sabato 16 luglio 2016

Teoria e tecniche dei test (3/8): Punti grezzi e punti standardizzati

La codifica in quasi tutti i test cognitivi è molto semplice: si da 1 punto ad ogni risposta alfa, quindi a 1 corrisponde la presenza della caratteristica, a 0 la sua assenza.

Un test molto famoso per individuare il livello cognitivo è la Wechsler Intelligence Scale for Children - Revised (WISC-R).
Il primo subtest della WISC-R è detto informazioni e si compone di domande aperte e può presentare più di una possibilità interpretativa (cmq si assegna 1 punto se la risposta coincide).
Il secondo subtest è il completamento delle figure, si basa su domande aperte ma gli stimoli corrispondono a figure e bisogna dire cosa manca (1 punto per alfa).
Il subtest aritmetica si compone di problemini (1 punto per alfa ma solo se si risponde entro un certo tempo).
Il terzo subtest è somiglianze, si basa sempre su domande aperte che chiedono di dire la somiglianza di 2 oggetti, dove la scala di codifica questa volta va da 0,1,2 e quindi ci sono più livelli di esattezza.

Standardizzazione dei punteggi
I punteggi grezzi ottenuti sommando i punti attribuiti in base alla codifica esposta nel manuale di un test, non sono direttamente confrontabili tra loro, ma vanno standardizzati.
Nella maggior parte dei test si preferisce rinunciare alla definizione di punto di riferimento da parte di esperti ed usare invece un riferimento di tipo empirico alle prestazioni medie date in quel test da soggetti reali, e ciò implica che l'individuo medio sia normale e che siano considerati normali i valori e i termini di riferimento psicosociali e ideali delle persone appartenenti al gruppo di riferimento.
Inoltre va controllata l'adeguatezza tra le caratteristiche dei soggetti da valutare rispetto al gruppo di riferimento.
La variabilità è la misura della capacità di discriminazione di un test, ovvero la possibilità di un test di distinguere numerosi livelli di presenza della caratteristica misurata.
In scale ad intervalli uguali, le misure della variabilità più rappresentative sono la varianza e la deviazione standard, mentre per dati ordinali sono gli scarti interquartile e per i dati nominali, la statistica H.
Si ipotizzava in passato che le caratteristiche psicologiche si distribuiscano secondo la curva normale, che può essere asimmetrica positiva e asimmetrica negativa, tuttavia oggigiorno si è rinunciato a forzare le distribuzioni per conformarsi alla normale.

Sistemi più comuni di punti standard
La standardizzazione opera solo su 2 parametri: la tendenza centrale e la variabilità.
Quando i punteggi sono su scala nominale, il manuale offre di solito una tabella con le frequenze di risposta ottenute e qualche dato supplementare che può essere usato per ricavare informazioni utili.
Quando i punteggi sono espressi su scala ordinale, l'unico problema di interpretazione dipende dal numero di soggetti che vengono disposti in graduatoria, si costruiscono quindi scale centili o percentili, dove chi sta più in alto in graduatoria ha punteggio 1, in quanto sta più in alto al 99% degli altri, e di solito si costruisce anche una scala di frequenze cumulate percentuali.
Nella scala ordinale si possono costruire anche i punteggi ipsativi, partendo dal presupposto che le risposte del soggetto siano pilotate verso scelte forzate, che lo facciano scegliere tra 2 alternative equiattraenti.
I problemi di queste scale ipsative è che se il soggetto deve scegliere tra 2 scelte egualmente attraenti, è tentato a scegliere a caso, e questo comporta diversi effetti negativi:

  • si da per certo che il totale dell'intensità delle caratteristiche misurate sia uguale per tutti i soggetti appartenenti ad una certa popolazione
  • aumenta la proporzione di errori attribuibili al caso e quindi diminuisce l'attendibilità del test
  • si valuta solo l'intensità relativa della presenza di un atteggiamento e non l'intensità che esso ha nel sistema motivazionale e strutturale del soggetto
  • ogni domanda esplora 2 oggetti, quindi ogni risposta si riferisce a 2 oggetti, senza sapere se il soggetto ha reagito prevalentemente all'uno o all'altro o a tutti e 2 assieme
  • il test diventa molto più lungo
Nelle scale ad intervalli, la standardizzazione consiste nell'assegnare la stessa media e la stessa deviazione standard a tutti i punteggi che si vogliono confrontare.
Quando si vogliono trasformare i punti grezzi in punti standard, la procedura più semplice è la seguente:
  1. trasformare i punti grezzi in una graduatoria centile
  2. trovare nella tavola della curva normale la corrispondenza fra area corrispondente ai centili e punti zeta
  3. trasformare i punti zeta nella scala di punti standard voluta
I punti standard più usati sono il QI (quozienti intellettuali di deviazione), che si usano quasi esclusivamente per le scale d'intelligenza individuali, i punti T, che si usano per il MMPI, i punti C e gli stanine, per quasi tutti i test cognitivi collettivi, i punti sten, per i test di personalità, i punti zeta, usati negli studi psicometrici.La differenza tra queste scale riguardano la media e la deviazione standard:

Punti standard Media DS
punti T 50 10
QI 100 15
Sten 5,5 2
punti C 5 2
stanine 5 1,96
zeta 0 1

Quando ad un soggetto si somministrano più test, i cui risultati devono essere composti in un profilo, bisogna standardizzare i risultati di tutti i test in riferimento alla stessa scala, per rendere più facile l'interpretazione del profilo.

L'uso delle norme pubblicate nel manuale
Per decidere se le norme psicometriche presenti nel manuale sono utilizzabili, bisogna controllarne alcune caratteristiche essenziali:
  • caratteristiche generali del campione: devono essere le stesse dei soggetti su cui si vuole usare il test
  • anno in cui le norme sono state calcolate: sono valide per un massimo di 10 anni
  • numerosità del campione: se le norme sono in centili o punti standard non normalizzabili bisognerebbe avere almeno 100 soggetti, se i punti standard son normalizzati allora ce ne vogliono almeno 300, e se queste norme non vengono soddisfatte occorre calcolarsi le norme su un piccolo campione estratto dalla popolazione su cui si vuole usare il test, usando i giusti accorgimenti sul numero di soggetti da usare e sulla media, la deviazione standard ed il tipo di distribuzione da usare. 

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