domenica 24 aprile 2016

Storia della psicologia (6/14): Freud e la psicoanalisi

Il termine psicoanalisi compare per la prima volta nel 1896 nello scritto l'ereditarietà e l'etologia della nevrosi di Sigmund Freud.
La psicoanalisi può essere considerata come un metodo rivolto all'indagine delle modalità in cui si svolgono i processi psichici, basato sul fatto che la nostra vita psichica è caratterizzata da processi inconsci, può essere anche considerata una tecnica terapeutica che vuole analizzare le difese che il soggetto instaura nei confronti dei propri pensieri inconsci che sono la base dei suoi disturbi, e può inoltre essere considerata un'impostazione teorica dove confluiscono i risultati di osservazioni compiute dallo psicoterapeuta.
L'inconscio della psicoanalisi è guidato dalla logica e da un senso, e i vari segnali osservabili per il suo studio vanno interpretati, inoltre vanno analizzate le fantasie e i sogni del paziente, e secondo Freud, va studiata anche la sessualità infantile, che può dare origini a disturbi nell'età adulti.
Il fenomeno del transfert si ha quando il paziente tende a trasferire sull'analista i suoi stati emotivi che ha vissuto nell'infanzia e che ancora sono vivi nella vita adulta, condizionando il suo comportamento.
Il paziente rimuove ricordi scomodi alla coscienza con meccanismi di difesa-rimozione che però sono attivi inconsciamente e si ripresentano nei sogni, nei lapsus, nelle fantasie.
L'inconscio è dunque l'insieme di significati, di vissuti e di pensieri che il soggetto porta dentro di sè, che condizionano la sua condotta.

Le origini della psicoanalisi
Freud si iscrive a medicina a Vienna nel 1873, e rimane affascinato dalle teorie evoluzionistiche di Darwin, ed uno dei suoi insegnati che più lo influenzò inizialmente fù il fisiologo Brucke.
Freud frequentò anche il corso dello psichiatra T. Meynert che seguiva le teorie di J.F. Herbart, il quale sosteneva la preminenza della psicologia sulla fisiologia e fù il primo ad usare il concetto di inconscio.
Un altro professore che influenzò Freud fù il fenomenologo Brentano che sosteneva anche lui il primato della psicologia e lo studio dei fenomeni psichici, da quelli cognitivi a quelli affettivi.
Dopo la laurea Freud iniziò a dubitare del pensiero fisicalistico e si avvicinò sempre di più alla psicologia, iniziando a riflettere sul concetto di inconscio.

Osservando i fenomeni isterici Freud si convinse che alla base di certe alterazioni funzionali non era riscontrabile un'alterazione organica e quindi Freud ipotizzò l'esistenza di un processo causale di origine psichica, nozione appresa dalla scuola di Charcot, che sosteneva che l'isteria avesse origine da certi traumi psichici.
Freud con l'aiuto di Breuer apprese l'uso dell'ipnosi per curare i pazienti, usando però il metodo catartico, facendo rievocare ai pazienti le esperienze dolorose per farli liberare sfogandosi.
Questi lavori furono riassunti nella pubblicazione studi sull'isteria (1895), dove però vennero alla luce i punti deboli di questa teoria, e ciò il fatto che i sintomi scomparivano solo per un certo periodo e si creava una forte dipendenza verso il terapeuta.
Breuer riteneva che gli elementi psichici alla base dei sintomi fossero patogeni, riducibili a predisposizione organica, mentre Freud riteneva che fossero patogeni ma spiegabili non per predisposizione organica ma legati a significati di tipo psichico.
Freud tirò fuori teorie sulla sessualità infantile e il concetto di libido (l'energia psichica delle pulsioni) e ciò causò la definitiva rottura con Breuer.
Nel 1899 Freud pubblicò l'interpretazione dei sogni, uno studio sull'analisi dei sogni per scoprire i messaggi dell'inconscio, tramite il metodo delle associazioni libere, tutto ciò che è apparentemente casuale ed insignificante, assume importanza per gli psicoanalisti come oggetto di studio.
I sogni subiscono una censura che serve per proteggere la psiche da fatti che potrebbero turbarla, allo stesso tempo hanno una elaborazione secondaria che serve a dargli un po' di coerenza e comprensibilità, che aumente all'avvicinarsi del risveglio.
Quindi secondo Freud tutto va analizzato, anche le azioni casuali, gli atti mancanti, i lapsus, sono tutti messaggi dell'inconscio che lo psicoanalista deve saper cogliere e decifrare.
Freud tirò fuori anche concetti e teorie come il complesso edipico, la teoria delle pulsioni libidiche e distruttive, il conscio, preconscio, Es, Io, Super-Io, il narcisismo, il principio del piacere e il principio della realtà.
Nel 1908 si tenne a Salisburgo il primo congresso internazionale di psicoanalisi e nel 1910 fù fondata l'Associazione Psicoanalitica Internazionale.
Il movimento psicoanalitico ebbe anche delle scissioni, quella di C.G. Jung e quella di Adler e ci furono scuole che nacquerò successivamente al movimento di Freud, come la scuola di Melanie Klein e quella del francese J. Lacan.

Nella psicoanalisi il soggetto non è passivo come nell'ipnosi, ma ha un ruolo attivo nel rievocare gli avvenimenti e un ruolo inconscio dove usa i meccanismi di difesa per non far venire alla luce certi avvenimenti.
Col termine ricostruzione si intende il lavoro da parte dello psicoanalista di ricomposizione, in cui il linguaggio dell'inconscio da sconnesso si fa significativo, in un processo di interpretazione.
La teoria del trauma specifico afferma che un trauma infantile, spesso connesso ad un'aggressione sessuale, è la base della nevrosi, ma studi successivi han dimostrato che questa teoria è erronea perchè i soggetti portavano alla luce fantasie in realtà non vere.
La psicoanalisi per trovare il rapporto tra logica dell'inconscio e logica del pensiero cosciente, deve stabilire i collegamenti tra questi 2 piani strettamente intrecciati.

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