sabato 10 giugno 2017

Psicologia della personalità (6/10): Studio delle situazioni

Le dimensioni ambientali si dividono in:

  • fisico-ecologiche (clima, geografia, architettura)
  • socio-demografiche(caratteristiche degli abitanti, densità e stratificazione della popolazione)
  • istituzionali-normative (valori, diritti, doveri, sanzioni)
  • relazionali (interazioni, obbligazioni reciproche, legami affettivi)
  • comportamentali (attività e attese reciproche) 

Le origini della psicologia ambientale comprendono:
  • L'interazionismo simbolico di Mead: le persone costruiscono attivamente la definizione delle situazioni in cui si trovano e gli effetti delle situazioni sono mediati dall'attiva elaborazione simbolica degli individui
  • La psicologia ecologica di Barker: analisi dei setting comportamentali, sistemi sociali in miniatura propri di una comunità e costituiti da caratteristiche fisiche e configurazioni di azioni 

La tassonomia delle situazioni di Van Heck
Questo modello usa l'approccio lessicale, che afferma che le più importanti caratteristiche delle situazioni sono codificate nel linguaggio naturale.
La tassonomia comprende:
  • conflitto interpersonale
  • lavoro con altri
  • intimità e relazioni interpersonali
  • sport
  • svago
  • viaggio
  • rituale
  • eccesso
  • servizio
  • commercio 

Secondo la teoria funzionale delle situazioni di Argyle, le situazioni esistono nella forma in cui si presentano in virtù delle funzioni che esse svolgono per una determinata società e sono caratterizzate da: obiettivi, regole, ruoli.

Nelle rappresentazioni mentali degli episodi sociali:
  • Gli elementi più rilevanti per la valutazione delle situazioni sono le dimensioni con un significato psicologico per la persona
  • Sottogruppi differenti di persone all'interno di uno stesso contesto forniscono rappresentazioni diverse della stessa situazione (differenze di ruolo)
  • Anche all'interno dello stesso gruppo persone diverse hanno rappresentazioni differenti delle situazioni (differenze individuali) 

Secondo l'interazionismo meccanicistico, per ciascuna condotta è possibile stabilire: il grado in cui essa dipende da variabili personali, il grado in cui essa dipende dalla loro interazione, il grado in cui essa dipende da variabili.
Inoltre, le ricerche evidenziano che l'interazione è in grado di spiegare la maggior parte della variabilità in molte circostanze.

Secondo l'ipotesi frustrazione–aggressione:
  • ogni impedimento al raggiungimento di una meta innesca una tendenza ad aggredire
  • la forza dell'istigazione ad aggredire varia in ragione della frustrazione
  • la sorgente della frustrazione è il principale destinatario dell'aggressione 

Le variabili individuali connesse all'aggressione sono: irritabilità, ruminazione-Dissipazione.
Esistono inoltre differenti tipi di frustrazioni sono: fallimento in un compito cognitivo (giudizio negativo rispetto ad un compito di memoria), minaccia all'autostima (valutazione negativa da parte di un'altra persona).
Le diverse reazioni aggressive comprendono invece, lo shock elettrico, la privazione di ricompense e la svalutazione, mentre le diverse variabili intervenienti sono: sesso, stimoli aggressivi, intervallo di tempo tra la frustrazione e la possibilità di mettere in atto la reazione aggressiva.

Secondo l'interazionismo dinamico di Magnunsson e Endler (1976):
  • Il comportamento è funzione di un'interazione multidirezionale tra individuo e situazione
  • In questo processo l'individuo è un agente attivo intenzionale
  • I fattori cognitivi sono i determinanti essenziali del comportamento, sebbene quelli emotivi abbiano un ruolo
  • Il significato psicologico della situazione per l'individuo è un importante fattore determinante 

Il modello dell'adattamento tra sistemi aperti di Hettema, il funzionamento della personalità si realizza a tre livelli:
  • Cognitivo-simbolico: consente di rappresentare mentalmente le situazioni, gli obiettivi e le strategie per il loro raggiungimento
  • Sensorio-motorio-operazionale: regola i tentativi degli individui di raggiungere i propri scopi modificando l'ambiente
  • Di controllo: altera e regola il funzionamento degli altri due 

Nell'approccio orientato alla persona di Magnusson:
  • Esiste un sistema organismo-ambiente che funziona come una totalità.
  • Lo sviluppo e il funzionamento della personalità è regolato da interazioni continue e reciproche tra fattori psicologici, biologici e sociali.
  • La persona è concepita come una totalità integrata più che come una somma di variabili.
  • Gli individui differiscono nei modi in cui vari fattori si organizzano e funzionano all'interno di sottosistemi, e tali fattori vanno a costituire delle specifiche configurazioni (pattern) il cui funzionamento varia da una persona all'altra.
  • L'organizzazione in termini di pattern è caratteristica di tutti i livelli e di tutti gli aspetti dell'individuo 

La ricerca deve essere: multidimensionale (considera diversi indicatori biologici, psicologici e sociali), ampia (coinvolge una popolazione sufficientemente ampia da poter individuare al suo interno sottogruppi di persone caratterizzate da configurazioni tipiche di caratteristiche personalie sociali), longitudinale (segue lo sviluppo individuale nel corso del tempo).

Nell'approccio alla variabile:
  • L'obiettivo principale è quello di individuare il livello, i cambiamenti di singole variabili, l'interazione tra più variabili, l'influenza di una o più variabili su altre variabili
  • Gli individui differiscono principalmente nei livelli delle variabili considerate 

Nell'approccio alla persona l'obiettivo della ricerca è quello di identificare:
  • Le configurazioni distintive di fattori che, a differenti livelli all'interno del sistema gerarchico generale, caratterizzano i processi psicologici individuali
  • I modi in cui queste configurazioni cambiano nel corso del tempo nell'ambito dei processi di sviluppo individuali
  • I meccanismi che guidano i processi di cambiamento e stabilità dei sistemi
  • La generalizzabilità dei risultati ottenuti ad altre persone che condividono le stesse configurazioni di fattori di quelle indagate 

Secondo il biologismo forte, le spiegazioni forti legano direttamente la caratteristica manifesta a uno specifico sistema biologico sottostante strutturalmente o funzionalmente localizzato.
Secondo il biologismo debole invece, le spiegazioni deboli si limitano ad asserire che deve esistere un qualche sistema biologico, da qualche parte nel corpo, che contribuisce alla caratteristica manifesta.

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