Cindy Hazan e
Phillip R. Shaver con i loro studi, vogliono
arrivare ad affermare che l'innamoramento è un processo d'attaccamento
che viene assunto dagli individui in maniera diversa a causa delle loro
diverse storie d'attaccamento.
Diversi autori hanno cercato di misurare l'amore con scale
unidimensionali, ma si è scoperto che l'amore sembra assumere forme
differenti.
L'amore come attaccamento
Per questi studi sono state fatte 5 ipotesi:
- Si prevede che circa il 60% degli adulti venga considerato come
sicuro e che la restante percentuale venga distribuita più o meno
equamente nei 2 gruppi insicuri, con una probabile leggera predominanza
del tipo evitante.
- Così come i sentimenti che vive il bambino nella sua relazione
con la madre predicono la qualità dell'attaccamento, allo stesso modo i
diversi tipi di soggetti adulti (sicuro, evitante, ansioso/ambivalente)
vivono le loro storie d'amore più importanti con modalità diverse.
Nelle relazioni dell'adulto sicuro prevarrebbe la fiducia,
l'amicizia ed emozioni positive, negli evitanti le relazioni sarebbero
caratterizzate dalla paura dell'intimità e dalla mancanza della fiducia,
negli ansiosi/ambivalenti l'amore sarebbe vissuto come preoccupante,
quasi come una lotta pericolosamente eccitante per fondersi con l'altra
persona.
- I modelli operativi riguardanti se stessi e le relazioni differiscono a seconda dello stile d'attaccamento.
I sicuri credono nell'amore duraturo, hanno fiducia negli altri e si
considerano persone piacevoli, gli evitanti nutrono maggiori dubbi
sull'esistenza e la durata dell'amore e ritengono di non aver bisogno di
un partner per essere felici, gli ansiosi/ambivalenti si innamorano
spesso e con facilità, ma allo stesso tempo faticano nel trovare un
partner (e hanno più dubbi su se stessi).
- I sicuri dovrebbero ricordare le madri come costantemente
sensibili e premurose, gli evitanti dovrebbero ricordare madri dal
comportamento freddo e scostante, gli ansiosi/ambivalenti dovrebbero
ricordare un misto tra esperienze positive e negative con la madre.
- Siccome i bisogni di attaccamento degli insicuri dovrebbero
essere stati meno soddisfatti, questi dovrebbero essere più vulnerabili
alla solitudine.
Il tipo evitante potrebbe però difendersi o mascherare questa
vulnerabilità attribuendosi un minor grado di solitudine rispetto
all'ansioso/ambivalente.
Studio 1
E' stato effettuato con un quiz sull'amore pubblicato su un
quotidiano locale, su un gruppo con istruzione maggiore e con più donne
che uomini.
La misura dei modelli operativi era basata sull'assunto che le
aspettative coscienti sull'amore di coppia sono influenzate da modelli
mentali sottostanti di cui le persone possono non essere pienamente
consapevoli.
Metodo
Sono state considerate 620 risposte, 205 da uomini e 415 da donne, con
età compresa dai 14 agli 82 anni (la media era 36 anni), con il diploma
come istruzione media.
Le
misure sono state fatte da esperti tramite 95 domande sulla più importante storia d'amore dell'intervistato.
Il questionario era diviso in 3 parti, nella prima si chiedevano cose
sulla relazione più importante mai vissuta, nella seconda si chiedeva se
si trattasse di una storia attuale o passata, di come fossero i
rapporti con il partner, quanto era durata la relazione, la terza parte
invece riguardava gli stili d'attaccamento e la storia
dell'attaccamento.
Risultati
I risultati suggeriscono che la scelta delle alternative da parte dei
soggetti non è avvenuta in maniera casuale e che può essere stata
influenzata da alcuni degli stessi fattori che influenzano gli stili
d'attaccamento da bambini.
In accordo con la previsione iniziale, i soggetti sicuri tendono a
descrivere la storia d'amore più importante come particolarmente felice,
amichevole e basata sulla fiducia reciproca (e le storie tendevano a
durare più a lungo), e anche gli altri tipi d'attaccamento hanno
confermato l'ipotesi iniziale.
Esiste quindi una componente fondamentale dell'amore uguale per tutti ed
i soggetti si differenzierebbero per l'intensità dei sentimenti e per
altri aspetti della relazione, si pensa quindi che ci siano 3 diversi
modi di innamorarsi (differenziabili in base alle dimensioni individuate
a seconda del tipo di attaccamento riscontrato).
Sono state poi trovate
differenze nei modelli mentali in accordo con l'ipotesi 3, mentre per quanto riguarda le
differenze nella storia di attaccamento,
non sono state rilevate differenze rilevanti tra i 3 tipi
d'attaccamento né relativamente all'eventualità o alla durata della
separazione dei genitori, né per quanto concerne il motivo della
separazione, cmq il miglior predittore dello stile d'attaccamento
dell'adulto si è rivelato come la percezione della qualità delle
relazioni con i genitori e della qualità delle relazioni tra i genitori.
In generale, i soggetti sicuri descrivono come più calorose le loro
relazioni con i genitori e la relazione tra il padre e la madre, i
soggetti evitanti descrivono la madre più come fredda e distaccata, gli
ansiosi/ambivalenti giudicano il proprio padre piuttosto ingiusto.
Sono state riscontrate
poche differenze tra maschi e femmine sui
singoli item, ed in generale i soggetti tendevano a descrivere in
termini più favorevoli il genitore del sesso opposto, mentre per le
caratteristiche negative i soggetti tendevano a giudicare più
severamente i genitori dello stesso sesso.
Per quanto riguarda la distribuzione degli stili d'attaccamento non sono
state riscontrate particolari differenze tra sessi, invece è rilevante
la somiglianza dei risultati tra maschi e femmine nelle risposte.
Studio 2
In questo studio ci si è focalizzati sulla componente dei modelli
operativi riguardante il sé, includendo misure di solitudine intesa sia
come stato, sia come tratto.
Le ipotesi di questo studio sono le 5 ipotesi prima trattate, i soggetti
sono 108 studenti universitari (38 maschi e 70 femmine) con età media
di 18 anni.
I soggetti dovevano descrivere la loro storia più importante, dovevano
poi valutare il proprio stile d'attaccamento e veniva misurata poi la
solitudine.
Risultati
I risultati di questo studio sono coerenti con quello precedente, sembra
quindi improbabile che l'indagine condotta pubblicando il questionario
sul quotidiano abbia dato luogo ad una distorsione delle percentuali.
Per quanto riguarda le
differenze nelle esperienze amorose, i
soggetti sicuri hanno descritto le loro storie d'amore come amichevoli,
felici e caratterizzate da fiducia reciproca, mentre i soggetti evitanti
hanno manifestato la paura dell'intimità e gli ansiosi/ambivalenti
parlano di amori contraddistinti dalla gelosia, alti e bassi emotivi e
desiderio di essere ricambiati.
Sono state riscontrate
differenze nei modelli mentali nei 2
studi, probabilmente perchè gli studenti universitari hanno minori
esperienze di relazioni amorose, con durata anche più breve.
I soggetti sicuri si sono descritti come soggetti con cui è facile fare
conoscenza, benvoluti dalla maggioranza delle persone, gli
ansiosi/ambivalenti hanno manifestato maggiori dubbi su se stessi,
riferendo di essere spesso incompresi e sottovalutati e di considerare
gli altri meno pronti di loro ad impegnarsi in una relazione, gli
evitanti si sono collocati a metà tra questi 2 gruppi.
Per quanto riguarda la
storia dell'attaccamento, i soggetti
evitanti di questo studio hanno descritto la storia del loro
attaccamento proprio come nel primo studio, anche se c'è la tendenza in
questo caso a fornire descrizioni più positive, la quale ha contribuito a
renderli apparentemente più simili ai sicuri.
Solo dopo aver raggiunto un certo grado di maturità un individuo
evitante può ammettere gli aspetti veramente negativi della relazione
che lo ha unito ai propri genitori, per questo c'è differenza nei
risultati dei 2 studi, e ciò è stato provato da una successiva ricerca.
Per quanto riguarda la
solitudine, i soggetti ansiosi non
raggiungevano punteggi di solitudine alti come gli altri, e sia i
soggetti evitanti, sia quelli ansiosi/ambivalenti venivano giudicati dai
conoscenti, socialmente meno competenti dei soggetti sicuri, mentre se
erano essi stessi a descriversi, solo gli ansiosi/ambivalenti si
attribuivano una scarsa competenza sociale.
Non sono state inoltre trovate differenze significative tra entrambi i sessi in nessuna delle variabili esaminate.
Discussione generale
La prima ipotesi è stata confermata dai risultati, così anche la
seconda, dove però è stato rilevato un nucleo comune di esperienza
relativo all'amore di coppia (nonostante la sperimentazione di diverse
forme d'amore in base al tipo d'attaccamento).
Anche la terza ipotesi è stata confermata, così come la quarta, a parte
per il secondo studio dove la storia degli evitanti era a volte simile a
quella dei sicuri, ma i motivi di questa somiglianza sono stati
attribuiti alla giovane età dei soggetti in esame.
Infine anche la quinta ipotesi è risultata corretta e quindi
questi
risultati hanno confermato l'utilità di adottare una prospettiva fondata
sulla teoria dell'attaccamento nello studio dell'amore di coppia.
Questi studi sottolineano l'importanza della continuità, ma questo non
vuol dire che nella vita non si possa cambiare in base alle circostanze
ed al contesto, anche temporaneamente.
Questo studio ha cercato di misurare le aspettative coscienti su se
stessi e sulle relazioni, mentre gli studi della Main hanno cercato di
valutare come l'informazione viene elaborata e distorta.
Secondo gli autori di questa ricerca, l'amore adulto comporta
l'integrazione dei tre sistemi attaccamento, prestazione di cure,
accoppiamento, attraverso modalità legate alla storia di attaccamento
degli individui.
Inoltre sono state rilevate prove della continuità dell'attaccamento da 1
a 6 anni di vita, ed è probabile che la continuità tra l'infanzia e
l'età adulta diminuisca con l'avanzare degli anni, questo perchè nel
corso della vita gli individui intrattengono comunemente diverse
amicizie e storie d'amore importanti, ciascuna delle quali rappresenta
un'occasione per rivedere i modelli mentali di sé e degli altri.
L'approccio all'amore di coppia basato sulla teoria dell'attaccamento
prevede che l'amore sia un processo biologico oltre che sociale,
radicato nel sistema nervoso e deputato allo svolgimento di una o più
funzioni importanti.
Secondo gli autori di questi studi, l'amore di coppia è un processo
biologico disegnato dall'evoluzione per facilitare l'attaccamento tra
partner sessuali i quali, man mano che il rapporto d'amore si evolve,
hanno una crescente probabilità di divenire padre e madre di un bambino
che potrà contare sul loro aiuto.
Inoltre, la solitudine ed il lutto sono spesso sintomi della profondità
del legame di attaccamento che è stato spezzato, ed inoltre si può dire
che l'amore e la solitudine sono processi emotivi che assolvono funzioni
biologiche.