sabato 27 maggio 2017

Psicologia della personalità (2/10): Fondazione della Psicologia della Personalità

Nel 1832 si ha lo strutturalismo di Wundt dove c'è lo studio degli elementi di base della mente, dove si cerca di capire quali sono gli elementi stabili della personalità.
Wundt ricerca degli elementi di base e rielabora i quattro temperamenti, melanconico, collerico, sanguigno, flemmatico, in base a due assi principali: forza delle emozioni e modificabilità delle emozioni.
Wundt insieme a Galton, Heymans e Wiersma si interessa inoltre alle differenze individuali.
Heymans e Wiersma individuano una struttura di personalità costituita da un ampio numero di tratti, successivamente ridotti a tre dimensioni temperamentali: attività (capacità di agire con facilità), emotività (intensità) e risonanza (responsività agli eventi esterni: primaria o immediata, secondaria o dilazionata), da cui derivano otto tipi psicologici.
Gli 8 tipi psicologici di Heymans e Wiersma sono: nervoso, sentimentale, collerico, passionale, amorfo, apatico, sanguigno, flemmatico.
Delle dinamiche interne della personalità se ne occupano invece Janet e Freud.

C'è poi (1842) il funzionalismo di James con lo studio dei processi d'adattamento all'ambiente, dove ci si chiede a cosa serve la personalità e che cosa fa la personalità.
James fa una analisi delle relazioni funzionali dinamiche tra attivazione fisiologica e esperienza fenomenica.


I primi contributi in Europa


C'è la psicologia dinamica di Janet (1859), dove si studia la perdita di coesione della personalità, che si realizza quando le funzioni psicologiche diventano automatiche e di dissociano dalla persona nella sua interezza.
Inoltre, ogni forma di condotta è il risultato della combinazione di forza (energia psichica che sostiene le diverse attività) e tensione (loro grado di organizzazione e sintesi), e l'organizzazione di tensioni dinamiche che determina il comportamento dipende ampiamente da fattori interpersonali e sociali.

La personalistica di Stern (1871), dove la persona è caratterizzata da unità, indivisibilità e intenzionalità, è una totalità, mai interamente determinata né dalle caratteristiche personali né dall'ambiente.

La prospettiva storico-culturale di Vigotskij (1896), dove l'essenza degli individui deriva dalle loro relazioni sociali, le funzioni psichiche risultano dalla interiorizzazione delle relazioni sociali, e lo sviluppo del linguaggio è la chiave dell'intero sviluppo delle funzioni psicologiche (ha prima una funzione di comunicazione interpersonale e poi di autoregolazione intrapsichica).

La teoria del campo di Lewin (1890), dove la persona deve essere esaminata nella situazione concreta, per capire le ragioni del suo comportamento dalla totalità degli elementi relativi alla percezione di sé (abilità, bisogni, ecc.) e dell'ambiente (opportunità, ostacoli, ecc.) che sono psicologicamente rilevanti e che costituiscono il suo campo psicologico.
Nel campo si distinguono tre aree fondamentali:
  • Lo spazio di vita, che comprende la persona e l'ambiente psicologico così come viene percepito
  • I fenomeni presenti nel mondo fisico e sociale e che non influenzano lo spazio di vita in un certo momento
  • La zona di confine dello spazio di vita
Lo sviluppo coincide con un estensione e una maggiore differenziazione del campo psicologico.


Gli sviluppo negli Stati Uniti


Allport (1897) definisce i tratti della personalità come strutture neuropsichiche con la capacità di rendere molti stimoli funzionalmente equivalenti, e capaci di iniziare e guidare forme coerenti di comportamento adattivo ed espressivo.
Allport distingue i tratti della personalità in universali vs individuali (presenti solo in alcuni individui), cardinali (che influenzano quasi tutte le azioni della persona), centrali (che contraddistinguono la persona), secondari (caratterizzati da un focus più ristretto o meno distintivi dell'individuo).

Murray (1893) parla di bisogni come forze interne che organizzano l'esperienza dando all'organismo una determinata tendenza direzionale, e li distingue in viscerogeni e psicogeni.
Parla di pressioni come forze ambientali che interagiscono con i bisogni della persona (distinte in beta e alpha) e di temi (unità globali derivanti dall'interazione tra bisogni e pressioni).


Dalle Macro alle Micro-teorie (anni 30-50)


Maslow fa una tassonomia dei bisogni:
  • Bisogni di realizzazione
  • Bisogni di stima
  • Bisogni di appartenenza
  • Bisogni di sicurezza
  • Bisogni fisiologici
Rogers (1902) vede la pratica clinica come sede primaria per lo studio della personalità e afferma che la tendenza attualizzante imprime una direzione costruttiva allo sviluppo e alla piena realizzazione degli aspetti sani e creativi.
Inoltre parla di accettazione incondizionata come base dello sviluppo e come condizione del cambiamento terapeutico.

Esistono poi le teorie dell'apprendimento sociale:
  • Dollard e Miller: la riduzione della stimolazione pulsionale, derivante dai bisogni, è l'elemento di rinforzo che regola il rapporto dell'organismo con l'ambiente
  • Sears: l'importanza delle relazioni interpersonali e delle interazioni sociali nella formazione delle strutture di personalità
  • Rotter: il concetto di aspettative di rinforzo e il locus of control
  • Bandura: l'importanza del modellamento (processi attentivi, ritenzione mnemonica, produzione)
La teoria dei costrutti personali di Kelly (1905) afferma che l'individuo come lo scienziato mira a prevedere e controllare il corso degli eventi nel quale è coinvolto ed i costrutti personali rappresentano schemi o lenti che l'individuo impiega per conoscere la realtà e ordinare gli eventi.

Mischel critica le teorie disposizionali e psicodinamiche, propone nuove unità di analisi come strategie, piani, scopi che regolano la condotta e rendono conto delle differenze individuali nelle diverse situazioni, apre un dibattito persona-situazione che caratterizzerà tutti gli anni 70 e inizi 80.

Attualmente la psicologia della personalità è dominata da 2 grandi indirizzi:
  • La psicologia dei tratti
  • L'approccio sociale cognitivo

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