domenica 22 maggio 2016

Storia della psicologia (14/14): La prospettiva biologica e neuroscientifica

La psicologia animale
Alla fine dell'800 e nei primi del 900 si diffusero gli studi sul comportamento animale, confrontato poi con quello umano, studi fatti prima in condizioni naturali tramite osservazione e successivamente in laboratorio, tramite metodologia sperimentale.
La psicologia animale nasce dall'etologia (tedesca) per poi passare nelle mani del comportamentismo (americano di origine inglese), movimento che stravolgeva l'ottica specie-specifica, generalizzando sul comportamento e l'apprendimento con i suoi metodi stimolo-risposta.
La psicologia tendeva così a generalizzare i risultati ottenuti da un comportamento specifico di una singola specie a tutti i comportamenti di tutte le specie.
Il fondatore dell'etologia fù Lorenz (1903-1989) col suo concetto di imprinting, e tra gli studi naturali fatti ci furono quelli di Loeb sul tropismo, un sistema innato tramite il quale un organismo avvia una reazione globale di movimento verso uno stimolo esterno, e quelli di Tinbergen sugli schemi d'azione fissi.
Negli anni 60-70 nasce l'etologia umana, la scienza che applica le scoperte etologiche nello studio dell'uomo.
La sociobiologia invece pone l'accento anche ai fattori genetici nella determinazione del comportamento umano, non solo a livello specie-specifica, ma anche a livello individuale.

Ricerche sulle funzioni cerebrali all'inizio del 900
Fin dai primi dell'800 le ricerche sulla localizzazione cerebrale erano divise tra 2 scuole: il localizzazionismo rigido (erede della frenologia, la quale sosteneva che le capacità cerebrali dipendevano dalle dimensioni e dalla forma del cervello), sosteneva che ogni attività psichica è prodotta dall'attività di un'area circoscritta del cervello, e dalla teoria olistica, secondo cui il cervello opera unitariamente nella produzione di processi psichici.
Le tecniche di indagine erano basate sull'ablazione, sulla stimolazione elettrica, e sulla registrazione dell'attività elettrica del cervello.
Il libro the functions of brain (1876) fù il testo di riferimento del localizzazionismo, scritto da David Ferrier.
Secondo il localizzazionismo rigido ogni disturbo psichico era spiegato con un danno cerebrale in una zona cerebrale molto ristretta, inoltre in quel periodo si iniziò a studiare il cervello degli uomini famosi morti, e ad affermare che la particolare struttura cellulare di ciascun cervello potesse essere l'origine del genio dell'individuo.
Il localizzazionismo fù criticato da numerosi fisiologi e neurologi dell'800.
Wernicke propose l'idea che le funzioni cerebrali fossero semplici, sensoriali e motorie, e che dalla loro combinazione si formassero funzioni complesse, e che una lesione non distruggeva una funzione complessa, semplicemente ne impediva il funzionamento a causa della divisione delle sue componenti semplici.
Dai dati clinici registrati sul paziente si poteva dedurre quali connessioni erano state danneggiate, e ipotizzando vari tipi di lesioni si poteva prevedere quali disturbi psichici ne sarebbero derivati.
Un opera famosa di questo periodo sull'argomento fù quella di Freud, L'interpretazione delle afasie (1891), il quale tra l'altro criticò il pensiero di Wernicke.
Alla fine dell'800 fù scritta la teoria del neurone da parte di Waldeyer, poi dimostrata da Cajal, la quale affermava che le cellule nervose (neuroni) sono unità anatomo-funzionali distinte, e non sono un'unica rete nervosa come affermava la teoria reticolare di Golgi.
Il meccanismo delle sinapsi era stato predetto molti anni prima, nel 1897, dal fisiologo inglese Charles Sherrington (1857-1952), con i suoi studi sull'eccitazione e l'inibizione, il sistema interneurale, riflessi inferiori e superiori, sulla comunicazione tra i vari organi, e sul fatto che la trasmissione nervosa tra sinapsi fosse di tipo chimico (successivi studi sui potenziali d'azione e strumenti come l'oscilloscopio avrebbero chiarito molte cose).
La scoperta dell'elettroencefalogramma, lo strumento che registra l'attività elettrica cerebrale è dovuta a Berger.

La teoria dell'attività nervosa superiore di Pavlov
Ivan Pavlov (1849-1936) aveva una impostazione empirica della ricerca, per lui prima veniva l'esperimento e poi la teoria, e la sua scuola fù molto autoritaria, dove l'unico nome a diventar sempre più famoso fù il suo.
La scuola di Secenov si occupava solo di funzioni elementari del sistema nervoso centrale, tramite stimolazione elettrica su animali, e concepì anche nuovi concetti come inibizione centrale, labilità funzionale, parabiosi e dominante.
Invece la teoria pavloviana si faceva chiamare dell'attività nervosa superiore perchè studiava i sistemi più complessi del sistema nervoso, e nel 1904 per le sue ricerche sulla fisiologia del sistema digerente, Pavlov vinse il premio nobel.
Pavlov era un fisiologo puro, un osservatore e sperimentatore esterno oggettivo che analizzava solo i fenomeni osservabili visivamente, l'attività nervosa studiata da pavlov era superiore perchè era alla base delle funzioni più complesse del cervello, quelle del comportamento.
Pavlov studiava una neuropsicologia dedotta e molare, e distinse il riflesso condizionato (quello legato all'attività superiore del cervello) e quello incondizionato, affermando che i riflessi sono innati, e che gli istinti sono una categoria di riflessi considerati reazioni globali dell'organismo.
Il suo esperimento più famoso fù quello sulla salivazione del cane associata tramite condizionamento ad un suono.
Secondo Pavlov, uno stimolo per diventare condizionato deve precedere nel tempo lo stimolo incondizionato e continuare ad agire contemporaneamente ad esso.
Anche il linguaggio secondo Pavlov si forma con le leggi dei riflessi condizionati, come anche il sonno e l'ipnosi, inoltre distingue 2 sistemi di segnalazione, il primo serve ad analizzare gli stimoli esterni per anticipare le risposte, il secondo è solo della specie umana e si fonda sulla sostituzione di segnali esterni con le parole corrispondenti.
Il concetto di condizionamento interocettivo afferma che due stimoli possono agire entrambi sugli interocettori (organi interni), oppure uno dei 2 agisce su gli esterocettori (organi esterni come occhi, orecchie ecc...) e l'altro sugli interocettori.
Secondo Pavlov ogni individuo ha un sistema nervoso mediato dall'eccitazione e l'inibizione, proprietà (che poi divennero: forza, equilibrio e mobilità) che si combinano in modo specifico in ogni individuo rendendolo unico e formando la sua personalità.
La scuola di Pavlov divenne sempre più autoritaria e chiusa, anche perchè appoggiata da Stalin, e si formò un comitato che si riuniva per controllare le ricerche ed allontanare chi si discostava dai principi di base, come successe a Bernstejn e Lurija.
Solo alla morte di Stalin la scuola russa aprì le frontiere all'occidente, togliendosi dall'isolamento poco produttivo in cui si era cacciata.
Altri autori importanti della teoria dell'attività nervosa superiore furono Anochin, Konorski e Bernstejn.
Bernstejn propone di passare dalla concezione di fisiologia delle reazioni, dove c'è il concetto di arco riflesso e l'animale è in equilibrio con l'ambiente tramite gli stimoli e le risposte, alla fisiologia dell'attività, dove l'animale non è mai in equilibrio con l'ambiente perchè questo varia in continuazione, e quindi deve sempre adattarsi, introducendo anche il concetto di anello riflesso.
Anche Anochin la pensa come Bernstejn, affermando che la situazione ambientale è comunicata al cervello tramite l'afferenza ambientale.
Negli anni 50 e 60 furono svolte numerose ricerche psicofisiche in Unione Sovietica, tra le quali quelle di Sokolov sul riflesso d'orientamento.
La fine del pavlovismo fù decretata a Mosca nel 1962.

Teorie olistiche del primo 900
Le teorie olistiche raccolgono tutte quelle teorie che sono contro il localizzazionismo, come ad esempio il principio della diaschisi del neurologo svizzero Monakow, che rappresenta un principio dinamico di base che crea un ponte tra un fenomeno nervoso, localizzato distintamente e precisamente, ed uno che non lo è.
Il concetto di vigilanza fù proposto dal neurologo inglese Head, il quale afferma che la vigilanza è necessaria per molti processi psichici, come il linguaggio, e che quindi la funzione del linguaggio può venir meno, sia se si danneggiano le aree corticali ad essa associate, sia se si danneggia l'area responsabile della vigilanza.
Secondo Head, lo schema è un modello posturale inconscio cui si riferiscono i movimenti del corpo nello spazio, concetto adottato anche dall'assistente di Head, Bartlett, per spiegare la struttura dei processi cognitivi.
Il neurologo Kurt Goldstein (1878-1965), si appoggiò alle idee di base della Gestalt per concepire la sua teoria organismica, dove le funzioni cerebrali sono organizzate in modo dinamico: una struttura domina di volta in volta dal punto di vista funzionale sulle altre strutture che però non sono silenti, ma rappresentano lo sfondo, e questo è stato dimostrato analizzando le aree attive quando si svolge una certa funzione (ad esempio quando si parla sono attive più aree, ma solo una è particolarmente accesa).
Quindi secondo Goldstein, la lesione comporta la disintegrazione di questa organizzazione, non facendo più distinguere la figura dallo sfondo, e di conseguenza non facendo più funzionare correttamente il sistema.
Un altro psicologo influenzato dalla Gestalt è lo statunitense Karl S. Lashley (1890-1958), considerato il padre fondatore della psicologia fisiologica nordamericana.
Lashley misurava il comportamento degli animali in condizioni standard, cercando di verificare la sua concezione telegrafica delle funzioni cerebrali, dove stazioni o centri specializzati comunicano tra loro attraverso cavi di collegamento (assoni e dendriti), e questi collegamenti possono essere stabiliti tramite l'apprendimento, e dove una lesione dei centri o delle vie di comunicazione distrugge il comportamento.
Lashley formulò nuovi principi sulle funzioni cerebrali: l'azione di massa, l'equipotenzialità e il funzionamento vicariante, e secondo lui, l'effetto della lesione sul comportamento non dipende tanto dalla specifica area lesa, ma dall'estensione della lesione, e siccome un comportamento può essere conservato nonostante il danneggiamento di una o più aree, le aree integre sono quindi capaci di svolgere le stesse funzioni delle aree lese, sono quindi equipotenziali e vicarianti.

La teoria dei sistemi cerebrali funzionali di Lurija
Aleksandr R. Lurija nasce a Kazan nel 1902, dove si laurea in scienze naturali nel 1921, e dove a soli 19 anni fonda la società psicoanalitica di Kazan.
Divenne anche segretario della società psicoanalitica di Mosca, e quando incontrò Vygotskij si interessò molto alla sua teoria storico-culturale, lasciando la psicoanalisi ed iniziando ad occuparsi di processi cognitivi nei bambini, prima di distaccarsi anche da Vygotskij per diversità di idee.
Nel 1936 si laureò anche in medicina a Mosca, ed iniziò a lavorare nell'istituto di neurochirurgia della stessa città, e quando ci fù la seconda guerra mondiale, diresse l'ospedale di riabilitazione neurochirurgica per i feriti di guerra, grazie al quale apprese molte cose sulle lesioni e le afasie.
Considerato uno dei massimi neuropsicologi del secolo, morì nel 1977.

Le fonti massime di ispirazione di Lurija, furono Freud, Vygotskij e Goldstein, anche se la psicoanalisi non venne mai ringraziata ufficialmente da lui, a differenza degli altri 2 contributi, nonostante avesse preso chiara ispirazione dai lavori di Freud sulle afasie e creò una sorta di psicoanalisi sperimentale.
Nei primi anni 60 formulò una concezione generale delle funzioni corticali superiori, e successivamente creò la teoria dei sistemi funzionali cerebrali, dove si afferma che le funzioni corticali superiori non devono essere ricondotte direttamente all'attività di una specifica struttura, ma sono date dall'attività integrata di diverse aree, dove ogni area ha una propria funzione semplice e dall'insieme integrato di queste funzioni semplici dipendono le funzioni complesse (sistemi funzionali) che sono alla base dei processi psichici umani.
I sistemi funzionali non sono determinati geneticamente, ma sono le loro parti semplici ad esserlo, che si combinano formando il sistema a seconda della spinta dei fattori sociali e culturali.
Non si parla quindi più di localizzazione rigida, ma di localizzazione dinamica, dove le funzioni mentali lavorano in sincronia, e dove il sistema funzionale non è fisso ed immutabile, ma si evolve con lo sviluppo (come testimonia il fatto che una lesione nelle aree corticali secondarie visive, nel bambino causa un cattivo sviluppo di altre aree, mentre nell'adulto solo dei deficit visivi).
Se i processi psichici sono un sistema funzionale così descritto, allora i sintomi devono riflettere un disturbo in questa organizzazione integrata nel suo complesso, così Lurija introdusse il concetto di sindrome, l'insieme dei disturbi prodotti da una lesione ad una particolare regione corticale che interessano sistemi funzionali diversi.
La teoria di Lurija quindi andò a stravolgere i concetti di funzione, localizzazione e sintomo.
Lurija distingueva 3 super sistemi o unità funzionali che interagiscono tra di loro: l'unità per la regolazione del tono del comportamento, del ciclo veglia-sonno, dei bisogni e delle emozioni; l'unità per la recezione, l'analisi e l'immagazzinamento dell'informazione; l'unità per la programmazione, la regolazione e il controllo dell'azione.
Lurija concluse inoltre che la corteccia prefrontale è fondamentale per lo sviluppo del comportamento integrato e volontario, e per la coscienza, inoltre Lurija credeva che il linguaggio è non solo un sistema di comunicazione interpersonale, ma anche il più potente mezzo di autoregolazione intrapsichica.
Per Lurija la psicologia doveva occuparsi anche della riabilitazione, per poter aiutare il prossimo, ma anche per capire meglio la dinamica funzionale del cervello, inoltre sosteneva che la personalità dell'individuo non doveva essere divisa nelle sue componenti normali e patologiche , ma che doveva essere valutata nell'insieme scaturito dalla loro integrazione.
Lurija ebbe molti allievi, tra cui Chomskaja e Cvetkova.

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