mercoledì 27 aprile 2016

Visitors

I Visitors sono una serie televisiva andata in onda dal 1983 al 1985, del genere fantascienza.

Visitors

In realtà parlare di una serie sola è scorretto, dato che anche wikipedia li distingue in 3 distinti capitoli/serie, pur essendo uno il seguito dell'altro.

Abbiamo dunque:

Le prime due sono di fatto considerate miniserie, mentre la terza è una serie tv a tutti gli effetti... per far prima e visto che io comunque ho comprato i 3 cofanetti distinti delle 3 serie, faccio un post unico, dato che per me sono un'unica serie televisiva divisa in 3 stagioni :)

Trama
Un bel giorno, sulla terra approdano tante gigantesce navi aliene, posizionandosi sopra le principali capitali mondiali.
Dopo un breve periodo di silenzio radio, gli alieni scendono finalmente a terra e chiedono di parlare al mondo, dicendo di venire in pace.
Di fattezze simili agli uomini, gli alieni sembrano integrarsi perfettamente con la razza umana, iniziando anche a farsi strada nelle alte sfere della società.
Tuttavia non tutti sono convinti della bontà dei visitatori, e stranamente, chi si oppone o chi fa troppe domande, sparisce misteriosamente.
Piano piano inizia quindi a crearsi un vero e proprio gruppo di resistenza contro i visitors, capitanato dal reporter d'assalto Mike Donovan e dalla dottoressa Juliet Parrish.
Il gruppo riuscirà anche a smascherare in mondovisione i visitatori, dimostrando che in realtà non sono come gli esseri umani, ma sono invece simili ad enormi lucertole. Tuttavia non verranno creduti e verranno accusati di terrorismo, così sia gli umani che i visitors gli daranno la caccia, capitanati dalla terribile aliena Diana.

Questa è la trama di massima :)
I visitors sono stati una serie tv cult degli anni 80, al confine tra la fantascienza, il thriller ed in alcuni casi anche l'horror.
Ricordo che da bambino mi facevano paura, non solo per il loro aspetto, ma anche per come erano forti ed imbattibili... inquietanti con le loro divise colorate.

Volendo questa serie tv fa anche riflettere, sembra un po' di tornare ai tempi del nazismo e del fascismo.
I visitatori infatti, prendono il potere con la forza e l'inganno, con la complicità di veri e propri capò ;) Inoltre danno la caccia a tutti i sovversivi, facendo sparire gli scienziati come i nazisti facevano sparire i libri scomodi :)
E la resistenza poi? Uguali ai partigiani! Con atti terroristici e lotte impari contro un nemico ben più forte.
Per non parlare della propaganda... si, secondo me gli autori dei visitors hanno plagiato la storia :p

Visitors friends

Davvero una serie carina, anche da rivedere a distanza di anni.
Certo, le prime due miniserie sono migliori, la terza è un po' tirata, ma nel complesso i visitors sono una piacevole visione, soprattutto se non ci si ferma all'apparenza... loro non sono come noi (cit.)

martedì 26 aprile 2016

Lo chiamavano Jeeg Robot

Lo chiamavano Jeeg Robot è un film fantastico/drammatico del 2016 diretto da Gabriele Mainetti, con Claudio Santamaria, Ilenia Pastorelli, Luca Marinelli, Stefano Ambrogi, Maurizio Tesei, Francesco Formichetti, Daniele Trombetti, Antonia Truppo, Gianluca Di Gennaro.

Lo chiamavano Jeeg Robot
Trama
Enzo è un giovane ladro che vive arrangiandosi con furtarelli.
Un giorno però, Enzo viene a contatto con una pericolosa sostanza chimica, ed acquisisce dei super poteri che lo rendono invincibile.
Solitario e non amante del prossimo, Enzo diventerà un super criminale, ed oltre a venir ricercato dalla polizia, dovrà vedersela presto con altre bande rivali, disposte a tutto pur di fare soldi.

Recensione
Lo chiamavano Jeeg Robot è un film davvero particolare.
Già il fatto che in Italia venga prodotto un film del genere, che di solito è cosa per chi ha tanti mezzi (soldi), ovvero per il cinema grande americano, lascia un po' perplessi. Tuttavia questo film, anche non potendo vantare di effetti speciali hollywoodiani, diciamo che se la può giocare alla pari con Kick ass :)
Trama particolare, protagonista interessante, ed un super nemico davvero carismatico (interpretato dal bravissimo Luca Marinelli), fanno di questo Jeeg Robot dei giorni nostri, una pellicola interessante... anche se il finale non poteva essere più scontato ;)

Link alla scheda del film su wikipedia

Come scoprire con cosa è stato fatto un sito

Vuoi sapere con cosa è stato fatto un sito web?
Vuoi sapere se è stato realizzato con un particolare cms tipo wordpress, joomla, plone, drupal, ecc... o in che linguaggio è stato scritto?
Vuoi scoprire sotto quale webserver gira il sito internet del tuo vicino di casa? (iis, apache, nginx).
Nessun problema, puoi scoprire queste e tante altre informazioni su qualsiasi sito web o blog, grazie ad un servizio online completamente gratuito.


Come scoprire con cosa è stato fatto un sito


Se vuoi sapere con cosa è stato fatto un sito, collegati al seguente indirizzo:
http://builtwith.com

Nell'apposito box, inserisci l'url del sito internet del quale vuoi avere informazioni e poi clicca sul bottone Lookup.

Come scoprire con cosa è stato fatto un sito

Come per magia verranno fuori tante belle informazioni sul sito in questione, come il cms usato (o in che linguaggio è stato scritto il sito es. php, asp, ecc...), se il sito usa google analytics, le librerie javascript usate, il webserver utilizzato, chi hosta il sito, se c'è varnish o un altro sistema per la cache, che servizi di email usa, se ha facebook, twitter, html5, i social buttons, l'openid e tante altre utili informazioni per i più smanettoni spioni del web :p

E pensare che io prima di scoprire questo sito cercavo di ricavare alcune di queste informazioni guardando i sorgenti html :)

Un anno di Blog!

Tanti auguri a te, tanti auguri a te, tanti auguri caro Oggi è un altro post, tanti auguri a te :-)

Un anno di Blog

Ebbene si, oggi è il compleanno del blog!
Sembra ieri, ma è passato già 1 anno da quando ho fatto il primo post su questo blog.

Questo blog era nato quasi per gioco, per esercitarmi un po' nella scrittura (con scarsi risultati direi :p), con l'idea di fare un post al giorno (da qui il nome del blog).
Poi con il tempo le visite sono iniziate ad aumentare, ho messo su la pubblicità, ed ho deciso di provare a vedere di guadagnare con il blog (obiettivo ancora non raggiunto ;)). Quindi ho infranto la regola di 1 solo post al giorno, ed ora posto, si, almeno un post al giorno, ma senza più alcun freno... quando mi viene in mente qualche idea la posto :)

E' così, con il passare del tempo, il blog si è articolato in diverse aree:

In quanto a visite, avendo scelto solo da poco di pubblicare più post al giorno, ho avuto un'impennata solo di recente.
Alla fine è difficile posizionarsi ai primi posti nei motori di ricerca, tuttavia per la legge dei grandi numeri, più post fai e più aumenti la possibilità che qualcuno finisca sul tuo sito.
Così, ridendo e scherzando, sono arrivato ad almeno 150 visite al giorno (per circa 700 post), in costante aumento... quando arriverò a 1000 visite al giorno organizzerò una festa sul blog :p

Bene, è tutto (cit.)
Un saluto a tutti i visitatori che arrivano da google o per altre vie :)

Come scaricare da torrent

Uno dei più famosi programmi per il download di file da internet è torrent (o uTorrent per gli amici).
Se non sai come scaricare torrent leggi qui.
Con torrent è possibile infatti scaricare film, musica ed ogni genere di file presente su internet, basta sapere come fare :)


Come scaricare da torrent


Per poter scaricare un file da utorrent, che a differenza di altri programmi di file sharing non ha la possibilità di cercare i file direttamente dal client torrent stesso, bisogna conoscere il link diretto al file torrent.

Un file torrent è un file con estensione .torrent che uno o più utenti condividono sul proprio pc o su un server, in modo che questo possa essere prelevato da chi ne conosce il link ed ha installato torrent.

Quindi come si fa a scaricare da torrent?
Prima di tutto apri torrent e lascialo girare in background, poi quello che ti serve per scaricare un file da torrent è poterlo trovare/cercare.
Ci sono diversi siti che offrono la possibilità di cercare file torrent, alcuni pubblici, altri privati.
Uno dei più famosi siti di ricerca file torrent è:
https://torrentz.eu
Tutto quello che devi fare è cercare il file che ti interessa (film, musica mp3, pdf, ecc... purchè legali :p), e poi cliccare sul link che ti propone torrentz, per finire sul sito dove è presente il link al file torrent da scaricare.

Come scaricare da torrent

Il sito di destinazione avrà un link al file .torrent (di solito segnalato dalla voce torrent download).
Clicca sul file con estensione .torrent per far partire il download tramite il tuo client torrent (utorrent).

Un'ultima nota sul sito torrentz , va alla voce peers, che praticamente sono le fonti.
Quindi più alto è il numero di peers e più il file verrà scaricato velocemente e facilmente :)

Leggi questo post per avere una legenda più completa dei termini usati nel mondo torrent.

lunedì 25 aprile 2016

Leggi il post

Immagini d'anteprima dei post diverse in base alla categoria

Se usi blogger/blogspost ed hai catalogato i tuoi post con etichette / tag / categorie diverse, potrebbe tornarti utile sapere come mostrare un'immagine di anteprima diversa nella lista dei post, a seconda della categoria/etichetta con cui è taggato un post.
Questo ovviamente vale per quei post in cui non è presente alcuna immagine d'anteprima.


Come avere immagini d'anteprima dei post diverse in base alla categoria associata


Innanzitutto, se non sai come impostare un'immagine d'anteprima di default per i post senza immagini leggi qui.

Devi quindi andare nel menù di sinistra Modello, e poi su Modifica HTML.
Dopo aver trovato il punto del codice dove mostri le anteprime nelle liste (puoi posizionarti dentro l'html e cliccare ctrl+f e poi cercare ad esempio thumb), che può variare in base al template che stai usando e se si tratta della versione mobile o meno, copia il seguente codice (o meglio, adatta questo codice alle tue esigenze):

<b:if cond='data:post.labels'>
<b:loop index='x' values='data:post.labels' var='label'>
<b:if cond='data:x == 0'>
<div class='Image thumb'>
<a expr:href='data:post.url' expr:title='data:post.title'>
<b:if cond='data:label.name == &quot;psicologia&quot;'>
<img src='URL-IMMAGINE-PSICOLOGIA '/>
<b:elseif cond='data:label.name == &quot;guide&quot;'/>
<img src='
'URL-IMMAGINE-GUIDE'/>
<b:else/>
<img src='
'URL-IMMAGINE-GENERICA'/>
</b:if>
</a>
</div>
</b:if>
</b:loop>
</b:if>


Blogger come piattaforma è un po' limitatina come programmazione via codice, cmq qualcosina si può fare.

Nello specifico comunque, il codice sopra si può tradurre più o meno così:
Controllo se il post ha associato etichette (labels): <b:if cond='data:post.labels'>
Se si, sfoglio tutte le etichette associate: <b:loop index='x' values='data:post.labels' var='label'>
Notare che scrivendo index='x', sto mettendo praticamente un contatore che mi conta i giri del loop (mi servirà subito dopo).
Controllo se sono al primo giro del loop, ovvero assegno la miniatura del post d'anteprima solo alla prima etichetta con cui è taggato il mio post: <b:if cond='data:x == 0'>
Il controllo sul nome della categoria/etichetta invece si fa così: <b:if cond='data:label.name == &quot;psicologia&quot;'>

Nel mio esempio ho messo delle miniature diverse a seconda se i post sono stati taggati come psicologia o come guide, in caso contrario invece imposto la miniatura d'anteprima con un'immagine generica.

Il codice postato è indicativo, solo per farti capire come funziona l'ambaradam.
Se hai bisogno di dritte chiedi pure nei commenti :p

Come importare i preferiti di firefox

Hai cambiato computer di recente e vuoi rimettere tutti i tuoi segnalibri di firefox?
Nessun problema, con firefox è possibile importare ed esportare preferiti in maniera molto semplice.
Prima di far ciò ovviamente, devi avere salvato preventivamente i tuoi preferiti in formato html, se non sai come fare leggi qui.
Bene, ora ti spiegherò come importare i preferiti di firefox con pochi semplici click, in modo da ripristinare tutti i tuoi segnalibri sul nuovo pc, senza perderne nessuno :)


Come importare i preferiti di firefox


Per importare i segnalibri di firefox, clicca con il mouse nel menù Segnalibri, poi clicca sulla voce Visualizza tutti i segnalibri.

Si aprirà una nuova finestra, clicca su Importa e salva e poi su Importa segnalibri da HTML.

Come importare i preferiti di firefox

Si aprirà una finestra di dialogo di windows, dove dovrai scegliere il file html contenente il backup dei tuoi preferiti da importare sul tuo nuovo firefox (es bookmarks.html).

Attenzione, una volta scelto il file html da caricare, non ti verrà chiesta alcuna conferma, ed andrai a caricare tutti i preferiti contenuti nel file, senza possibilità di annullare l'operazione... come ho scoperto io a mie spese facendo questa guida... ora ho tutti i preferiti duplicati -_-

Come creare una nuova cartella su windows

Questa è forse la guida più banale che potessi mai fare, ma chissà, magari nel 2016 c'è ancora qualcuno che non sa come creare una nuova cartella su windows :)
Creare cartelle sotto microsoft windows è molto semplice e veloce, bastano giusto due click del mouse.


Come creare una nuova cartella su windows


Se vuoi creare una nuova cartella sotto windows, posizionati nel punto esatto dove vuoi creare la cartella, che sia la scrivania (desktop) o una sottocartella del tuo computer.
Poi, clicca con il tasto destro del mouse in un punto vuoto dello schermo e, nel menù a tendina che si aprirà, clicca con il tasto sinistro su Nuovo, e poi su Cartella.

Come creare una nuova cartella su windows

La tua nuova cartella verrà creata immediatamente e potrai subito darle un nome.
Scrivi il nome della cartella e poi premi Invio per completare la creazione della tua cartella di windows.

Se non metti alcun nome alla tua cartella, di default questa verrà chiamata Nuova cartella.

Ricorda inoltre che, non sono ammessi i seguenti caratteri nel nome delle cartelle di windows: \ / : * ? " < > |

caratteri non ammessi

Ps volendo potresti creare cartelle dentro cartelle, a mo di matrioska. Basta entrare dentro la cartella appena creata e ripetere la procedura, per creare una nuova sottocartella.

Attendibilità e validità (4/4): Validità

La validità riguarda la significatività del punteggio di un test, ciò che esso veramente significa.
La validità di un test è il grado di precisione e di accuratezza con cui esso misura ciò che si propone di misurare, si tratta quindi di un giudizio basato sull'appropriatezza delle inferenze, delle conclusioni che si possono effettuare a partire dai punteggi del test.
La validità può essere divisa in 3 categorie: validità di contenuto, validità di costrutto, validità in rapporto ad un criterio.
La validità di valutazione del contenuto e del costrutto servono a determinare se un test fornisce una valutazione precisa di uno specifico attributo o tratto, e definiscono la validità in termini di misurazione, mentre la validità rispetto ad un criterio definisce tale proprietà in termini di decisioni, dove un test è valido se può essere usato per prendere delle decisioni accurate.
Secondo Guion la validità di misurazione non è sempre necessaria e sufficiente per garantire la validità delle decisioni, ed è quindi importante considerare separatamente i più rilevanti aspetti del termine validità.

Validità esteriore o di facciata
Concerne quanto convincenti e rilevanti appaiono le prove che il soggetto deve affrontare, e quindi per valutare questo aspetto della validità bisogna mettersi nella prospettiva di chi si sottopone al test.
La motivazione del soggetto può influire sulla qualità delle risposte, ad esempio se una scala viene ritenuta particolarmente utile in una certa situazione non viene percepita come tale da chi risponde, e quindi il test può risultare inaffidabile.

Validità di contenuto
Riguarda quanto le prove o gli item del test riflettono e rappresentano il comportamento che il test vorrebbe valutare, e consiste in un giudizio che riguarda quanto adeguatamente un test costituisce un campione rappresentativo all'interno di un'area comportamentale che il test deve misurare.
La validità può essere anche compromessa dalla poca chiarezza e dalla equivocità della formulazione degli item.
Se il campione è rappresentativo della popolazione (usando tutti gli item possibili), allora il test ha una soddisfacente validità di contenuto.
Secondo Guion, per campionare correttamente gli item da inserire in un test, bisogna definire il campo di contenuto, che rappresenta la serie totale di comportamenti che potrebbero essere usati per valutare una specifica caratteristica.
Lawshe ha proposto una formula per quantificare il grado di consenso di un gruppo di esperti nel determinare la validità di contenuto di un test, dove l'abilità valutata dall'item può essere valutata: essenziale, utile ma non essenziale, non necessaria.
Secondo questo studioso, si può ritenere che ci sia un sufficiente grado di validità di contenuto quando più del 50% dei giudici ritiene l'item "essenziale".
La formula per il calcolo della validità del contenuto è la seguente:

formula

Dove NE è il numero di giudici che danno come voto "essenziale" ed N è il numero totale dei giudici.
Se la validità è negativa l'item è ritenuto essenziale da meno della metà degli esperti, se è uguale a zero è la metà dei giudici a ritenere l'item essenziale, se è maggiore di zero, più della metà dei giudici lo considerano l'item essenziale, e questo coefficiente va da .00 a .99.
Costruendo una specifica tabella di giudizi con 2 giudici:

Giudice 1
Debole pertinenza Forte pertinenza
Giudice 2 Debole pertinenza
A
B
Forte pertinenza
C
D

Al posto delle lettere vanno sostituiti il numero degli item, e si può calcolare il coefficiente di validità applicando la seguente formula:

formula

Validità di costrutto
Consiste in un giudizio sull'appropriatezza di deduzioni effettuate a partire dai punteggi di un test che misura una determinata variabile detta "costrutto".
Il costrutto è una costruzione scientifica, teorica, una categoria astratta, un'idea usata per spiegare o descrivere un comportamento, o per fare collegamenti logici (es. l'intelligenza, la personalità).
Per validità di costrutto si intende se il test è strettamente connesso con la struttura teorica e concettuale delle funzioni che esso vuole misurare, e questa validità viene controllata tramite ipotesi basate sulla natura della variabile da valutare.
I costrutti psicologici hanno 2 caratteristiche: non esiste un singolo e sufficiente referente esterno al test che permette di riconoscere come valida l'esistenza del costrutto, dalla teoria del costrutto si può derivare una serie di supposizioni tra loro connesse.
L'esplicazione del costrutto è il procedimento che descrive la relazione tra comportamenti concreti e costrutti astratti, ed è diviso in 3 fasi:
  1. Si identificano i comportamenti concreti che possono avere una relazione con il costrutto da misurare.
  2. Si individuano altri costrutti che possono essere collegati con questo.
  3. Si decide quali comportamenti hanno una relazione con ciscuno di questi costrutti extra e si determina se ciascun comportamento ha una relazione con il costrutto da misurare.
I punteggi del test vengono quindi correlati con misure oggettive del comportamento e i dati che emergono possono essere confrontati con il modello di risultati previsti sulla base delle esplicazioni del costrutto.
Secondo Guion, un gruppo di coefficienti di validità per un dato test possono essere interpretati individualmente come prove della validità legata ad un criterio, mentre presi nel loro insieme servono a provare la validità del costrutto.
I vari metodi consentono di capire se:
  • il test è omogeneo e misura un singolo costrutto
  • i punteggi aumentano o diminuiscono a seconda dell'aumentare dell'età dei soggetti o del passare del tempo
  • i punteggi ottenuti differiscono da quelli del pretest
  • i punteggi di gruppi distinti di soggetti variano
  • i punteggi del test correlano con quelli di altri test
Un'altra procedura molto usata per lo studio della validità del costrutto è l'analisi fattoriale.
L'omogeneità di un test, o coerenza interna, esprime il grado in cui un test misura un singolo concetto e può essere ricavata con i coefficienti di correlazione per ranghi di Spearman e con il coefficiente alfa di Cronbach.
Si hanno inoltre diversi cambiamenti con l'età ed il grado di abilità e competenza in un particolare costrutto esaminato dal test può variare nel tempo.
Si hanno anche cambiamenti pre e post-test, dove, i cambiamenti nei punteggi di un test dopo un'esperienza particolare possono essere considerati come una prova evidente della validità di costrutto dello stesso.
L'uso di gruppi distinti si basa sull'assunto che se il test è una misura valida di un certo costrutto teorico, i punteggi ottenuti da 2 gruppi di persone, che differiscono tra loro per questo costrutto, dovrebbero essere diversi in modo statisticamente significativo.
Nella procedura della validità convergente, il costrutto di un test può convergere con quello di altri test o di altre misure ideate per valutare lo stesso o un costrutto simile, e questa procedura di solito viene scelta per validare forme ridotte o parallele di un test.
Secondo il procedimento della validità discriminante si dovrebbe ottenere un basso livello di correlazione tra i punteggi al test e quelli di misura di altre variabili con le quali teoricamente ci si aspetta che il test non correli, ed in questo modo si può dimostrare che il test è immune dall'influenza di alcuni fattori.
La matrice multitratto-multimetodo di Campbell e Fiske consente di controllare la validità di un test, tenendo presente anche l'influenza sui punteggi del tipo di test usato.
Questa procedura usa più metodi e da luogo ad una matrice di correlazioni, dove ci si aspetta che le correlazioni tra i costrutti siano relativamente basse, più basse che se si misurasse con metodi diversi lo stesso costrutto.
Un buon test per misurare un determinato costrutto deve avere 3 caratteristiche:
  1. I punteggi nel test devono esser coerenti con quelli ottenuti con altri metodi di misura dello stesso costrutto.
  2. Le misure da esso fornite non devono correlare con altre che ci si aspetta che non correlino con il costrutto misurato.
  3. Il metodo di misura usato deve rilevare una ridotta presenza di biases.
La complessità del procedimento e la difficoltà dell'interpretazione dei punteggi ottenuti limita però la diffusione del metodo matrice multitratto.
L'analisi fattoriale è un procedimento che, partendo dalle risposte date da dei soggetti, permette di identificare delle caratteristiche psicologiche dette fattori, che non si vedono a prima vista, e che spiegano o influenzano le risposte di un test.
Lo scopo dell'analisi fattoriale è quindi quello di individuare i fattori che possono essere la causa delle correlazioni trai punteggi osservati, e in quest'analisi, gli autovalori sono gli indici statistici che sono in grado di rappresentare la relativa importanza di ogni fattore.
Son considerati buoni coefficienti superiori a .35.
L'analisi fattoriale è utile quando si vuole confermare una teoria formulata a priori (analisi confermatoria), ma è debole se si vuole costruire una teoria a partire dai risultati ottenuti da essa.

Validità di criterio
E' quella caratteristica di un test che permette di capire quanto adeguatamente il risultato può essere usato per prevedere la prestazione futura di un soggetto in una particolare attività o in un altro test.
Bisogna quindi valutare quanto i punteggi corrispondano a risultati di altre prove, tramite correlazione, con il coefficiente r di Pearson.
La scelta del coefficiente dipende cmq dal tipo di misure usate e potrebbe esser necessario ad esempio usare il rho di Spearman.
Per criterio si intende una misura diretta, ma esterna ed indipendente di ciò che il test vuole misurare, una misura effettuata con procedure diverse che costituisce un termine di riferimento per il test.
Il coefficiente di affidabilità del criterio e quello del test, limitano la grandezza del coefficiente di validità secondo questa regola:

formula

Dove: rxy è il coefficiente di validità, rxx è l'affidabilità del test e ryy è l'affidabilità del criterio.
Nella condizione ideale, i dati del criterio non dovrebbero essere contaminati, questa si verifica quando la misura del criterio è basata su misure di predizione.
Le strategie di verifica della validità di un criterio sono di due tipi: predittiva e concorrente.
La validità predittiva è considerato il procedimento più accurato, anche se ha maggiori problemi etici e pratici, e riguarda la situazione in cui i punteggi vengono rilevati in un certo tempo e correlati con misure di un criterio disponibili successivamente. Si hanno 2 fasi: si applica il test a dei soggetti, e dopo un certo periodo di tempo si raccolgono misure della prestazione degli stessi soggetti e si correlano con i punteggi nel test, ottenendo così un coefficiente di validità predittiva che esprime la probabilità di predire le prestazioni future dei soggetti.
La validità concorrente consiste invece nell'ottenere sia i punteggi di un test sia quelli di un criterio in una specifica popolazione, calcolando la correlazione tra queste serie di dati.
Il coefficiente di validità predittiva è ottenuto in un campione casuale della popolazione, mentre quello della validità concorrente è ottenuto da un campione preselezionato che può differire dalla popolazione generale, e per questo motivo è preferibile usare la validità predittiva.
Il coefficiente di validità concorrente è meno valido più piccola è la gamma dei punteggi osservati, e questo riduce la validità del test quando si devono prendere decisioni relative alla popolazione generale.

Validità e meta-analisi
La meta-analisi è un metodo per combinare i risultati di molte ricerche di autori diversi sullo stesso argomento.
Questo procedimento consente di stimare la media dei coefficienti di validità ottenuti da autori diversi sullo stesso test, ed i risultati di ogni studio devono essere ponderati in funzione della grandezza del campione di soggetti.
Per poter combinare questi dati è cmq necessario che essi presentino una precisa e omogenea definizione del costrutto misurato dal test, e che utilizzino analoghe misure del criterio.
Questo tipo di esame è dunque utile per valutare la validità del criterio di qualsiasi tipo di misurazione.

Interpretazione del coefficiente di validità
La validità di un criterio è una stima della correlazione tra i punteggi del test e la misura del criterio, e spesso questi coefficienti risultano abbastanza bassi, tanto che è difficile trovare coefficienti maggiori di .30.
Ad esempio, un coefficiente di .27 indica che circa il 7% della validità delle misure di performance di una prestazione, può essere previsto a partire dai punteggi del test.
L'effetto del test sulla qualità delle decisioni dello psicologo non dipende solo dalla validità, ma anche da altri fattori, e quindi possono esistere casi con validità alta ma lo stesso di poca qualità decisionale.

Test e decisioni
Il test è solo uno dei fattori che in situazioni di selezione può determinare la qualità delle decisioni, altri 2 fattori da considerare sono il livello base e il rapporto di selezione.
Il livello base (LB) è la percentuale di soggetti che si pensa possa raggiungere il successo, dove se ad esempio il 95% dei candidati supera un test, il livello base corrisponde a .95.
Il rapporto di selezione (RS) è invece il rapporto tra posti e candidati, dove ad esempio, se 50 persone sono candidate per 5 posti, il rapporto è del 10%, e quindi questo rapporto indica quanto bisogna essere selettivi nelle proprie decisioni.
Quando si prendono delle decisioni si possono avere veri positivi (VP), falsi positivi (FP), veri negativi (VN), falsi negativi (FN), dove i veri positivi sono i candidati che rispettano le previsioni di successo, i falsi positivi sono quelli che deludono le previsioni di successo, i veri negativi sono quelli che rispettano le previsioni di insuccesso e i falsi negativi sono i successi inaspettati.
Di solito, un test è molto efficace nel migliorare la qualità globale delle decisioni quando il livello base è circa .50, consentendo di minimizzare gli errori e di fare delle scelte accurate, inoltre, se si ha un rapporto di selezione alto (tipo .80), significa che ci sono poche persone da scartare.
Quando la precisione è presa in maniera casuale, i vari falsi negativi, veri positivi ecc... possono essere desunti dal livello di base e dal tasso di selezione con la formula: P(VP)=LB*RS.
Quando viene usato un test valido, la probabilità di veri positivi aumenta secondo questa formula:

formula

Usando come riferimento la seguente tabella decisionale:

LIVELLO
successo
FN VP
PRESTAZIONE
fallimento
VN FP
Respinti
(fallimento previsto)
Accettati
(successo previsto)
DECISIONE

In generale, quando la validità è zero, la probabilità di veri positivi è uguale a quella del caso.

Affidabilità e validità di un test
Quasi mai i test sono perfettamente coerenti ed affidabili, e la mancanza di affidabilità pregiudica la validità delle inferenze fatte sui risultati.
Di conseguenza un test poco affidabile è anche poco valido per valutare le caratteristiche di una persona o per predire le prestazioni in uno specifico criterio, però bisogna anche dire che se un test è affidabile non è necessariamente anche valido.
La teoria del punteggio vero di Spearman afferma che gli errori di misura attenuano la correlazione tra 2 test X e Y e quindi la validità delle predizioni, quindi la correlazione tra misure inaffidabili di X e Y è più bassa rispetto a quella di punteggi coerenti.
La correlazione per attenuazione si calcola con la seguente formula:

formula

Dove: r'xy è il coefficiente di validità corretto per attenuazione, rxx è il coefficiente di attendibilità del test X, ryy quello del test Y, rxy è il coefficiente di validità del test X.
Per valutare invece l'effetto dell'incremento dell'affidabilità di uno o di tutti e 2 i test sulla loro correlazione, si usa la seguente formula:

formula

Dove: r'xy è il coefficiente di validità corretto in base al nuovo coefficiente di attendibilità del test X o Y, rxy è il coefficiente di validità del test X, r'xx è il nuovo coefficiente di attendibilità del test X, r'yy quello nuovo del test Y, rxx è il precedente coefficiente di attendibilità del test X, ryy è il precedente del test Y.

Equità e bias di un test
Il termine bias indica la presenza, in un test, di un fattore che impedisce una misurazione accurata ed imparziale.
Il bias implica una variazione sistematica e non casuale nei punteggi del test, e son stati individuati 3 tipi di bias: dell'item, intrinseco e estrinseco.
Il bias dell'item si ha all'interno dei singoli item del test.
Il bias intrinseco al test si ha quando questo mostra differenze statisticamente significative tra i punteggi medi di 2 gruppi di soggetti dovute alle caratteristiche del test e non a differenze tra i 2 gruppi nel tratto o nella funzione misurata.
Questo bias può anche essere dovuto ad un bias presente nel criterio rispetto al quale il potere predittivo del test viene validato.
Il bias estrinseco è dovuto a fonti esterne al test, ed è il bias più frequentemente riscontrato.
Si può avere quando decisioni non eque vengono prese pur applicando correttamente un test, quando ad esempio 2 gruppi diversi di soggetti ottengono punteggi diversi in un test dovuti alle differenze preesistenti proprio nei gruppi, ma che non rappresentano l'oggetto di valutazione del test.

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Attendibilità e validità (3/4): Attendibilità

Che cos'è l'attendibilità?
In statistica, l'attendibilità si riferisce al grado di accuratezza e di precisione di una procedura di misurazione.
Un test si definisce attendibile/affidabile/fedele quando i punteggi ottenuti da un gruppo di soggetti sono coerenti, stabili nel tempo e costanti dopo molte somministrazioni e in assenza di evidenti cambiamenti come le variazioni psicologiche e fisiche degli individui o dell'ambiente.
Il coefficiente di affidabilità esprime dunque il grado di fiducia che è lecito riporre in un test.
L'attendibilità di un test esprime la misura in cui le differenze tra i punteggi di un gruppo di soggetti sottoposti allo stesso test in tempi diversi o in versioni equivalenti dello stesso stest, possono essere attribuite a errori casuali di misurazione o al cambiamento dei soggetti nelle caratteristiche misurate.
L'attendibilità permette quindi di stimare quale proporzione della variazione totale dei punteggi, sia varianza vera e quale invece è dovuta ad un errore:

X=V+E

Dove X è il punteggio ottenuto nel test, V è il punteggio vero e E è l'errore (di conseguenza l'errore si ricava con la formula E=X-V.

Fonti d'errore
Si distingue in errori sistematici ed errori non sistematici o casuali, questi ultimi possono riguardare la persona testata, la situazione, il contenuto del test, e vengono detti casuali perchè sono imprevedibili.
Maggiore è l'errore casuale del test e minore è la sua attendibilità, tuttavia la dimensione dell'errore può essere misurata, e nel caso dei gruppi di soggetti si può usare il calcolo del coefficiente di attendibilità, mentre nel caso di soggetti singoli si rileva l'errore standard di misurazione.

Una sorgente d'errore può essere costituita dallo strumento, quindi la selezione degli item è cruciale per l'accuratezza della misurazione.
Anche la somministrazione va tenuta d'occhio, in quanto anche fattori come l'illuminazione, la temperatura, il rumore ed altri fattori oggettivi possono contribuire al generarsi dell'errore, bisogna inoltre tener conto delle condizioni soggettive, come l'ansia e lo stato di salute.
Inoltre, grazie allo scoring computerizzato sono stati eliminati gli errori di misura dovuti alle differenze tra valutatori.

Errore di misurazione ed affidabilità
Gli assunti della teoria classica della misurazione sono:
  1. l'errore di misurazione agisce sotto forma di influenza casuale.
  2. la media degli errori di misurazione è uguale a zero.
  3. i punteggi reali e gli errori non sono tra loro in correlazione.
  4. gli errori di misurazione in test diversi non sono tra loro in correlazione.
Secondo la teoria classica, la varianza dei punteggi ottenuti Vx è considerata come la somma della varianza dei punteggi veri Vv e della varianza dovuta agli errori di misura Ve: Vx=Vv+Ve.
Il coefficiente di affidabilità rxx è il rapporto tra la varianza del punteggio reale e la varianza totale dei punteggi del test: rxx=Vv/Vx
o anche: rxx=Vv/(Vv+Ve).

La correlazione
Il grado di attendibilità di un test indica il livello di correlazione esistente tra 2 distribuzioni di punteggi ottenuti dagli stessi soggetti nello stesso test.
Il coefficiente di Pearson viene usato per calcolare la correlazione:

formula

Dove Σxy è la sommatoria del prodotto degli scarti di ogni punteggio della variabile x dalla rispettiva media e di quelli della y, al denominatore invece c'è il la radice quadrata del prodotto delle sommatorie dei rispettivi scarti dalla media al quadrato.
Una formula più facilmente calcolabile della correlazione è la seguente:

formula

Dove: XA è il punteggio dei diversi soggetti nella variabile A, XB nella variabile B.
Il coefficiente di Pearson può variare da +1 a -1.

Esistono anche altri coefficienti:
  • Rho di Spearman: si usa quando la dimensione del campione è piccola (minore di 30 coppie di misurazioni) e quando le 2 serie di misure sono di tipo ordinale.
  • r biseriale rb: si usa quando 2 variabili sono continue in natura ma una delle 2 è stata dicotomizzata, inoltre, la distribuzione della variabile continua deve essere unimodale e simmetrica, mentre quella dicotomizzata deve essere normale.
  • Correlazione punto-biseriale rpbi: si usa quando una variabile è continua e l'altra è vera, e non arbitraria, dicotomia, questo coefficiente è appropriato se la dicotomia è ragionevolmente discontinua, inoltre questo coefficiente ha il vantaggio rispetto al biseriale normale di poter esser usato senza la distribuzione della variabile dicotomica sia normale.
  • Correlazione tetracorica rt: si usa quando le 2 variabili da correlare sono state arbitrariamente ridotte ad una dicotomia, e si usa solo con grandi campioni.
  • Coefficiente phi: si usa quando le variabili costituiscono vere dicotomie.
Coefficiente di correlazione come coefficiente di attendibilità
Il coefficiente di correlazione riflette la proporzione di varianza nei punteggi osservati che va attribuita alla varianza dei punteggi reali.
Il test-retest consiste nel somministrare 2 volte allo stesso gruppo di soggetti lo stesso test, e controllare la correlazione, per poter così valutare l'attendibilità di un test.
Esistono 2 tipi di metodi per il calcolo dell'attendibilità: metodi che richiedono 2 somministrazioni di un test, e metodi che si basano su una sola somministrazione.
L'attendibilità serve per capire quanta probabilità c'è che i risultati di un test siano replicabili o si avvicinano all'accuratezza desiderata.

Metodi che richiedono 2 applicazioni
Un punteggio considerato buono per l'attendibilità non deve essere inferiore .80.
La procedura del test re-test è l'ideale per le misure di quelle caratteristiche considerate stabili nel tempo (come i tratti della personalità) e non vanno bene per quei fattori suscettibili a variazioni (come l'umore e l'ansia).
Anche il tempo trascorso tra una somministrazione ed un'altra deve essere considerato, se è troppo breve i soggetti potrebbero ricordare le risposte, se troppo lungo i soggetti potrebbero esser cambiati interiormente, in generale il tempo massimo è 6 mesi, tempo che diminuisce nel caso dei bambini.
Nel caso di test che presuppongono ragionamenti e calcoli i test re-test potrebbero non essere considerati dei buoni metodi di valutazione, perchè la gente potrebbe apprendere come risolvere i problemi e quindi dare risultati diversi alla seconda somministrazione.
Per risolvere questo problema si usano le forme parallele, che sono 2 versioni diverse dello stesso test, che però risultano simili di contenuto e modalità di risposta.
I passaggi per questo tipo di test sono: somministrazione di una versione, somministrazione dell'altra versione allo stesso gruppo di soggetti, correlazione tra i punteggi ottenuti nelle 2 versioni.
I vantaggi di questo test inoltre sono che si possono somministrare a breve distanza di tempo, mentre gli svantaggi sono che alcuni soggetti potrebbero trovare più facili alcune versioni di altre, inoltre questi test sono molto costosi.

Metodi basati su una sola somministrazione
Esistono diverse procedure per procedere con una sola somministrazione, una di queste consiste nel dividere in 2 parti gli item del test e nel correlarne i relativi punteggi (affidabilità split-half), un altro metodo invece consiste nel considerare ogni item del test come un test formato da un singolo item in modo che il test totale possa essere considerato un insieme di test paralleli, e ciò consente di calcolare la correlazione tra i punteggi dei diversi item e quindi la coerenza interna del test, in modo da capire se tutti gli item del test tendono a misurare lo stesso costrutto psicologico.
Il calcolo del coefficiente di affidabilità split-half prevede 3 passaggi: divisione del test in 2 parti, calcolo del coefficiente di Pearson, correlazione dell'affidabilità con la formula di Spearman-Brown.
La divisione del test di solito viene fatta casualmente, anche se il metodo più usato consiste nel dividere il test in item pari e dispari.
La formula per calcolare l'attendibilità come omogeneità interna è la seguente:

formula

Dove: rxy è il coefficiente di affidabilità del test originale calcolato con Pearson, n è il numero che corrisponde a quanto è stato allungato o accorciato il test, e si ottiene dividendo il numero di item della nuova versione per il numero della versione originale, e nel caso dello split-half n=2.
Se invece si vuole ottenere il numero di volte che un test deve essere allungato si può usare la seguente formula:

formula

Dove: rnXX è il coefficiente di fedeltà che si vuole ottenere, rxx è il coefficiente di fedeltà del test originario.
Quando il livello di affidabilità è abbastanza alto, è necessario un considerevole aumento della lunghezza del test per poter ottenere un modesto aumento nella affidabilità.

Altri metodi per la valutazione della coerenza interna
Per coerenza interna si intende il grado di correlazione di tutti gli item di una scala.
Un test può essere considerato omogeneo se gli item che lo compongono misurano un singolo tratto o fattore, mentre è eterogeneo se è composto da item che misurano più di un fattore, quindi più un test è omogeneo e più è maggiore la sua coerenza interna.
I test omogenei sono più interpretabili ma non sono adatti per misurare variabili psicologiche complesse, nei test eterogenei i soggetti con stesso punteggio potrebbero cmq avere abilità diverse.
Per poter misurare caratteristiche complesse come l'intelligenza, con i test omogenei bisogna somministrarne diverse serie.
La formula di Kuder-Richardson KR20 viene applicata ai test con item omogenei è adatta a valutare la coerenza interna di test formati da item dicotomici, ed ha la seguente formula:

formula

Dove: K indica il numero degli item del test, Vx è la varianza dei punteggi dell'intero test, Σ(p*q) è la sommatoria del prodotto per ogni item del test della proporzione dei soggetti che hanno dato risposte corrette (p) e di quelli con risposte sbagliate (q).
Quando si pensa che gli item dello stesso abbiano più o meno lo stesso grado di difficoltà si può usare la KR21:

formula

Dove: p- è la media dei p ogni item, q- idem per i q, e questa formula può esser semplificata nel seguente modo:

formula

Dove X-t è la media dei punteggi totali del test.

Il coefficiente alpha di Cronbach è la media di tutti i possibili coefficienti split-half corretti con la formula sperman-brown, e può essere usato con test che prevedono risposte con più di 2 alternative:

formula

Dove: ΣVi è la sommatoria della varianza dei punteggi ottenuti in ogni item, Vx è la varianza dei punteggi totali.
Questo coefficiente può assumere valori che vanno da .00 a +1.00, ed è un indice del grado in cui un test misura un singolo fattore, quindi i test eterogenei produrranno alpha bassi, i test omogenei alpha alti.

Misure di affidabilità tra correttori
Per calcolare l'affidabilità tra scores si applica una semplice procedura: 2 correttori  assegnano punteggi ad un campione di protocolli indipendentemente l'uno dall'altro e poi si correlano questi punteggi, accoppiandoli, e più è alto il coefficiente di correlazione ottenuto e minore è la varianza d'errore.
Un altro approccio per la stima dell'affidabilità è il coefficiente Kappa:

formula

Dove: P0 è la proporzione di giudizi concordanti tra i giudici, Pc è la proporzione di giudizi casualmente concordanti, e si possono avere valori da -1 a 1 (-1 si ha con applicazioni insensate).
Per calcolare il Pc: per ogni giudice si deve calcolare la proporzione dei giudizi concordanti rispetto ad ogni categoria comportamentale (P1 e P2), si moltiplica la proporzione del giudice 1 con quella del giudice 2, si sommano i prodotti ottenuti:

formula

Uso ed interpretazione dei coefficienti di attendibilità
Per verificare un test se è attendibile anche a distanza di tempo si usa la procedura test re-test, mentre per verificare un test somministrato una sola volta, si valuta il livello di coerenza interna.
Per i test che misurano una sola caratteristica psicologica, si usa il coefficiente alpha, mentre per test multifattoriali questo coefficiente può essere usato per misurare la coerenza interna degli item raggruppati nei singoli fattori o sottotest.
I metodi split-half funzionano bene per quegli strumenti che sono costruiti con item ordinati gerarchicamente secondo il loro livello di difficoltà.
Alcune caratteristiche specifiche dei test:
  • Omogeneità o eterogeneità degli item di un test: se un test possiede item omogenei, dovrebbe presentare un alto coefficiente di coerenza interna.
  • Caratteristiche psicologiche dinamiche o statiche: se si pensa che la caratteristica psicologica possa variare per motivi situazionali in momenti diversi, allora il test re-test potrebbe non essere efficace, mentre il miglior risultato si può ottenere attraverso la misura della coerenza interna degli item, viceversa, il test re-test e le forme parallele sono i metodi più adeguati.
  • Gamma ristretta dei soggetti: nel valutare il coefficiente di affidabilità riportato in un manuale, deve essere tenuta in considerazione la gamma di abilità del gruppo testato.
  • Test di velocità: la maggior parte dei test contengono elementi di velocità e di potenza, e la procedura più adatta per valutare l'affidabilità di test di velocità è quella del re-test, o forme parallele, o sullo spit-half se le 2 metà del test sono somministrate in 2 momenti diversi, correggendo il coefficiente di fedeltà tramite la formula di Spearman-Brown.
  • Lunghezza del test: più è lungo il test è più è affidabile.
Test criteriali
I test criteriali si diversificano da quelli normativi perchè forniscono un'indicazione del livello di prestazione di un soggetto, rispetto ad un obiettivo o criterio, e gli item di questi test son del tipo "raggiunto" o "non raggiunto".
La formula del coefficiente di affidabilità del test criteriale è la seguente:

formula

Dove: n è il numero dei soggetti che non raggiungono il criterio in entrambe le somministrazioni, b è il numero dei soggetti che lo raggiungono in entrambe, f è il numero dei soggetti che raggiungono il criterio solo nella prima, s solo nella seconda, v è il valore più basso tra quelli raggiunti da f e da s.

Interpretazione del coefficiente di affidabilità
Secondo diversi studiosi, il coefficiente di affidabilità dovrebbe essere di almeno .90 quando un test viene usato per prendere decisioni sugli individui.
In generale, un'affidabilità piccola consente di prendere decisioni su gruppi numericamente consistenti, mentre per le decisioni sui singoli occorre un coefficiente più elevato.
L'errore standard di misura è la deviazione standard di una serie di punteggi che si otterrebbe sottoponendo più volte un soggetto ad uno stesso test.
La formula dell'errore standard di misurazione è:

formula

Dove: Ds è la deviazione standard del test, rXX è il coefficiente di affidabilità del test.
L'errore standard può essere usato come la deviazione standard, la quale permette di stabilire la percentuale dei punteggi che con maggiore probabilità cadrà all'interno dei limiti definiti per un soggetto.
Quindi il 68% dei punteggi ci si aspetta che cada tra + o - 1DSmis,  il 95% tra + o - 2DSmis, il 99.7% tra + o - 3DSmis.
La percentuale dei punteggi compresi nei vari intervalli viene definita livello di confidenza, e convenzionalmente si usa un intervallo di fiducia del 95%, in modo da avere solo 1 possibilità su 20 di sbagliare.
L'errore standard di misura è un modo per esprimere l'affidabilità di un test, minore è l'errore e maggiore è affidabile il test, ed è il metodo più usato per interpretare il punteggio ottenuto da un singolo individuo.
L'errore standard della differenza tra 2 punteggi è una misura statistica che permette di stabilire quanto grandi devono essere le differenze tra 2 punteggi perchè possano essere considerate statisticamente significative e non puramente casuali.
Questo errore consente di sapere: se esistono differenze tra i punteggi ottenuti dallo stesso soggetto in due test diversi, se esistono differenze nei punteggi ottenuti nello stesso test da 2 soggetti diversi, se esistono differenze nei punteggi ottenuti da due diversi soggetti in differenti test.
La formula per il calcolo di questo errore è la seguente:

formula

Dove: rxx è il coefficiente di affidabilità del primo test e ryy è quello del secondo.
Questo errore è maggiore rispetto all'errore standard di misura dei singoli punteggi, perchè il primo dipende dagli errori di entrambi i punteggi.

La generalizzabilità dei punteggi di un test
La teoria della generalizzabilità di Cronbach sostiene che è possibile generalizzare da un insieme di punteggi ad un altro gruppo di plausibili misure.
Questa teoria induce a pensare all'attendibilità come ad una caratteristica dell'uso dei punteggi del test, piuttosto che ad una caratteristica dei punteggi in se stessi, e riconosce inoltre che si possono prendere spesso decisioni più affidabili circa le prestazioni relative degli individui, piuttosto che nella valutazione del loro livello assoluto in un certo attributo.
Quindi lo stesso insieme di punteggi può avere differenti gradi di attendibilità a seconda dell'uso che si vuole fare di essi.
La teoria della generalizzabilità identifica sia le fonti sistematiche che quelle casuali di incoerenza che possono contribuire a generare errori.

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