domenica 21 agosto 2016

Psicologia dinamica (6/13): Melanie Kleine

La teoria kleiniana delle pulsioni è radicata nella metapsicologia tradizionale, piuttosto che nella neurobiologia contemporanea, ed insiste molto nel sottolineare l'importanza degli istinti.

La teoria delle pulsioni e delle relazioni oggettuali
Gli studi non rieducativi della Klein sui bambini piccoli hanno portato alla luce le angosce paranoidi (paure di attacchi esterni) e le angosce depressive (intensi sentimenti di colpa per fantasie di danni causati agli oggetti amati).
La Klein sostiene che fin dalla nascita sono operanti le pulsioni di vita e di morte, dove l'aggressività innata è la manifestazione della pulsione della morte.
Ogni impulso d'istinto è quindi rappresentato da una fantasia inconscia che riflette il Sé e l'oggetto sotto l'influenza di emozioni rozze e primitive (prototipi di amore e odio).
La prima manifestazione della pulsione di morte è il sadismo orale (paura di divorare gli oggetti, dando origine alle fantasie di un seno cattivo, distruttivo e divoratore), il quale è rafforzato dal trauma della nascita e successivamente da origine a fantasie di frustrazioni provocate alla madre (frustrazione per i bisogni corporei).
Le principali emozioni provocate dall'aggressività orale sono l'invidia (l'odio per l'oggetto negato ed il desiderio di rovinarlo per eliminare l'invidia) e l'avidità.
La frustrazione quindi  si evolve in fantasie paranoidi persecutorie, dove l'invidia da origine all'avidità e la rinforza (l'invidia orale è alla base della successiva invidia del pene e dell'altro sesso), e poi sfocia nell'invidia della creatività degli altri, creando anche sensi di colpa procurati dal timore dell'invidia degli altri verso la propria creatività.
C'è poi la gelosia che è tipica delle situazioni triangolari del complesso edipico, mentre la libido (la pulsione di vita) si esprime fin dall'inizio di vita, tramite oggetti piacevoli come il seno buono, oggetti investiti libidicamente e introiettati come oggetti interni permanenti di emozioni che rappresentano le primissime manifestazioni d'amore.
Le fantasie sul seno buono sono introiettate come identificazione dell'Io o come l'oggetto interno buono, e la proiezione di questo oggetto interno in nuovi oggetti esterni costituisce la base della fiducia, del desiderio di esplorare la realtà, dell'apprendimento e della conoscenza.
In definitiva, gli oggetti interni buoni favoriscono la sintesi dell'Io.
L'emozione principale connessa all'espressione della libido è la gratitudine, e la Klein respinge il fatto che nelle primissime fasi evolutive il bambino sia incapace di rispondere affettuosamente ad oggetti gratificanti.
La gratitudine fa diminuire l'avidità e genera la generosità autentica (che è diversa dalla generosità reattiva, una difesa contro l'invidia), inoltre, il senso di colpa, rafforza la gratitudine ma non la crea.
Sia le pulsioni di vita che quelle di morte sono collegate alle relazioni oggettuali.
L'autoerotismo si fonda su esperienze gratificanti con la madre (prima relazione oggettuale) ed il narcisismo rappresenta un'identificazione con l'oggetto buono.
La pulsione di morte è sia proiettata nelle paure paranoidi, sia in parte fusa con la libido, creando le tendenze masochistiche.
Quindi stimoli esterni investiti libidicamente o aggressivamente diventano oggetti primitivi, i quali sono prima oggetti parziali (caratteristica della posizione schizoparanoide) e solo successivamente diventano oggetti interi (nella posizione depressiva).
Come oggetto parziale si intende un aspetto parziale di una persona reale (es. seno) percepito dal piccolo come l'oggetto con cui si ha relazione, oppure si intende una parte o un'intera persona percepita in maniera deformata a causa della libido o aggressività proiettata, in modo che questi oggetti siano o del tutto buoni o del tutto cattivi.
Quindi, il seno buono e il seno cattivo sono i primissimi oggetti parziali coinvolti nelle primissime fantasie inconsce che rappresentano rispettivamente la libido e l'aggressività.
Gli oggetti interni buoni e cattivi sono quindi un diretto riflesso delle vicende dell'aggressività e della libido innate.

L'Io precoce e le sue difese
Secondo la Klein, l'Io ha origine dall'Io e dall'Es che tentano di affrontare la realtà esterna, in quanto l'Io comincerebbe a strutturarsi con l'inizio della vita, con le sue funzioni: l'angoscia, le difese contro di essa, l'introiezione, la proiezione, le relazioni oggettuali e le funzioni di integrazione e di sintesi.
Ci sono inizialmente paure orali di essere divorati, poi paure anali di essere controllati ed avvelenati, paure che poi si modificano in contenuti edipici di evirazione.
Queste paure persecutorie costituiscono la base dei deliri persecutori nella schizofrenia e nelle psicosi paranoidi, e secondo la Klein, fattori costituzionali determinano il grado di tolleranza all'angoscia.
Le paure persecutorie sono inoltre all'origine di una primitiva angoscia del Super-Io.
L'introiezione e la proiezione sono 2 processi primari che determinano la crescita dell'Io e costituiscono con la scissione delle fondamentali misure di difesa contro l'angoscia.
L'introiezione e la proiezione favoriscono l'integrazione dell'Io e neutralizzano la pulsione di morte, le esperienze buone e cattive vengono proiettate, e la proiezione di stati interni di tensione e di stimoli esterni penosi, costituisce l'origine delle paure paranoidi, mentre la proiezioni di stati piacevoli dà origine alla fiducia di base.
Nel primissimo stadio dello sviluppo (la posizione schizoparanoide), tutta l'aggressività è proiettata all'esterno, mentre nella successiva posizione depressiva, la proiezione dell'aggressività è solo parziale e si verificano la reintroiezione e la tolleranza degli oggetti esterni cattivi come persecutori interni che finiscono per costituire il Super-Io precoce.
La tendenza a percepire gli oggetti come ideali (totalmente buoni) o persecutori (totalmente cattivi) è la conseguenza del precoce funzionamento difensivo della scissione (la separazione attiva di esperienze, percezioni ed emozioni buone, collegate agli oggetti, da quelle cattive).

Posizioni evolutive
Secondo la Klein, la posizione schizoparanoide si ha nella prima metà del primo anno di vita, mentre la posizione depressiva si ha nella seconda metà.
L'angoscia e le difese schizoparanoidi e depressive costituiscono una sequenza attivata in tutte le condizioni cliniche, e la schizoparanoia è caratterizzata dalla prevalenza della scissione e di altri meccanismi collegati, da relazioni oggettuali parziali e da una paura riguardante la sopravvivenza dell'Io, paura che assume la forma di angoscia persecutoria.
L'angoscia persecutoria deriva da pulsioni orali e sadico-anali, che entro certi limiti d'intensità sono una normale caratteristica della primissima fase dello sviluppo, e se non sono in eccesso, consentono al piccolo di passare nella posizione depressiva, viceversa si può avere una fissazione a questo livello e può nascere la schizofrenia e la psicosi paranoide.
I principali sistemi difensivi della posizione schizoparanoide sono la scissione, l'identificazione proiettiva, il soffocamento, l'artificialità delle emozioni, e l'idealizzazione ed il diniego della realtà esterna ed interna.
Nella scissione, sia l'oggetto che le pulsioni vengono scissi, in modo che gli oggetti buoni e quelli cattivi vengono mantenuti separati, l'identificazione proiettiva consiste invece nella proiezione in un'altra persona di parti scisse dell'Io o del Sé o di un oggetto interno, dove, al posto che dissociarsi dalla parte proiettata, l'Io mira a insediarsi nell'oggetto esterno e a controllarlo.
Un'aggressività eccessiva da origine ad un eccesso di meccanismi di scissione, volti a proteggere gli oggetti buoni da quelli cattivi, e quando l'aggressività è molto forte e gli oggetti cattivi predominano, si può avere una scissione secondaria degli oggetti cattivi in frammenti, proiettati in oggetti multipli che diventano persecutori multipli.
I meccanismi di scissione sono anche correlati al soffocamento e all'artificialità delle emozioni, le quali proteggono l'Io dalla consapevolezza della propria aggressività e angoscia persecutoria.
I meccanismi di scissione sono anche correlati al diniego della realtà esterna ed interna, e diniego e scissione si rafforzano a vicenda, impoverendo l'esame della realtà.
La scissione è inoltre collegata all'idealizzazione, che è l'esagerazione delle buone qualità degli oggetti interni ed esterni e il diniego e la scissione di impressioni contraddittorie sulle caratteristiche reali dell'oggetto.
Gli oggetti esterni idealizzati proteggono dagli oggetti persecutori, ed il predominio dell'aggressività sulla libido provoca un eccessivo sviluppo dell'idealizzazione.
L'idealizzazione protegge la persona dalla realtà insopportabile, ma ha un grosso prezzo, la perdita dell'esame della realtà e può dare origine a stati d'esaltazione psicotici.
L'eccessivo sviluppo dell'identificazione proiettiva invece, può provocare il pensiero delirante che tutto il potere è concentrato negli oggetti esterni e si percepisce il Sé come debole ed impoverito.
Le paure ipocondriache hanno origine dalla proiezione di paure persecutorie in zone, organi e funzioni del corpo del paziente.
I tratti ossessivi possono riflettere una difesa secondaria dalle paure di controllo esterno, la quale difesa si manifesta nell'assumere il controllo nell'affrontare la realtà esterna.
La Klein sostiene che le funzioni cognitive in via di sviluppo consentono al piccolo di diventare consapevole del fatto che gli oggetti esterni sono da ricomporre, e che la madre come oggetto interno ha parti buone e cattive, e questo consente il passaggio dalla fase schizoparanoide alla depressiva.
L'angoscia o il senso di colpa depressivi si esprimono nella preoccupazione che è più importante preservare gli oggetti buoni dell'Io che l'Io stesso, ed un meccanismo che perdura anche nella frase depressiva è l'idealizzazione, che si ha sull'oggetto buono e non più tramite scissione, ma su una difesa dai sensi di colpa verso l'oggetto.
L'aggressività interna verso l'oggetto buono è dunque riconosciuta al posto di essere scissa o proiettata e l'oggetto viene idealizzato, in modo da non esser distrutto.
Quest'idealizzazione depressiva porta ad un'iperdipendenza dagli altri, cmq sono gli stessi meccanismi della posizione depressiva che tendono a risolvere le angosce depressive, quindi, a differenza della posizione schizoparanoide, quella depressiva contiene potenzialità di crescita.
Le operazioni difensive della fase depressiva sono: la riparazione, l'ambivalenza e la gratitudine.
Questi meccanismi sono reciprocamente collegati e si rinforzano tra loro, la riparazione è lo sforzo per ridurre il senso di colpa per aver attaccato l'oggetto buono (cercando di ripararlo e di proteggerlo), ed è all'origine della sublimazione, la gratitudine è presente fin dalla nascita e rafforza l'amore per l'oggetto per preservarlo (il senso di colpa rafforza la gratitudine, e la gratitudine e la riparazione si rafforzano a vicenda, aumentando la capacità di fidarsi degli altri e la capacità di dare e ricevere amore), infine nell'ambivalenza il bambino approfondisce la sua comprensione di sé e degli altri, facendo nascere l'empatia e facendo comprendere le differenze sessuali (ponendo le basi per il complesso edipico).

Il lutto
Nella posizione depressiva le fantasie più frequenti del bambino sono che la madre è stata persa o distrutta a causa dell'avidità e delle sue fantasie distruttive.
Questi processi di lutto sono favoriti dallo svezzamento dal seno e dalla perdita, ed il venir meno a questa posizione depressiva porta al lutto patologico o allo sviluppo reattivo delle difese maniacali.
Nel lutto patologico la riparazione non rassicura il bambino sulla propria bontà e l'ambivalenza porta alla disperazione (l'odio prevale sull'amore) e si sviluppano fantasie sulla perdita degli oggetti buoni.
Secondo la Klein, normalmente il Super-Io deriva dagli oggetti cattivi reintroiettati, precedentemente scissi e proiettati nella posizione schizoparanoide, ed essa considera inoltre la depressione come l'espressione clinica del lutto patologico ed interpreta i deliri ipocondriaci in relazione a fantasie inconsce di distruzione di oggetti interni.
Quindi la depressione e la psicosi maniaco-depressiva riflettono l'incapacità di instaurare saldamente un buon oggetto interno nella prima infanzia, e quindi i depressi adulti non sono riusciti ad elaborare la posizione depressiva infantile.
Le difese maniacali comprendono l'idealizzazione, usata per proteggere il Sè idealizzato dal senso di colpa e con fantasie di fusione del Sé con oggetti buoni, poi c'è il trionfo, un senso di trionfo verso l'oggetto perduto che denota desideri di morte verso di esso (secondo la Klein il trionfo maniacale è presente in piccole parti in tutti i lutti anche non patologici, generando il senso di colpa inconscio), c'è l'onnipotenza (l'identificazione con un oggetto buono idealizzato e potente ed il diniego di altri oggetti meno belli, che porta al controllo degli altri per sentirsi più sicuri), il disprezzo (accompagna spesso l'onnipotenza), l'introiezione coatta (sviluppo patologico dei rapporti coatti con gli oggetti, dove si pensa che siccome ci sono tanti oggetti, anche se ne manca qualcuno non succede niente), ed infine l'identificazione col Super-Io (ovvero l'identificazione col Super-Io sadico, il senso di colpa e l'aggressività vengono negati e proiettati su oggetti esterni, trattati poi come il Sé cattivo e così odiati e disprezzati).

Sviluppo del Super-Io e complesso edipico
I problemi edipici plasmati sotto le pulsioni orali, sono attivi secondo la Klein, fin dal primo anno di vita del bambino, e questi stadi preliminari sono secondo lei, la base del complesso edipico classico.
La Klein mette in relazione l'origine del Super-Io con la posizione depressiva, ed ipotizza che il Super-Io derivi dagli oggetti cattivi reintroiettati e proiettati.
Quindi il senso di colpa deriva dalla reintroiezione del sadismo proiettato e il Super-Io è la sintesi degli oggetti interni cattivi con un aspetto che riflette oggetti interni introiettati.
Nel quadro normale della posizione depressiva, si ha il predominio dell'amore sull'odio e l'interiorizzazione nel Super-Io di oggetti interi esigenti prevalentemente buoni che neutralizzano gli oggetti cattivi.
Anche in situazioni normali il Super-Io ha una certa contaminazione degli oggetti buoni da parte dei cattivi, ma nella patologia, il Super-Io è eccessivamente crudele, esigente e perfezionista, impedendo così di elaborare la posizione depressiva, provocando una grave depressione o addirittura la regressione allo stadio schizoparanoide (provocando il rafforzamento di paure persecutorie al posto di quelle depressive e trasformando il sadismo originario in odio del Super-Io verso l'Es).
Nei bambini, il complesso edipico negativo si ha con il desiderio di dipendenza orale dal padre (positivo nelle bambine), e l'esagerazione di questo stato può portare all'omosessualità nei maschi e all'isteria nelle femmine.
Nei maschi, la dislocazione delle fantasie orali determina l'angoscia da evirazione (trasformando la madre in una figura pericolosa e rendendo difficile l'identificazione edipica positiva col padre), mentre nelle femmine, quest'aggressività orale ostacola l'instaurarsi di relazioni edipiche positive (quest'aggressività orale inoltre, provoca l'invidia per l'altro sesso).
I divieti del Super-Io contro la sessualità edipica derivano in gran parte dalla natura sadica del Super-Io primitivo, a sua volta conseguenza di primitive fantasie inconsce che riflettono il sadismo orale.

Problema di definizione di tecnica kleiniana
La Klein non scrisse mai una sintesi della sua tecnica, ed i suoi riferimenti tecnici sono dispersi nel materiale clinico ed in uno solo dei suoi libri.
I kleiniani cmq, sono molto fedeli alla situazione psicoanalitica classica, e trattano il materiale del paziente solo attraverso l'interpretazione del transfert.
I kleiniani sostengono che è importante analizzare i conflitti intrapsichici inconsci al livello delle angosce più profonde del paziente, e questo livello rappresenta sempre le angosce psicotiche, quindi i kleiniani sostengono che: le difese, le angosce e i conflitti inconsci che caratterizzano la schizofrenia, sono presenti in tutti i casi.
Per questo motivo i kleiniani usano la stessa tecnica per tutti i pazienti, in qualsiasi stato e grado di gravità.
La Klein inoltre sottolinea di esplorare bene conflitti e difese precoci nelle fasi iniziali e terminali dell'analisi.


I primi passi della psicoanalisi infantile


Frau Melanie Klein
ha letto il suo lavoro sull'analisi dei bambini all'incontro della società psicoanalitica di Berlino.
Nel suo lavoro la Klein mostrava come gli stessi fattori esistenti nelle psiconevrosi degli adulti, potessero essere riscontrati nelle ansie morbose, nelle azioni ossessive e nelle inibizioni dei bambini, affermando anche che il complesso edipico si aveva già in età molto precoce.
Il metodo d'analisi della Klein consisteva nel dare al bambino la massima libertà nella stanza in cui si trovava e di incoraggiarlo a giocare con i giocattoli, ad inventare assieme giochi, a raccontare storie, osservando così le sue azioni ed espressioni verbali, interpretandole.
Le critiche rivolte alla Klein erano soprattutto di natura teorica, ma lei rispose che il bambino è come l'adulto e risulta in grado di padroneggiare maggiormente i suoi conflitti mentali quando questi vengono portati alla coscienza, e che è l'influenza inibente dell'Io ideale introiettato a non permettere la comprensione dei fatti sessuali.
Quindi i bambini nervosi inibiti mostrano una formazione di sintomi completa che coinvolge un meccanismo di rimozione difettoso, e questi possono avere l'angoscia da castrazione ed il senso di colpa già in tenera età.
La Klein sostiene che i bambini diventano consapevoli del proprio desiderio solo attraverso il gioco (e non nella realtà) e che poi accettano l'interpretazione, criticando o rifiutando il proprio desiderio.
La Klein sostiene inoltre che il pericolo di un'interpretazione prematura è maggiore nell'adulto che nel bambino, perchè nel secondo l'inconscio non è ancora completamente separato dal conscio ed è quindi più accessibile all'influenza in quella posizione.


La controversia con Anna Freud


La psicoanalisi infantile ha avuto origine nel 1909 con la pubblicazione da parte di Sigmund Freud di l'Analisi della fobia di un bambino di 5 anni (il caso clinico del piccolo Hans), dove si dimostra che le tendenze inconsce possono essere portate alla coscienza senza alcun danno, anzi, con grandi benefici.
Le tesi principali di Anna Freud sono la convinzione che l'analisi infantile non dovrebbe essere spinta troppo lontano, non si dovrebbe trattare troppo il rapporto del bambino con i genitori e quindi non bisogna analizzare a fondo il complesso edipico, inoltre la Freud sostiene che l'analisi infantile dovrebbe essere combinata con l'esercizio di un'azione educativa (a differenza della Klein che non vuole educare).
La Freud pensa che non solo non si può scoprire nulla di più nei bambini nel loro primo periodo di vita che piuttosto negli adulti, ma che addirittura si scopre meno (contrariamente al pensiero della Klein, che sostiene che si scopre molto di più con i piccoli).
La Freud sostiene che coi piccoli non si può stabilire la situazione analitica e che l'analisi pura e semplice, senza azioni pedagogiche, sia incongrua e problematica, quindi nelle sue analisi ha una fase di preparazione, di addestramento, che cmq non riesce a stabilire una vera situazione analitica.
La Freud si discosta quindi dal metodo d'analisi classico perchè sostiene che i bambini sono diversi dagli adulti, ma allo stesso tempo cerca di farli diventare il più simile possibile a questi, per quanto riguarda i loro atteggiamenti riguardo all'analisi.
In realtà, quello che è diverso nei bambini è l'Io, che non si è ancora sviluppato completamente e che quindi li rende molto più soggetti al dominio dell'inconscio (e questo secondo la Klein è un bene).
La Freud sostiene che bisogna fare affidamento sull'intento conscio dei bambini, pensando che questo resti stabile (in realtà muta secondo la Klein), per poter fare l'analisi, ma secondo la Klein, in realtà si sta facendo affidamento sui sensi di colpa e le angosce del bambino.
Secondo la Klein, l'analisi non è un metodo tenero, non si può evitare ogni dolore al paziente, quindi lei critica la Freud, non perchè attiva l'angoscia e i sensi di colpa, ma perchè non li risolve e riduce nella giusta misura, e perchè usa questi due sentimenti per legare a sé il bambino, mentre lei li usa per portare avanti l'analisi.
La Freud sembra volere lavorare solo sul transfert positivo, o cercando di ottenerlo suscitando l'angoscia solo in rari casi, mentre la Klein si avvale anche del transfert negativo, dove risolvendolo si aumenta il transfert positivo, per poi riavere il riaffioramento della negatività a causa dell'ambivalenza propria dell'infanzia, e solo operando così, secondo la Klein, si sarà fatto un lavoro analitico autentico e si sarà stabilita una situazione analitica.
Per poter compiere l'analisi occorre ricavare materiale dalle associazioni, però nei bambini non si può puntare solo sul linguaggio, soprattutto se molto piccoli, e la Freud svolge questo lavoro facendo raccontare fantasticherie, analizzando i sogni, dando campo libero alla fantasia, dicendo però che solo i bambini più intelligenti possono svolgere questi compiti.
Qui la critica della Klein sta nel fatto che secondo lei tutti i bambini possono produrre materiale per le associazioni (e che quindi è la Freud che non è in grado capire come ottenerle), e per questo motivo crea la tecnica del gioco, dalla quale riesce a ricavare il significato simbolico dalle azioni del bambino (solo però se il bambino manifesta ripetutamente certi comportamenti, se questi sono accompagnati da sensi di colpa, allora la Klein fa le associazioni).
La Klein quindi finisce sempre per tornare all'analisi classica che si usa con gli adulti, rimanendo fedele alla teoria originaria di Sigmund Freud, mentre la figlia se ne discosta nel caso dei bambini.
Altri mezzi usati dalla Klein nella sua analisi sono: carta, matite colorate, forbici, pezzi spago, palline, blocchetti da costruzioni e acqua.
La Klein afferma che i giochi possono anche servire a scoprire i motivi dell'inibizione verso il gioco stesso.
Grazie al fatto che i bambini sono più soggetti degli adulti al dominio dell'inconscio, secondo la Klein, si può stabilire più facilmente un contatto con esso, e ci saranno resistenze meno spiccate che negli adulti, soprattutto sotto forma di angoscia e senso di colpa.
Secondo la Klein, solo intercettando e placando l'angoscia si potrà avere accesso all'inconscio del bambino, inducendolo di nuovo a fantasticare, e continuando a perseguire il significato simbolico creeremo altra angoscia da risolvere, e così via, fino alla fine dell'analisi.
Secondo la Klein, è proprio l'angoscia ad opporsi alle associazioni verbali dei bambini e quindi a differenziarli dagli adulti, mentre la rappresentazione simbolica è meno investita d'angoscia e quindi più accessibile.
La Klein sostiene di non poter concludere nessuna analisi infantile finché non riesce ad ottenere che il bambino si esprima con il linguaggio, nella misura in cui ne è capace, in modo da legare l'analisi alla realtà (renderlo cosciente).
La Freud rifiuta la tecnica del gioco, mentre la Klein la appoggia e sostiene che con essa si può andare a fondo nell'analisi e che si giunge sempre al complesso edipico (anche a soli 3 anni si può averlo in maniera rilevante secondo lei).
La Freud sostiene che bisogna dare premi e mostrare sentimenti ai bambini, mentre per la Klein bisogna comportarsi come con gli adulti (appena raggiunta la situazione analitica), bisogna quindi non dare soddisfazioni ma essere passivi (come il metodo analitico di Freud per gli adulti impone).
Secondo la Klein anche nei bambini si produce la nevrosi di transfert, mentre per la Freud no, e la Klein quindi sostiene che nei bambini, i loro sintomi si trasformano, si accentuano o si riducono con l'evolversi della situazione analitica.
Per la Freud, il transfert positivo costituisce un presupposto indispensabile di qualsiasi trattamento analitico infantile, mentre quello negativo viene considerato da lei svantaggioso, mentre per la Klein no.
La dissoluzione totale del transfert è ritenuta una delle prove che l'analisi si è conclusa validamente, e la psicoanalisi classica ha delle regole ferree da seguire in ogni caso, regole che la Freud non segue nel caso dei bambini (anzi modifica i metodi psicoanalitici per adattarli alla psiche dei bambini), e per questo viene criticata dalla Klein, la quale con i suoi metodi riesce ad ottenere associazioni ancora più forti che negli adulti e quindi a condurre poi l'analisi seguendo il metodo classico.
Per entrambe l'Io dei bambini è diverso da quello degli adulti, ma per la Klein il Super-Io dei bambini è molto simile a quello degli adulti, ed il suo sviluppo non influisce sull'Io.
La dipendenza dei bambini dagli oggetti esterni è maggiore che negli adulti, ma gli oggetti esterni non coincidono esattamente con il Super-Io, infatti si può trovare in bambini piccoli un Super-Io severo in contraddizione con gli oggetti d'amore reale come i genitori.
La formazione del Super-Io avviene sulla base di varie identificazioni, processo che si conclude con il tramonto del complesso edipico, ovvero con l'inizio del periodo di latenza cominciato in tenerissima età (secondo la Klein avviene alla fine del primo anno di vita, subito dopo le esperienze di privazioni conseguenti dallo svezzamento).
Secondo la Klein il Super-Io si costituisce come prodotto robusto, inalterabile e non diverso da quello degli adulti, e la differenza con questi sta solo nel loro Io più maturo che arriva più facilmente a compromessi col Super-Io (anche se a volte solo in apparenza).
Per la Klein quindi il Super-Io è quell'istanza psichica che si produce con lo sviluppo del complesso edipico tramite l'introiezione degli oggetti edipici, e che al tramonto del complesso ha una configurazione definitiva ed inalterabile.
I bambini cmq si costituiscono vari ideali di Io e quindi vari Super-Io, ma questa molteplicità si ha solo nei livelli superficiali, nel profondo c'è un solo Super-Io, profondamente radicato ed immutabile, e per arrivare ad esso per ridurne il potere ed agirci, l'unico mezzo è l'analisi, quella che investiga l'intero complesso edipico e la struttura totale del Super-Io (a differenza del pensiero della Freud che sostiene che non bisogna andare a fondo con l'analisi dei piccoli).
Se per qualche motivo lo sviluppo del Super-Io non si conclude o se le identificazioni non sono riuscite completamente, il modo in cui si opererà sarà quello in cui prevale l'angoscia, dalla quale trae origine l'intera formazione del Super-Io.
La Freud sostiene che è pericoloso analizzare i rapporti con i genitori, e che l'origine di tale pericolo sia la debolezza del Super-Io infantile (la Klein ovviamente lo considera invece forte, e dice inoltre di non aver mai terminato un'analisi indebolendolo).
Secondo la Klein, l'analisi non deve fare altro che dare sfogo alla capacità di amore del bambino, e l'analisi secondo lei, consente al bambino di superare le difficoltà dell'ambiente sfavorevole dell'analisi stessa (mentre la Freud si preoccupa troppo dell'influenza negativa dell'ambiente d'analisi).
La Klein quindi non si preoccupa di condividere con i genitori sia l'odio che l'amore del bambino, perchè afferma che operando sul transfert positivo e negativo del bambino si può stabilire la situazione analitica.
La Klein inoltre afferma che se l'analista diventa il rappresentante delle istanze educative, se assume le funzioni del Super-Io, blocca i moti pulsionali verso la coscienza e diventa il rappresentante dei poteri di rimozione.



I meccanismi schizoidi


I punti di fissazione di tutti i disturbi psicotici vanno rintracciati nel periodo dell'allattamento, dove le angosce spingono l'Io a porre meccanismi di difesa.
Le relazioni oggettuali secondo la Klein esistono fin dall'inizio dell'infanzia ed il primo oggetto è il seno materno, che si scinde in seno buono (quello che soddisfa) e seno cattivo (quello frustrante) e questa scissione ha come risultato la separazione dell'odio dall'amore.
Il rapporto con questo oggetto ne implica l'introiezione e la proiezione e quindi le relazioni oggettuali sono forgiate fin da subito tra questi due stadi tra oggetti e situazioni interni e oggetti e situazioni esterni (questi processi fanno formare l'Io ed il Super-Io e preannunciano il complesso edipico).
La pulsione distruttiva è rivolta verso l'oggetto con fantasie sadico-orali al seno della madre, per poi diventare aggressioni a tutto il suo corpo.
Si hanno quindi impulsi sadico-orali per depredare le cose buone dal corpo della madre e gli impulsi sadico-anali per porre dentro di se i propri escrementi (desiderando poi di penetrarli per controllare la madre dall'interno), e questi impulsi fanno insorgere paure di persecuzione, le quali sono fattori di rischio per l'insorgenza della schizofrenia e della paranoia.
Il passaggio è dunque dalla posizione paranoide alla posizione depressiva, dove però se nella paranoide le paure di persecuzione sono troppo forti ed il bambino non riesce ad elaborare la posizione schizoparanoide, l'elaborazione della posizione depressiva viene impedita e questo insuccesso può produrre un rafforzamento regressivo delle paure di persecuzione e consolidare i punti di fissazione di future gravi psicosi.
Dalla sintesi degli aspetti amati ed odiati dell'oggetto totale hanno origine i sentimenti di lutto e il senso di colpa, che comportano grandi progressi nella vita emotiva ed intellettiva del bambino, ma ciò costituisce anche il momento cruciale della scelta della nevrosi o della psicosi.


Precisazioni sugli scritti di Fairbairn
Fairbairn ha chiamato la primissima fase dello sviluppo posizione schizoide e ha affermato che essa costituisce una componente dello sviluppo normale, e che essa sta alla base dei disturbi schizoidi e schizofrenici degli adulti (e anche la Klein la pensa così).
La Klein però dissenta dalla sua idea che all'inizio viene introiettato solo l'oggetto cattivo, ma che anche il seno buono venga introiettato e che costituisca una componente importante per lo sviluppo dell'Io.
La Klein dissenta inoltre sul fatto che il grande problema dello schizoide sia amare senza distruggere con l'amore, mentre il grande problema del depresso è amare senza distruggere con l'odio.

Problemi dell'Io primitivo
L'angoscia è una conseguenza dell'entrata in azione della pulsione di morte, avvertita inizialmente come paura di annientamento per poi diventare paura persecutoria.
Questa paura viene subito fissata verso un oggetto visto come incontrollabile, visto come onnipotente, ed altre fonti d'angoscia sono il trauma della nascita (angoscia da separazione) e le frustrazioni dei bisogni del corpo.
Gli oggetti di queste paure sono percepiti come esterni e tramite l'introiezione diventano persecutori interni e rafforzano la paura della distruzione.
L'esigenza di far fronte all'angoscia costringe l'Io ad attuare meccanismi di difesa.
La pulsione distruttiva viene in parte proiettata verso l'esterno e fissata su un oggetto (il seno della madre), mentre la parte restante resta legata alla libido interna dell'organismo, ma nessuno di questi 2 processi raggiunge il suo scopo e l'angoscia distruttiva interna rimane attiva e sotto la pressione di questa minaccia l'Io tende a frammentarsi, e ciò è alla base degli stati di disintegrazione degli schizofrenici.
L'Io primitivo quindi, scinde attivamente l'oggetto e il rapporto con esso e questo può anche far scindere lo stesso io.
Il risultato di questa scissione è sempre una dispersione della pulsione distruttiva avvertita come fonte di pericolo.

Processi di scissione dell'oggetto
Le pulsioni sadico-orali sono presenti fin dalla nascita, ma è solo con la comparsa dei denti che le pulsioni cannibalesche acquisiscono pieno vigore.
Il seno che soddisfa viene incorporato tramite la libido della sunzione e sentito come oggetto integro e perfetto che contrasta i processi di scissione e dispersione, e favorisce la coesione e l'integrazione, contribuendo alla strutturazione dell'Io.
L'Io non può scindere l'oggetto senza che si produca una scissione nel suo stesso interno, e tanto più nel processo di incorporazione predomina il sadismo, tanto maggiore è il pericolo per l'Io di essere scisso in frammenti.

Scissione e connessione tra proiezione e introiezione
La proiezione nasce dalla deviazione della pulsione di morte all'esterno ed aiuta l'Io a superare l'angoscia, liberandolo da ciò che è pericoloso e malvagio.
L'Io si difende anche con l'introiezione, e a questi 2 meccanismi sono collegati l'idealizzazione ed il diniego.
L'idealizzazione è un'esagerazione degli aspetti buoni del seno al fine di proteggersi dalla paura del seno persecutorio, mentre il diniego è il negare l'esistenza dell'oggetto cattivo, e questa negazione/distruzione non viene fatta solo sull'oggetto/persona, ma anche sulla relazione oggettuale.
Nell'appagamento allucinatorio si ha l'onnipotente evocazione magica della situazione e dell'oggetto ideali e l'onnipotente annientamento dell'oggetto persecutorio, e alla base di questi 2 processi c'è la scissione sia dell'oggetto sia dell'Io.
Gli attacchi alla madre sono di 2 tipi: quelli dove si succhia, morde, stacca, pezzi di essa per portare via la parte buona, e quelli delle pulsioni uretrali ed anali, dove c'è l'espulsione di sostanze pericolose dall'interno del Sé nell'interno della madre.
Gli escrementi sono usati sia come mezzi di lesione, che come mezzi di controllo dall'interno, e ciò fa idealizzare la madre come cattiva (buttando in lei le proprie parti cattive) ed è la base delle relazioni oggettuali aggressive.
Nella psicosi, l'identificazione proiettiva di un oggetto con le parti odiate del Sé, contribuisce ad intensificare l'odio contro le altre persone.
Invece, le proiezioni dentro la madre di parti buone del Sé è fondamentale per la determinazione della capacità di sviluppare relazioni oggettuali buone e per l'integrazione dell'Io, se però questo processo è eccessivo, le parti buone donate sono viste come perse ed esaurite e l'ideale dell'Io diventa la madre, impoverendo l'Io e creando troppa dipendenza dalla madre (e successivamente verso gli altri).
Se c'è scissione e disintegrazione troppo frequente, si può pensare ad una schizofrenia infantile (malattia diagnosticabile quindi già dai primi mesi di vita), e certe forme di ritardo mentale possono essere considerate come appartenenti a questa categoria schizoide.
La personalità normale dipende dunque dal giusto equilibrio tra introiezione e proiezione che si forma nei primi mesi di vita, cosa che influisce sull'Integrazione dell'Io e sull'assimilazione degli oggetti interni.
La proiezione di un mondo interiore prevalentemente ostile (dominato da paure persecutorie) induce l'introiezione di un mondo esterno ostile, e viceversa, l'introiezione di un mondo esterno ostile rafforza la proiezione di un mondo interiore ostile.
L'Io indebolito perde anche la capacità di assimilare i suoi oggetti interni e quindi si ha la paura di essere dominati da loro, e si sente anche incapace di riprendere dentro di se le parti proiettate nel mondo esterno (questo eccessivo indebolimento e le sue conseguenza possono portare alla schizofrenia).
L'accumularsi delle situazioni d'angoscia dove l'Io si sente intrappolato in situazioni persecutorie interne ed esterne porta alla paranoia.
La paranoia è causata anche dalla fantasia di aggredire la madre e di penetrare il suo corpo, e la paura di esserne imprigionati può causare disturbi di impotenza futuri ed anche claustrofobia.

Relazioni oggettuali schizoidi
La proiezione della parte odiata del Sé corrisponde anche alla proiezione del senso di colpa, che non scompare, ma viene percepito inconsciamente tramite la sua rappresentazione nella persona/oggetto in cui è stato proiettato.
La relazione oggettuale che si fonda sulla proiezione di parti cattive del Sé in un'altra persona è di tipo narcisistico, perchè cmq l'oggetto rappresenta una parte del Sé.
Si ha quindi l'impulso a controllare gli altri nella nevrosi ossessiva, come conseguenza del fatto di voler controllare il proprio Sé (proiettato), quindi quando troppe parti sono state proiettati si ha l'ossessione di voler controllare l'intera altra persona, e si può avere anche la tendenza alla riparazione.
Un'altra caratteristica degli schizoidi è la mancanza di spontaneità e l'artificiosità, c'è il disturbo della realtà psichica e del rapporto con la realtà esterna, il senso di solitudine e la paura del distacco, della partenza.
La scissione dell'Io può anche accadere alle persone normali, in maniera temporanea.

Rapporti tra posizione depressiva e posizione schizoparanoide
Con l'introiezione dell'oggetto totale si compie un passo avanti nell'integrazione, l'aspetto amato e quello odiato della madre non sono più visti come parti nettamente separate, così le pulsioni aggressive dirette verso di lei sono avvertite come indirizzate all'oggetto d'amore e ciò porta al senso di colpa.
Con l'arrivo del senso di colpa emerge la posizione depressiva e si ha un ulteriore integrazione dell'Io, ed in questo stadio nasce anche la spinta a riparare.
L'elaborazione delle posizioni persecutorie e depressive si protrae per molto tempo, per i primi anni dell'infanzia, ed ha una parte di rilievo nella nevrosi infantile.
Nel corso di questo processo si attenuano le angosce, gli oggetti appaiono meno idealizzati e meno terrificanti, e l'Io ha una maggiore unità (e si ha una maggiore percezione della realtà).
Se in posizione schizoparanoide lo sviluppo non è andato avanti normalmente ed il bambino non riesce a far fronte alle nuove angosce depressive, si instaura un circolo vizioso, infatti se non si riesce ad elaborare la posizione depressiva si regredisce di nuovo a quella schizoparanoide e si intensificano le paure di persecuzione, e ciò può portare alla schizofrenia in età adulta.

Connessione tra fenomeni schizoidi e fenomeni maniaco-depressivi
Secondo la Klein, la categoria delle psicosi maniaco-depressive e quella delle schizofrenie hanno un legame reciproco inerente allo sviluppo.

Difese schizoidi
Gli schizoidi hanno un certo distacco, una mancanza di emotività, elementi di narcisismo nelle relazioni oggettuali, e sono distaccati ed ostili con l'analista, rendendo difficile l'analisi.
Questo tipo di comportamento secondo la Klein è dovuto ai processi di scissione.

Angoscia latente dei pazienti schizoidi
Gli schizoidi oltre a mancare di emotività, mancano di angoscia e ciò blocca il lavoro analitico.
Ma in questi pazienti l'assenza di angoscia è solo apparente, essa è infatti tenuta latente dal meccanismo di dispersione, e si può dire che il senso disintegrazione, di incapacità a provare emozioni, di perdita dei propri oggetti, è l'equivalente dell'angoscia.
Le interpretazioni della sintesi del Sé scisso e della dispersione delle emozioni, sono potenzialmente capaci di far vivere, a poco a poco, l'angoscia come tale.


Le critiche alla teoria kleiniana di Giordano Fossi


Il linguaggio kleiniano è stato messo sotto accusa da molti, a causa della sua poca chiarezza.
Lo stesso Freud decise di mettere da parte la neurologia per creare teorie della mente solo dal punto di vista psicologico, inoltre il passato sopravvive immutato, c'è una posizione antiscientifica dove la memoria può riportare alla luce fatti del passato per spiegare il presente.
Alla Klein si contesta la mancanza di validità metodologica, ed è stato smentito che il transfert sul bambino fornisca più informazioni che l'osservazione diretta.
Si critica il metodo del gioco, e si fa notare che le profonde modificazioni apportate dal sonno al funzionamento cerebrale vengono ignorate dai kleiniani, inoltre la scuola della klein ha una mancanza di collegamenti con lo sviluppo e con una prospettiva evolutiva che ci mostra processi analoghi nei mammiferi superiori, non considera la facoltatività della cosa (la possibilità che certi processi non avvengano) e non prende in considerazione la possibilità che si possa nascere da condizioni molto diverse.
Un altro grosso difetto di queste teorie è che non hanno altra sorgente che la trasmissione ereditaria e quindi non si prende in considerazione il ruolo della realtà esterna (ad esempio, l'invidia per i kleiniani non dipende da una conoscenza articolata del mondo esterno, ma dagli istinti).
E' stato anche fatto notare che la loro teoria trascura i fatti che potrebbero contraddirla.
I punti chiave dello sviluppo kleiniano sono:

  1. è psicologico ed indipendente dalla maturazione biologica, ma dipende cmq da entità psicobiologiche come gli istinti, e quindi si sottrae alle esperienze dell'ambiente
  2. è messo in moto dall'ansia, ma con spiegazioni contraddittorie (come fa l'Io a provare paura prima ancora di essere attivo?)
  3. è facoltativo e quindi potrebbe non nascere la simbolizzazione o il pensiero
  4. si identifica con un processo di guarigione nei confronti di malattie che tutti avremmo dalla nascita
  5. le caratteristiche e i contenuti delle fantasie congenite neonatali annullano il senso della dominanza di fase, della fissazione e della regressione
  6. praticamente tutto sembra già fatto
Le critiche alla posizione schizoparanoide, depressiva e alle relazioni oggettuali sono:
  1. appare dubbia la stessa natura delle posizioni
  2. si contesta il ciclo: patologia adulto -> spostamento di essa nella prima infanzia -> suo utilizzo per spiegare la patologia dalla quale si era partiti
  3. si ipotizza l'esistenza di una condizione patogena fin dalla nascita, l'istinto di morte
  4. alcuni processi che dipendevano dalla posizione depressiva si trovano poi a dipendere da quella schizoparanoide
  5. ambiguità e contraddizioni nei rapporti tra posizioni e condizioni patologiche sia per quanto riguarda l'omologazione della patologia (a volte affermata, a volte negata), sia per quanto riguarda come viene determinata la patologia
  6. l'approccio è pieno di contraddizioni perchè si fonda su premesse teoriche errate e su ricostruzioni
Si contesta anche la poca chiarezza della definizione di oggetti parziali e oggetti totali, dove a volte il parziale è un oggetto che soddisfa un istinto parziale, a volte rappresenta una parte del corpo, a volte contiene una sola caratteristica o esplica una sola funzione.
Inoltre, nessun dato dell'osservazione diretta è portato a sostegno delle ipotesi, non si riesce a trovare un corrispettivo clinico per il concetto di frammentazione applicato al neonato, non si capisce come mai i kleiniani non affermino che l'istinto di morte esista anche in ambiente intrauterino (visti i numerosi stress/traumi che possono esserci in quell'ambiente, e ciò potrebbe anche spiegare i numerosi aborti).
I kleiniani vengono anche criticati per aver messo in secondo piano la libido rispetto all'istinto di morte, ci sono critiche sui vari meccanismi di difesa, c'è ambiguità e confusione nella spiegazione del concetto di identificazione proiettiva.
I kleiniani hanno sminuito i concetti di fissazione e di regressione, riducendo in pochi mesi tutto lo sviluppo mentale e parlando solo delle 2 posizioni schizoparanoide e depressiva.
Secondo la Klein il sistema nervoso centrale ha bisogno di qualcosa che sia emergente rispetto alla sua costituzione biologica, l'ansia che deriva dall'istinto di morte, non da un'evenienza esterna o da un conflitto, e per questo motivo la psicopatologia kleiniana non va oltre il dualismo corpo-mente.
Altra critica è fatta al transfert usato dalla Klein, che sembrerebbe permettere di recuperare tutti i ricordi e fantasie più remote, e che solo l'intervento di condizioni patogene consente che la realtà esterna e rapporti interpersonali vengano vissuti deformati.
Fossi afferma quindi che la Klein usa premesse teoriche aventi poco a che fare con una teoria empirica, e che ci si trova davanti ad una metapsicologia.
Si tratta quindi di una pseudoscienza contenente anche elementi mistici che si appoggiano alle religioni.
C'è cmq da dire che la Klein ha il merito di aver dato un potenziale contributo per lo sviluppo di una teoria clinica, in quanto i kleiniani non sono solo dei teorici, ma anche dei clinici.
Purtroppo però, l'accettazione delle teorie kleiniane ha portato a profondi effetti negativi, ha portato al rinforzo della mentalità antiscientifica, perchè non è stato premiato il duro lavoro di ricerca e di indagine, ma l'uso approssimativo di concetti pseudoapplicativi, e al posto di rivedere i concetti Freudiani che non andavano bene, se ne sono accentuati i difetti (e gli stessi errori hanno fatto i postkleiniani con il materiale lasciato dalla Klein).

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