mercoledì 27 aprile 2016

Metodologia della ricerca in psicologia dello sviluppo (4/4): Ricerca osservativa e ricerca sperimentale

Darwin ha scoperto tramite l'osservazione che il suono del pianto dei bambini piccoli cambia a seconda della causa che l'ha provocato (come confermato nel 1968 tramite l'analisi spettrografica).
Alfred Binet alla fine dell'800 sosteneva che se un problema non poteva essere affrontato con metodi sperimentali, doveva essere abbandonato, perchè il suo studio non garantiva alcuna certezza.
Questo pensiero (che l'unica strada per portare la psicologia allo status di disciplina scientifica fosse la sperimentazione in laboratorio) fù abbracciato da J.B. Watson con l'approccio comportamentista, dagli anni 20 agli anni 50.
Successivamente l'approccio cognitivista fece diventare il disegno sperimentale, il metodo principale per studiare i cambiamenti nelle funzioni cognitive collegate con l'età, ed il filone di ricerche basate sull'osservazione fù accantonato per molto tempo, e questa esclusività delle sole ricerche sperimentali fù molto criticata.


Validità esterna della ricerca sperimentale in laboratorio


Una critica al modello sperimentale del laboratorio è la sua artificialità, ovvero la sua mancanza di validità esterna, la sua possibile mancanza di applicabilità dei risultati della ricerca in un'altra situazione, con soggetti diversi, in luoghi e tempi diversi.
La validità esterna può cmq essere un problema anche per la ricerca di tipo osservativo.
In laboratorio, si richiede al soggetto di esibire un particolare comportamento in una situazione diversa dal normale e questo può far si che il comportamento non sia naturale, sia quindi diverso dal normale.
Ad esempio, vedere uno spezzone televisivo a comando in laboratorio è molto diverso che vederlo a casa, o anche il solo dire a dei bambini di vederlo, può essere percepito come un'approvazione dei contenuti e quindi enfatizzare il comportamento violento dopo la visione.
Quindi l'artificiosità a scopi sperimentali può avere conseguenze gravi se generalizzata a tutti i bambini in tutti i luoghi, anche perchè un altro fattore distorcente può essere l'asimmetria che si può generare se il bambino cerca di compiacere l'adulto (lo sperimentatore), ci può quindi essere un'inibizione dei comportamenti spontanei.
Inoltre l'ambiente con le apparecchiature, può creare ansia in bambini timidi.
Se però lo scopo degli esperimenti in laboratorio non è quello di generalizzare i risultati ottenuti, ma quello di verificare generalizzazioni esistenti (quindi non crearne di nuove), il problema della validità esterna non si pone.
Quindi, il problema della validità esterna si pone quando lo scopo della ricerca è quello di predire il comportamento normale nel mondo reale.
In altri casi, il problema è quello di mettere in evidenza le caratteristiche di un determinato processo, in tal caso, la generalizzazione può riguardare solo la modalità di funzionamento.

La scelta tra ricerca sperimentale e ricerca osservativa può essere fatta solo dopo un'attenta riflessione sul problema da affrontare e sul tipo di risposte che si vogliono ricavare.
La ricerca osservativa può fornire un supporto a quella sperimentale, suggerendo le ipotesi da verificare e suggerendo quali aspetti delle manipolazioni sperimentali andrebbero evitati.

Un disegno sperimentale di solito ha 3 fasi:
  1. viene fatta una misurazione del comportamento oggetto di studio in assenza del trattamento sperimentale (baseline).
  2. viene introdotto il trattamento sperimentale e si osservano le eventuali modificazioni del comportamento.
  3. il trattamento sperimentale viene nuovamente rimosso
In teoria si parte dall'assunto che nel baseline si generi il livello normale di comportamento, ma ad esempio, nel mondo reale i bambini non sono esposti a situazioni dove un adulto li fissa, quindi questa procedura crea un ambiente socialmente anomalo che non può generare un livello normale di risposta.


Limiti di applicabilità delle ricerche sperimentali in ambito di sviluppo


La scelta tra ricerca sperimentale e ricerca osservativa dipende quindi dal tipo di problema affrontato.
Molti problemi cmq non possono essere affrontati dal metodo sperimentale, a causa di alcuni suoi limiti.
Ci sono limiti dovuti all'impossibilità di controllare variabili importanti presenti nello sviluppo, o anche problemi di tipo etico, infatti in alcuni casi sarebbe necessario deprivare l'organismo del fattore che è considerato causa necessaria di quel determinato aspetto dello sviluppo, ma questa è una procedura improponibile.
Per spiegare i risultati ottenuti dalla ricerca, non si può prendere in considerazione solo il trattamento sperimentale, ma anche l'interazione che questo può avere con il normale corso dello sviluppo, non si possono quindi trattare variabili di natura dinamica (come quelle dello sviluppo) come se fossero variabili statiche.
Lo studio del cambiamento nel tempo di alcune competenze o di alcune modalità di funzionamento, comporta alcuni problemi, ad esempio l'età non è una variabile esplicativa, dato che il solo passare del tempo non può essere invocato come causa del cambiamento.
Secondo Appelbaurrr e McCall, le ricerche sperimentali possono studiare solo le differenze di gruppo nella funzione evolutiva,  come conseguenza di una manipolazione sperimentale, mentre la continuità o la discontinuità dei vari aspetti dello sviluppo può essere analizzata solo dal punto di vista delle differenze individuali.
Quindi solo un approccio longitudinale è in grado di rilevare le caratteristiche dello sviluppo di singoli individui.
Il disegno sperimentale e la ricerca longitudinale non sono incompatibili, ma ci sono difficoltà sia di tipo metodologico che pratico.


In conclusione, la ricerca sperimentale e quella osservativa non devono essere considerati 2 approcci antagonisti allo studio dello sviluppo, ma come 2 strategie complementari di acquisizione delle conoscenze.

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