sabato 21 gennaio 2017

Psicopatologia (4/25): Schizofrenia

I fattori genetici giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo della schizofrenia, tuttavia non si tratta di una chiara modalità di trasmissione di tipo mendeliana, in quanto anche i fattori ambientali sembrano coinvolti nello sviluppo della schizofrenia.
Tra i possibili fattori ci sono i danni perinatali, le infezioni virali durante la gestazione, i problemi di perfussione ematica intrauterina, i fattori legati alla dieta, gli incidenti evolutivi e certi tipi di traumi infantili.
La schizofrenia è una malattia che colpisce una persona con una particolare configurazione psicologica, ed è probabile che non più del 10% dei pazienti schizofrenici risponda adeguatamente ad un trattamento di soli farmaci antipsicotici e ad un breve ricovero, il restante 90% necessita di un approccio multimodale che comprende psicoterapia psicodinamica e farmaci.
Non esiste ancora il trattamento della schizofrenia, tutti gli interventi terapeutici devono essere preparati su misura per ogni singolo paziente.
Si distingue cmq in:

  • sintomi positivi: i disturbi del contenuto del pensiero, i disturbi di percezione e le manifestazioni comportamentali che si sviluppano in breve tempo e sono accompagnate da un episodio psicotico acuto
  • sintomi negativi: caratterizzati da una assenza di funzioni, comprendono affertività coartata, povertà di pensiero, apatia e anedonia (Carpenter ha coniato la definizione di sindrome da deficit per indicare sintomi negativi chiaramente primari che persistono nel tempo)
  • relazioni personali disturbate: tendono a svilupparsi in un notevole arco di tempo e comprendono il ritiro, l'espressione inadeguata dell'aggressività e della sessualità, la mancanza di consapevolezza dei bisogni altrui, le pretese eccessive e l'incapacità di avere un contatto significativo con altre persone.
Ogni paziente schizofrenico ha problemi con le relazioni interpersonali e tutte e 3 queste categorie si sovrappongono ampiamente, e lo stesso paziente può spostarsi da un gruppo ad un altro nel corso della malattia.


Comprensione psicodinamica della schizofrenia


Freud pensava che la schizofrenia fosse caratterizzata dal disinvestimento energetico degli oggetti, definendola come una regressione in risposta a un'intensa frustrazione e al conflitto con altre persone.
Questa regressione dalle relazioni oggettuali a uno stadio evolutivo autoerotico avveniva parallelamente a un ritiro di investimento emotivo dalle rappresentazioni oggettuali e dalle figure esterne.
Secondo Sullivan, inadeguate cure materne determinano nel neonato un Sé carico d'angoscia e impediscono al bambino di ricevere soddisfazione per i suoi bisogni.
L'esordio della schizofrenia consiste nella rinascita di un Sé dissociato, che porta ad uno stato di panico e quindi alla disorganizzazione psicotica, e Sullivan ritiene che cmq anche negli schizofrenici più ritirati ci sia una capacità di rapporto interpersonale.
Una volta si dava molto la colpa ai genitori per questa malattia, ma oggi si prendono in considerazione tutti i fattori, sia quelli sociali, che intrapsichici e biologici, c'è il concetto di predisposizione genetica, e secondo Kendler e Eaves, i geni controllano il grado di sensibilità individuale nei confronti di aspetti ambientali predisponenti, che aumentano il rischio di schizofrenia, versus aspetti protettivi, che riducono tale rischio.
Quindi una positiva esperienza di crescita può proteggere individui ad alto rischio d'insorgenza, e sono stati individuati 2 fattori eziologici precoci: i fattori eziologici precoci (storia familiare di schizofrenia, complicazioni perinatali, separazione prematura, ecc...), i precursori comportamentali e sociali di malattia mentale (identificati da clinici, insegnanti, questionari, interviste).
Tra le manifestazioni comuni, ad esempio le allucinazioni o i deliri di grandezza compaiono spesso immediatamente dopo un affronto alla stima di sé del paziente schizofrenico, dove il contenuto grandioso del pensiero del paziente rappresenta il tentativo di compensare la ferita narcisistica.
Le relazioni interpersonali sono fonte di terrore per questi pazienti, e tutti gli autori psicodinamici sono concordi nell'affermare che una relazione con un clinico sensibile può migliorare la qualità di vita dei pazienti schizofrenici.


Criteri diagnostici DSM-IV per la schizofrenia

  • Sintomi caratteristici: due o più dei sintomi seguenti, ciascuno per un periodo di tempo significativo durante un periodo di un mese:
    1. Deliri
    2. Allucinazioni
    3. Eloquio disorganizzato
    4. Comportamento grossolanamente disorganizzato o catatonico
    5. Sintomi negativi, cioè appiattimento dell’affettività, alogia, abulia
  • Disfunzione sociale/ lavorativa
  • Durata (= segni continuativi del disturbo persistono per almeno 6 mesi)
  • Esclusione dei Disturbi Schizoaffettivo e dell’Umore
  • Esclusione di sostanze e di una condizione medica generale
  • Relazione con un Disturbo Pervasivo dello Sviluppo
La schizofrenia può essere divisa in più tipi: paranoide, disorganizzata, catatonica, indifferenziata, residua.

Criteri diagnostici per.Schizofrenia Tipo Paranoide
Un tipo di Schizofrenia nel quale risultano soddisfatti i seguenti criteri:
  1. Preoccupazione relativa a uno o più deliri o frequenti allucinazioni uditive.
  2. Nessuno dei seguenti sintomi è rilevante: eloquio disorganizzato, comportamento disorganizzato o catatonico, affettività appiattita o inadeguata
Criteri diagnostici per.Schizofrenia Tipo Disorganizzato
Un tipo di Schizofrenia nel quale risultano soddisfatti i seguenti criteri:
  • Sono in primo piano tutti i seguenti:
    1. eloquio disorganizzato
    2. comportamento disorganizzato
    3. affettività appiattita o inadeguata.
  • Non risultano soddisfatti i criteri per il Tipo Catatonico.
Criteri diagnostici per.Schizofrenia Tipo Catatonico
Un tipo di Schizofrenia nel quale il quadro clinico è dominato da almeno due dei seguenti sintomi:
  1. arresto motorio come evidenziato da catalessia (inclusa flessibilità cerea) o da stupor;
  2. eccessiva attività motoria (che è apparentemente senza scopo e non influenzata da stimoli esterni);
  3. negativismo estremo (resistenza apparentemente senza motivo a tutti i comandi, o mantenimento di una postura rigida contro i tentativi di mobilizzazione) o mutacismo;
  4. peculiarità del movimento volontario, come evidenziato dalla tendenza alla postura fissa (assunzione volontaria di pose inadeguate o bizzarre), da movimenti stereotipati, da rilevanti manierismi o smorfie;
  5. ecolalia o ecoprassia.
Criteri diagnostici per .Schizofrenia Tipo Indifferenziato
  • La manifestazione essenziale del Tipo Indifferenziato della Schizofrenia è la presenza di sintomi che soddisfano il criterio A della Schizofrenia ma che non soddisfano i criteri per il Tipo Paranoide, Disorganizzato o Catatonico.
Criteri diagnostici per .Schizofrenia Tipo Residuo
  • Il Tipo Residuo della Schizofrenia dovrebbe essere usato quando vi è stato almeno un episodio di schizofrenia, ma il quadro clinico attuale è senza sintomi psicotici positivi rilevanti (per es., deliri, allucinazioni, eloquio o comportamento disorganizzati).
  • Vi è manifestazione continua del disturbo come indicato dalla presenza di sintomi negativi (per es., affettività appiattita, povertà dell’eloquio, o abulia), o di due o più sintomi positivi attenuati (per es., comportamento eccentrico, eloquio lievemente disorganizzato, o convinzioni stravaganti). Se i deliri o le allucinazioni sono presenti, essi non sono rilevanti e non sono accompagnati da intensa affettività.
  • Il decorso del Tipo Residuo può essere limitato nel tempo, e rappresenta una transizione fra un episodio pienamente sviluppato e una remissione completa. Tuttavia, esso può anche essere continuamente presente per molti anni, con o senza esacerbazioni acute.

Altri disturbi correlati


Il Disturbo Schizofreniforme è caratterizzato da un quadro sintomatologico equivalente a quello della Schizofrenia eccetto che per la sua durata (per es., il disturbo dura da uno a sei mesi) e per l’assenza del requisito che prevede un deterioramento del funzionamento.

Il Disturbo Schizoaffettivo è un disturbo nel quale un episodio di alterazione dell’umore e i sintomi della fase attiva della Schizofrenia ricorrono assieme e sono preceduti o seguiti da almeno due settimane di deliri o allucinazioni senza rilevanti sintomi della sfera affettiva.

Il Disturbo Delirante è caratterizzato da almeno un mese di deliri non bizzarri in assenza di altri sintomi della fase attiva della Schizofrenia.

Il Disturbo Psicotico Breve è un disturbo che dura più di un giorno e si risolve entro un mese.

Il Disturbo Psicotico Condiviso è caratterizzato dalla presenza di un delirio in un soggetto che viene influenzato da qualcun altro con un delirio stabilizzato di contenuto simile.

Nel Disturbo Psicotico Dovuto a una Condizione Medica Generale, si valuta che i sintomi psicotici siano una conseguenza fisiologica diretta di una condizione medica generale.

Nel Disturbo Psicotico Indotto da Sostanze, si valuta che i sintomi psicotici siano una conseguenza fisiologica diretta di una sostanza d’abuso, di un farmaco, o della esposizione a una tossina.

Il Disturbo Psicotico Non Altrimenti Specificato viene incluso per classificare quadri psicotici che non soddisfano i criteri per alcuno dei Disturbi Psicotici specifici definiti in questa sezione, o per definire una sintomatologia psicotica a riguardo della quale si possiedono informazioni inadeguate o contraddittorie.

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