domenica 30 agosto 2015

Psicologia generale I (10/27): L'apprendimento secondo la prospettiva comportamentista

Il comportamentismo, o behaviorismo, può essere definito come il tentativo di chiarire il comportamento in termini di stimolo-risposta osservabile.
Gli stimoli sono eventi che accadono nell'ambiente, e le risposte sono gli atti osservabili.

Il fondatore del comportamentismo è John B. Watson (1878-1958).
Secondo questa corrente di pensiero, il comportamento dell'individuo è il frutto delle sue passate esperienze.
I comportamentisti cercano quindi di chiarire i processi fondamentali all'apprendimento, in termini di stimolo-risposta osservabile.

Il successore di Watson è (negli anni 30) Burrhus Fredric Skinner, che defini due processi di apprendimento distinti: Condizionamento classico e Condizionamento operante.


Il condizionamento classico


Il condizionamento classico si ha quando uno stimolo, che in precedenza non aveva suscitato nessuna risposta, arriva a produrre una risposta dopo che in seguito ad alcune prove ripetute, è stato abbinato ad uno stimolo che già da solo provoca la risposta.
Il condizionamento classico implica la formazione di nuovi riflessi.
Un riflesso è una sequenza stimolo-risposta, semplice e relativamente automatica, mediata dal sistema nervoso (un esempio è lo scatto della gamba quando si batte con un martelletto sul ginocchio).
Il riflesso può quindi essere modificato dall'esperienza, si parla quindi di assuefazione, quando si ha una progressiva diminuizione della risposta allo stimolo (non tutti i riflessi sono soggetti ad assefuazi).

Il fisiologo russo Ivan Pavlov scoprì che la saliva dei cani cambiava a seconda del cibo messo in bocca, inoltre scoprì, che dopo un po' che il cibo veniva proposto al cane tramite dei segnali premonitori, il cane produceva un tipo di saliva diversa a seconda dello stimolo associato ad un determinato cibo o ad un altro.
Pavlov definì questa risposta (la saliva), un riflesso condizionato, perchè dipendeva dalle specifiche condizioni che avevano caratterizzato la precedente esperienza del cane.
Lo stimolo condizionato, è invece lo stimola che evoca il riflesso condizionato, mentre il riflesso originale e la sua risposta diretta sono lo stimolo incondizionato e la risposta incondizionata.
Qualunque evento percepibile in ambiente può diventare uno stimolo condizionato.

Anche Aristotele aveva detto la sua sull'apprendimento, con il principio dell'associazione per contiguità, che dice che se due eventi si presenteranno ad una persona insieme, o in rapida successione, il ricordo di uno sarà associato a quello dell'altro.
L'unica differenza tra questo principio e quello classico, è che nel primo caso uno stimolo condizionato richiama un pensiero, mentre nel secondo, lo stimolo condizionato richiama un comportamento.

Successivi studi di Pavlov hanno poi dimostrato che se lo stimolo condizionato, se non associato allo stimolo incondizionato, perde di efficacia nel tempo nell'ottenere una risposta condizionata, questo fenomeno si chiama estinzione.
Una volta però che uno stimolo condizionato ha perso la sua risposta, dopo un po' sembra ripresentarsi questa risposta (recupero spontaneo), e basta un solo abbinamento con il precedente stimolo incondizionato, per ripristinare il condizionamento.
Quindi si può dire che il condizionamento se non continuamente abbinato, si inibisce, per poi riattivarsi da solo col tempo, o con un nuovo abbinamento col precedente stimolo incondizionato.

E' stato scoperto anche che, tanto più uno stimolo estraneo assomiglia allo stimolo condizionato, tanto più questo stimolo riesce ad evocare la risposta condizionata, si parla di generalizzazione.
Con il condizionamento discriminativo si riesce ad eliminare la generalizzazione tra due stimoli, rinforzando la risposta ad uno di essi, ed estinguendo la risposta all'altro.
Gli stimoli condizionati possono distinguersi dai loro simili anche se ad esempio se sono molto simili nel colore, basta che uno dei due non riceva mai lo stimolo incondizionato, che il soggetto tenderà a riconoscerlo e scartarlo anche se molto simile allo stimolo condizionato.

Watson usò le scoperte di Pavlov per i suoi esperimenti, associò per esempio, un rumore forte alla presenza di un peluche con il quale un bambino amava giocare spesso, risultato, il bambino dopo un po' si spaventava al solo vedere il peluche.

Con i farmaci si scoprì che il condizionamento portava ad una risposta contraria a quella che ci si aspettava.
La morfina ad esempio, se presa sempre nello stesso ambiente, perde di un po' della sua efficacia, perchè lo stimolo/effetto incondizionato del farmaco è la diminuzione del dolore, mentre la risposta dell'organismo è un effetto contrario che cerca di aumentare il dolore (perchè è un meccanismo idispensabile per l'organismo).
Quindi l'ambiente, stimola la risposta, che è l'aumento del dolore e non lo stimolo (la diminuizione).
Per lo stesso motivo, i drogati rischiano di andare in overdose quando, aumentando sempre di più la dose perchè l'ambiente inibisce l'effetto della droga, cambiano ambiente, e si ritrovano il massimo stimolo della droga, che può risultare letale.


Il condizionamento operante


Il condizionamento operante è il processo di apprendimento mediante il quale le conseguenze di una determinata risposta, influenzano il fatto che essa sia successivamente ripetuta.

Si definiscono risposte operanti, quelle risposte che fungono da strumenti per ottenere un determinato cambiamento sull'ambiente.

Edward Lee Thorndike fece degli esperimenti con una gabbia dove un topo affamato poteva uscirne solo se tirava un gancio.
Thorndike teorizzò che l'intelligenza  non è una caratteristica unitaria, ma un'isieme di capacità apprese.
Si scoprì anche che più il topo provava a tirare la leva, e più riusciva a farlo velocemente, imparando dai propri errori.
Con il metodo di Thorndike l'apertura della gabbia era una conseguenza della risposta e non un qualcosa che la precedeva.
Thorndike propose la legge dell'effetto: le risposte che in una particolare situazione producono un effetto soddisfacente, hanno più probabilità di essere riprodotte nelle situazioni simili successive.

Skinner creò una gabbia dove il topo a seconda della leva tirata, poteva ottenere del cibo o dell'acqua.
Dopo un po' di tentativi, il topo apprese perfettamente che leva utilizzare per ottenere una ricompensa.
Una risposta operante è qualsiasi atto comportamentale che produce un effetto sull'ambiente.
Il condizionamento operante è il processo con cui l'effetto di una risposta operante modifica le probabilità che essa sia nuovamente prodotta.
Il rinforzo è secondo Skinner, quel cambiamento dello stimolo che si verifica dopo una risposta, e che ne fa aumentare la frequenza.
Secondo Skinner, tutte le azioni che compiamo da quando ci alziamo a quando andiamo a letto, possono essere considerate risposte operanti che si rinforzano giorno dopo giorno.

Il comportamento operante è usato da una braca della psicologia clinica, la terapia del comportamento per modificare il comportamento (cattive abitudini) di alcuni pazienti.
Questa terapia consiste in una serie di alternative al comportamento cattivo, che portano a delle ricompense, mentre il comportamento cattivo viene associato solo a cose negative.
Un altro metodo è l'addestramento al biofeedback, dove viene prodotto un segnale per far capire al paziente quando viene effettuato il comportamento positivo (che magari per via di qualche deficit non riuscirebbe a cogliere), e si addestra il paziente a far durare questo segnale il più a lungo possibile.

Quando una risposta non viene mai prodotta nonostante gli stimoli, interviene il modellamento per approssimazione, che consente di raggiungere questa risposta per approssimazioni, volta dopo volta.
Un esempio di questo modello, è quello di distribuire ricompense che avvicinino alla risposta desiderata, come una sorta di pista per la soluzione finale.

Se una risposta operante cessa di produrre un rinforzo, questa si riduce sempre di più fino a scomparire (fenomeno dell'estinzione).
Quando si perde la risposta operante, la si può riottenere dopo un po' di tempo se si ripresenta il rinforzo.

In linea di massima, per far apprendere un comportamento, con il condizionamento operante, bisogna inizialmente tenere un'alta frequenza di rinforzi.
Una volta appreso lo stimolo, si può mantenerlo grazie a rinforzi saltuari (rinforzo parziale).
I quattro tipi di rinforzo parziale sono: a rapporto fisso, a rapporto variabile, a intervallo fisso, a intervallo variabile.
Una volta instaurato, un rinforzo operante è più duraturo se viene mantenuto con il rinfozo parziale, piuttosto che con quello continuo.
Un esempio di questa teoria è nel gioco d'azzardo, che tiene incollati i giocatori facendoli vincere di tanto in tanto.

Per il condizionamento operante, è importante anche la situazione in cui esso si svolge.

Un altro metodo di condizionamento operante è il condizionamento discriminativo, che attraverso lo stimolo discriminativo condizione il soggetto a smettere di rispondere in assenza di quello stimolo.
Un suono fa fare un'azione ad un topo, lo stesso suono quando cessa, fa smettere l'azione del topo.
Lo stimolo crea l'occasione perchè la risposta avvenga.

Successivi esperimenti hanno combinato più stimoli e più risposte, ad esempio:
studio -> laurea -> stipendio più alto -> comprare qualcosa
Si definisce rinforzo primario, lo stimolo che valore di rinforzo anche senza precedente addestramento, mentre il rinforzo secondario è quello stimolo che ha ottenuto valore di rinforzo dopo l'addestramento.
Un esempio è anche quando si isegna ad una scimmia come ottenere un gettone, che poi utilizza per ottenere del cibo.

Si parla di rinforzo negativo, quando l'abolizione dello stimolo che consegue una risposta, rende questa risposta più probabile.
Esempi di rinforzi negativi sono la scarica elettrica, un rumore forte, un pizzicotto, cioè elementi che l'organismo cerca di evitare.

La punizione è l'opposto del rinforzo, ovvero è il processo tramite il quale le conseguenze di una risposta ne riducono la probabilità di ripetersi.
Esiste anche in questo caso, la punizione positiva, e la punizione negativa.
La punizione può essere diseducativa perchè può insegnare a fare del male per ottenere qualcosa.
Inoltre la punizione può andar bene per sopprimere certi comportamenti, ma difficilmente serve a promuoverne degli altri sostituvi.
Quindi gli educatori consigliano l'utilizzo del rinforzo positivo, o quando occorre una punizione, consigliano di usare la tecnica del time-out, che consente di spostare il bambino fuori dal contesto e lasciarlo immobile e seduto per diverso tempo, in modo resettarlo, impedendogli di effettuare i comportamenti negativi.

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