mercoledì 26 agosto 2015

Psicologia generale I (8/27): La sociobiologia

La sociobiologia è quella scienza che cerca di definire il fine ultimo del comportamento animale, nell'ambito del gruppo sociale.

Questo comportamento è quindi legato al fine del singolo individuo di riprodursi e sopravvivere.

Un approccio di studio tipico della sociobiologia è quello per analogia, mettendo a confronto quelle specie con sistemi sociali simili, in modo da infierire sulle funzionalità dei comportamenti dei singoli individui che ne fanno parte.

Da un punto di vista evoluzionistico, è il sesso a far sviluppare i gruppi sociali, dato che se non ci fosse l'esigenza di riprodursi, si potrebbe anche vivere tutta la vita da soli.

Definiamo come investimento parentale, la quantità di tempo, energia e rischio per la propria sopravvivenza, che comporta il prendersi cura della propria prole.

La teoria di Trievers dice: Nelle specie in cui l'investimento parentale è disuguale tra i 2 sessi, il sesso che compie maggiore investimento sarà: oggetto di una più intensa competizione che non l'altro sesso, si comporterà in modo più selettivo nella scelta del partner.

Applicando le teorie della selezione naturale e la teoria di Trievers, distinguiamo quindi i 4 tipi di modelli relazionali maschio-femmina:

  1. Poliginia: Il maschio si accoppia con più di una femmina.
    Secondo la teoria di Trivers, quando l'accoppiamento con un partner comporta un vantaggio riproduttivo per il maschio che per la femmina, i maschi cercheranno di accoppiarsi con quante più femmine possibile, entrando in competizione con gli altri maschi rivali.
    Ne consegue che quanto più in una specie è diffusa la poliginia, tanto più sono differenti le dimensioni tra il maschio e la femmina, dato che il maschio deve essere robusto per lottare e riprodursi.
    La poliginia è diffusa nei mammiferi anche perchè le femmine investono tanto nel generare un figlio, quindi poi lo accudiscono con più cura, ed inoltre sono più selettive nella scelta del maschio, per avere una prole migliore.
  2. Poliandria: La femmina si accoppia con più di un maschio.
    In genere è assente nei mammiferi, ma molto presente in pesci ed uccelli, dato che ha maggiore possibilità di evolversi in specie che depongono le uova.
    Le femmine sono più grosse, attive ed aggressive dei maschi e la prole sarà curata di solito da entrambi, anche se in prevalenza dal maschio.
  3. Monogamia: Accoppiamento tra un solo maschio ed una sola femmina.
    Se le condizioni ambientali esigono la cura della prole di entrambi i genitori (ad esempio, uno fa la guardia e uno procura il cibo), verrà meno la possibilità di dedicarsi ad altri accoppiamenti, da entrambe le parti.
    Quindi anche le caratteristiche fisiche tra il maschio e la femmina saranno simili.
    E' tuttavia da sottolineare che la monogamia sociale, non implica la monogamia sessuale, e quando il maschio lascia per esempio da sola la femmina per cacciare, è probabile che qualche altro maschio ci si accoppi, mescolando la prole.
    Per questo motivo, la monogamia è molto diffusa, perchè i geni che ne promuovono la caratteristica si diffondono più facilmente rispetto a quelli che non la promuovono.
  4. Poliginandria: Tutti i membri di un gruppo, si accoppiano tra di loro.
    In questo modo, si riducono i combattimenti, e non sapendo chi è figlio di chi, si finisce per aiutarsi tutti a vicenda.
    Comportamento usato da alcuni scimpanzè.
    Il loro comportamento pacifico e molto prosperoso, sembrerebbe aver ispirato il motto: "fate l'amore e non la guerra".

Il comportamento aggressivo

 

L'aggressività si riferisce ai combattimenti e alle minacce di aggressione tra i membri della stessa specie.
Ci sono due principali categorie di aggressività:
  1. Aggressività territoriale
    Gli scontri per il territorio possono essere evitati tramite appositi segnali, tipo quella del lupo che urina per delimitare il proprio territorio, un animale che emette un suono di avvertimento, un animale che scuote rami di alberi, ecc...
    Questi segnali di solito vengono ascoltati, per evitare inutili lotte.
    Questi comportamenti sembrano essere rimasti nel patrimonio genetico di alcuni animali che ora non vivono più in cattività, tipo il cane, che ha l'abitudine di urinare per marcare il proprio territorio.
  2. Aggressività all'interno del gruppo
    All'interno di un gruppo, possono esserci diverse dispute, per il cibo, per il partner sessuale, ma anche per ottenere una posizione di maggiore rispetto all'interno del branco.
    Chi perde questi scontri di solito non abbandona il gruppo, e non viene cacciato, in quanto al vincitore fa comodo avere lo sconfitto nel gruppo come segno di forza.
    Questi sconfitti hanno sviluppato diversi segnali per far capire al vincitore che non si vuole più combattere, e quindi non si deve finire con inutili spargimenti di sangue.
    Questi segnali vengono utilizzati anche per evitare scontri futuri, e far capire che l'animale si ritiene sottomesso.
    Anche la memoria svolge un ruolo fondamentale per ridurre gli scontri, dato che permette agli animali di ricordarsi l'esito dello scontro, e regolarsi di conseguenza.
    Ci sarà così una gerarchia di dominanza, dove i membri si riconoscono in un determinato ordine gerarchico.
    In alcuni gruppi alcuni animali si coalizzano per sconfiggere insieme l'esemplare più forte e salire così di posizione, in altri, anche i figli di un esemplare importante vengono rispettati dagli altri individui del branco, ed in alcuni casi, questi figli finiscono per diventare a loro volta importanti senza dover combattere.

Il comportamento d'aiuto

 

Gli animali appartenenti ad una stessa specie/gruppo, in genere si aiutano tra di loro.
In questo frangente, si definisce comportamento d'aiuto, qualsiasi atto che aumenta le probabilità di sopravvivenza, o le capacità riproduttive di un altro individuo.

Si parla di cooperazione quando un individuo, aiutando un altro, aiuta anche se stesso.
Gran parte della vita sociale risiede nella cooperazione, dato che i costi dell'aiuto possono essere ripagati dai benefici ricavati.

Ci troviamo invece in presenza dell'altruismo, quando un individuo per aiutare un altro individuo, fa diminuire le proprie probabilità di sopravvivenza, o le capacità riproduttive.
Tenendo fede alla legge della selezione naturale, è facile infierire che sia la cooperazione il comportamento di aiuto più diffuso in generale.

La teoria della selezione per parentela dice che i comportamenti apparentemente altruistici si sono evoluti perchè vanno a vantaggio dei parenti stretti, ovvero a vantaggio di individui che hanno gli stessi geni di chi presta loro soccorso.
Quindi, in questo caso, chi aiuta sembrerebbe riuscire a distinguere i parenti da i non parenti.

La teoria della reciprocità dice che i comportamenti apparentemente altruistici verso i parenti e non, sono in realtà atti di cooperazione a lungo termine.
Aiutando l'altro individuo, si spera che questo un giorno aiuti noi.

Ragionamenti che occorre evitare quando si ha a che fare con la teoria dell'evoluzione:
Fallacia naturalistica: Consiste nel ritenere il concetto di naturale equivalente ad etico e giusto.
Quando ad esempio si giustifiano comportamenti violenti, dicendo che in natura sono 'normali'.
Fallacia deterministica: è quando si ritiene che i nostri comportamenti innati, sono geneticamente immutabili e non si possono mutare.
Questo quando si cerca per esempio di giustificare alcuni comportamenti violenti dicendo che sono nella natura dell'uomo, sono genetici.
Forse gli animali possono ragionare così, perchè mutano in funzione dell'ambiente, ma gli esseri umani sono in grado di mutare l'ambiente in cui vivono, quindi possono mutare anche il proprio comportamento.


Le comunità umane

 

La maggior parte degli umani preferisce vivere in gruppo che da sola.
Se alcuni individui rimangono da soli, soffrono di solitudine e vanno alla ricerca di compagnia.

Negli esseri umani l'aiuto rivolto ai propri parenti è detto nepotismo.
Tra parenti, tendenzialmente si è meno violenti, e di solito nelle comunità piccole, dove ci sono molte parentele, ci sono anche meno conflitti di gruppo.

Il nepotismo è così riconosciuto, che alcuni politici usano i termini "madrepatria", per suscitare sentimenti fraterni fra la popolazione e ricevere cooperazione, e perfino i leader religiosi parlano di "fratelli e sorelle".

Modelli di accoppiamento nella specie umana
Nell'uomo, il sistema più diffuso di accoppiamento è quello della monogamia misto alla poliginia.
A rafforzare la tesi che si usi un misto tra entrambi i metodi di accoppiamento, c'è il fatto che le dimensioni del maschio sono solitamente un po' più grandi di quelle della donna.
Inoltre, solitamente, l'investimento paterno non è mai superiore a quello materno (quindi viene respinta l'ipotesi della poliandria).
Dato quanto studiato, è facile infierire sul perchè gli umoni siano attratti dalle donne belle e prosperose (perchè forse le ritengono più adatte a procreare), di come le donne siano attratte da uomini che possono progredire una buona prole (uomini robusti) e che possano mantenerla (uomini ricchi), e di come alcuni uomini cerchino di accoppiarsi con più donne possibili (per avere una maggiore prole).

La violenza maschile
Ad avvalorare la tesi della poliginia, c'è il fatto che i maschi, oltre ad essere più robusti, sono anche più propensi alla violenza.
E' un dato di fatto che gli uomini commettano più atti di violenza delle donne, e questo deriverebbe da una differenza genetica tra i 2 sessi.
Una delle cause maggiori di violenza è la gelosia sessuale, comportamento spiegato sempre in base alla teoria dell'evoluzione, in quanto gli uomini che in passato erano più violenti contro i rivali sessuali, potevano progredire di più e quindi trasmettere più geni con questo comportamento.
Un altro motivo rappresenta il fatto che per essere sicuro che la prole sia sua, il maschio deve curare la donna ed attaccare il rivale, mentre la donna può avere la certezza che la prole è sua, senza dover combattere.
Quindi l'interesse riproduttivo della donna è più nel rimanere viva che combattere con le rivali.

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