sabato 20 agosto 2016

Psicologia dinamica (5/13): La società psicoanalitica

La società psicologica del mercoledì sera


Le sedute iniziarono nel 1902 col nome di serate psicologiche del mercoledì a casa di Freud, diventando poi note come riunioni del mercoledì sera e nel 1908 si trasformarono nella società psicoanalitica di Vienna.
Chi si trovava a casa di Freud si interessava della psicologia in senso ampio, erano persone insoddisfatte della psicologia contemporanea, in cerca di nuove idee, ed il gruppo era alquanto eterogeneo, era composta da medici, educatori, scrittori ed altri lavoratori.
Questi seguaci non erano considerati veri allievi e l'armonia si rovinò presto a causa di grosse diversità di vedute dovute al tipo di mansione svolta, così si formarono fazioni e rivalità (anche verso Freud) che si risolsero con l'uscita dalla società di alcuni membri, e questo servì a rafforzare la coesione del restante gruppo.


Tra i membri più famosi della società psicoanalitica c'era Adler, che Freud nominò addirittura presidente, nonostante le sue idee dopo un po' diventarono divergenti dal pensiero di Freud, dato che Adler dava troppa importanza alla base biologica della nevrosi (dicendo che questa malattia era un risultato di un tentativo di sovracompensare per via psichica l'inferiorità dell'uno o dell'altro organo) e sopravvalutava anche l'importanza del fattore sociale (il conflitto psichico interno è uguale al conflitto sociale esterno tra classe espropriata e classe dominante, e secondo lui il fattore inferiore è femminile e quello superiore è maschile, il motivo della nevrosi sarebbe il conflitto derivato dal voler essere uomo, conflitto tra parte omosessuale e eterosessuale e chiama tutto ciò protesta virile, che non è più soddisfazione di brama sessuale, ma di brama di potere).
Molti seguaci di Freud si opposero alle idee innovative di Adler, così egli uscì dalla società con i suoi seguaci.
Altre separazioni importanti furono quelle da Jung e da Rank.


In quei primi anni era difficile ottenere materiale clinico adatto alla ricerca psicoanalitica, così all'inizio si discussero problemi d'arte, letteratura, mitologia, religione, educazione.
Dallo sconosciuto gruppo del mercoledì nacque la società psicoanalitica di Vienna e successivamente l'Associazione psicoanalitica Internazionale, e la società fu sciolta nel 1938, quando Hitler occupò l'Austria.

I membri della società psicoanalitica del mercoledì sera: Alfred Adler, David Bach, Alfred Bass, Guido Brecher, Adolf Deutsch, Paul Federn, Philipp Frey, Max Graf, Adolf Hautler, Hugo Heller, Eduard Hitschmann, Edwin Hollerung, Albert Joachim, Max Kahame, Alfred Meisl, Otto Rank, Rudolf Reitler, Isidor Sadger, Maximilian Steiner, Wihelm Stekel, Rudolf von Urbantschitsch, Fritz Wittels.


I primi allievi di Freud


Tra i primi allievi di Freud ci furono:
  • Otto Rank (1884-1939): fu tra i membri più creativi, scrisse e pubblicò molti lavori sul narcisismo, sul simbolismo, sul confronto tra folklore e teorie sessuali infantili, sull'analisi del sogno.
    Tra le pubblicazioni di Rank c'è il trauma della nascita, dove egli propone una nuova teoria della genesi dello sviluppo mentale fondata sull'angoscia di separazione connessa all'atto della nascita.
    Rank si divise dal gruppo nel 1925.
  • Hanns Sachs (1881-1947): aprì uno studio psicoanalitico a Zurigo, fu un grande divulgatore e si occupò anche di psicologia del cinema.
  • Paul Federn (1871-1949): si incontrò con Freud nel 1902 e successivamente sviluppò delle sue idee sulla psicologia sociale e fece studi sulla delinquenza, approfondendo anche la dinamica delle psicosi.
  • Max Eitingon (1881-1943): organizzò ad Israele la società psicoanalitica palestinese.
  • Geza Roheim (1891-1953): ricevette il premio per il miglior lavoro di psicoanalisi applicata per il suo studio sul totemismo australiano e si interessò allo studio dei sogni e dell'inconscio delle popolazioni primitive.
  • Wilhelm Reich (1897-1957): si occupò dell'analisi del carattere.
    Reich affermava che i pazienti non sono subito accessibili all'analisi, che vanno superate delle difficoltà (la ribellione verso la regola fondamenta), tramite l'educazione diretta all'analisi (ottenuta con l'informazione, la persuasione, la rassicurazione, la sollecitazione), influenzando il paziente, stabilendo un adeguato transfert, oppure tramite il tentativo di sostituire le misure educative con interpretazioni analitiche (metodo più difficile e non perseguibile con tutti i pazienti).
    Questo secondo metodo non induce il paziente all'analisi tramite persuasione, ma si concentra sul significato immediato del comportamento del malato, cercando di esplicarglielo (ad esempio smascherando i complessi di inferiorità) e facendo così un'analisi del carattere.
    C'è anche la distinzione tra nevrosi sintomatiche e nevrosi caratteriali (nelle prime sono più evidenti i sintomi, nelle seconde i tratti nevrotici del carattere), e si infierito che da ogni sintomo si può arrivare alla sua base reattiva caratteriologica, dato che il sintomo è motivato solo da un numero limitato di atteggiamenti inconsci.
    Il carattere nevrotico costituisce una corazza protettiva che genera un equilibrio, il quale viene messo in pericolo dall'analisi, e quindi da questo meccanismo protettivo narcisistico dell'Io provengono delle resistenze.
    E' importante fare attenzione agli atteggiamenti dei pazienti, vedere come essi raccontano le storie, come si esprimono, se commettono lapsus, studiando anche i loro sogni (e perfino i silenzi, in quanto non c'è situazione in cui il paziente non produca del materiale analizzabile).
    La differenza tra l'analisi di un sintomo e quella di un tratto caratteriale nevrotico è che il sintomo è isolato, mentre il carattere deve continuamente essere messo in rilievo dall'analisi, in modo che il paziente acquisti nei suoi confronti lo stesso atteggiamento che ha verso il sintomo.
    Il malato si ribella al pericolo dell'analisi, spesso con pulsioni aggressive, ma nel momento in cui si comporta così, si risveglia anche la prima esplosione affettiva, ed allora la partita è vinta perchè il blocco affettivo è spezzato ed il paziente diventa analizzabile (quindi la difficoltà risiede nell'attivare l'aggressività).
    I pazienti narcisisti hanno una resistenza particolare, parlano con gerghi tecnici per non farsi capire, ma quando l'analista svela al paziente che egli parla così per nascondersi, questi si ribella e allora può esserci il crollo delle difese.
    Quando c'è una buona comprensione caratteriale si verifica dunque il crollo dell'Io, il quale si deve poi riorganizzare per adattarsi alla nuova realtà messa il luce dall'analista, e spesso il paziente cambia carattere (da timido diventa più libero, da pauroso a coraggioso, ecc...). 


Amici e colleghi


Tra gli amici e i colleghi di Freud c'è:
  • Oskar Pfister (1873-1956): fece ricerche sulla tecnica del metodo terapeutico psicoanalitico, sull'importanza etiologica della sessualità nell'insorgere della nevrosi, su religione e isteria, sulla psicologia dell'arte, su filosofia e psicoanalisi, sull'assistenza spirituale analitica, sul cristianesimo e angoscia.
  • Marie Bonaparte (1882-1962): si occupò di psicoanalisi per tutta la vita, soprattutto della sessualità femminile. 


La società psicoanalitica britannica


Tra i grandi della psicoanalisi inglese ci fu Ernest Jones (1879-), il quale incontrò per la prima volta Freud al congresso di Salisburgo.
Jones era considerato un uomo molto intelligente ma dalla vita tormentata (ricevette denunce di molestie da una donna e di cattivo comportamento da parte di dei bambini).
Nel 1909 riuscì a far fare un simposio di psicoterapia ad Harvard, presentando il primo lavoro di psicoanalisi in America.
Successivamente si crearono tensioni a causa del supporto offerto alla Klein da Jones, e nel 1913 fondò la società psicoanalitica di Londra (sciolta e rifondata nel 1919).
Jones ebbe anche da ridire sull'origine dell'angoscia proposta de Freud e quando Jones fece venire la Klein a Londra, questo fu visto come un atto politico, un avvio alla rottura.


Dopo Jones, la maggiore potenza della società britannica era Edward Glover (1888-).
Glover era in perenne competizione con il fratello James ed entrambi entrarono a far parte della società psicoanalitica, e quando il fratello morì, Glover decise di assumere tutte le sue cariche, finendo per ammalarsi di melanconia.


La psicoanalisi in Francia


La psicoanalisi tarda ad instaurarsi in Francia e quando lo fa è grazie alla moda psicoanalitica lanciata dai surrealisti negli anni 20.
Si può quindi parlare di psicoanalisi francese agli inizi degli anni 30, quando nel 1926 viene fondata la sociètè psychanalitique de Paris, promuovendo l'uso della tecnica psicoanalitica come completamento e alternativa rispetto ad altre tecniche psichiatriche.
Tuttavia questa società modificava i termini di Freud, li riadattava per il pubblico francese, e solo nel 1945 si hanno i primi tentativi di ritornare alle teorie originarie di Freud, momento in cui c'è la massima medicalizzazione della psicoanalisi in F
rancia.
All'interno di questa società ci sono 2 modelli, uno strettamente terapeutico (la psicoanalisi come una psicoterapia razionale che tiene conto della struttura dell'Io e delle sue relazioni oggettuali, senza escludere la presenza di cause organiche all'origine delle patologie psichiatriche) ed uno interdisciplinare (psicoanalisi non necessariamente terapeutica ma come strumento di indagine della realtà psichica, in un'azione parallela a quella di altre discipline).
Questi 2 modelli nel 1953 creano una scissione con la nascita di una nuova società (la sociètè Francaise de Psychanalyse) fondata da  Lagache e Lacan, dove la psicoanalisi viene concepita non più come esplorazione dell'inconscio, ma come analisi della condotta, ed è chiamata a fornire un fondamento teorico e un modello di pratica terapeutica alla psicologia clinica.
Lancan difende la specificità psicoanalitica contro ogni aggressione da parte della medicina e di altre scienze, e promuove un vero e proprio ritorno alle teorie originarie di Freud.



La psicoanalisi in Russia


La psicoanalisi in Russia nasce nel 1909 con il primo convegno psicoanalitico tenutosi a Salisburgo.
Tra i primi pionieri della psicoanalisi Russa c'è Nicolai J. Osipov, ed in generale si può notare che la maggior parte degli psichiatri russi andava a formarsi in Europa, in particolare a Zurigo e a Ginevra.
Un altro famoso dei tempi è Leonid Drosnes, il quale indirizzò a Freud un suo paziente, che poi diventò un caso famosissimo della psicoanalisi (L'uomo dei lupi).
Altri famosi furono Sabina Spielrein, Tatjana Rosenthal e Wulff.
Nasce inoltre la casa sperimentale dei bambini di Mosca, primo esempio di asilo psicoanalitico d'Europa, dovuto all'impegno di Vera Schimidt, la quale avrà un ruolo di primo piano nella associazione psicoanalitica Russa fondata nel 1922 e divisa in 3 sezioni dedicate all'arte e alla letteratura, alle applicazioni pedagogiche della psicoanalisi e alla clinica.



La psicoanalisi in Italia


I pionieri della psicoanalisi in Italia furono:
  • Edoardo Weiss (1889-1970): diviene membro della società psicoanalitica viennese e nel 1932 ricostruisce la società psicoanalitica italiana, spostando la sede a Roma.
  • Cesare Musatti (1897-1989): Allievo di Benussi, il quale lo introdusse alla psicologia sperimentale, alla suggestione e alla psicoanalisi, si interessa anche alla Gestalt, diffondendola anche in Italia.
  • Marco Levi Bianchini: diventa direttore del manicomio di Teramo, diffuse la psicoanalisi in Italia tramite alcune traduzioni di testi di Freud.
  • Nicola Perrotti: Allievo di Weiss, ha svolto ricerche nel campo della psicosomatica, della suggestione, della psicologia di gruppo.
  • Emilio Servadio: fece scritti sull'ipnotismo, la magia, la psicoanalisi, il surrealismo e il magnetismo, e divenne un punto di riferimento in campo psicoanalitico e sessuologico, oltre a diventare presidente della società psicoanalitica italiana.
  • Alessandra Tomasi di Lampedusa (1895-1981): Principessa, fu ammessa all'istituto di psicoanalisi di Berlino, a Roma conobbe Weiss e successivamente svolse il difficile compito di importare Freud in Sicilia, partecipando anche allo storico congresso di psicoanalisi del 1946.
  • Eugenio Gaddini (1916-1985): Studiò l'organizzazione mentale di base, un'area non ancora strutturata che precede la costellazione onirica, studiandone le fantasie difensive precoci, il tipo di aggressività.
    Elaborò una teoria dei processi imitativi, e affermò che l'emergere dell'immagine del padre nel percorso di crescita, porta dalla fusione duale alla differenziazione e al riconoscimento dell'identità di genere.
    Gaddini sottolinea la natura processuale dello sviluppo, che partendo dall'area psico-orale giunge al graduale riconoscimento di stimoli esterni al Sè, affermando che imitazioni e introiezioni confluiscono in questo processo via via più integrato detto identificazione.
    Il modello di Gaddini segnala la dimensione della separazione come scansione cruciale dello sviluppo, dove ad ogni passo successivo della crescita è come se si ripetesse nella mente il pericolo vissuto al momento del primo distacco, pericolo tanto più invadente, tanto più il distacco è stato vissuto in modo traumatico.
  • Franco Fornari (1921-1985): Assistente di Musatti ha un interesse verso i momenti originari dell'insorgere della patologia e si fa portavoce dell'opera della Klein.
    Fornari assimila contenuti provenienti da diversi ambiti disciplinari, rielaborando e riformulando, creando ad esempio la teoria coinemica, la teoria dei codici affettivi.
    Parlando anche della paranoia primaria, un processo attraverso il quale nel nostro inconscio, la persecuzione della nascita non viene messa in rapporto tra madre e bambino, ma viene messa dentro un significante del padre, sulla cui figura viene proiettata la violenza del parto e della relazione madre-bambino, consentendo quindi la possibilità di sopravvivenza psicologica.
    Fece anche dei saggi dove indagava sulle motivazioni inconsce alla base dei conflitti bellici, promuovendo la responsabilizzazione del singolo individuo e sulla consapevolezza della propria distruttività. 

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