martedì 25 agosto 2015

Psicologia generale I (7/27): L'etologia

I comportamenti specifici sono quei comportamenti tipici di una specie animale, che vengono utilizzati per distinguerla dalle altre specie.

La disciplina che studia i comportamenti specie-specificici è l'etologia.
Gli etologi sono anche interessati ad individuare le condizioni ambientali necessarie per lo sviluppo di questi comportamenti, e a ricostruire il percorso evolutivo che ha portato alla componente genetica responsabile del comportamento in esame.

Dagli studi fatti, è risultato che di solito gli appartenenti ad una specifica specie, reagiscono nella stessa maniera a certi stimoli, questa risposte vengono comunemente chiamate schemi d'azione fissi, o azioni stereotipate.
Questi comportamenti sembrano essere fissati nel sistema nervoso dell'animale, e possono essere modificati relativamente poco dall'apprendimento.
Lo stimolo liberatorio è quello stimolo capace di evocare come risposta un'azione stereotipata.
Questa risposta avviene solo se l'animale si trova nelle condizioni fisiologiche e nel contesto ambientale adatto.

Un esperimento famoso sul comportamento animale è stato effettuato da Tinbergen, che dimostrò che il pesce spinarello attacca per difendere il proprio territorio solo gli oggetti che sembrano essere pesci della sua specie con il ventre rosso (il ventre rosso è l'elemento senza il quale, non avviene la risposta).

Darwin scoprì che anche l'uomo ha dei comportamenti specie-specifici innati, presenti fin dalla nascita a prescindere dal luogo di nascita.
Per esempio le espressioni facciali (sorpresa,paura,disgusto,ira,felicità,tristezza) sono universali in tutto il mondo, e si manifestano fin dalla nascita, non vengono quindi insegnate, ma trasmesse geneticamente.

Queste espressioni sono presenti anche in bambini ciechi dalla nascita.
Eibl-Eibesfeldt scoprì il guizzo delle sopracciglia, come segnale universale di saluto tra persone.
Ovviamente, oltre a questi comportamenti fissi, siamo anche in grado di apprenderne degli altri, o di modificare in parte quelli che abbiamo dalla nascita (si finge di ridere).

Nei mammiferi gli schemi specie-specifici, sono più flessibili e meno rigidamente controllati da determinati stimoli (insomma sappiamo resistere a certi stimoli).
Ci sono anche schemi specie-specifici non controllati determinati affatto dagli stimoli ambientali, tipo il camminare in posizione eratta ed il parlare per l'uomo, ma sono caratteristiche acquisite ed affinate dopo anni ed anni di evoluzione.
Difatti, i bambini iniziano a parlare anche se l'ambiente non fornisce loro lo stimolo per farlo, ma ovviamente per acquisire il linguaggio il bambino deve sentirlo da qualche adulto.
Quindi i comportamenti, non avvengono solo per predisposizione biologica, ma avvengono solo se c'è un'interazione con l'ambiente.

Per verificare la predisposizione genetica di alcuni comportamenti, vennero effettuati degli esperimenti di deprivazione, dove degli animali venivano cresciuti in cattività, senza che nessun altro animale li condizionasse.
Una volta messi a contatto con altri animali della propria specie, questi esemplari manifestavano il comportamento innato (per esempio il modo di combattersi di 2 topi è identico anche se uno di questi è stato 'deprivato').
Quindi in alcuni i comportamenti innati si manifestano solo se i soggetti vengono a contatto con altri soggetti che manifestano quello specifico comportamento.

Purtroppo non esistono fossili a testimonianza del comportamento degli animali del passato, quindi per ricostruire l'evoluzione del comportamento di alcune specie, è indispensabile poterle confrontare con altre specie simili meno evolute.

Questo confronto viene fatto grazie alle omologie e alle analogie.
Un omologia è una qualsiasi somiglianza tra specie diverse che scaturisce dalla loro origine comune.
Un analogia è invece è una somiglianza tra due specie che non dipende da un antenato comune, ma da un processo evolutivo simile.

Le analogie son caratterizzate da somiglianze superficiali, più legate al comportamento, mentre le omologie hanno anche somiglianze strutturali (ad esempio 2 specie diverse di uccelli che possono volare, se sono analoghe, avranno entrambe la capacità di volare, e magari lo faranno nello stesso modo, se sono omologhe avranno anche la struttura ossea delle ali simile).
Quindi dalle analogie si posson trarre indizi utili sull'evoluzione di un comportamento specie-specifica, mentre dalle omologie si potrà anche fare delle inferenze sul percorso evolutivo della specie in esame.

Darwin mise in pratica questi concetti con uno studio sulla costruzione dell'alveare da parte delle api e dal bombo, riuscendo a risalire anche al processo evolutivo della costruzione dell'alveare dell'ape.

Un altro studio di Darwin fù effettuato sul sorriso umano.
Gli esseri umani sorridono quando sono felici e quando vogliono dimostrare a qualcunaltro che sono ben disposti nei suoi confronti.
In alcune specie animali il sorriso è un segno di sottomissione o un segnale che sta ad indicare che non si hanno cattive intenzioni, e quindi vuol dire 'non attaccarmi'.

Darwin rilevò anche che esistono diversità anatomiche tra questi 2 tipi di sorrisi, ovvero che, il sorriso felice comporta non solo la movenza della bocca, ma anche lo stiramento della pelle vicino agli occhi (si creano le zampe di gallina).
Ekman sostiene che il sorriso fatto solo con la bocca, sia un falso sorriso, un sorriso che maschera le vere intenzioni, o che cmq è solo un sorriso di saluto.
Sulla base di queste osservazioni e di altre ricerche sul mondo animale si Van Hooff ha infierito che l'esibizione a bocca rilassata o aperta dei primati, sia l'equivalente del sorriso felice degli uomini, e che in alcuni casi possa anche svolgere una funzione simile negli uomini.

Questi residui di antichi adattamenti comportamentali, prendono il nome di caratteri vestigiali, e attraverso lo studio delle omologie, è spesso possibile riconoscerne l'antico significato.
Un esempio è il riflesso di prensione, che consiste nell'attaccamento dei nati prematuri al cordone ombelicale della madre, come facevano presumibilmente gli antenati, attaccati alla pelliccia dei genitori.

In psicologia il carattere vestigiale ha significato quando si riflette sulle pulsioni e sulle motivazioni iscritte nel nostro patrimonio genetico.

E' anche importante sottolineare che alcune nostre caratteristiche ereditarie possono rivelarsi dannose in alcuni tipi di habitat dei giorni d'oggi.

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