sabato 3 dicembre 2016

Psicologia dell'adolescenza (17/19): Adolescenti antisociali e delinquenza minorile

Gli adolescenti hanno la tendenza a mettere in atto comportamenti trasgressivi e antisociali (piccoli furti, bere alcolici, fughe di casa, droghe leggere, atti vandalici), spesso compiuti in piccoli gruppi.
Anche gli adulti compiono qualche comportamento trasgressivo, ma l'adolescenza resta il periodo dove il rapporto con le regole educative e sociali è messo in discussione di più, a causa dell'aumento dell'impulsività legato allo sviluppo puberale.
E' il periodo in cui ci si allontana di più dai genitori, si fanno le prime esperienze sessuali, vengono messi in discussione i valori, si formano forti legami con i coetanei, si formano i gruppi e si riduce così la responsabilità individuale e si facilita la perdita di controllo.
Gli adolescenti sono però più severi degli adulti verso le trasgressioni pesanti, sono contro l'uso di droghe pesanti, contro chi imbratta i muri, e giudicano molto male gli omicidi.

Adolescenti antisociali
Gli adolescenti antisociali sono ragazzi che manifestano più frequenti e più gravi comportamenti trasgressivi, lungo un continuum di gravità, nei quali il comportamento trasgressivo è indice di una più ampia difficoltà d'inserimento sociale e di sviluppo di un'identità adulta.
Secondo Loeber, ci son diversi modi attraverso i quali si può sviluppare il comportamento antisociale:

  • ci sono adolescenti trasgressivi che già da bambini manifestano una particolare difficoltà d'adesione alle regole, spesso in connessione con un comportamento iperattivo, che poi sviluppano un comportamento violento
  • ci sono ragazzi non aggressivi che vengono influenzati negativamente dal gruppo
  • ci son ragazzi che diventano così a causa dell'abuso di droghe
E' importante tener presente dell'età d'insorgenza dei problemi di comportamento dei bambini, ed i motivi di tali comportamenti spesso sono correlati con bassa intelligenza, difficoltà d'attenzione e provenienza da famiglie problematiche (genitori con problemi psicologici, conflitti familiari, stili educativi inadeguati).
Di solito, all'inizio, nell'infanzia si presentano problemi d'attenzione, poi appaiono i comportamenti aggressivi e/o ritirati e la depressione, poi nell'adolescenza si fa uso di sostanze, si ha un comportamento sessuale precoce, e si ha il comportamento antisociale vero e proprio e la delinquenza.
Gli adolescenti antisociali diventano spesso adulti che tendono a fare debiti, a giocare d'azzardo, e a rispondere allo stress con la violenza, anche se non necessariamente persistono in un comportamento delinquenziale (secondo Rutter).

Il comportamento dirompente dei bambini
Nel DSM-IV i problemi trasgressivi dei bambini che sono più facilmente correlati al comportamento antisociale adolescenziale, sono associati a 3 tipi di disturbi:
  • Disturbo della condotta: ha una modalità di comportamento ripetitiva persistente dove i diritti degli altri o le norme vengono violate, e dopo i 18 anni questo disturbo viene classificato come disturbo antisociale di personalità.
    Questi soggetti tendono a minimizzare i problemi, sono aggressivi, prepotenti, minacciosi, rissosi, non empatici, hanno scarsa autostima, atteggiamento da duri, spesso bevono, fumano, usano sostanze illecite, hanno rapporti sessuali precoci, hanno comportamenti rischiosi e spericolati, spesso hanno intelligenza sotto la media.
    I fattori a rischio sono: il rifiuto e l'abbandono da parte dei genitori, un ambiente educativo rigido e contraddittorio, il maltrattamento fisico o sessuale, il frequente cambio delle figure di riferimento, psicopatologia familiare, associazione con gruppi delinquenziali, temperamento infantile difficile.
    I comportamenti meno gravi si presentano precocemente (menzogne, furti in casa), quelli più gravi compaiono dopo, è cmq un disturbo più diffuso nei maschi.
  • Disturbo oppositivo provocatorio: si mettono in questione le regole delle autorità, c'è comportamento negativistico, sfidante, disobbediente, opposizione, rifiuto, azioni per infastidire, accuse verso gli altri, suscettibilità, collera, risentimento, atteggiamenti dispettosi e vendicativi, si mettono spesso alla prova i limiti, si ignorano gli ordini, non si accettano rimproveri, il tutto senza di solito violenza fisica.
    Si hanno ragazzi irrequieti, con scarsa autostima, scarsa tolleranza alla frustrazione, che fanno uso precoce di alcol, tabacco e sostanze illecite.
    I fattori a rischio sono il diverso susseguirsi di persone che accudiscono, le regole rigide ed incoerenti, questo disturbo è presente in egual misura in entrambi i sessi, e a volte precede quello della condotta.
  • Disturbo da deficit d'attenzione e iperattività (ADHD): caratterizzato da irrequietezza e difficoltà a seguire anche banali regole comportamentali, comprende disattenzione, iperattività, impulsività, impazienza, presente più nei maschi, diminuisce durante la tarda adolescenza.
Questi 3 tipi di disturbi sono strettamente interlacciati e si tratta di caratteristiche che tendono a persistere nel tempo.

I fattori a rischio
Secondo Rutter i principali fattori di rischio sono:
  • una precoce età d'insorgenza
  • l'iperattività
  • la presenza di comportamenti violenti
  • la presenza di un grave disturbo di personalità
Secondo Rutter gli adolescenti che tendono a persistere nel comportamento delinquenziale, oltre a vivere in famiglie con problemi familiari, hanno problemi di carattere già a 3-5 anni, mancanza di relazioni positive a 18 anni, sono facilmente aggressivi ed impulsivi.
Nella vita adulta di questi adolescenti, non è il reato a continuare, ma un malfunzionamento sociale.
L'iperattività è associata a tutti i tipi di comportamento antisociale, e la correlazione più forte ce l'ha con la frequenza e non con la gravità, c'è inoltre forte correlazione tra gravità e persistenza del comportamento delinquenziale.
I fattori che sono alla base del comportamento antisociale sono diversi da quelli che stanno alla base dell'omicidio (che è meno diffuso negli adolescenti), inoltre un altro fattore a rischio è essere maschi (le femmine li commettono prima ma sono meno recidive, e i loro reati più frequenti sono l'infanticidio, il maltrattamento nel confronto dei figli e l'omicidio dei membri della famiglia accade più spesso da parte della donna).
L'influenza negativa della tv è moderata e non provata, e forse la sua vera pericolosità è quella di rendere il comportamento negativo accettabile.

Evoluzione del comportamento antisociale
Sono stati fatti diversi studi longitudinali su questo tema, come il Pittsburgh Youth Study (1987) che ha lo scopo di esaminare i fattori che determinano l'insorgenza della delinquenza (uso di sostanze, comportamento sessuale precoce, problemi mentali).
Sono stati osservati 3 gruppi di bambini (di 7,10,13 anni ed i followup venivano fatti a tutti 1 anno dopo) tutti maschi, e i dati venivano presi direttamente dal bambino o dal caregiver e poi confrontati coi dati del tribunale.
Sono stati seguiti ragazzi a rischio e non a rischio (gruppi di controllo) e sono stati definiti 4 livelli di delinquenza:
  • assenza di delinquenza (o piccola delinquenza in casa)
  • piccola delinquenza fuori casa (come piccoli furti)
  • delinquenza poco grave (furti di valori, risse)
  • delinquenza grave (furto d'auto, omicidio, spaccio)
I risultati mostrano che nel 44% dei più giovani c'è assenza di delinquenza, dove però salendo con l'età questa aumenta fino ad arrivare a un ragazzo su due con comportamento di qualche tipo delinquenziale a 12 anni, inoltre i ragazzi dai 13-14 anni hanno il 64% per il furto, il 35.5% per la violenza, il 26.4% per il vandalismo e più di un comportamento trasgressivo nel 48.5% dei casi.
Solitamente: prima si manifesta una piccola delinquenza, seguita da un precoce consumo di alcolici, poi comportamenti sessuali precoci, infine una delinquenza moderatamente grave e l'uso di tabacco, fino a delinquenze gravi e l'uso di droghe.
La scala dei comportamenti antisociali infantili si è dimostrata predittiva dei comportamenti delinquenziali dell'adolescenza.
C'è forte correlazione tra reati contro la proprietà e reati violenti e 3/4 dei reati son stati commessi in gruppo.
Le maggiori cause di questi problemi sono: mancanza di senso di colpa (colpa dell'educazione), iperattività, impulsività, deficit d'attenzione, basso rendimento scolastico, depressione (per i più piccoli), mancanza di controllo da parte dei genitori, genitori separati, scarsa comunicazione, punizione fisica, genitori con problemi, basso livello socioeconomico.
Secondo Loeber, la delinquenza minorile è soprattutto spiegata da variabili individuali, mentre i fattori familiari contribuiscono più indirettamente al sorgere della devianza.
Loeber propone la teoria dei problemi antisociali differenziati su base evolutiva, dove i problemi cambiano con l'età, insieme a molti fattori esplicativi (ad esempio i problemi d'attenzione diminuiscono con l'età).
Il comportamento antisociale sembra quindi dovuto alla mancanza di controlli interni, sia etici che cognitivi: difficoltà di controllo degli impulsi, problemi d'attenzione, mancanza di senso di colpa, e secondo Loeber si può ritenere che sia lo sviluppo di una capacità di responsabilizzazione ad essere disturbato dalla mancanza di queste funzioni di controllo del comportamento.

Disturbo antisociale di personalità
Secondo il DSM-IV, il disturbo antisociale di personalità viene diagnosticato solo a ragazzi che hanno età maggiore di 18 anni, ed è costituito dalla violazione dei diritti degli altri, che si manifesta nell'infanzia o prima adolescenza e continua nell'età adulta (disturbo detto anche psicopatia, sociopatia, disturbo dissociale di personalità).
Questi soggetti non riescono a conformarsi alle norme sociali, compiono atti passibili d'arresto, distruggono proprietà, molestano, rubano, sono disonesti, manipolativi, truffatori, irritabili, aggressivi, irresponsabili, non guardano al futuro nè alle conseguenze delle proprie azioni.
Secondo Hare, la sociopatia e il disturbo antisociale descrivono situazioni antisociali non necessariamente delinquenziali, mentre la psicopatia è composta principalmente da comportamenti delinquenziali.
Secondo Hare ci sono 2 fattori stabili negli psicopatici:
  1. narcisismo aggressivo (egocentrismo, insensibilità, mancanza di rimorso, basso livello d'ansia ed empatia)
  2. stile di vita antisociale (irresponsabile, impulsivo, alla ricerca di situazioni eccitanti, basso QI, bassa istruzione, basso livello socioeconomico)
Hare fa una checklist composta da 20 item che arrivano a 40 punti (punteggio da 0 a 2) detta PCL-R.
Secondo Hare gli psicopatici non sanno distinguere le trasgressioni che fanno del male a qualcuno, non hanno sensi di colpa, e la maggior parte degli psicopatici è antisociale (anche se non è sempre vero il contrario).
Tra i fattori che determinano la psicopatia sono importanti: trascuratezza o abuso fisico/sessuale/affettivo nell'infanzia, disaccordi familiari, genitori antisociali o alcolisti, mancanza di controllo della disciplina, precoci separazioni, disciplina incoerente.
Quindi a questi soggetti manca la considerazione dei sentimenti altrui, il controllo degli impulsi e i legami emotivi.
I precursori nei bambini della psicopatia nei tratti dell'insensibilità sono:
  • mancanza di preoccupazione per la scuola
  • il bambino non si sente cattivo o colpevole
  • emozioni superficiali e non autentiche
  • non mostra sentimenti o emozioni
  • agisce in modo seduttivo e non sincero
  • non si preoccupa dei sentimenti degli altri
I precursori nei bambini della psicopatia per quanto riguarda lo scarso controllo degli impulsi e i problemi di comportamento sono:
  • si vanta di quello che fa
  • si arrabbia se corretto
  • pensa di essere più importante degli altri
  • agisce senza pensare alle conseguenze
  • rimprovera gli altri per i propri errori
  • prende in giro gli altri
  • è coinvolto in attività pericolose
  • è coinvolto in attività illecite
  • non mantiene gli stessi amici
  • si annoia facilmente
Sono l'insensibilità e la mancanza di emotività le cause maggiori dei problemi di comportamento.

Narcisismo e antisocialità dal punto di vista psicoanalitico
Kernberg colloca l'antisocialità minorile lungo lo spettro del disturbo narcisistico, parlando di crisi d'identità normale, tipica dell'adolescenza.
Il disturbo narcisistico è caratterizzato da tendenze al dominio e alla sottomissione, mancanza di empatia, grandiosità, problemi comportamentali e difficoltà scolastiche.
Si ha la sindrome narcisistica maligna quando al disturbo narcisistico si aggiunge il comportamento antisociale, dove di particolar importanza è la mancanza di senso di colpa, e dove Kernberg distingue all'interno di questo gruppo, un sottoinsieme detto passivo-parassita, caratterizzato dalla mancanza di aggressività.
Secondo Bleiger, i disturbi di impulsività si collocano a 2 estremi, da una parte c'è quello borderline e dall'altra quello narcisistico, e secondo lui, questi disturbi sono dovuti alla rottura nello sviluppo di una funzione riflessiva, la capacità di cogliere il senso e l'intenzionalità del comportamento umano.
I bambini borderline hanno una particolare fluttuazione del loro funzionamento con rapidi passaggi tra stati mentali di tipo psicotico e livelli nevrotici di funzionamento, mancanza d'angoscia e tendenza a vivere nel panico (paura di essere abbandonati o di dissoluzione del corpo), non riescono a rimandare la soddisfazione dei desideri e a controllare la rabbia (comportamenti aggressivi ed autoaggressivi), a volte sembrano affettuosi a volte distaccati.
I ragazzi antisociali si distinguono in 2 assi: un asse impulsivo di tipo borderline, dove l'aggressività è soprattutto di tipo reattiva (antisocialità vera e propria), ed un asse più freddo ed insensibile, dove l'aggressività è di tipo sadico-predatorio (psicopatia di Hare).
Questi bambini non sono insensibili, al contrario sono ipersensibili e inibiscono i loro sensi per non soffrire troppo (modalità difensiva).

Trasgressività, antisocialità, psicopatia e psicosi
All'interno degli adolescenti con comportamenti trasgressivi c'è un sottogruppo di comportamenti antisociali più frequenti e gravi caratterizzati da impulsività, mancanza di senso di colpa e problemi narcisistici, e all'interno di questo gruppo è possibile individuare altri 2 sottogruppi:
  • adolescenti prevalentemente impulsivi, poco violenti, con problemi narcisistici che usano l'aggressività soprattutto in termini reattivi (disturbo narcisistico di personalità, personalità borderline)
  • adolescenti caratterizzati da insensibilità, impulsività, mancanza di senso di colpa, incapacità di creare legami, che usano l'aggressività in senso predatorio e sadico, più come attacco che come difesa (personalità narcisistica e schizoide)
La maggior parte dei reati son commessi da questi adolescenti, ma ci sono anche alcuni reati commessi da ragazzi con disturbi mentali che fanno perdere il senso della realtà, dove questa psicopatologia riguarda soprattutto reati violenti, soprattutto commessi da donne.
L'omicidio è associato anche a disturbi narcisistici e reazioni di panico, mentre il tentato omicidio al disturbo paranoideo di personalità, invece negli adulti, la rapina è un comportamento antisociale, lo stupro è caratteristico di una personalità sadica, l'incendio del borderline, i rapimenti dello schizoide, i danneggiamenti da personalità ossessivo-compulsive e la rabbia da narcisista.
All'interno del gruppo si può avere la follia condivisa (che ad esempio può anche portare allo sterminio degli ebrei), invece a volte capita il suicidio perchè non si vuole uccidere, perchè c'è la cosapevolezza di un'impossibilità di sviluppo che non consente al bambino di integrare una nuova parte di sé.

Interpretazioni della delinquenza minorile
Tutti concordano sul fatto che la delinquenza minorile sia dovuta all'effetto di molti fattori predisponenti e scatenanti e che l'età e il genere sono le variabili più correlate al reato.
Secondo Emler e Reicher, la devianza non è altro che l'espressione di un tipo particolare di rapporto dei giovani con l'autorità formale, ed i comportamenti delinquenziali sono da interpretare come un'espressione di rifiuto verso la legge.
Questi 2 autori propongono la teoria della reputazione sociale (l'idea di sé all'interno del proprio gruppo), dove la devianza è l'espressione del tentativo di rivendicare uno spazio sociale, e questo punto di vista porta alla creazione di programmi per migliorare la vita dei giovani, allontanandoli dalle strade (a differenza dell'idea che i problemi derivino dai deficit dei giovani).
Dodge propone la teoria del deficit socio-cognitivo (difficoltà a processare l'informazione sociale).
Secondo Fonagy questi deficit sono l'espressione di problemi d'attaccamento (ragazzi che attaccano per difendersi e che non sanno attribuire il giusto peso alle proprie azioni), dove l'attaccamento disorganizzato (colpa dei genitori) porta al mancato sviluppo della funzione riflessiva (poca teoria della mente rispetto agli adulti).
Quindi i reati minori possono essere l'espressione della tendenza alla trasgressione, possono derivare da disturbi del comportamento e dalla personalità antisociale, o da una grave psicopatologia.
I problemi più frequenti dei minori che arrivano allo psicologo sono cmq quelli di personalità antisociale.

<< Lezione precedente - Prossima lezione >>


Torna all'elenco delle lezioni

 

Piaciuto l'articolo? Lascia un commento!

EmoticonEmoticon