sabato 10 dicembre 2016

Psicologia dell'adolescenza (19/19): Tecniche di consultazione con genitori di adolescenti

Oggi i genitori sono considerati sempre di più una risorsa ed un aiuto per arrivare a comprendere meglio le problematiche del figlio e del contesto familiare e sociale, quindi essi vengono coinvolti spesso nella psicoterapia col paziente.
Spesso sono gli stessi genitori a chiedere interventi di sostegno sulla propria funzione da genitore, quando il figlio attraversa il difficile periodo dell'adolescenza, e questa esigenza si incontra con quella dello psicologo di comprendere meglio lo spazio di vita del giovane, così oggi sono sempre più frequenti gli incontri tra psicologo e genitore, nei servizi pubblici e negli studi privati.
E' importante la costruzione di un buon setting dove operare, e bisogna anche tener conto delle nuove tecnologie che possono anche essere d'intralcio, dove ad esempio i genitori possono scrivere allo psicologo via mail, inoltrando messaggi rubati violando la privacy del figlio (anche con l'uso degli sms).
Margaret Rustin, presso la Tavistock Clinic di Londra, distingue 4 principali categorie d'intervento:

  1. Il lavoro di sostegno ai genitori realizzato con l'obiettivo primario di proteggere la terapia del bambino
  2. il lavoro con i genitori orientato a sostenerli nel funzionamento genitoriale
  3. il lavoro con i genitori focalizzato attorno al tentativo di promuovere cambiamenti nel funzionamento familiare
  4. il lavoro di psicoterapia psicoanalitica individuale per uno o entrambi i genitori, dove questi son visti come pazienti, anche se tutto ciò è fatto per il bene del figlio 

Psicoterapia psicoanalitica familiare e modelli di consultazione integrati
Questo tipo di psicoterapia pone in primo piano la riflessione sulla funzione genitoriale nei suoi rapporti con la relazione di coppia, relativamente all'approccio terapeutico con bambini e adolescenti.
Negli Usa è stato attuato un programma di terapia residenziale per adolescenti gravi (14-21 anni), presso il National Institute of Mental Health, dove erano previste 3 sedute settimanali di terapie per i genitori, 1 di terapia familiare congiunta, e 4 riunioni settimanali di gruppo a cui partecipavano il paziente ed il personale del reparto.
Questo programma aveva lo scopo: nella psicoterapia individuale di esplorare e modificare le interiorizzazioni dell'esperienza infantile che disturbano lo sviluppo dell'autonomia dell'Io e l'individualizzazione dell'adolescente, nella terapia di coppia l'obiettivo è quello di comprendere e modificare le dinamiche familiari che interferiscono con il processo di separazione ed individuazione dell'adolescente, mentre l'obiettivo delle terapie di gruppo è quello di comprendere e modificare il funzionamento dell'adolescente in una nuova organizzazione sociale (facendo aumentare il senso di responsabilità).
La delineazione è una serie di comportamenti ripetitivi, messi in atto da uno o più membri della famiglia, attraverso i quali viene sancita la rappresentazione mentale di un altro membro, e nel caso di delineazioni genitoriali, la maturazione del bambino in adolescente tende a scontrarsi con tali delineazioni familiari, le quali si oppongono al cambiamento (assunti inconsci tratti da concetti psicoanalitici come le identificazione proiettiva e le teorie sui gruppi di Bion).
Si parla poi di transfert contestuale (quello dove la madre tiene in braccio il bambino fornendogli il contesto della loro relazione) e il transfert focalizzato (dove madre e bambino si guardano negli occhi e dialogano), e in terapia sono presenti entrambi i transfert, dove all'inizio c'è il contestuale e poi si passa a quello focalizzato.
Nella psicoanalisi di coppia, la collusione è la creazione di una personalità congiunta tra i 2 membri della coppia, così che i confini della personalità individuale diventano sempre più flebili e nasce il Sé coniugale dove vengono depositate, in seguito a identificazioni proiettive reciproche, parti scisse o rimosse di ciascuno dei coniugi (e Willi distingue in collusione: narcisistica, orale, sadico-anale, edipico-fallica).
La membrana di confine è la delimitazione di ciò che accade dentro e fuori dalla famiglia, dove col passare del tempo essa può allargare o restringere i propri confini.
La motivazione inconscia della scelta del partner è descritta nei suoi aspetti difensivi e sintomatici perchè è determinata in misura variabile dall'esigenza di creare una barriera contro l'insorgenza di tematiche edipiche o di nuclei perversi intrasoggettivi.
Lo strumento migliore per affrontare tematiche relazionali o genitoriali è la terapia di coppia, dove il setting deve essere costruito in modo da saper capire il Sé di coppia e tutti gli altri processi descritti sopra che possono nascere all'interno della coppia.
Si distingue inoltre tra coppia coniugale e coppia genitoriale, dove nel secondo caso nella terapia va preso anche in esame le influenze che può suscitare il figlio sulla coppia, e come il suo sviluppo possa far mutare la struttura ed i rapporti della famiglia.
La separazione adolescenziale deve esser vista come un tentativo di riorganizzare la complessa relazione familiare, in modo che l'identità adolescenziale può essere intesa non solo come acquisizione di indipendenza, ma anche come appartenenza e riconoscimento.
Il processo diagnostico integrato di Anna Maria Nicolò e Giulio Cesare Zavattini consiste in un setting non rigido dove le prime sedute vengono effettuate con tutti i membri della famiglia allo scopo di approfondire le motivazioni della domanda ed approfondire la storia familiare di ogni singolo componente, successivamente parte un percorso terapeutico individuale con l'adolescente (1 terapeuta) ed una terapia di coppia con i genitori (2 terapeuti per scoprire collusioni e motivi scelta del partner), ed alla fine c'è la restituzione (in questo modello è presente il transfert triangolare).
La terapia integrata (Bertetti, Chistolini, Rangone, Vadilonga) comprende l'approccio sistemico-relazionale che consente di analizzare e comprendere le dinamiche relazionali familiari che non consentono la realizzazione del percorso evolutivo del figlio adolescente, e l'intervento individuale psicodinamico che consente l'esplorazione delle rappresentazioni interne di sé e delle relazioni significative dell'adolescente e delle sue risorse personali di cui dispone.
La metodologia usata comprende l'incontro congiunto degli psicologi che hanno svolto la terapia individuale e familiare, per uno scambio di informazioni, e nella terapia familiare (5-7 sedute) ci sono 2 terapeuti (uno supervisiona), si usa lo specchio unidirezionale e la videoregistrazione, e nella prima seduta ci sono tutti, successivamente i membri variano a seconda delle esigenze e alla fine lo scopo è quello di connettere tutte le informazioni raccolte alla situazione di crisi dell'adolescente e di fare un punto della situazione sulle possibili risorse usabili per riparare.
Nella fase individuale (10 sedute) invece, c'è la divisione in 3 fasi: la ricostruzione della storia dell'adolescente, la somministrazione di test e l'esecuzione di disegni, la restituzione di quanto è emerso all'adolescente e l'accordo su quali elementi sottolineare maggiormente l'incontro finale.
Il percorso valutativo-diagnostico si conclude quindi con la restituzione congiunta, che avviene in presenza dei genitori, dell'adolescente e dei 3 terapeuti.

Analisi della relazione madre-bambino
Manzano, Espasa e Zilkha pongono l'attenzione sui rapporti generazionali che entrambi i genitori inconsciamente mettono in atto all'interno del nuovo sistema familiare quando si relazionano con i figli.
Secondo l'approccio narcisistico psicoanalitico, c'è una tendenza da parte dei genitori ad attribuire al proprio bambino ogni sorta di perfezione, mettendo nell'oggetto bambino il loro sé infantile, vedendosi come genitori ideali.
C'è anche la visione kleiniana dell'identificazione proiettiva, dove il genitore proietta sul figlio la propria immagine idealizzata o quella di un oggetto interno, e vengono così a formarsi due situazioni, dove in una c'è la fissazione dovuta alla situazione narcisistica che non può essere modificata (dove i protagonisti devono comportarsi sempre nello stesso modo), e la situazione di ripetizione, dove si ripete una situazione dolorosa all'infinito correggendola sempre, perchè non c'è modo di aggiustarla come si dovrebbe.
L'interpretazione verrà quindi indirizzata contemporaneamente ai genitori e al figlio, e la tecnica di indagine sarà quella dell'ascolto, dell'osservazione della relazione della madre col figlio e della relazione col terapeuta (le modalità di consultazione sono cmq flessibili e variabili in base all'età del bambino).
Francesco Mancuso propone una psicoterapia breve di individuazione con i genitori, dove il figlio deve diventare portatore ed innovatore del patrimonio familiare.
Mancuso esamina le situazioni dove la continuità psichica determina sofferenza ed angoscia, dove la patologia si forma quando gli elementi psichici che il bambino deve elaborare sono in eccesso e lo costringono ad un lavoro continuo di organizzazione di personalità.
In condizione normale, ciò che genera la trasmissione di contenuti psichici tra madre e bambino è la preoccupazione materna primaria, in condizioni patologiche il trasferimento avviene prevalentemente attraverso la preoccupazione da parte del genitore di perdere quell'oggetto-sé, quel possesso-bambino, che è il bambino idealizzato.
Oppure quando il bambino è diverso dalle aspettative narcisistiche del genitore, questi lo ricopre di azioni repressive per reinpossessarsene e reinglobarlo, dove il bambino, per continuare ad essere l'oggetto-sé dell'adulto dovrà destinare parti del suo sé a contenere elementi psichici dell'adulto.
In generale, l'esperienza terapeutica raramente riesce da sola a modificare radicalmente l'organizzazione interna, ma ciò può avvenire solo se c'è l'aiuto dei genitori.

Genitori di adolescenti in consultazione e terapia psicoanalitica
Il modello di intervento elaborato da Tommaso Senise è un dispositivo di presa in carico psicodiagnostica dell'adolescente detto psicoterapia breve di individuazione, dove si pone l'attenzione sul contesto di vita dell'adolescente, non c'è l'analisi del transfert, il coinvolgimento dei genitori, e dove si vuole comprendere i cambiamenti nelle rappresentazioni del Sé e nelle rappresentazioni dell'oggetto in adolescenza, ponendo in primo piano i problemi connessi con il processo di separazione e individuazione.
Lo schema operativo di Senise è composto da 7 momenti di intervento:
  1. la richiesta telefonica della consultazione
  2. i colloqui coi genitori e/o con i loro figli, per comunicare gli scopi della presa in carico del figlio e contrattare la loro possibile esclusione dal trattamento
  3. i colloqui con l'adolescente per definire le sue aspettative e motivazioni
  4. l'eventuale somministrazione di test
  5. la restituzione all'adolescente dei risultati dell'indagine e la decisione con esso sugli interventi da fare e cosa dire ai genitori
  6. il colloquio di restituzione ai genitori
  7. il colloquio con l'adolescente sul colloquio con i genitori
L'obiettivo è quello di dare una restituzione il più rispecchiante possibile a quanto emerso dall'indagine.
Senise rivolge particolare attenzione alle difficoltà relazionali tra adulti ed adolescenti e pensa che i genitori debbano essere visti come parte integrante della terapia e non come elementi esterni, ed il terapeuta deve avere molta empatia e saper ascoltare e non lasciarsi sopraffare nè dalla visione dei genitori nè da quella dell'adolescente.
C'è poi il modello operativo di Margherita Bianco, Piera Furgiuele e Rosalina Gemello che si rivolge ai genitori attraverso un intervento non interpretativo che guarda alla coppia nella sua funzione genitoriale.
In questo modello quindi non c'è interpretazione di transfert e il terapeuta è chiamato a svolgere una funzione di genitore dei genitori dell'adolescente in difficoltà, promuovendo processi evolutivi e apprendimenti genitoriali di tipo intellettuale-conscio ed emotivo.
Il modello di Philippe Jeammet invece è detto terapia bifocale perchè prevede il coinvolgimento di 2 psicoterapeuti differenziati nella presa in carico di adolescenti gravi, dove uno svolge i colloqui ed effettua il trattamento all'adolescente, l'altro con i genitori e se necessario, incontra anche gli insegnanti e somministra i farmaci.

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