council's Psychiatric Genetics Unit, dove si fecero numerose ricerche importanti introducendo l'approccio statistico per la valutazione dei dati, e nel 1971 Slater pubblicò il primo libro di genetica psichiatrica.



Schizofrenia


E' caratterizzata da disturbi del pensiero a lungo termine e da eloquio disorganizzato, insorge di solito nella tarda adolescenza o nell'età adulta.
Rappresenta la forma più grave di psicopatologia ed è piuttosto comune, con rischio dell'1%, e già solo negli USA, più di 1 milione di persone ne è affetta.


Diversi studi han dimostrato che la schizofrenia è familiare, ed il rischio per i parenti aumenta in base al grado di parentela, 4% per quelli di secondo grado, 9% per quelli di primo.
In diversi studi familiari è stato riscontrato un rischio medio del 6% per i genitori (valore basso perchè probabilmente questi soggetti si sposano poco), del 9% per i fratelli e del 13% per i figli.
Indipendentemente che sia madre o padre malato, il rischio rimane uguale, ma quando lo sono entrambi, il rischio per la prole sale al 46%.


Studi sui gemelli han dimostrato che la genetica contribuisce in maniera determinante alla predisposizione familiare, con una correlazione del 41-65% nei gemelli monozigoti e del 0-28% per i dizigoti, ovvero si ha un rischio di ereditabilità dell'80%.
Un caso famoso è quello delle gemelle Genain, dove 4 gemelle divennero schizofreniche una volta cresciute, mentre la discordanza del 50% tra gemelli identici dimostra l'importanza dei fattori non genetici.
Il metodo di controllo del co-gemello può essere usato per studiare le ragioni di carattere non genetico per cui un gemello identico risulta schizofrenico mentre l'altro no.
Nel caso di figli di gemelli fraterni discrodanti, i figli del gemello schizofrenico corron molti più rischi di sviluppare la malattia, mentre nel caso di figli di gemelli identici, anche il figlio del non malato avrà la stessa percentuale di rischio del figlio del malato.


Il primo studio sulle adozioni riguardante la schizofrenia fù fatto da Leonard Heston nel 1966, il quale trovò che il rischio di schizofrenia nei figli adottati nati da madri schizofreniche era dell'11%, valore simile a quello dei figli cresciuti dai propri genitori malati.
Questi risultati dimostrarono l'influenza genetica della schizofrenia e del fatto che crescere in una famiglia di malati non comporta rischi di ammalarsi, anche se in alcuni casi è stato riscontrato un aumento del rischio se la famiglia adottiva è poco adatta.
Un metodo famoso per questi studi è quello detto metodo delle famiglie adottive.
Alcuni studi hanno escluso anche i fattori prenatali come rischio, anche se in alcuni casi, come nella contrazione di un virus, possono contribuire all'insorgere della malattia.


Ci sono prove che le forme più gravi di schizofrenia sono più ereditabili di quelle più lievi.
Una strategia di ricerca è anche quella di ricercare dei marcatori di comportamento per la predisposizione genetica, detti endofenotipi, e cmq, ancora oggi non si è arrivati ad una evidente associazione con geni specifici.
Diversi risultati portano a pensare che la schizofrenia sia dovuta all'effetto di più geni che hanno tutti poco peso, nessuno dei quali è necessario e sufficiente per causare la malattia, è cmq noto che i farmaci in grado di controllare i sintomi della schizofrenia sono quelli che bloccano i recettori della dopamina nel cervello.



Disturbi dell'umore


Questi disturbi comportano vari sbalzi d'umore ed il rischio di suicidio per chi soffre di questo problema è di circa il 19%.
I disturbi d'umore son divisi in 2 grandi categoria: il disturbo unipolare, che consiste in episodi di depressione, ed il disturbo bipolare, dove si verificano sia episodi di depressione che di mania.
I disturbi depressivi maggiori insorgono lentamente e possono durare settimane o mesi e negli USA il rischio è di circa il 17% per i maschi ed il doppio per le donne, inoltre sembra che il rischio stia peggiorando di generazione in generazione, probabilmente a causa delle influenze ambientali.
La mania comprende uno stato di euforia, esagerata autostima, minor bisogno di sonno, pensieri di competizione, loquacità, iperattività, distraibilità e comportamento avventato, ha un'inizio ed una fine improvvise e può durare da diversi giorni a diversi mesi.
Il disturbo bipolare è molto meno comune della depressione maggiore, con un'incidenza di circa 1% per entrambi i sessi.
La depressione può essere anche divisa in depressione reattiva (innescata da un evento specifico) e depressione endogena (senza cause esterne). 


Studi su famiglie
Sembra ci sia un rischio maggiore per i parenti di primo grado di individui affetti da disturbi d'umore.
La depressione bipolare ha un rischio dell'8% nei parenti di primo grado e l'1% per la popolazione in generale, mentre la depressione maggiore ha il 9% e il 3%.
La depressione bipolare potrebbe essere la forma più grave del disturbo dell'umore, infatti i parenti probandi bipolari hanno un rischio maggiore (11%) di prendersi la unipolare, che viceversa.
Sembra inoltre che anche la risposta agli antidepressivi sia trasmissibile nelle famiglie.

Studi sui gemelli
Questi studi hanno prodotto prove a favore della sostanziale influenza genetica sui disturbi d'umore, con incidenza del 40% e dell'11% circa in gemelli identici e fraterni per l'unipolare e di 72% e 40% per la bipolare, e ciò dimostra che la depressione unipolare meno grave può mostrare una minor influenza genetica, mentre quella più grave mostra maggior influenza.
Altri studi han dimostrato che un gemello identico che non ha mai sofferto la bipolare, può trasmettere la predisposizione alla malattia come il gemello identico malato.

Studi sulle adozioni
Han dimostrato una piccola influenza genetica, maggiore nel caso della bipolare.
I risultati sono cmq meno chiari rispetto alla schizofrenia, probabilmente per la difficoltà di raccolta dati, cmq è stata evidenziata una discreta ereditabilità.

Identificazione dei geni
Alcuni studi hanno utilizzato i marcatori di DNA sul cromosoma X, ma i risultati hanno smentito l'ipotesi che l'ereditabilità sia legata ad X, quindi l'assocazione con il cromosoma X è improbabile.
Altri studi han suggerito una relazione tra disturbi affettivi e polimorfismi trovati nel gene hSERT.


Disturbi d'ansia

 

I disturbi d'ansia sono molteplici: disturbo di panico, ansia generalizzata, fobie, disturbo ossessivo-compulsivo.
Gli attacchi di panico si verificano all'improvviso e durano diversi minuti, l'ansia generalizzata è uno stato cronico di costante preoccupazione, la fobia è una paura collegata ad uno stimolo preciso, mentre il disturbo ossessivo-compulsivo causa ansia a chi non riesce a compiere atti ripetuti dettati da delle paure (tipo lavarsi continuamente le mani per paura dei microbi).
Questi disturbi rappresentano le forme più comuni di malattia mentale e possono determinare altri disturbi, come la depressione e l'alcolismo.
Il rischio di avere un attacco di panico una volta nella vita è del 3%, anche se almeno il 7% ha avuto almeno un attacco nella vita, il 5% si ha per l'ansia generalizzata, l'11% per le fobie specifiche, 13% per la fobia sociale, 3% per il disturbo ossessivo-compulsivo, e in generale, l'ansia generalizzata, il panico e le fobie specifiche sono solitamente il doppio più frequenti nelle donne.
Per i disturbi d'ansia gli studi familiari han dimostrato una certa influenza genetica, cosa non molto chiara però per i disturbi d'ansia specifici, inoltre sembra che il panico e l'agorafobia siano correlati, mentre l'ansia e il panico no.
Anche il disturbo d'ansia generalizzato è familiare, come le fobie sociali con il 24% per i gemelli identici e il 15% per i dizigoti, o anche per le fobie specifiche (esclusa l'agorafobia) con il 31% di rischio per i parenti di primo grado e l'11% per i gruppi di controllo.
Il disturbo ossessivo-compulsivo ha anche lui una certa influenza genetica, ed anche il disturbo post-traumatico da stress (che consiste nel rivivere le stesse esperienze traumatiche, dove ad esempio circa la metà dei sopravvissuti ad un incidente aereo sviluppa questo disturbo), la cui influenza genetica è anche legata all'ansia generale (avere parenti con ansia generale aumentano le probabilità di questo disturbo).


Altri disturbi

 

Nei disturbi somatoformi i disturbi psicologici conducono a sintomi fisici (come il mal di pancia) e comprendono: il disturbo di conversione (isteria), che prevede una specifica disabilità, come la paralisi, senza però specifica causa fisica, il disturbo di somatizzazione che prevede sintomi multiple senza cause fisiche apparenti, l'ipocondria che causa la paura di prendere malattie.
Studi familiari han dimostrato l'esistenza di influenza genetica in questi disturbi, soprattutto nel caso di donne.
Ci sono poi i disturbi alimentari come l'anoressia nervosa (dieta esagerata) e la bulimia nervosa (magiare e vomitare subito), l'anoressia ha l'occorrenza del 59% e dell'8% per gemelli identici e fraterni, il che dimostra una forte influenza genetica, la bulimia invece ha un 36% e 38% per gemelli identici e fraterni, il che dimostra l'influenza dell'ambiente familiare condiviso ed una minore influenza genetica.

In generale, la ricerca genetica sui disturbi d'ansia è ancora agli inizi, e i risultati spesso sono abbastanza contrastanti.


Disturbi d'infanzia 

 

Esistono diversi d'isturbi d'infanzia, come: i disturbi generalizzati dello sviluppo (es disturbo autistico), il disturbo da deficit d'attenzione e da comportamento dirompente (es ADHD), i tic e i disturbi dell'evacuazione (es enuresi).
Sembra che 1 bambino su 4 abbia un disturbo diagnosticabile e che 1 su 5 abbia un disturbo medio grave.

L'autismo comporta deficit nelle relazioni sociali, disturbi della comunicazione e comportamento stereotipato, è poco comune (3-6 bambini ogni 10.000) ed è più frequente nei ragazzi piuttosto che nelle ragazze.
La maggior parte degli autistici ha problemi col linguaggio e ha deficit cognitivi.
Studi han dimostrato che i co-gemelli di bambini autistici hanno più probabilmente sia disturbi della parola e del linguaggio, sia difficoltà sociali.
L'autismo viene considerato come uno dei ritardi mentali più ereditabili, inoltre si è trovata l'esistenza di associazione con un locus sul cromosoma 7.

Il disturbo da deficit di attenzione e da comportamento dirompente (Attention-Deficit Hyperactivity Disorder, ADHD) comporta molta irrequietezza, poca attenzione e comportamento impulsivo.
L'ADHD nel Nord America ha frequenza di circa 4% nei bambini delle scuole elementari, con incidenza maggiore nei maschi, e sembra che ci sia una forte componente genetica nella determinazione dell'iperattività (oltre il 70% in studi sui gemelli).
Nel disturbo della condotta si ha una modesta influenza genetica (87% gemelli identici, 72% fraterni), mentre nel disturbo dell'iperattività prevale l'influenza dell'ambiente condiviso, inoltre, gli effetti genetici sono maggiori per il comportamento antisociale ad insorgenza precoce, a differenza del maggior contributo dell'ambiente nell'età adolescenziale, per quanto riguarda i comportamenti da delinquenti.

Un altro disturbo d'infanzia è l'enuresi (urinare a letto), che si manifesta nei bambini di più di 4 anni e coinvolge il 7% dei ragazzi ed il 3% delle ragazze, ed è stato associato ad una forte influenza genetica.
I tic comportano contrazioni involontarie di muscoli, sono abbastanza comuni nei bambini e hanno bassa familiarità, mentre un tic più grave e raro (0,4%) è quello della disturbo di Tourette, che ha concordanza del 53% per i gemelli identici e dell'8% per i fraterni.

Sono stati fatti diversi studi per capire se certi disturbi coesistano, si è scoperto ad esempio che i parenti degli schizofrenici non sono a rischio superiore per il disturbo bipolare.
Invece per i disturbi meno gravi la sovrapposizione può essere considerevole, e spesso avere due o più disturbi psicologici è un fatto più comune che averne uno solo.
Ad esempio in alcuni studi, i probandi con ansia con molta probabilità risultano anche depressi, mentre studi su gemelli suggeriscono che i geni che predispongono all'ansia generalizzata si sovrappongono a quelli responsabili per la depressione maggiore.
Si pensa quindi che ci siano due gruppi di fattori genetici condivisi, uno dei quali contribuisce alla depressione maggiore e all'ansia generalizzata, l'altro alla fobia, al disturbo di panico e alla bulimia.
Sembra quindi che i sintomi della depressione e dell'ansia siano in parte manifestazioni della stessa predisposizione, ciononostante, alcune persone che hanno paure specifiche, non mostrano depressione.
Si pensa cmq che quando verranno trovati i geni specifici associati all'ansia generalizzata, questi geni saranno anche associati con la depressione.

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