martedì 14 giugno 2016

L'esercito delle 12 scimmie

Tags

L'esercito delle 12 scimmie è un film fantascienza/thriller del 1995 diretto da Terry Gilliam, con Bruce Willis, Madeleine Stowe, Brad Pitt, Frank Gorshin, Christopher Plummer, Joey Perillo, Christopher Meloni, Lisa Gay Hamilton, David Morse.

L'esercito delle 12 scimmie
Trama
Nel 2035 il mondo è devastato da un'epidemia che ha sterminato quasi tutti gli esseri umani e che ha obbligato i sopravvissuti a vivere nel sottosuolo.
Per cercare di cambiare il futuro, degli scenziati mandano James Cole, un ex detenuto in cerca di grazia, nel passato in cerca di una cura per questo misterioso virus.
Senza risorse e mezzi, James si ritroverà in un passato a lui sconosciuto e dovrà indagare per cercare di capire da dove proviene il letale virus.

Recensione
L'esercito delle dodici scimmie è un ottimo thriller fantascientifico, ai confini col mondo della psicologia direi.
Un film fatto di dolore e sacrificio, molto duro e crudo.
Girato splendidamente vanta due interpretazioni da oscar: quella di Bruce Willis nella parte dell'eroe dannato, e quella di Brad Pitt nei panni di un pazzo sciroppato :)
Da vedere assolutamente.

Link alla scheda del film su wikipedia

3 commenti

RECENSIONE BY Francesco (Parte 1)

Capita spesso di non sapere come iniziare un testo, come introdurlo, quali parole usare, per quanto riguarda questo articolo forse il difficile viene dopo, iniziarlo è abbastanza facile, vi descrivo la fine.
Nella sequenza finale Willis/Cole è un bambino che assiste, con occhi attenti e sconcertati, alla morte di un uomo per via di un colpo di arma da fuoco esploso da un poliziotto.
Bruce Willis/James Cole è anche l’uomo che viene ucciso dal colpo d’arma da fuoco esploso da un poliziotto.
Questo è un tipico caso che viene definito dagli scienziati un loop spazio-temporale. Il punto di partenza di un loop è quando fine e inizio collimano, si toccano, così è per il loop, così è per il film di Gilliam. Vorrei provare a dare una definizione di loop, assolutamente non scientifica: se noi consideriamo il tempo una linea retta nella quale l’uomo viaggia da un punto di partenza ad un punto di arrivo (nascita-morte) senza mai tornare indietro nei suoi passi, senza mai attraversare uno spazio che non sia proprio di quel tempo, dobbiamo considerare il loop una linea di tempo che è diventata circolare, che ha sicuramente un inizio e una fine, ma che questi sono un unico punto della circonferenza nella quale un uomo viaggia in un modo apparentemente infinito correndo lungo lo stesso tempo e lo stesso spazio.
Nell’anno 1996, all’aereoporto dove i due James Cole, adulto e bambino, si incrociano abbiamo il punto di origine del loop. L’inizio, Cole bambino che crescerà sottoterra, perché il virus è stato già liberato, che diverrà adulto e verrà scelto, perché è un buon osservatore, per essere inviato indietro nel tempo e scoprire chi ha liberato il virus, e la fine, Cole che muore all’aereoporto perché cercava di fermare il pazzo che avrebbe liberato il virus e viene ucciso da un poliziotto. Nello stesso luogo noi troviamo l’inizio e la fine del loop. Sicuramente James Cole adulto, che muore, nel giro precedente di loop è stato Cole bambino che ha visto un altro Cole morire, che a sua volta era un bambino che ha visto…
Ogni volta, il giro del loop riparte dall’aereoporto, perché è lì che ha avuto inizio il loop stesso, ovvero, la prima volta che Cole è stato inviato indietro nel tempo ha incrociato se stesso bambino in quel luogo e questo incontro ha dato il via alla deformazione del tempo in senso circolare.
Senza avere dalla mia parte la scienza e soprattutto gli studi scientifici ho compreso che questo è il concetto di loop spazio-temporale. Da quello che ho capito esistono due tipi di loop. Il loop perfettamente circolare, in cui ogni volta accadono sempre le stesse identiche cose fino a quando non si esce definitivamente da esso perché un elemento esterno modifica il suo finale circolare. Il secondo tipo è quello a spirale e ogni anello della spirale è un’ evoluzione del loop, così si vengono a formare il loop 1, 2, 3, 4, ecc. e ognuno è l’evoluzione del precedente, tutti simili, ma con particolari in più che portano lentamente alla risoluzione del loop stesso.

RECENSIONE BY Francesco (Parte 2)

Con grosse probabilità il loop in cui si trova invischiato Cole/Willis è quello a spirale per due ragioni: La prima, è anche abbastanza evidente, la troviamo nei titoli di testa, cioè il disegno a cerchi (di scimmie) concentrici che si muovono facendoci percepire una spirale, un vortice, il loop; Gilliam ci mostra subito il segreto del film, noi non lo sappiamo, possiamo capirlo solo dopo, ma ci viene dato subito questo elemento, ci viene dato subito il loop. Il disegno, di colore rosso (come i graffiti delle 12 scimmie), ricorda alcune tavole di Escher, cosa che potrebbe non essere assolutamente strana o fuori luogo. Escher amava l’ irreale, i doppi sensi, il paradosso, l’ambiguità e lo dimostrava attraverso le sue tavole paradossali dense di effetti ottici e doppi sensi, Gilliam ama giocare con gli stessi elementi, solo che lo fa attraverso il cinema, il canale di diffusione attraverso il quale ha trovato modo di dare sfogo alla sua fantasia, immaginazione, ai suoi sentimenti. La seconda ragione per cui il loop in questione è quello a spirale la troviamo alla fine del film con la presenza della scienziata nell’aereo. Cerchiamo di andare con ordine. Nel futuro una equipe di scienziati decide di inviare nel passato un uomo che deve capire come il virus letale si sia diffuso affinchè poi loro possano intervenire per bloccarlo. Quando Cole, l’uomo scelto per capire le cause di diffusione del virus, individua l’uomo che lo ha liberato nell’aria, uno di questi scienziati interviene proiettandosi nel passato, solo che il suo intervento avviene in ritardo, perché il contagio è già iniziato. Nella scena dell’aereo noi vediamo lo squilibrato genocida prendere posto nel velivolo per cominciare il giro nelle città mondiali in cui sappiamo aprirà le fiale per dare vita al suo progetto di morte e riconosciamo nella passeggera seduta al suo fianco la scienziata del futuro, una dei mandanti di Cole. Io escluderei l’ipotesi che quella sia la donna appartenente al 1996 per due motivi: 1) lei è assolutamente identica a come poi sarà nel futuro, non più giovane di 25-30 anni come invece dimostra di essere Cole, cioè trentacinquenne circa nel futuro e un bambino di sei o sette anni nel 1996. 2) In un piccolo scambio di battute con il genocida riguardo la sua professione asserisce di essere un’assicuratrice. Perché tra tutti i mestieri proprio l’assicuratrice? Avrebbe potuto dire sono una scienziata, un’insegnante, sono un dirigente aziendale o un medico, una commessa del supermarket, ma dice: “Lavoro nel campo delle assicurazioni”, come se volesse dire “devo assicurare al mondo che tu non farai quello che hai in mente e che io so che hai già fatto”. Se così fosse, il loop prenderebbe una nuova piega, si passerebbe all’anello successivo, ci si avvicinerebbe alla risoluzione della spirale temporale, perché gli scienziati hanno elementi maggiori per poter fermare il genocidio, ma non possono farlo in questo anello del loop, perché il virologo ha già aperto la fiala durante i controlli di sicurezza prima dell’imbarco sull’aereo, la morte è già nell’aria.
Forse è l’orrore più grande per Cole, la morte di cinque miliardi di persone è un accadimento mostruoso, impensabile, ma l’aria, è qualcosa di puro, di incontaminato quasi, è qualcosa che Cole non ricordava neanche esistesse, qualcosa che crea il Wonderful World, qualcosa di assolutamente normale, indifferente a chiunque, ma non a lui perché lui sa che sarà il veicolo del virus, che ucciderà e che le generazioni future non avranno.
L’aria, la libertà e l’amore sono quelle condizioni che Cole è destinato ad assaporare per poco, per le quali mette a repentaglio la propria vita. Credo che “L’esercito delle dodici scimmie” di Gilliam abbia questo tra i vari temi, il valore delle cose che noi diamo per scontate.

RECENSIONE BY Francesco (Parte 3)

Interessante è il personaggio interpretato da Brad Pitt (una delle sue migliori interpretazioni), pazzo scatenato e animalista (il messaggio pro animalista è un altro tema del film), che crede in Cole, che tenta di farlo evadere dal manicomio, che sembrerà il colpevole fino all’ultimo. La follia dilaga nel dormitorio del manicomio, quando Brad Pitt inizia a saltare sui letti svegliando i presenti. In quella scena noi vediamo un pazzo che saltando sui letti grida e sveglia altri pazzi, i quali scatenano una baraonda in una stanza circolare, dove i letti sono disposti in modo circolare e dove circolari sono anche i movimenti macchina. Tutto ciò rappresenta il Loop, ancora una volta inserito tra le righe.
All’interno del manicomio è da menzionare lo stupendo uso della macchina da presa posizionata perennemente in obliquo. Ottimo modo per rendere ancora di più anomalo il luogo. Storta è l’immagine come storto è quel posto, la realtà che viviamo in quel luogo.
Madeleine Stowe è il terzo personaggio fondamentale, la psicologa disposta a credere a Willis/Cole. Stupendo è il debutto del suo personaggio. Una conferenza (dove tra l’altro troviamo tutti i personaggi, compreso il futuro assassino planetario) che tratta come argomento la sindrome di Cassandra, ovvero come sapere la verità e non essere creduti. Ecco, debutta il suo personaggio, ci presenta perfettamente Willis/Cole (Cassandra) e autografa una copia del libro all’assassino planetario. Un bel cerchio di cose, tanto per rimanere in tema con il loop.
Ottimo film, ottima fotografia, strabilianti interpreti, delirante regia (come al solito), meravigliosa colonna sonora (dove tra l’altro trova spazio anche Tom Waits), accuratissima sceneggiatura scritta a quattro mani dai coniugi David e Janet Peoples che si sono ispirati al fotometraggio (della durata di 27 minuti) “Le Jetee” di Chris Marker, Francia 1962, dove il pericolo si trovava nel nucleare, dove il tutto era creato in maniera spettacolare da fotogrammi fissi con audio, rumori di fondo e dialoghi.
Terry Gilliam è uno dei più grandi visionari dell’età contemporanea. Meravigliosa è la creazione del sottosuolo del futuro, della base degli scienziati, il tutto costruito in una vecchia centrale elettrica abbandonata. Tutti gli aggeggi scientifici sono concepiti alla Gilliam (esempio plateale la palla piena zeppa di monitor) e le lenti d’ingrandimento poste davanti ai visori sono un’autocitazione da “Brazil”, suo capolavoro, già autocitato in “La leggenda del Re pescatore”, quando il protagonista camminando all’interno di una videoteca passa di fianco alla locandina del film “Brazil”, appunto.
Un’altra citazione, io l’ho vista come tale, è rappresentata dall’incontro di Willis/Cole con uno dei profeti di fine millennio, uno di quei profeti che sbraitano per la strada. Citazione da “Brian di Nazareth” dei Monty Python, dove lui, il buon vecchio Gilliam, interpretava uno dei profeti ululanti, e non solo (tipico dei Python, un tot di personaggi a testa).

Piaciuto l'articolo? Lascia un commento!

EmoticonEmoticon