domenica 27 marzo 2016

Psicologia dello sviluppo (10/12): Lo sviluppo affettivo ed emotivo

Le emozioni sono quei comportamenti che vengono messi in atto di fronte a persone o situazioni che suscitano sentimenti.
Lo svilippo affettivo riguarda le modalità di relazione che si instaurano con persone vicine.


Le emozioni e il loro sviluppo


Le emozioni sono il risultato 3 componenti: neurofisiologico-biochimica, comportamentale, esperienza soggettiva.

Strongman (1978) riconosce alcuni elementi comuni nelle emozioni:
  1. sono un sistema che influenza ed è influenzato da altri sistemi
  2. ci sono sia  somiglianze che differenze
  3. si distinguono emozioni primarie e derivate o secondarie
  4. sono legate alla loro intensità, che sopra o sotto una certa soglia cambia la loro qualità
  5. sono portatrici di motivazione ed energia
  6. forse sono controllabili
Alcuni hanno interpretato le emozioni come elemento disorganizzante del comportamento (Izard), mentre altri sostengono il contrario (Tomkins).

Campos (1983) descrive le emozioni da un punto di vista funzionale, secondo lui sono il risultato di 4 fattori interconnessi:
  1. regolano i processi psicologici interni (influenzano la selezione delle informazioni e delle risposte)
  2. regolano i comportamenti sociali ed interpersonali
  3. sono distinguibili dalle forme istituzionali (espressioni facciali)
  4. quelle di base utilizzano un processo comunicativo non codificato culturalmente
Secondo Eisenberg (1997) l'esperienza passata gioca un ruolo importante per definire la risposta emotiva.
Izard (1991) nella sua teoria delle emozioni differenziali afferma che l'emozione non è solo una risposta, ma può essere anche lo stimolo e la causa, mentre secondo Campos l'emozione è il risultato degli eventi esterni o interni che la suscitano.
In ogni modo, quando l'emozione è suscitata, essa diventa la forza organizzatrice e propulsiva delle azioni successive.
Secondo Mandler l'aspetto cognitivo influenza l'aspetto emotivo, secondo Izard il contrario.
Secondo Le Doux (1998) esiste un circuito neurale separato da quello cognitivo che elabora rapidamente e in automatico le informazioni emotive presenti nello stimolo, secondo Le Doux ci sono 2 circuiti neurali per l'attivazione delle emozioni, uno subcorticale e l'altro che coinvolge la neocorteccia.
L'esistenza di questa base neurale potrebbe spiegare il perchè della presenza delle emozioni in bambini molto piccoli.

Secondo Paul Ekman (1972) le emozioni fondamentali sono: gioia, tristezza, rabbia, paura.
Secondo Campos e Barrett ci sono anche la sorpresa, l'interesse ed il disgusto, mentre secondo Izard ci sono anche il senso di colpa e la timidezza.

Izard ha definito le caratteristiche delle emozioni di base:
  1. deve aveve uno specifico e distinto substrato neurale
  2. deve avere una specifica e distinta espressione facciale
  3. deve essere legata ad una specifica qualità emotiva consapevole
  4. deriva da un processo biologico-evoluzionistico
  5. ha proprietà organizzative e motivazionali al servizio di funzioni adattive
Secondo Mandler le emozioni sono costruite dall'esperienza e sono il prodotto della cultura, dell'esperienza sociale e dell'apprendimento, inoltre le emozioni sono state anche classificate in famiglie di emozioni da Campos e Barrett.

Esistono diversi metodi di misurazione per le emozioni, tra quelli che valutano i movimenti facciali ci sono il MAX (solo espressioni facciali) di Izard e il FACS (anche movimenti del volto) di Ekman e Friesen.
Le espressioni possono cmq essere espresse in modo diverso e flessibile anche da altre parti del corpo (es. movimenti postulari, e scoperta di Fraiberg sui bambini ciechi che esprimevano gioia muovendo le dita delle mani), inoltre uno stato emotivo può essere comunicato in modo diversi e la stessa espressione può avere diversi significati (es. sorriso di felicità e sorriso di saluto).
Altri metodi di misurazione sono la risposta galvanica della pelle, il battito cardiaco, la pressione del sangue, il ritmo del respiro, tutti metodi che però per esser validi devono essere accoppiati ad altri metodi.

Darwin dimostrò con le sue ricerche che le emozioni sono innate e che le espressioni facciali sono universali, gli stessi Ekman e Friesen per dimostrare quest'ultima cosa andarono in Nuova Guinea per osservare le espressioni di un gruppo etnico incontaminato dalla cultura esterna e confermarono l'ipotesi di Darwin.


Emozioni nei bambini


Studi han dimostrato che bambini fin dal primo mese sono in grado di esprimere espressioni facciali adeguate a seconda delle circostanze, e sanno anche regolarne l'intensità.

Caron con i suoi esperimenti ha permesso di accertare che il bambino può riconoscere aspetti rilevanti dell'espressione del volto altrui, ed esiste anche il fenomeno del contagio che consiste nell'assumere lo stato emotivo di un'altra persona semplicemente stando esposti al suo comportamento (es. nido bambino che piange, altri che lo seguono).
Gli esperimenti di Walker-Andrews con i bambini di 7 mesi a cui si mostravano foto di emozioni e suoni di emozioni, han dimostrato che essi riconoscono l'abbinamento faccia-suono con la giusta emozione, approvato da Harris ma bocciato da Izard che considera l'evento come un fenomeno di contagio imitativo (nel gruppo dell'esperimento).

La referenza sociale è la capacità del bambino di cogliere il sentimento dell'adulto, che si sviluppa intorno ai 4 anni.
Secondo alcuni questa capacità viene prima, prima ancora che i bambini la sappiano esprimere verbalmente, studi han dimostrato che fratelli dai 14 mesi cercano il confronto tra di loro e cercano di consolarsi tra di loro quando necessario.
Dunn e Munn (1985) han scoperto con l'osservazione che i bambini in presenza di fratelli arrabbiati tendono a favorire la discordia piuttosto che la pace.

Le emozioni complesse (vergogna, senso di colpa, orgoglio, invidia...) per alcuni autori derivano dalle emozioni base, per altri risultano da una loro combinazione.
Ricerche han mostrato che i bambini fino ai 6-7 anni dicono di provare orgoglio in situazioni dove in realtà si è provato gioia, dimostrando che le emozioni complesse vengono riconosciute più tardi.
Questo ritardo di riconoscimento è dovuto dal fatto che esse derivano dal confronto di norme interne e sociali, capacità che appare solo dopo gli 8 anni.
Esperimenti di Wintre su un campione dagli 8 ai 20 anni, han dimostrato che i bambini usano una tassonomia dei concetti delle emozioni simile a quella degli adulti.


Il rapporto con le emozioni


La presenza di più emozioni contrastanti nello stesso momento può essere osservata anche in bambini molto piccoli, ma la consapevolezza di questa ambiguità si sviluppa solo successivamente, e in alcuni casi può non svilupparsi mai del tutto.
Dai 3 ai 6 anni i bambini non credono alla presenza di emozioni contemporanee, successivamente capiscono che una situazione può provocare più sentimenti, ma pensano che si manifestino solo uno dopo l'altro, mentre la consapevolezza completa si ha verso i 10 anni.


Rheingold nel 1959 dimostrò la possibilità di modificare il comportamento espressivo dei bambini, modificazione che può avvenire anche per via dell'influenza culturale che varia da popolazione a popolazione.
Bambini che han subito abusi presentano carenze nella comprensione della relazione tra espressione del volto ed emozione trasmessa, questi bambini hanno inoltre anche problemi di aggressività.
Pare che se i genitori sono aggressivi, i figli maschi sviluppano più facilmente il comportamento aggressivo, mentre le bambine provano disagio e cercano di pacificare le dispute dei genitori.

I bambini di 2-3 anni sanno mimare espressioni di personaggi immaginari, anche se non sono emozioni che stan provando loro direttamente, solo verso i 3-4 anni diventan consapevoli che possono esprimere emozioni non provate, ma solo dai 6 anni diventano pienamente padroni di questa capacità.


Lo sviluppo affettivo


Secondo Freud solo attraverso lo studio dell'inconscio si può comprendere l'influenza delle prime esperienze infantili, e nella sua teoria dello sviluppo sostiene l'esistenza di una interazione tra elementi costituzionali (parte del patrimonio personale) e l'esperienza.
I diversi metodi di analisi utilizzati sono l'osservazione diretta a casa, al nido, studi ed esperimenti in laboratorio.
Si possono identificare 2 linee di sviluppo: lo sviluppo pulsionale e lo sviluppo della relazione oggettuale.


Secondo Freud la parte conscia è solo la punta dell'iceberg rispetto alla parte dell'inconscio, questi contenuti possono essere stati nascosti a causa di meccanismi di difesa e possono cmq riemergere tramite lapsus, sogni, libere associazioni ed altri segni che un buon terapeuta deve saper analizzare (ricordare il fenome del transfert tra paziente e terapeuta).
Secondo Freud il principio di piacere è la regola secondo la quale l'individuo tende ad agire (istinto sessuale, istinto di conservazione), mentre il principio di realtà è la capacità di considerare ciò che può essere fatto e quanto bisogna pagare per ottenere il piacere.
Secondo l'ipotesi strutturale esiste l'Es (la serie di pulsioni), l'Io (rapporto tra individuo e ambiente) e il Super Io (precetti morali ed aspirazioni).
La pulsione è la spinta interna che spinge al raggiungimento di un ideale, mentre l'oggetto è la persona attraverso la quale o verso la quale la pulsione è in grado di raggiungere il suo scopo.


Lo sviluppo pulsionale


Freud nella sessualità distingue l'origine (la stimolazione che si produce nelle zone erogene), l'oggetto (la persona del sesso opposto) e lo scopo.
Secondo Freud ogni tipo di sessualità ha origine nello sviluppo infantile, e distingue tra sviluppo normale e anormale.
Le fasi dello sviluppo sessuale individuato da Freud sono 5:
  1. Fase orale: esperienza di piacere nel succhiare con la bocca, masticare e mordere, e si distingue in fase orale e fase sadico-orale.
  2. Fase anale: fine secondo anno e inizio terzo, il bambino trova piacere nel trattenere le feci, nel giocarci, le vede come una parte di se che non vuole lasciare andare e il tutto assume un tono di accondiscendimento o di rifiuto.
    C'è la fase anale normale quando si prova piacere ad espellere le feci e quella sadico-anale quando si prova piacere nel trattenerle (qui risiede l'origine del desiderio di proteggere gli altri).
    In questa fase si percepisce la distinzione tra i 2 sessi.
  3. Fase genitale infantile: comprende la fase fallica, dove si ha il piacere della stimolazione e varie fantasie, secondo Freud è verso i 5 anni, ma nuove ricerche la collocano intorno ai 3 anni.
    In questa fase c'è un comportamento esibizionistico e si ha un complesso d'inferiorità e di ammirazione verso il genitore del proprio sesso con attributi più sviluppati.
    Sopraggiunge il complesso di Edipo dove ci si innamora del genitore del sesso opposto e si prova invidia e rancore verso l'altro che è visto come un rivale, e si ha il complesso edipico negativo quando l'interesse è rivolto verso il genitore del proprio sesso.
    Il complesso femminile provoca una delusione maggiore perchè non si ha il pene e si rimane delusi anche dalla mancanza di ciò nella madre, e solo se c'è stata una buona relazione nella fase pre-edipica si potrà superare il complesso (lentamente), nelle femmine inoltre pare esserci prima il complesso negativo e poi quello positivo.
    Nel complesso maschile la figura del padre è cmq cruciale per la costruzione dell'identità maschile, e il complesso passa per via dei sensi di colpa e per la paura della punizione da parte del padre (castrazione, il bambino crede che le donne siano state punite così).
    Pare che questi complessi vengano rimossi ed immagazzinati nell'inconscio.
  4. Fase di latenza: si consolidano gli aspetti relativi all'identità di genere, e a volte se ci son residui di conflitti precedenti c'è una eccessiva mascolinizzazione o femminilità (o viceversa), e in questo periodo le spinte sessuali sono meno intense, anche se secondo Sarnoff rimangono ma sono inconsce.
    Sul gruppo il piccolo proietta i sentimenti (in modo meno drammatico) che prova verso i genitori e i fratelli, e in questa fase il gioco si fa più realistico, con più importanza per le regole, compare l'umorismo e si affinano abilità fisiche e intellettive.
    Compare anche il romanzo familiare, un sogno ad occhi aperti (abbandono e ritrovamento della famiglia) che appare verso la fine del periodo di latenza.
  5. Fase genitale adulta: periodo dell'adolescenza, tornano gli impulsi sessuali, e secondo Blos, l'adolescenza è l'ultima possibilità che un individuo ha per riorganizzare i diversi aspetti della vita mentale.

Sviluppo dell'oggetto libidico e delle reazioni oggettuali


L'oggetto libidico è costituito dalla persona sulla quale il bambino riserva la sua prima forma di affetto, un modello di riferimento usato poi nel corso di tutta l'esistenza nelle relazioni con altre persone.
L'oggetto può rappresentare sia persone reali che rappresentazioni di tali persone stabilite nella nostra mente.
La capacità di porsi in relazione con l'oggetto è raggiunta solo quando avviene l'unificazione della rappresentazione di sè e dell'oggetto.
Secondo il narcisismo primario di Freud, il bambino è messo al centro dell'universo e non riconosce alcuna altra realtà al di fuori di lui, anche se questa nozione è stata annullata da ricerche che han dimostrato che il bambino già da piccolissimo è interessato al mondo esterno.
Arrivare alla costruzione dell'oggetto libidico è più difficile rispetto alla costruzione dell'oggetto cognitivo, perchè questo è fisso nel tempo (es. biberon), il secondo muta facilmente (es. mamma con carattere mutevole).
E' stato dimostrato che esiste una continuità tra la qualità delle prime relazioni e tutto il successivo sviluppo, trasmesso anche nelle generazioni successive.
Secondo Mahler e Spitz il bambino alla nascita ha una relazione biologica col mondo esterno e nel primo periodo di vita esso cerca di costruire una relazione psicologica.
Secondo Mahler nel primo periodo di vita il piccolo prima si individua dalla madre (percependo il mondo esterno), poi si differenzia (distanzia dalla madre e raggiunge l'indipendenza).


Harmann e Kris affermano che quando nasce il bambino ha una fase indifferenziata dove non c'è distinzione tra mondo interno ed esterno, Spitz chiamò questo stadio stadio dell'assenza dell'oggeto (preoggettuale) dove non esiste ancora un oggetto psicologico, mentre Mahler usò il termine autismo normale per indicare che il neonato non è interessato al mondo esterno, tuttavia recenti ricerche rivelano che il bambino è particolarmente attento al mondo esterno fin dai primi momenti.
A partire dai primi 2 mesi di vita il bambino risponde al volto dell'adulto col sorriso e Spitz ha dimostrato che ciò avviene anche se si mostra una maschera o un palloncino con gli occhi e la bocca, ma solo se in posizione frontale (no profilo).
Queste prime esperienze costituiscono le basi dell'oggetto libidico, il precursore (primo organizzatore della psiche).

Separazione-individuazione
Secondo Mahler il processo di separazione-individuazione inizia con la differenziazione, fase in cui il bambino differenzia il suo corpo da quello della madre, e tra i 6-7 mesi si ha un'intensa esplorazione tattile del volto materno, mentre Spitz ha individuato l'angoscia dell'ottavo mese o angoscia dell'estraneo, che si ha quando il bambino viene lasciato solo con un estraneo.
Questo stadio è considerato da Spitz il secondo organizzatore della psiche perchè serve a catalizzare tutte le esperienze precedenti sul conosciuto/sconosciuto ed indica che l'oggetto libidico si è formato (Mahler posticipa questo evento ai 3 anni, quando si compie il processo separazione-individuazione).
Mahler riconosce 2 fa si di sperimentazione:
  1. Intorno ai 9 mesi c'è la fase di sperimentazione precoce in cui il bambino esplora il mondo a carponi e in questo periodo appare l'oggetto transizionale che è dato dalla madre e la sostituisce quando non c'è (es. orsetto), oggetto che verrà abbandonato quando verrà interiorizzato completamente l'oggetto libidico.
  2. Verso i 12-14 mesi c'è la fase di sperimentazione propriamente detta in cui il bambino cammina in maniera eretta, si allontana dalla madre ma ha bisogno di sentire la sua voce.
    Secondo Spitz il No della madre rappresenta il terzo organizzatore della psiche perchè viene usato dal bambino che disubbidisce ripetendolo e si identifica con la madre, esprime un opinione propria di separazione.
Il riavvicinamento avviene perchè c'è difficoltà a tollerale le difficoltà e la separazione dalla madre, il bambino è consapevole dei propri limiti e della propria individualità, e i sentimenti positivi che si hanno quando si sta con la madre possono essere sostituiti da sentimenti d'odio rabbia e solitudine.
Questa fase è superata grazie alla capacità di regolare gli stati di tensione e grazie al supporto del genitore.
La fase di riavvicinamento lascia l'impronta nel carattere dell'individuo, a seconda del modo
in cui è superata, l'adulto presenterà il bisogno di essere vicino, separato, autonomo o dipendente.

Dal terzo anno si parla di costanza dell'oggetto, che coincide con la conquista dell'individualità definita.
Ci sarà una buona qualità dell'oggetto libidico se il bambino avrà risolto il conflitto tra i suoi desideri e le proibizioni, e identificandosi con la madre che lo conforta, saprà confortarsi da solo.
Secondo Pine (1974) lo sviluppo dell'oggetto libidico continua nel corso di tutta la vita, e siccome è costituito da una rappresentazione interna, esso può essere modificato dai desideri e dalle realtà (situazioni).
Anche il padre ha un ruolo importante nello sviluppo, come mediatore dei conflitti del piccolo con la madre e come oggetto di identificazione.


L'attaccamento


La teoria dell'attaccamento è stata creata da Bowlby nel 1969 e ampliata da Ainsworth nel 1978 grazie ai contributi psicoanalitici, etologici e antropologici.
L'uso della parola "attaccamento" si deve a Bowlby, che ha sostituito la parola "dipendenza", con un termine che indica una necessità primaria che si sviluppa indipendentemente dalla soddisfazione dei bisogni fisiologici di base ed è presente fin dalla nascita.
L'attaccamento è una classe di comportamenti rivolti per provocare e mantenere una vicinanza di una persona scelta come figura di riferimento.
L'attaccamento ha origine da sistemi comportamentali caratteristici della specie (piangere, succhiare, aggrapparsi...) attuati per tenersi in prossimità della madre.
Esiste una distanza d'equilibrio tra la madre e il bambino, mantenuta tramite 4 comportamenti: 2 da parte del bambino (attaccamento e attività esplorativa) e 2 da parte della madre (atteggiamento protettivo e atteggiamento opposto).
Uno di questi comportamenti è attivato o inibito dagli altri, a seconda dei casi e delle necessità, l'attaccamento cmq sembra assolvere un ruolo di protezione verso eventuali pericoli esterni (funzione di "difesa dai predatori" by Bowlby).
Secondo Bowlby la specie umana è dotata di sistemi di comportamento specie-specifici che si sono evoluti perchè indispensabili per la sopravvivenza, come i comportamenti di relazione reciproca adulto-bambino.
Il non costituirsi dell'attaccamento è un evento raro (autismo) e in caso di mancanza di genitore, se la figura sostitutiva è valida l'attaccamento si forma ugualmente, inoltre esistono casi di adattamento secondario rivolti a padri, fratelli e nonni (la madre di solito è sempre al primo posto).

Stadi sviluppo affettivo secondo Bowlby e Ainsworth (4 fasi)

Fase orale Fase 1: Orientamento e segnali senza discriminazione (da 0-8-12 settimane, segnali per far avvicinare l'adulto)
Fase 2: Orientamento e segnali diretti verso una o più persone (dai 3 ai 6 mesi)
Fase sadico-orale Fase 3: Mantenimento della vicinanza dalla persona discriminata con segnali o locomozione (dai 6 mesi ai 3 anni, cautela verso l'estraneo)
Fase genitale infantile Fase 4: Formazione rapporto reciproco corretto secondo lo scopo (dai 3 anni, capisce sentimenti ed intenzioni dell'adulto)

Secondo Bowlby il primo tipo di attaccamento influenza i successivi.
Attraverso la tecnica della paura dell'estraneo (strange situationAinsworth ha diviso in 3 gruppi i bambini a seconda di come rispondevano al suo esperimento, in: sicuri, insicuri, ambivalenti, categorie ampliate da altri studiosi con la voce disorganizzati.
La critica principale mossa a questo modello è che non è valido per tutte le culture.

Il disturbo nell'attaccamento è legato alla presenza/assenza di un buon equilibrio tra spinta all'esplorazione e ricerca di vicinanza, in risposta alle varie richieste esterne-interne al bambino.
Di solito bambini con attaccamento sicuro hanno buone capacità cognitive, migliori degli ansiosi, oltre ad avere maggior capacità di adattamento.
Anche lo stato mentale della madre è importante, i figli di madri depresse possono avere problemi di attaccamento insicuro, e anche l'influenza dell'infanzia della madre può essere trasmessa in maniera inconscia nella relazione madre-bambino.


Relazione oggettuale triadica


Quando entrano in campo le componenti edipiche, il bambino passa dalla relazione diadica a quella triadica, il bambino pensa di poter sostituire uno dei due genitori e ci sono dei forti conflitti dove sentimenti come odio e amore si alternano frequentemente.
La sofferenza sperimentata dal bambino, il senso di ineguatezza, il timore di perdere l'affetto, sono elementi che spingolo il piccolo a superare il complesso edipico.
Inoltre, i bambini che entrano in questa fase con una visione positiva di sè derivante dalla precedente relazione positiva con i genitori, ne escono più facilmente e non ne risulteranno danneggiati.
Il rafforzarsi dell'identificazione con il genitore idealizzato del proprio sesso fa aumentare l'autostima.


Nel periodo della fanciullezza il bambino sperimenta i propri sentimenti d'affetto verso adulti o coetanei, si osservano comportamenti protettivi verso i più piccoli o di superiorità, e si ha un atteggiamento asessuato, in alcuni casi ostile verso il sesso.
Il bambino durante la fase di latenza ha la necessità di formare nuove relazioni.

Nell'adolescenza si costituisce la prima relazione sessuale (reale o immaginaria) rivolta ad una persona esterna alla famiglia.
Il bambino inizia ad essere indipendente sentimentalmente dalla famiglia e cerca l'affetto fuori, inoltre inizia a criticare i genitori a causa di un conflitto tra la rappresentazione ideale di genitori e la realtà, e allora si rivolge ai suoi pari per trovare sollievo, stima di sè e realizzazione.

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