domenica 14 agosto 2016

Psicologia dinamica (4/13): I grandi pionieri

Karl Abraham


Nasce il 3 maggio 1877 a Brema (Germania) da famiglia ebrea.
Si dedicò alla pratica e alla ricerca, promuovendo il movimento psicoanalitico, e nel 1910 fondò la prima società psicoanalitica in Germania.
Nel 1924, all'ottavo congresso di psicoanalisi fu eletto presidente dell'associazione psicoanalitica internazionale.
Il suo primo lavoro psicoanalitico fu supplementi alla teoria del carattere anale (1921), dove egli aggiunse ai caratteri anali individuati da Freud, altri 2 nuovi tipi: il tipo docile e il tipo ostinato (che possono essere presenti entrambi nella stessa persona).
Scrisse poi contributi dell'erotismo orale alla formazione del carattere (1924) dove afferma che all'adulto il soddisfacimento completo dell'erotismo orale è permesso (al contrario di quello anale) in misura considerevole e questo ha come conseguenza una pressione alla sublimazione minore di quella presente in altre zone erogene, e da qui nasce ad esempio l'ottimismo, al quale si contrappongono il pessimismo e la serietà, legati con la delusione precoce dell'erotismo orale (se la delusione avviene durante la fase del mordere, si creerà un carattere ambivalente e da adulto il soggetto oscillerà tra amore e odio).
Nelle differenze psicosessuali fra isteria e  dementia praecox (1908) Abraham afferma che le idee di persecuzione di questi malati si dirigono soprattutto verso le persone a cui il paziente in passato aveva trasferito il suo amore in maniera particolare, inoltre afferma che la fonte del delirio di grandezza schizofrenico è la sopravvalutazione sessuale riflessiva o autoerotica rivolta all'Io (è l'autoerotismo che distingue la dementia praecox dall'isteria).
Fece poi ricerche per 14 anni (dal 1910 al 1924) sulla follia maniaco-depressiva e nella teoria della libido e sessualità afferma che: ciò che è decisivo non è il trauma in sè, ma la relazione del bambino con esso, che l'esperienza ripetuta di traumi sessuali rappresenta per qualche bambino proprio una forma della loro attività sessuale, e che l'autolesionismo inconscio e gli impulsi omicidi su se stessi esprimono nelle nevrosi traumatiche un masochismo inconscio.
L'ultimo lavoro di Abraham è stato le osservazioni psicoanalitiche sul metodo di autosuggestione di Couè (1926).


Ricerche sui primi stadi evolutivi
Nei tre saggi sulla teoria sessuale (1905) di Freud si parla di fasi nel primissimo sviluppo della libido infantile, come organizzazioni pregenitali della libido, dato che in esse non si può ancora riconoscere l'importanza predominante dei genitali.
Nel 1879 Lindner aveva fatto notare come il ciucciare, sebbene non sia eseguito con lo scopo di saziarsi, viene eseguito dal bambino con molta attenzione, con una sorta di eccitamento che sfocia in una sorta di orgasmo.
Lindler mise in risalto la pulsione di afferrare, collegata al ciucciare, come un'attività di tipo sessuale, e Freud nei suoi saggi riprese queste concezioni per le sue teorie sulla zona orale.
Freud sottolinea che la pulsione in questo caso non è rivolta ad un oggetto estraneo, ma è autoerotica, e che il raggiungimento del piacere nel succhiare il cibo è legata alla zona erogena della mucosa orale, zona che varia da bambino a bambino, dato che ogni bambino ha questo impulso con intensità diversa.
L'orifizio intestinale invece secondo Freud non serve solo all'escrezione, ma il bambino lo usa per cercare di provare sensazioni stimolanti legate all'escrezione, e anche nella zona anale c'è variabilità di intensità dello stimolo da bambino a bambino.
Le pulsioni parziali sono comportamenti pulsionali rivolti verso altre persone come oggetti sessuali (piacere di guardare, piacere di mostrarsi, crudeltà attiva e passiva) che non sono ancora collegate ed organizzate saldamente, ma aspirano all'acquisizione del piacere indipendentemente le une dalle altre, e solo più avanti le zone erogene e le zone pulsionali parziali si subordinano al primato della zona genitale, e solo quando la sessualità si pone al servizio della procreazione, lo sviluppo raggiunge la sua normale conclusione.
Quindi distinguiamo in 2 organizzazioni pregenitali: l'organizzazione orale detta anche cannibalesca, dove in questa fase l'attività sessuale non è ancora separata dall'assunzione del cibo, e l'organizzazione sadico-anale, dove c'è un antagonismo non ancora individuato come maschile-femminile ma come attivo e passivo, e l'attività è prodotta dalla pulsione di appropriazione servendosi della muscolatura del corpo (in questa fase c'è quindi già presente la polarità sessuale e l'oggetto estraneo).
Le ricerche di Freud confermano ad esempio che i nevrotici che han protratto a lungo l'attività di ciucciare da piccoli, da grandi sono affetti da vomito nervoso.
Altri risultati della psicoanalisi affermano inoltre che:
  • La zona orale ha un'importanza prevalente rispetto alle altre zone erogene (il succhiare il latte produce uno stato di soddisfacimento).
  • La funzione sessuale e la funzione nutritiva sono connesse l'una con l'altra nel succhiare.
  • L'oggetto che attira le fantasie del paziente, induce al desiderio di incorporarlo (impulso cannibalesco).
Secondo Freud, le persone ancorate al piacere di succhiare, sono di regola gravemente inibite nello sviluppo della loro sessualità, perchè la pulsione di nutrirsi e la sessualità rimangono intrecciate e la libido non trova la via verso l'oggetto vivente (la persona), ma cerca soddisfacimento attraverso l'assunzione di sostanze succhiandole dalla bocca (negli adulti ad esempio c'è l'impulso a succhiare il seno della donna).
E' inoltre noto che dopo lo svezzamento nel bambino rimane una tendenza a ciucciare cose dolci, e negli uomini nevrotici la cui libido è fortemente repressa, si trova spesso un desiderio intenso per le cose dolci (esempio della ragazza che si astiene dalla masturbazione ma che trova piacere nel mangiare dolci).
I nevrotici che invece si succhiano ancora il pollice sono spesso invece disgustati dal cibo, dato che la loro libido si è procurata una certa indipendenza rispetto alla pulsione di nutrirsi in quanto il conseguimento del piacere non è più legato al succhiare il cibo, e nella vita reale essi mostrano diversi segni di rifiuto dei rapporti sociali ed hanno fantasie sessuali di rapporti orali predominanti rispetto ad altre fantasie, accompagnati però da un senso di disgusto.
In generale, i nevrotici che non hanno superato il ciucciare, tendono alla stimolazione autoerotica di altre zone, soprattutto dei genitali.
Quando c'è eccessiva reazione alla frustrazione di una fonte di piacere alla quale l'individuo è fissato morbosamente, essa ha un carattere patologico e genera la formazione di sintomi nevrotici.
I nevrotici sono in genere intolleranti verso la diminuzione del piacere abituale (sembrano bambini viziati), la loro libido pretende incessantemente il piacere ed essi ne diventano dipendenti e reagiscono con dispiacere se essa non viene soddisfatta, dispiacere che diventa pronunciato scoramento.
Per il nevrotico, il soddisfacimento autoerotico ha duplice funzione: serve a prevenire una depressione incombente ed a eliminarla quando già presente.
Nel depresso melanconico si nota la tendenza al rifiuto del cibo, che viene vista come un tentato suicidio, anche se ci si chiede come mai uno che vuole morire scelga una via così lenta.
Nel depresso melanconico c'è la tendenza a volere incorporare l'oggetto ed annientarlo, ma a differenza del nevrotico ossessivo, il melanconico vuole divorare l'oggetto d'amore (e non d'odio).
Il melanconico spesso si autoaccusa, si dichiara delinquente, dice di aver commesso fatti atroci che in realtà non ha commesso, ma queste sono autoaccuse iperboliche, meccanismi di difesa per tener lontano dalla coscienza rappresentazioni per lui terribili, pulsioni cannibalesche per lo più (ad esempio c'è la fantasia di trasformarsi in bestie feroci che divorano gli uomini, la licantropia).
Quindi l'autoaccusa compie una deformazione che fa negare la qualità dell'azione, compensandola con una quantità di azioni che in realtà non sono state commesse.
Il paziente si comporta come se solo l'evitamento dell'assunzione di cibo lo potesse preservare dal mettere in atto gli impulsi rimossi (cannibalismo), e allo stesso tempo impone a se stesso la punizione contraria alla sua pulsione, la morte di fame.
Allo stesso tempo, la paura dei malati di morire di fame si ha perchè la spinta all'incorporazione dell'oggetto desiderato incontra potenti resistenze interne, quindi il paziente sa che la zona orale non dovrà mai provare la sazietà bramata dall'inconscio e si ha dunque la paura di morire di fame.


Sandor Ferenczi


Nasce nel 1873 a Miskolc (Ungheria), si interessa alla psicoanalisi e viene considerato un grande innovatore (anche se ai tempi venne screditato).
Ferenczi introdusse la tecnica attiva, che consiste nel fornire al paziente istruzioni e divieti al fine di aumentare la tensione per arrivare a schiudere esperienze represse.
Ferenczi si interessa anche alla scissione tra conscio ed inconscio, che diventerà la base della tecnica attiva, e si interesso anche all'uso della suggestione in terapia e all'ipnosi.
Il metodo attivo si contrappone alla psicoanalisi classica perchè non vuole più concepire il terapeuta come un elemento passivo, ma come un elemento attivo che ha coinvolgimento emotivo con il paziente.
Ferenczi parla anche di tatto, un miglioramento del metodo attivo che prevede prescrizioni e divieti al paziente, dando anche loro consigli e suggerimenti, sensibilizzando l'analista ad avere uno stile empatico, in contrapposizione alla concezione classica di terapeuta distaccato, scientifico e dall'aria insensibile.
Si può considerare Ferenczi l'iniziatore della psicoanalisi contemporanea.


Fenomeni di suggestione
Se si vuole dimostrare qualcosa ad una persona, deve esistere in lui almeno una traccia di transfert (fede) o fiducia, in modo che non venga escluso già dal principio che la ragione sia dalla parte di chi vuole convincerlo.
L'incredulità di solito nasce da una delusione subita precedentemente che riguarda, la capacità di personalità autorevoli di spiegare fatti e avvenimenti, o dalla loro buona volontà di volere dare chiarimenti corretti.
Crescendo, il bambino inizia a perdere la fiducia nella propria onnipotenza perchè inizia a percepire la presenza di potenze superiori o divine (es. madri), e successivamente crescendo passa questa onnipotenza alle divinità vere e proprie (quindi l'onnipotenza è sempre presente, non sparisce, viene semplicemente passata ad altri individui).
Quando un bambino ha una fissazione nello stadio di onnipotenza verso le altre persone, da grande poi avrà fede cieca nell'autorità.
Dopo la delusione della propria onnipotenza, si ha quella per i poteri dei genitori e questa fase porta alla fase proiettiva verso la realtà, e in questo punto di delusione ciascuno si creerà un punto di fissazione che cercherà di riemergere in certe manifestazioni della vita.
La suddivisione dei contenuti psichici tra Io e non Io, si ha dopo la prima delusione, quella della propria onnipotenza, perchè così si riesce ad oggettivare il mondo esterno, e la trattabilità e la visibilità resteranno per sempre il fondamento di ogni evidenza.
Tra gli oggetti che si oppongono alla volontà del bambino, ci sono le altre persone, che sono oggetti incontrollabili ed imprevedibili che oppongono una resistenza attiva e non passiva (e quindi il bambino li crede inizialmente onnipotenti).
In un primo periodo il bambino tratta le parole come oggetti, crede in loro, le percepisce e le prende per vere.
Quindi, le tendenze innate e le influenze educative agiscono insieme per rendere il bambino ciecamente credente nei confronti delle personalità autorevoli, ed il credere si differenzia dalla convinzione perchè esso è un atto di rimozione mentre la convinzione è un giudizio imparziale, e si può quindi dire che l'ipnosi è un atto di regressione temporanea ad una fase di alienazione, credulità e sottomissione infantile.
Nella nevrosi ossessiva è presente lo stadio del dubbio, ed il nevrotico per questo motivo non è influenzabile dalla ipnosi e dalla suggestione, perchè non ha mai un ragionamento autonomo.
Il medico che tratta uno scettico deve dare tutte le indicazioni senza dare slanci emotivi, deve usare sempre lo stesso tono e non deve far capire cosa gli interessa veramente.
La psicoanalisi di Freud parte dal fatto che le convinzioni più vere si traggono solo da esperienze a tonalità affettive e che sono impedite sul nascere dagli affetti rimossi dell'odio e dall'incredulità.
Tramite l'associazione libera la psicoanalisi permette al paziente di rivivere ricordi e fantasie rimosse, e rivedere tramite l'aiuto dell'analista la propria vita psichica in modo autonomo.
L'analisi consente anche ai pazienti di esprimersi anche tramite il transfert sul medico, questo perchè la psicoanalisi suscita fiducia nel paziente, perchè non gli impone nulla, ma si limita ad analizzare i fatti che vengono alla luce (in principio si parlava anche di metodo di trattamento catartico di Breuer e Freud).
Il metodo della psicoanalisi può anche essere chiamato della convinzione.

Creazione del potere suggestivo
Ferenczi si è interessato alla suggestione, occupandosi anche di un famoso caso di un maniscalco (Jozsef Ezer) che diceva di essere in grado dominare i cavalli tramite suggestione.
Ferenczi assiste quindi ad uno spettacolo dove Ezer doma un cavallo usando sia urla potenti che parole dolci, ed affermando che i cavalli da lui domati poi restavano docili permanentemente.
Ferenczi ha capito che esistono 2 metodi per ipnotizzare: con l'amore (ipnosi materna) e con la severità (ipnosi paterna).
Inoltre egli sostiene che la riuscita dell'ipnosi non dipende dall'abilità dell'ipnotizzatore, ma dalla tendenza innata del soggetto da ipnotizzare, dovuta dall'educazione, a rinunciare alla propria volontà per amore o per timore (o entrambi), essendo questi i metodi educativi usati dai genitori con lui.
Allo stesso modo Ezer aveva domato con amore e severità, ed è davvero possibile che le ripercussioni di un evento psichico così sconvolgente possano essere permanenti come nell'uomo certi eventi di infanzia possono rimanere fissati per tutta la vita.
In generale, una persona che nell'infanzia è stata troppo amata o trattata troppo con severità, corre il pericolo di perdere per sempre la capacità di agire autonomamente.

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