sabato 2 aprile 2016

Psicologia dello sviluppo (11/12): Lo sviluppo morale

John Locke (1690) sosteneva che le idee morali sono creature dell'intelligenza e non della natura, e che l'uomo è soggetto alle pulsioni che gli fan costruire la sua morale come funzione regolativa da parte dell'intelletto.
Secondo Locke, stima o vergogna, approvazione o biasimo, sono alcuni dei sentimenti che guidano le azioni e fanno da criterio di valutazione morale, in rapporto alle capacità maturate e alla propria società di appartenenza.
Secondo Kant (1788) l'esercizio del ragionamento può promuovere lo sviluppo del giudizio morale ed affinarne la qualità, oltre che influenzare positivamente il comportamento morale futuro.
Secondo Hume giocano un ruolo importante nella formazione della morale anche i sentimenti empatici, dando una base comune per il consenso morale su atti buoni o cattivi.
Secondo Rousseau esiste l'originaria disposizione alla moralità dei bambini e tutte le eventuali deviazioni future sono colpa della cattiva educazione, dei costumi e della società, ed è la debolezza che rende l'uomo socievole, perchè ogni vincolo di affezione è segno di insufficienza.


La teoria di Piaget


Piaget usò il metodo clinico per studiare la moralità dei bambini, fece uno studio su bambini di 6-7 anni ponendogli domande relative a questioni morali del quotidiano o su storie inventate, ed usò anche l'osservazione diretta su alcuni loro giochi, per valutare il rispetto delle regole.
Piaget distingue 2 forme di moralità:

  1. Realismo morale: fino agli 8 anni, c'è una prospettiva egocentrica  ed un modo di pensare realistico, si ha una morale della costrizione (eteronoma), esiste solo il giusto e lo sbagliato e non si discute ciò che l'autorità superiore decide.
  2. Relativismo morale: dopo gli 8 anni, l'intenzione e il contesto assumono un ruolo importante nella valutazione dell'atto, c'è il consenso reciproco e le leggi diventano modificabili a seconda del contesto (non più universali, morale autonoma), nascono i comportamenti d'aiuto.
La differenza tra realismo morale e lo stadio successivo è che per i bambini, nel primo caso, una bugia è qualcosa di male perchè c'è la punizione e la regola di non dire una bugia, nel secondo caso è una cosa di male anche senza queste indicazioni, inoltre nel realismo morale è più colpevole chi la fa più grossa.
Secondo Piaget lo sviluppo del senso di giustizia è indispensabile per poter passare ad una morale autonoma, ed esso è legato all'esperienza con il gruppo di pari.
Ci sono 2 tipi di giustizia secondo Piaget:
  1. Giustizia retributiva: c'è proporzionalità tra meriti e vantaggi ricevuti, tra trasgressione e punizione, e può apparire sia prima che dopo la seconda giustizia durante lo sviluppo.
  2. Giustizia distributiva: si ha l'esigenza di eguaglianza.
Esiste anche la sanzione espiatoria, che nella fase del realismo morale è legata al concetto di trasgressione = punizione severa, punzione obbligatoria e moralmente accettata, naturale.
Il carattere espiatorio viene eliminato dal progresso nella cooperazione ed il rispetto reciproco.
Si possono individuare 3 periodi di giustizia: fino a 7-8 anni prevale la morale del dovere e dell'obbedienza, poi fino agli 11-12 anni l'autorità non viene più vista come fonte assoluta di giustizia e deve rispettare alcuni principi (es. coerenza), infine dopo gli 11-12 anni c'è la maturazione della reciprocità e la giustizia tiene anche conto delle diverse situazioni e contesti.

Piaget ritiene che il ragionamento morale del bambino sia una sorta di presa di coscienza dell'attività morale, ma prima viene cmq l'azione quando si è piccoli.
Alcune ricerche han dimostrato che il realismo ed il relativismo morale si trovano anche in culture differenti, mentre altre ricerche han dimostrato che a livelli sociali medio-bassi si ha maggior difficoltà nell'acquisizione di nozione di sanzione e che si considera di più l'adulto come onnipotente.
Bambini sui 7-8 anni che hanno raggiunto una propria morale, difficilmente la cambieranno entrando in un gruppo di pari, a differenza di bambini più piccoli.
Tuttavia tra le critiche fatte a Piaget c'è il fatto che abbia sottostimato le capacità cognitive dei piccoli, e che facilitando l'esperimento anche loro possono mostrare una maggiore morale.


La teoria di Kohlberg


Per Kohlberg il possesso delle competenze cognitive di uno stadio è una condizione necessaria ma non sufficiente perchè sia presente il giudizio morale, infatti ci sono casi in cui individui sono più progrediti nello sviluppo cognitivo che nel giudizio morale, mentre il contrario non si verifica quasi mai.


Il metodo usato da Kohlberg è quello delle interviste, il proporre ai propri soggetti dei dilemmi morali e le risposte vengono poi valutate con un apposito sistema di punteggio.
Rest usando gli studi di Kohlberg ha elaborato un test standardizzato il DIT (Defining issues test) per valutare il livello di ragionamento morale.

Kohlberg ha delineato 3 livelli di giudizio morale, ciascuno diviso in 2 stadi, e con la regola che non ci può essere salto di stadi:
  1. Livello preconvenzionale: fino ai 9-10 anni, la morale è legata alla valutazione del rischio di prendere la punizione e c'è una prospettiva egocentrica.
    C'è lo stadio 1 (orientamento premio-punizione) e lo stadio 2 (orientamento individualistico e strumentale) dove ciò che è giusto o sbagliato diventa più relativo, si riconoscono i diversi bisogni delle persone
  2. Livello convenzionale: dalla preadolescenza 13-14 anni alla tarda adolescenza 20 anni, c'è il rispetto delle norme socialmente approvate.
    Nello stadio 3 (orientamento del bravo ragazzo) si condividono i valori e i sentimenti comuni, nello stadio 4 (orientamento al mantenimento dell'ordine sociale) si ha un ruolo all'interno della società e c'è un sistema in cui le regole non devono essere infrante.
  3. Livello postconvenzionale: dopo i 14 anni, si seguono principi astratti e valori universali.
    Nello stadio 5 (orientamento del contratto sociale) le regole morali sono modificabili in base ad una sorta di contratto sociale, nel rispetto dei diritti di tutti, nello stadio 6 (orientamento della coscienza e dei principi universali) i principi possono non essere scritti ma si seguono anche principi astratti.
    Lo stadio 6 si trova raramente tanto che Kohlberg lo ha poi di fatto eliminato.
Esiste anche un livello zero (o stadio 0) dove il bene coincide con il desiderio, ed uno stadio 7 dove c'è la morale filosofica.

Rest con i suoi studi ha dimostrato che spesso si trova una mescolanza tra i vari stadi piuttosto che l'appartenenza ad un singolo stadio, cosa riscontrata in contesti urbani, piuttosto che in comunità isolate dove lo sviluppo degli stadi è anche più lento (anche se alcune ricerche dicono il contrario).
Di Blasio ha riscontrato che il contenuto della storia raccontata ai soggetti influisce sulle modalità di elaborazione del ragionamento morale, ed è stata cmq dimostrata l'importanza della discussione per un maggiore sviluppo morale.
Kohlberg ha infine affermato che la fede religiosa possa essere un importante supporto allo sviluppo e al mantenimento morale.
Ci sarebbe inoltre anche una diversità morale di genere: le femmine sembrano essere più propense all'etica del prendersi cura degli altri e alla responsabilità verso il prossimo, ma è cmq sbagliato cercare di differenziare i generi al di fuori del complesso dei fattori biologici e culturali (ovvero è sbagliato generalizzare a priori).


La prospettiva dell'apprendimento sociale


Secondo alcune concezioni comportamentiste il ruolo della punizione è rilevante per il condizionamento, tuttavia ricerche successive han dimostrato i diversi effetti collaterali negativi del metodo della punizione.
La concezione del social learning  ritiene improbabile che comportamenti rilevanti come quelli prosociali, siano acquisiti inizialmente tramite il rinforzo, perchè è improbabile che si ripresentino spontaneamente da soli per far rinforzo all'inizio dello sviluppo, quindi si pensa che i bambini inizialmente acquisiscano tramite osservazione e imitazione.


Bandura ha riformulato la social learning chiamandola social-cognitive theory, egli ha considerato come fattori importanti per lo sviluppo morale, la società, il gruppo, la famiglia, i media, ha rilevato il concetto di auto-sanzioni, che possono assumere un carattere anticipatorio per la prevenzione dei comportamenti errati.
Bandura ha inoltre approfondito le cause del comportamento immorale, rilevandone alcune: giustificazione morale (accettazione di brutti comportamenti tramite ristrutturazione cognitiva o ideologizzazione), dislocazione di responsabilità (la scusa delle regole delle autorità superiori), diffusione della responsabilità (gruppo che minimizza le singole responsabilità), non considerazione o distorsione delle conseguenze (si minimizza il danno), svalutazione (si deumanizza la vittima).

Secondo una ricerca di Varin (1997) con la scala del disimpegno morale, durante la prima adolescenza troppa televisione può favorire uno sviluppo più accentuato di valori edonistici e meccanismi di disimpegno morale.
Secondo la Poggi l'autogiustificazione conferma che il soggetto riconosce almeno in parte le proprie colpe e che quindi si assume un po' di responsabilità (per questo cerca delle scuse), già dagli inizi delle elementari.
Negativamente influisce la non coerenza dei genitori (predicare bene e razzolare male), causando la perdita della fiducia nell'ordine superiore e la deresponsabilizzazione.


La prospettiva psicoanalitica


Secondo Freud tra le funzioni principali del Super-Io c'è la conoscienza morale, il Super-Io dei bambini non si forma ad immagine dei genitori, identificandosi in loro, ma dall'immagine del loro Super-Io, di cui si assimilano i giudizi di valore, trasmessi da generazione in generazione.
E' dall'azione critica e punitiva del Super-Io che si generano i sensi di colpa, che possono essere anche inconsci, e c'è poi l'Io ideale, l'identificazione con i genitori e le figure di riferimento, importante ai fini del comportamento morale perchè è il modello a cui il bambino cerca di assomigliare.
Secondo Freud, all'origine della formazione tra ciò che è bene e ciò che è male c'è la preoccupazione di perdere affetto e protezione.
Secondo Freud quindi, la mancanza o il poco sviluppo del Super-Io può portare ad uno sviluppo della morale non corretto.


Melanie Klein afferma che i rudimenti del Super-Io si formano prima della fine del complesso edipico, già nella primissima infanzia, secondo lei ci sono delle pulsioni del bambino che lo fanno fantasticare sul fatto che esse possano danneggiare i propri genitori, e questo crea dei sensi di colpa eccessivi nel piccolo (già dopo i 2 anni e mezzo).
Questo è il Super-Io minaccioso che secondo la Klein è il responsabile dell'angoscia al posto di normali sensi di colpa, aumentando le disposizioni ostili verso il prossimo.
La Klein ha anche riscontrato nei piccoli, prime forme di invidia e di avidità, e ha affermato che l'educazione troppo permissiva è deleteria perchè il bambino sente il bisogno di una limitazione che gli dia sicurezza, in mancanza di essa può non nascere il rispetto.

Secondo la Jakobson il Super-Io è importante per regolare le pulsioni distruttive e per la nascita dell'Io ideale, che si forma fin dai primi anni di vita, inoltre l'Io e il Sè ideali sono una forma di precursori del Super-Io.
Secondo Robert Emde i fondamenti del Sè morale si costituiscono nel contesto delle prime interazioni positive, quando c'è sintonia emotiva con gli adulti il bambino impara a leggere le emozioni e a reagire empaticamente.


Sviluppo ed interazioni del comportamento morale


Sono state riscontrate correlazioni positive tra comportamenti antisociali ed un basso livello negli stadi dello sviluppo del giudizio morale, tuttavia è stato anche dimostrato che i soggetti possono comportarsi in maniera diverse da ciò che esprimono verbalmente.


Rest ha creato la teoria del doppio binario per capire il rapporto tra lo sviluppo del ragionamento (che segue una sequenza stadiale su basi cognitive), rispetto al comportamento morale (che si sviluppa nel contesto dell'apprendimento sociale).
Nel modello di Rest interagiscono componenit ti di tipo cognitivo con componenti di tipo affettivo, in 4 modi:
  1. consapevolezza delle conseguenze delle proprie azioni, con il prerequisito di comprendere i sentimenti altrui
  2. capacità di individuare le azioni adeguate, con il prerequisito di comprensione sociale-morale
  3. decisioni in base ai possibili esiti, prerequisito di comprensione di possibili valori in conflitto tra loro
  4. processi di esecuzione delle azioni, prerequisito, la tolleranza degli ostacoli e la pazienza
Secondo Rest, l'insuccesso nel realizzare un risultato moralmente adeguato può dipendere dal carente funzionamento di una o più di queste componenti, e lo scopo dell'educazione morale dovrebbe promuovere il funzionamento di tutte e 4 le componenti.

L'empatia è stata distinta da Hoffman in uno stadio primitivo (empatia globale) legato al contagio emotivo (bambino che piange, altri che lo seguono), da stadi successivi dove emerge la consapevolezza che l'altro è un altro.
Il dispiacere simpatetico è la partecipazione al dispiacere altrui e se eccessivo può causare l'ira empatica, l'ira verso il responsabile del dispiacere altrui.
Gli stadi successivi dello sviluppo empatico sono la capacità di comprendere che anche gli altri hanno sentimenti individuali e la comprensione generale delle emozioni indipendentemente dalla situazione specifica.
L'empatia può non aiutare lo sviluppo morale se si sviluppa discriminatamente solo con i nostri simili, inoltre se troppo intensa, può portare ad isolarsi per evitare il dolore.
Secondo Hoffman i principi morali astratti possono essere richiamati quando gli eventi richiedono scelte e decisioni morali, e ciò può accadere quando insorge l'affetto empatico.

I sensi di colpa possono essere sperimentati se si ha la capacità cognitiva di distinguere tra azioni volontarie o meno (incidenti).
Eccessi di sensi di colpa possono portare ad un abbassamento della stima di sè, tuttavia, nella giusta dose possono agevolare i comportamenti prosociali.

Anche la teoria della mente influisce nello sviluppo morale, perchè anche la comprensione delle emozioni altrui è importante, come ha notato Harris, i bambini devono rappresentarsi l'emozione degli altri a seconda delle varie circostanze ed ad esempio i bambini piccoli immaginano che la vergogna sia un sentimento che si possa provare solo in pubblico.

Il temperamento è un altro fattore che influisce molto sulla morale, secondo Kochanska ci sono 2 tipi di disposizioni temperamentali che possono avere un peso significativo ai fini dello sviluppo della coscienza morale: il disagio affettivo (la maggiore o minore propensione a sviluppare l'arousal, stati di paura, ansietà, sensi di colpa, in rapporto alla trasgressione commessa), la diversa capacità di resistere ad un impulso proibito.
Queste disposizioni possono essere risultanti dall'interazione tra la natura del bambino e la sua esperienza relazionale.
In base al tipo di temperamento va dunque applicato un tipo di educazione, per i bambini che hanno scarsa predisposizione a provare ansia e timore, non serve l'eccessiva durezza ma ci vuole un rapporto di reciprocità.


Il contesto socio-culturale dall'infanzia all'adolescenza


Infanzia

Per un buon sviluppo della morale è importante la qualità della relazione con le figure parentali, dei buoni processi di comunicazione ed un buon controllo educativo.
Il genitore deve capire i sentimenti del proprio piccolo e condividere le sue esperienze, mantenendo però sempre il proprio ruolo di guida, e deve inoltre ragionare sulle norme piuttosto che punire.
Infatti i bambini che hanno sperimentato un'educazione dura fondata sull'abuso di potere e di minacce provano minor sensi di colpa dopo aver fatto qualcosa di male, invece il ritiro dell'affetto (la non manifestazione da parte dei genitori) può produrre un eccesso di sensi di colpa.
La compliance è la capacità di seguire le richieste e le proibizioni, da parte del bambino rispetto a chi si occupa di lui, si sviluppa intorno i 12-18 mesi, mentre tra i 16 e i 24 mesi si osserva un rapido aumento delle reazioni prosociali verso il disagio altrui.
Tra il secondo ed il terzo anno, i bambini capiscono che possono provocare dolore agli altri, e che ne sono pienamente responsabili, ed imparano anche a trovare scuse e giustificazioni.


Età prescolare: dai 3 ai 6 anni
C'è il raggiungimento della competenza cognitivo-linguistica, e il confronto col gruppo di pari aiuta nello sviluppo morale.
E' stato dimostrato che l'esperienza precoce e controllata in un gruppo di pari, promuove valori di solidarietà e cooperazione, e sembra fornire una base per raggiungere un livello morale più alto nell'età successiva.
Studi han dimostrato che i bambini già da 34 mesi iniziano a distinguere la moralità dalla convenzione e negli ultimi anni dell'età prescolare c'è il passaggio dalla impostazione edonistica a quella di orientamento centrato sui bisogni degli altri, e si sviluppa anche la giustizia distributiva.
Secondo Damon ci sono 6 livelli di sviluppo della giustizia: nel primo fino ai 4 anni, il giusto equivale solo al volere del bambino, nel secondo dai 4 e i 5 anni, il bambino riconosce che ci sono alcuni criteri, ma sono sbagliati perchè fa riferimento all'essere più forte o più grande per avere più diritti, nel terzo, dai 5 ai 6 anni, c'è il principio di eguaglianza, rigida non differenziata a seconda dei bisogni.

Età della scuola elementare: dai 6 ai 10 anni
Si costituisce un nuovo sistema di norme morali, risultanti dai modelli della famiglia, del gruppo e dai media.

Verso l'adolescenza: dagli 11-12 anni in poi
Si passa dalla mentalità in cui conta prima di tutto il rispetto delle norme socialmente approvate, ad una mentalità dove si ritiene che le leggi sono fatte da uomini che possono sbagliare e che quindi possono essere modificate ed interpretate secondo le circostanze, dove si tiene conto dei valori universali e dei diritti di tutti (verso i 20 anni).
Nel ragionamento morale prosociale si tiene conto dei diritti e della dignità delle persone, ed è stato dimostrato che solitamente chi studia di più (facendo l'università) raggiunge stadi di ragionamento morale più elevati.
Infine si costituisce una identità morale che fa da mediatore tra la conoscenza morale e l'azione (secondo Di Blasio).

Differenze culturali
E' stata riscontrata una certa universalità nello sviluppo della moralità tra le diverse culture, seguendo la linea di Kohlberg, pur essendoci alcune diversità rilevanti, dove ad esempio il livello post-convenzionale sembra non esistere in alcune culture.
Alcune culture cmq non seguono regole universali nello sviluppo morale.

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