mercoledì 2 agosto 2017

58 minuti per morire - Die Harder

58 minuti per morire - Die Harder è un film azione/poliziesco del 1990 diretto da Renny Harlin, con Bruce Willis, Bonnie Bedelia, William Atherton, Dennis Franz, Reginald VelJohnson, Franco Nero, William Sadler, John Amos, Art Evans.

58 minuti per morire - Die Harder
Trama

Il tenente di polizia John McClane sta aspettando il volo della moglie Holly all'aeroporto di Washington.
Come sempre però, John nota qualcosa di insolito, ed inizia ad indagare.
Verrà fuori che un gruppo di terroristi ha in mente di prendere l'intera area, e di fare molti ostaggi, per i soliti fini economici.
Spetterà ancora una volta a John McClane risolvere l'intera vicenda, quasi esclusivamente tutto da solo.

Recensione

58 minuti per morire - Die Harder (Die Hard 2) è un film d'azione del 1990, seguito ufficiale di trappola di cristallo.
La storia sostanzialmente si ripete: gruppo di cattivi con ostaggi, uomo giusto nel posto e nel momento giusto.
Ancora una volta vediamo un protagonista coraggioso ma non perfetto, non il classico Rambo indistruttibile, ma un uomo che si ferisce spesso e che ha anche classici problemi famigliari.
Certo, poi questa è la classica pellicola dalla trama scontata, dove già dall'inizio si sa come finirà, ma la trama è ben raccontata e le scene d'azione sono ben calibrate.
Insomma, anche questo sequel è stato un successone ai botteghini. "58 minuti per morire - Die Harder" promosso a pieni voti.

Link alla scheda del film su wikipedia

martedì 1 agosto 2017

Scoprire dimensioni foto con Windows 10

A volte capita di ritrovarsi tra le mani delle fotografie non proprie, o delle immagini, se vogliamo stare più sul generico.
In questi casi quindi, potrebbe tornare utile sapere come fare per scoprire le dimensioni di un'immagine su windows, dimensioni reali in pixel si intende.

Sia che tu abbia windows 10 o precedenti / successivi, il procedimento è rimasto invariato da anni, quindi questa che ti andrò ad illustrare potrebbe essere considerata la procedura universale per ricavare le dimensioni di una foto con windows.


Come scoprire le dimensioni di foto/immagini con Windows 10


Se hai una foto sul computer e vuoi sapere quanto è grande intermini di pixel, quello che devi fare è molto semplice.
Segui questi semplici passaggi:
  1. Clicca con il tasto destro del mouse sulla foto/immagine di cui vuoi sapere le dimensioni
  2. Seleziona la voce Proprietà
  3. Nella finestra che si aprirà, clicca sul tab Dettagli
  4. Scrolla la finestra fino a trovare la sezione Immagine, nella quale potrai leggere le dimensioni (Altezza e Larghezza), ed altre utili informazioni

Scoprire dimensioni foto con Windows 10

Come scritto sopra, questa sono le dimensioni in pixel dell'immagine.

Se invece ti interessava conoscere le dimensioni in termini di peso del file immagine, sempre da proprietà, su generale trovi tutto quello che ti serve sapere alla voce dimensioni.

E per il discorso dimensioni immagine windows 10 direi che è tutto :)
Per qualsiasi dubbio/chiarimento, non esitare ad usare i commenti in fondo al post.

lunedì 31 luglio 2017

Trappola di cristallo (Die Hard)

Trappola di cristallo è un film azione/poliziesco del 1988 diretto da John McTiernan, con Bruce Willis, Alan Rickman, Bonnie Bedelia, Reginald VelJohnson, Paul Gleason, William Atherton, Hart Bochner, James Shigeta, Alexander Godunov.

Trappola di cristallo (Die Hard)
Trama

John McClane è un poliziotto di New York che si reca a Los Angeles per passare le vacanze Natalizie con la moglie Holly e la sua famiglia.
Anche se un po' in crisi con la sua donna, John si recherà da lei, nel grattacielo dove lavora, dove è in corso un party aziendale.
Qui però le cose si faranno subito difficili, in quanto un gruppo di terroristi irromperà nell'edificio prendendo tutti in ostaggio.
John McClane però, sarà per i malviventi un ospite inaspettato ed indesiderato, ed inizierà a sabotare di nascosto i loro piani, con il solo scopo di salvare sua moglie e tutti gli ostaggi.

Recensione

Trappola di cristallo (Die Hard) è il classico film d'azione americano dove un eroe solo ed improvvisato (spoiler) salva tutto e tutti.
Questo film datato 1988 ha dato il via ad una vera e propria serie, dove il poliziotto di turno, John McClane, qui interpretato dal bravissimo Bruce Willis, si ritroverà ogni volta suo malgrado a dover affrontare i cattivi di turno.
C'è poco altro da dire su "Trappola di cristallo", questo è il classico action movie che gli amanti del genere adoreranno, un film un po' datato ma che si lascia guardare con gusto ogni volta.

Link alla scheda del film su wikipedia
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Come usare le funzioni in Javascript

Come ogni linguaggio di programmazione che si rispetti, anche il potentissimo javascript ha a disposizione la possibilità di creare funzioni, ovvero delle procedure che consentono di compiere più operazioni in sequenza, per poi restituire uno o più risultati finali.

Una funzione javascript infatti, può o restituire un risultato, oppure compiere direttamente delle operazioni su alcune variabili, che vanno dal calcolo all'elaborazione delle stringhe, o a tutto quello che il js consente di fare.

Vediamo dunque come creare una semplice funzione js.


Come usare le funzioni in Javascript


Ecco subito un esempio di sintassi su come creare una funzione javascript e come fare per richiamarla:

<script type="text/javascript">
var variab=5;
function somma()
{
    variab=variab+5;
    return variab;
}
variab=somma();
alert(variab);
</script>


Lo script sopra indicato utilizza la sintassi function nomefunzione() per definire la funzione js che verrà poi richiamata successivamente.
Nello specifico, questa funzione si occupa di incrementare una variabile precedentemente creata, e di restituirne il nuovo valore.

Una sintassi generale dunque è:

function nome-funzione(parametri)
{
    //operazioni da svolgere
    return risultato;
}

Come si evince da quanto scritto sopra, ad una funzione js si possono passare anche dei parametri, e poi, tramite il comando return, è possibile ottenere il risultato dell'elaborato.

Ecco un esempio di funzione javascript con parametri:

<script type="text/javascript">
function somma(variabile,numero)
{
    variabile=variabile+numero;
    return variabile;
}
var variab=5;
variab=somma(variab,5);
alert(variab);
</script>


Questa funzione dunque, riceve due parametri e restituisce un risultato finale, che poi viene salvato in una variabile e stampato a video tramite alert.

Imparare ad usare le funzioni javascript è ovviamente fondamentale per poter creare script complessi, e soprattutto per riciclare/riutilizzare il codice più volte senza doverlo riscrivere tutto.
Se infatti si crea una funzione, la si può poi richiamare anche 10 volte, senza però dover riscrivere tutto il suo contenuto ogni volta.
Se poi si deve modificare cosa fa una funzione, basta agire in un unico punto.

domenica 30 luglio 2017

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Psicodinamica dello sviluppo (11/11): Stili di attaccamento tra giovani adulti

Prendendo spunto dalla teoria di Bowlby vengono ipotizzati 2 tipi di modelli operativi interni: un modello interno di sé e un modello interno degli altri.
Ciascuno dei 2 modelli può essere di tipo positivo o negativo, in questo modo è possibile avere 4 diversi stili di attaccamento.


Attaccamento infantile e modelli interni


La teoria di Bowlby afferma che i bambini, via via che crescono, interiorizzano le esperienze vissute con i genitori in modo che le prime relazioni d'attaccamento diventino un prototipo delle relazioni che verranno stabilite successivamente al di fuori della famiglia.
Vengono individuate 2 caratteristiche principali di queste rappresentazioni / modelli operativi:

  1. dal fatto che la figura d'attaccamento venga giudicata, o no, come il tipo di persona che in genere risponde alle richieste d'aiuto e di protezione
  2. dal fatto che l'Io venga giudicato, o no, come il tipo di persona verso cui gli altri reagiranno facilmente con un atteggiamento d'aiuto 


Attaccamento negli adulti


Uno degli assunti principali è che le relazioni d'attaccamento continuino a rivestire un ruolo rilevante lungo tutto il corso della vita.
Diverse sono gli studi fatti a proposito, la Main con la sua AAI indaga le rappresentazioni che gli adulti hanno delle relazioni di attaccamento infantile, Kobak e Sceery hanno invece usato la AAI per esaminare le rappresentazioni di sé e degli altri in un campione di giovani, Hazan e Shaver hanno invece considerato l'amore di coppia come un processo d'attaccamento e hanno sviluppato una procedura di autovalutazione per classificare gli adulti in 3 categorie che corrispondono ai 3 stili di attaccamento riscontrati nei bambini.



Un modello per descrivere l'attaccamento negli adulti


Secondo Bartholomew e Horowitz, il modello di Sé e il modello dell'altro possono essere combinati assieme per descrivere le forme prototipiche di attaccamento negli adulti.
E' possibile concettualizzare 4 combinazioni: sicuro, preoccupato, timoroso, distaccato/svalutante.
L'evitamento dell'intimità, secondo questo modello, riflette il grado in cui le persone evitano di entrare in stretto contatto con gli altri, come risultato di aspettative negative.
Gli stili timoroso e distaccato/svalutante sono simili dato che manifestano entrambi un'evitamento dell'intimità, ma differiscono però relativamente al bisogno che il soggetto ha di sentirsi accettato dagli altri per poter mantenere un'immagine positiva di se stesso.
I gruppi preoccupato e timoroso si somigliano, entrambi dipendono molto dagli altri per mantenere un'immagine positiva di se stessi, si differenziano invece rispetto alla facilità con cui si lasciano coinvolgere in relazioni intime.



Studio 1


Il primo studio è stato condotto tramite un'intervista semistrutturata in cui si chiedeva di descrivere le relazioni amicali e da queste risposte è stato ricavato un indice del grado di vicinanza a ciascuno dei 4 stili d'attaccamento presentati nel modello di prima.
Sono state misurate le valutazioni di se stessi, la socievolezza ed i problemi interpersonali.
Le 3 ipotesi erano:

  1. ci si aspetta che i risultati riproducano la struttura descritta dal modello dei 4 tipi d'attaccamento
  2. ci si aspetta che le misure del concetto di sé differenzino i gruppi con immagine positiva di sé da quelli con modello negativo di sé, e che le misure di socievolezza  differenzino i gruppi col modello positivo degli altri da quelli con modello negativo degli altri
  3. ci si aspetta che i gruppi si differenzino rispetto alle problematiche interpersonali, che quelli preoccupati e timorosi riferiscano di problemi legati alla passività e non assertività e che i timorosi e distaccati/svalutanti manifestino problemi relativi alla socievolezza e all'intimità 

Metodo
Il campione comprendeva 43 femmine e 37 maschi, dai 18 ai 22 anni.
E' stata fatta un'intervista sull'attaccamento, della autovalutazioni e dei resoconti degli amici.

Risultati
I sicuri hanno ottenuto punteggi di coerenza nell'intervista e del grado di intimità nelle relazioni d'amicizia più alti rispetto agli altri, inoltre hanno riportato punteggi alti sulle misure di cordialità, sulla capacità di esercitare un controllo equilibrato sulle relazioni d'amicizia e sul livello di coinvolgimento nelle relazioni di coppia.
Il gruppo distaccato/svalutante ha riportato punteggi più alti degli altri sulla misura di fiducia in se stessi e punteggi più bassi relativamente alla capacità di esprimere le emozioni, alla frequenza del pianto e alla cordialità.
Il gruppo preoccupato ha ottenuto i punteggi più alti sull'elaborazione, la disponibilità a confidarsi, l'espressività delle emozioni, la frequenza del pianto, la fiducia nell'altro, l'uso degli altri come base sicura, il pianto in presenza di altri, e la capacità di prendersi cura degli altri.
Hanno ottenuto punteggi alti nel coinvolgimento nella relazione di coppia e punteggi bassi di coerenza e di tendenza ad assumere il controllo nelle relazioni d'amicizia.
Il gruppo timoroso ha ottenuto punteggi molto più bassi rispetto al sicuro e preoccupato sulla tendenza a confidarsi, l'intimità, il livello di coinvolgimento nella relazione di coppia, la fiducia negli altri, e l'uso degli altri come base sicura, inoltre riportano punteggi più bassi di tutti per quanto riguarda la fiducia in se stessi e sull'equilibrio nei comportamenti di controllo.
Per quanto riguarda le differenze di genere, le femmine hanno ottenuto punteggi significamente più alti di quelli dei soggetti maschi nel punteggio preoccupato, mentre nel punteggio distaccato/svalutante viceversa.
Analizzando le intensità delle amicizie, i 4 gruppi non si differenziano molto rispetto alla durata dei rapporti d'amicizia.
Valutando invece le intercorrelazioni tra gli stili d'attaccamento, i punteggi sicuro e timoroso risultano correlati negativamente, così come i punteggi preoccupato e distaccato/svalutante.
Nelle misure relative al concetto di sé, i punteggi che esprimono quanto il soggetto somiglia al prototipo sicuro e distaccato/svalutante sono correlati positivamente con le misure del concetto di sé, mentre i punteggi che esprimono la somiglianza al timoroso e preoccupato risultano correlati negativamente con le misure del concetto di sé.
Per quanto riguarda la socievolezza, gli amici tendono ad attribuire punteggi bassi al gruppo distaccato/svalutante e la media di questo gruppo è risultata infatti significativamente più bassa rispetto a quella degli altri gruppi.
Rispetto ai problemi interpersonali, quelli con immagine negativa di sé hanno livelli più alti nella misurazione dei problemi interpersonali, e viceversa.
I sicuri hanno un valore alto di cordialità interpersonale (anche valutando tramite autovalutazione e coi giudizi degli amici), gli amici descrivono i sicuri come disponibili, preoccupati del benessere altrui e correlano negativamente con item come freddo ed introverso.
Il distaccato/svalutante è ostile interpersonalmente, freddo, cosa confermata dagli amici, che collegano però la cosa con l'introversione, inoltre c'è correlazione negativa con le scale per il benessere altrui ed espressività (giudicati dagli amici anche poco assertivi e disponibili).
Il preoccupato appare estremamente espressivo, autoritario e competitivo, anche agli occhi degli amici.
Il gruppo timoroso invece ha mancanza di assertività ed inibizione sociale/introversione (cosa confermata dagli amici), e correlazione negativa con l'autoritarismo, la competitività e l'espressività.

Conclusioni
Questa ricerca dimostra che è possibile usare un'intervista semistrutturata per valutare in che misura i soggetti sono simili a ciascuno dei 4 stili d'attaccamento ipotizzati.
Tutte e 3 le ipotesi di partenza sono state confermate.


Studio 2


Questo studio si propone di replicare le analisi circomplesse dello studio 1, di estendere il modello d'attaccamento proposto alle rappresentazioni delle relazioni con la propria famiglia d'origine, di analizzare le relazioni tra le rappresentazioni d'attaccamento ai pari e le rappresentazioni dell'attaccamento alla famiglia.
I soggetti sono stati dunque intervistati a riguardo le loro relazioni con i pari e con i familiari e ci si aspetta dai risultati che le 2 misurazioni indipendenti riferite ai 2 ambiti d'attaccamento correlino positivamente.
Dato che queste 2 misure d'attaccamento possono contribuire in modo diverso alle difficoltà interpersonali del soggetto, sono stati esaminati anche i problemi interpersonali dei soggetti.


Metodo
I partecipanti erano 33 studenti maschi e 36 femmine, la procedura è stata divisa in 2 sessioni: nella prima c'era un'intervista sull'attaccamento, nella seconda venivano somministrati dei questionari d'autovalutazione.

Risultati
Sono state rilevate differenze nei punteggi del gruppo preoccupato attribuibili al sesso dei partecipanti, invece per quanto riguarda le intercorrelazioni tra i punteggi di attaccamento, per ciascun set di correlazioni, i pattern sono risultati coerenti con il modello proposto.
I punteggi d'attaccamento alla famiglia e ai pari sono risultati significativamente correlati tra loro, come ipotizzato, mentre per quanto riguarda i problemi interpersonali, il livello medio di questi problemi nei gruppi preoccupato e timoroso è risultato più alto di quello degli altri 2 gruppi.

Conclusioni
L'ipotesi di base è stata confermata, i punteggi d'attaccamento alla famiglia d'origine sono risultati moderatamente correlati con i corrispondenti punteggi d'attaccamento ai pari.
I risultati hanno dimostrato che i 2 attaccamenti famiglia/pari, contribuiscono alla previsione delle dimensioni cordialità e dominanza che sono alla base dei problemi interpersonali.
In accordo con il modello circomplesso del comportamento interpersonale, i comportamenti collocati lungo la dimensione affiliazione tendono ad elicitare risposte corrispondenti (ovvero la cordialità stimola la cordialità) e di conseguenza tendono ad autoperpetuarsi.


Discussione generale


I risultati di questa ricerca confermano che la valenza dei modelli di sé e la valenza dei modelli degli altri sono dimensioni importanti e distinte del modo di comportarsi dell'adulto nelle relazioni intime e che le 2 dimensioni possono variare in modo indipendente l'una dall'altra.
La ricerca ha dimostrato la presenza di una relazione positiva tra l'accettazione di sé e quella degli altri.
Per la teoria dell'attaccamento i modelli di sé e degli altri hanno una comune origine nelle relazioni interpersonali precoci e ci si aspetta quindi che i 2 modelli si sviluppino in modo da essere complementari e da confermarsi a vicenda.
Tuttavia esistono pattern interpersonali che presentano una valenza discrepante relativamente all'accettazione di sé e dell'altro (nei preoccupati e nei distaccati/svalutanti), si può dunque concludere che i modelli di sé e degli altri possono completarsi e confermarsi a vicenda pur non essendo congruenti.
E' da segnalare che nessun soggetto che ha partecipato a questa ricerca si è identificato in uno solo dei prototipi di attaccamento, la maggior parte si è riconosciuta in più stili assunti nel corso del tempo, a seconda della relazione o pure nell'ambito stesso del legame.
In questo studio, i punteggi continui non danno maggiori informazioni rispetto alla classificazione di tipo categoriale, i vantaggi però sono che i punteggi continui consentono al ricercatore di misurare più accuratamente le differenze individuali.
Diverse ricerche hanno cmq riportato risultati coerenti con il modello proposto.


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sabato 29 luglio 2017

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Psicodinamica dello sviluppo (10/11): Amore di coppia inteso come processo di attaccamento

Cindy Hazan e Phillip R. Shaver con i loro studi, vogliono arrivare ad affermare che l'innamoramento è un processo d'attaccamento che viene assunto dagli individui in maniera diversa a causa delle loro diverse storie d'attaccamento.
Diversi autori hanno cercato di misurare l'amore con scale unidimensionali, ma si è scoperto che l'amore sembra assumere forme differenti.


L'amore come attaccamento

Per questi studi sono state fatte 5 ipotesi:

  1. Si prevede che circa il 60% degli adulti venga considerato come sicuro e che la restante percentuale venga distribuita più o meno equamente nei 2 gruppi insicuri, con una probabile leggera predominanza del tipo evitante.
  2. Così come i sentimenti che vive il bambino nella sua relazione con la madre predicono la qualità dell'attaccamento, allo stesso modo i diversi tipi di soggetti adulti (sicuro, evitante, ansioso/ambivalente) vivono le loro storie d'amore più importanti con modalità diverse.
    Nelle relazioni dell'adulto sicuro prevarrebbe la fiducia, l'amicizia ed emozioni positive, negli evitanti le relazioni sarebbero caratterizzate dalla paura dell'intimità e dalla mancanza della fiducia, negli ansiosi/ambivalenti l'amore sarebbe vissuto come preoccupante, quasi come una lotta pericolosamente eccitante per fondersi con l'altra persona.
  3. I modelli operativi riguardanti se stessi e le relazioni differiscono a seconda dello stile d'attaccamento.
    I sicuri credono nell'amore duraturo, hanno fiducia negli altri e si considerano persone piacevoli, gli evitanti nutrono maggiori dubbi sull'esistenza e la durata dell'amore e ritengono di non aver bisogno di un partner per essere felici, gli ansiosi/ambivalenti si innamorano spesso e con facilità, ma allo stesso tempo faticano nel trovare un partner (e hanno più dubbi su se stessi).
  4. I sicuri dovrebbero ricordare le madri come costantemente sensibili e premurose, gli evitanti dovrebbero ricordare madri dal comportamento freddo e scostante, gli ansiosi/ambivalenti dovrebbero ricordare un misto tra esperienze positive e negative con la madre.
  5. Siccome i bisogni di attaccamento degli insicuri dovrebbero essere stati meno soddisfatti, questi dovrebbero essere più vulnerabili alla solitudine.
    Il tipo evitante potrebbe però difendersi o mascherare questa vulnerabilità attribuendosi un minor grado di solitudine rispetto all'ansioso/ambivalente. 


Studio 1

E' stato effettuato con un quiz sull'amore pubblicato su un quotidiano locale, su un gruppo con istruzione maggiore e con più donne che uomini.
La misura dei modelli operativi era basata sull'assunto che le aspettative coscienti sull'amore di coppia sono influenzate da modelli mentali sottostanti di cui le persone possono non essere pienamente consapevoli.

Metodo
Sono state considerate 620 risposte, 205 da uomini e 415 da donne, con età compresa dai 14 agli 82 anni (la media era 36 anni), con il diploma come istruzione media.
Le misure sono state fatte da esperti tramite 95 domande sulla più importante storia d'amore dell'intervistato.
Il questionario era diviso in 3 parti, nella prima si chiedevano cose sulla relazione più importante mai vissuta, nella seconda si chiedeva se si trattasse di una storia attuale o passata, di come fossero i rapporti con il partner, quanto era durata la relazione, la terza parte invece riguardava gli stili d'attaccamento e la storia dell'attaccamento.

Risultati
I risultati suggeriscono che la scelta delle alternative da parte dei soggetti non è avvenuta in maniera casuale e che può essere stata influenzata da alcuni degli stessi fattori che influenzano gli stili d'attaccamento da bambini.
In accordo con la previsione iniziale, i soggetti sicuri tendono a descrivere la storia d'amore più importante come particolarmente felice, amichevole e basata sulla fiducia reciproca (e le storie tendevano a durare più a lungo), e anche gli altri tipi d'attaccamento hanno confermato l'ipotesi iniziale.
Esiste quindi una componente fondamentale dell'amore uguale per tutti ed i soggetti si differenzierebbero per l'intensità dei sentimenti e per altri aspetti della relazione, si pensa quindi che ci siano 3 diversi modi di innamorarsi (differenziabili in base alle dimensioni individuate a seconda del tipo di attaccamento riscontrato).
Sono state poi trovate differenze nei modelli mentali in accordo con l'ipotesi 3, mentre per quanto riguarda le differenze nella storia di attaccamento, non sono state rilevate differenze rilevanti tra i 3 tipi d'attaccamento né relativamente all'eventualità o alla durata della separazione dei genitori, né per quanto concerne il motivo della separazione, cmq il miglior predittore dello stile d'attaccamento dell'adulto si è rivelato come la percezione della qualità delle relazioni con i genitori e della qualità delle relazioni tra i genitori.
In generale, i soggetti sicuri descrivono come più calorose le loro relazioni con i genitori e la relazione tra il padre e la madre, i soggetti evitanti descrivono la madre più come fredda e distaccata, gli ansiosi/ambivalenti giudicano il proprio padre piuttosto ingiusto.
Sono state riscontrate poche differenze tra maschi e femmine sui singoli item, ed in generale i soggetti tendevano a descrivere in termini più favorevoli il genitore del sesso opposto, mentre per le caratteristiche negative i soggetti tendevano a giudicare più severamente i genitori dello stesso sesso.
Per quanto riguarda la distribuzione degli stili d'attaccamento non sono state riscontrate particolari differenze tra sessi, invece è rilevante la somiglianza dei risultati tra maschi e femmine nelle risposte.


Studio 2


In questo studio ci si è focalizzati sulla componente dei modelli operativi riguardante il sé, includendo misure di solitudine intesa sia come stato, sia come tratto.
Le ipotesi di questo studio sono le 5 ipotesi prima trattate, i soggetti sono 108 studenti universitari (38 maschi e 70 femmine) con età media di 18 anni.
I soggetti dovevano descrivere la loro storia più importante, dovevano poi valutare il proprio stile d'attaccamento e veniva misurata poi la solitudine.

Risultati

I risultati di questo studio sono coerenti con quello precedente, sembra quindi improbabile che l'indagine condotta pubblicando il questionario sul quotidiano abbia dato luogo ad una distorsione delle percentuali.
Per quanto riguarda le differenze nelle esperienze amorose, i soggetti sicuri hanno descritto le loro storie d'amore come amichevoli, felici e caratterizzate da fiducia reciproca, mentre i soggetti evitanti hanno manifestato la paura dell'intimità e gli ansiosi/ambivalenti parlano di amori contraddistinti dalla gelosia, alti e bassi emotivi e desiderio di essere ricambiati.
Sono state riscontrate differenze nei modelli mentali nei 2 studi, probabilmente perchè gli studenti universitari hanno minori esperienze di relazioni amorose, con durata anche più breve.
I soggetti sicuri si sono descritti come soggetti con cui è facile fare conoscenza, benvoluti dalla maggioranza delle persone, gli ansiosi/ambivalenti hanno manifestato maggiori dubbi su se stessi, riferendo di essere spesso incompresi e sottovalutati e di considerare gli altri meno pronti di loro ad impegnarsi in una relazione, gli evitanti si sono collocati a metà tra questi 2 gruppi.
Per quanto riguarda la storia dell'attaccamento, i soggetti evitanti di questo studio hanno descritto la storia del loro attaccamento proprio come nel primo studio, anche se c'è la tendenza in questo caso a fornire descrizioni più positive, la quale ha contribuito a renderli apparentemente più simili ai sicuri.
Solo dopo aver raggiunto un certo grado di maturità un individuo evitante può ammettere gli aspetti veramente negativi della relazione che lo ha unito ai propri genitori, per questo c'è differenza nei risultati dei 2 studi, e ciò è stato provato da una successiva ricerca.
Per quanto riguarda la solitudine, i soggetti ansiosi non raggiungevano punteggi di solitudine alti come gli altri, e sia i soggetti evitanti, sia quelli ansiosi/ambivalenti venivano giudicati dai conoscenti, socialmente meno competenti dei soggetti sicuri, mentre se erano essi stessi a descriversi, solo gli ansiosi/ambivalenti si attribuivano una scarsa competenza sociale.
Non sono state inoltre trovate differenze significative tra entrambi i sessi in nessuna delle variabili esaminate.

Discussione generale
La prima ipotesi è stata confermata dai risultati, così anche la seconda, dove però è stato rilevato un nucleo comune di esperienza relativo all'amore di coppia (nonostante la sperimentazione di diverse forme d'amore in base al tipo d'attaccamento).
Anche la terza ipotesi è stata confermata, così come la quarta, a parte per il secondo studio dove la storia degli evitanti era a volte simile a quella dei sicuri, ma i motivi di questa somiglianza sono stati attribuiti alla giovane età dei soggetti in esame.
Infine anche la quinta ipotesi è risultata corretta e quindi questi risultati hanno confermato l'utilità di adottare una prospettiva fondata sulla teoria dell'attaccamento nello studio dell'amore di coppia.
Questi studi sottolineano l'importanza della continuità, ma questo non vuol dire che nella vita non si possa cambiare in base alle circostanze ed al contesto, anche temporaneamente.
Questo studio ha cercato di misurare le aspettative coscienti su se stessi e sulle relazioni, mentre gli studi della Main hanno cercato di valutare come l'informazione viene elaborata e distorta.
Secondo gli autori di questa ricerca, l'amore adulto comporta l'integrazione dei tre sistemi attaccamento, prestazione di cure, accoppiamento, attraverso modalità legate alla storia di attaccamento degli individui.
Inoltre sono state rilevate prove della continuità dell'attaccamento da 1 a 6 anni di vita, ed è probabile che la continuità tra l'infanzia e l'età adulta diminuisca con l'avanzare degli anni, questo perchè nel corso della vita gli individui intrattengono comunemente diverse amicizie e storie d'amore importanti, ciascuna delle quali rappresenta un'occasione per rivedere i modelli mentali di sé e degli altri.
L'approccio all'amore di coppia basato sulla teoria dell'attaccamento prevede che l'amore sia un processo biologico oltre che sociale, radicato nel sistema nervoso e deputato allo svolgimento di una o più funzioni importanti.
Secondo gli autori di questi studi, l'amore di coppia è un processo biologico disegnato dall'evoluzione per facilitare l'attaccamento tra partner sessuali i quali, man mano che il rapporto d'amore si evolve, hanno una crescente probabilità di divenire padre e madre di un bambino che potrà contare sul loro aiuto.
Inoltre, la solitudine ed il lutto sono spesso sintomi della profondità del legame di attaccamento che è stato spezzato, ed inoltre si può dire che l'amore e la solitudine sono processi emotivi che assolvono funzioni biologiche.

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venerdì 28 luglio 2017

The Forger - Il falsario (film)

The Forger - Il falsario è un film drammatico del 2014 diretto da Philip Martin, con John Travolta, Jennifer Ehle, Anson Mount, Christopher Plummer, Abigail Spencer, Tye Sheridan, Lyndon Smith, Travis Aaron Wade, Jeffrey Corazzini.

The Forger - Il falsario (film)
Trama

Raymond J. Cutter esce di prigione pagando un giudice con il solo scopo di tornare da suo figlio Will.
Will ha però un male incurabile, così Raymond decide di esaudire ogni suo desiderio, come quello di fargli incontrare la madre e fingere che non sia una tossica dipendente.
Cutter però, per uscire di prigione e per aiutare il proprio figlio, farà dei debiti con dei personaggi poco raccomandabili, così dovrà tornare a fare il falsario per poter pagare i suoi strozzini prima che questi inizino a diventare pericolosi.

Recensione

The Forger - Il falsario è un film drammatico del 2014 con protagonista un padre un po' sregolato interpretato da John Travolta.
Il tema del film è ancora una volta la redenzione di un padre verso il figlio.
Il protagonista è infatti un padre che ha sbagliato tutto nella vita, un padre che però è disposto a tutto pur di aiutare il proprio pargolo a superare i propri problemi.
The Forger - Il falsario non è propriamente un film originale, dato che la trama è paragonabile a quella di Small Crimes... considerando che però quest'ultimo è più recente, forse è l'altra pellicola ad aver preso spunto da questo film con Travolta.

Nel complesso comunque, seppur non sempre credibile, "The Forger - Il falsario" non mi è dispiaciuta come visione.
Finale forse un po' tirato, ma tutto sommato accettabile.

giovedì 27 luglio 2017

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Riconoscere la posizione geografica visitatore sito (Javascript)

Il concetto di geolocalizzazione al giorno d'oggi è noto a tutti.
Si è partiti con i gps classici, fino ad avere queste funzionalità ormai in tutti i dispositivi mobili.
Se poi si naviga qualche sito internet, capita anche di imbattersi in siti che sono in grado di indivduare l'esatta posizione del visitatore.

Se sei interessato a sapere come riconoscere la posizione di un navigatore sul tuo sito, le coordinate satellitari esatte, continua a leggere questo post.
Grazie ad uno script javascript che ti andrò ad illustrare, che funziona praticamente con tutti i browser più recenti, ti sarà possibile ottenere e mostrare a video le coordinate geografiche del visitatore.
I possibili utilizzi di queste informazioni possono essere infiniti, tutto sta alla tua immaginazione.


Come riconoscere la posizione geografica di un visitatore di un sito web in Javascript


Vediamo subito lo script che consente di effettuare la geolocalizzazione javascript:

<html>
<head>
<title>Geolocalizzazione Javascript</title>
<script type="text/javascript">
function localizza()
{
    var idloc=null;
    localizzaok = function(position)
    {
       alert("Latitudine: "+position.coords.latitude+", Longitudine: "+position.coords.longitude);
       navigator.geolocation.clearWatch(idloc);
    }
    idloc=navigator.geolocation.watchPosition(localizzaok);
}
</script>
</head>
<body>
<a href="javascript:localizza();">Clicca per sapere la tua posizione</a>
</body>
</html>


Copiando ed incollando questo codice in una nuova pagina html, potrai testare con tua mano come funziona la geolocalizzazione html / javascript.

Da notare che, cliccando sul tasto per avviare lo script, il browser ti chiederà il consenso di passare la tua posizione alla pagina web.
Questo perchè è un diritto del visitatore, il voler rimanere anonimo anche per quanto riguarda la propria posizione gps.

Nello specifico comunque, la funzione navigator.geolocation.watchPosition tenta di individuare la posizione del visitatore.
Poi con la funzione navigator.geolocation.clearWatch si blocca la chiamata a questa Geolocation Api che girano intorno al fantastico mondo dell'html5.

Panarea (film)

Panarea è un film commedia del 1997 diretto da Pipolo, con Alessia Merz, Guido Nicheli, Adelmo Togliani, Andrea Livio, Mariangela Giordano, Alessandro Mascali, Massimo Bulla, Alessandro Cozzani, Hoara Borselli.

Panarea
Trama

Un gruppo di turisti giunge in aliscafo all'isola di Panarea, nell'arcipelago siciliano delle Eolie.
Tra questi c'è una bella ragazza toscana che fa subito perdere la testa a due amici che usano l'isola come il loro terreno di caccia.
Poi abbiamo una giovane ragazza che vuole far di nuovo colpo sul suo ex, aiutata da un amico del cuore che è segretamente innamorato di lei.
C'è poi un giovane che rimane solo con il cameriere nella sua villa vacanze, che approfittando dell'assenza dei genitori ed influenzato dal suo sottoposto, inizia ad organizzare feste piene di belle ragazze.

Recensione

Panarea è un film commedia del 1997, una commedia italiana del genere giovanile / amori estivi.
Al di là del fatto che questo è un genere di film più adatto a teenegers che per persone adulte, Panarea è un ottimo film per scoprire meglio questa fantastica isola delle Eolie.
La trama del film è comunque simpatica e scorrevole, con gag più o meno divertenti.
Panarea è insomma un film carino, non per tutti, ma discretamente girato e con una bella fotografia.

mercoledì 26 luglio 2017

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Come usare gli Array in Javascript

Come ogni linguaggio di programmazione che si rispetti, anche in javascript esistono gli array.
Un array è una sorta di variabile che può contenere più valori.
Senza ulteriori giri di parole, vediamo subito come funzionano gli array in javascript, come si leggono i dati in esso contenuti, come si cancella un elemento, o come lo si aggiunge... e tante altre funzioni ancora.


Come usare gli Array in Javascript


Per poter creare un array in javascript basta utilizzare questa sintassi:

var nome-array = [elemento1, elemento2, elemento3, ...]; 

Con questa semplice sintassi dunque, è possibile ad esempio creare un array di colori, ovvero una variabile contenente più valori di colori.
Ecco un esempio pratico di come creare e come sfogliare un array javascript:

<script type="text/javascript">
var colori = ["rosso", "verde", "bianco"];
for(i=0; i<colori.length; i++) alert(colori[i]);
</script>


Come si può capire facilmente dall'esempio, la sintassi per ricavare la lunghezza di un array javascript è la seguente:

nome-array.length;

E per mostrare tutto il contenuto di un array in un colpo solo come si farà mai?
Semplicissimo, basta richiamare la variabile dell'array senza passargli alcun indice:

<script type="text/javascript">
var colori = ["rosso", "verde", "bianco"];
alert(colori);
</script>


Se si vuole aggiungere un elemento ad un array (alla fine della lista), la sintassi da usare è:

nome-array.push("nuovo-elemento");

Ecco un esempio pratico, sempre riferito all'array dei colori:

<script type="text/javascript">
var colori = ["rosso", "verde", "bianco"];
colori.push("giallo");
for(i=0; i<colori.length; i++) alert(colori[i]);
</script>


Se poi si vuole selezionare solo un elemento di un array conoscendone l'indice, ecco la sintassi da utilizzare:

nome-array[indice];

Ed ecco il solito esempio:

<script type="text/javascript">
var colori = ["rosso", "verde", "bianco"];
alert(colori[1]);
</script>


Un altro metodo per creare un array (anche se sconsigliato), è invece quello di utilizzare la funzione new:

var nome-array = new Array("oggetto1","oggetto2","oggetto3",...);

Se poi si vuole avere un array javascript con indici non numerici, bisogna utilizzare questo metodo (non è esattamente corretto quanto appena scritto, ma di fatto il comportamento atteso è proprio questo):

var nome-array = {etichetta1:"valore1",etichetta2:"valore2",etichetta3:"valore3",...};

Ed ecco un esempio pratico di come creare un array con etichetta alfanumerica, e di come pescare un singolo elemento conoscendone il nome dell'indice (l'etichetta:

<script type="text/javascript">
var contatto = {nome:"Roberto",cognome:"Rossi",anni:20};
alert(contatto["nome"]);
</script>


Per ordinare un array alfabeticamente si usa la sintassi nome-array.sort().
Ecco il solito esempio:

<script type="text/javascript">
var colori = ["rosso", "verde", "bianco"];
colori.sort();
for(i=0; i<colori.length; i++) alert(colori[i]);
</script>


Per ordinare un array in ordine decrescente, basta usare la funzione reverse() al posto della sort.

Se invece si vuole modificare un elemento di un array, basta usare una sintassi alternativa per l'aggiunta degli item degli array, ovvero con:

nome-array[numero-indice] = "nuovo-valore"; 

Con questa sintassi infatti, è possibile sia sostituire un valore già esistente (passandogli l'indice del valore da sostituire), sia aggiungere un nuovo elemento alla fine dell'array (indicando un numero di indice corrispondente al primo indice disponibile... ma occhio a non creare buchi nell'array!).
Ecco un esempio pratico di sostituzione di valore in un array javascript:

<script type="text/javascript">
var colori = ["rosso", "verde", "bianco"];
colori[0] = "viola";  
for(i=0; i<colori.length; i++) alert(colori[i]);
</script>


Di solito si usa questa sintassi per aggiungere nuovi elementi ad un array inizializzato come vuoto.
Come inizializzare un array vuoto:

var nome-array=[];

Tra l'altro è possibile utilizzare questa sintassi anche per svuotare un array già esistente.

Se voglio sapere se una variabile è un array oppure un altro tipo, la sintassi da utilizzare è la seguente:

Array.isArray(nome-variabile);

Per rimuovere l'ultimo elemento di un array basta utilizzare invece la sintassi:

nome-array.pop();

Ed ecco l'esempio pratico:

<script type="text/javascript">
var colori = ["rosso", "verde", "bianco"];
colori.pop();
for(i=0; i<colori.length; i++) alert(colori[i]);
</script>


Se invece si vuole cancellare il primo elemento dell'array, ecco cosa occorre utilizzare:

nome-array.shift();

Mentre per aggiungere un nuovo elemento all'inizio dell'array, si usa la funzione unshift.
Ecco un esempio pratico:

<script type="text/javascript">
var colori = ["rosso", "verde", "bianco"];
colori.unshift("grigio");
for(i=0; i<colori.length; i++) alert(colori[i]);
</script>


Veniamo ora alla potentissima funzione splice, che può essere utilizzata sia per aggiungere elementi in una posizione specifica, sia per rimuovere uno specifico elemento (in qualsiasi posizione esso sia).
La sintassi generale da utilizzare per rimuovere specifici elementi di un array javascript è la seguente:

nome-array.splice(posizione-iniziale, numero-di-posizioni);

Forse è più chiaro con un esempio pratico, in cui si vuole eliminare due elementi a partire dalla seconda posizione:

<script type="text/javascript">
var colori = ["grigio","rosso", "verde", "azzurro", "bianco"];
colori.splice(2, 2);
for(i=0; i<colori.length; i++) alert(colori[i]);
</script>


Il risultato a video saranno i colori "grigio, rosso, bianco", in quanto avremo rimosso dall'array i colori "verde, azzurro", che si trovavano proprio nelle posizioni indicate con la splice.

In quest'altro esempio invece, vi mostro come aggiungere due colori dopo la posizione 2 dell'array:

<script type="text/javascript">
var colori = ["grigio","rosso","bianco"];
colori.splice(2,0,"verde","azzurro");
for(i=0; i<colori.length; i++) alert(colori[i]);
</script>


La funzione splice inoltre, può essere utilizzata per dividere un array in due, creando quindi una nuova lista di valori salvata a parte.
Ovviamente con i limiti del caso, dato che è possibile passare solo due coordinate per volta.
Il nuovo array conterrà dunque i valori selezionati con la splice, con una sintassi tipo:

var nuovo-array=vecchio-array.slice(posizione-iniziale, numero-di-posizioni);

Se poi si vuole pescare i valori con la splice da una determinata posizione fino all'ultimo valore dell'array, basta non indicare il secondo parametro, ovvero basta lasciare il numero di posizioni vuoto.

La sintassi da utilizzare per unire due array javascript è invece la seguente:

var nuovo-array= array1.concat(array2);

Ecco un esempio pratico della potentissima funzione contact:

<script type="text/javascript">
var colori = ["grigio","rosso","bianco"];
var colori2 = ["giallo", "marrone"];
var colori3 = colori.concat(colori2);
for(i=0; i<colori3.length; i++) alert(colori3[i]);
</script>


E per gli array js è tutto (o quasi).
Spero che questo mega tutorial vi sia stato utile.
Ovviamente ci sarebbe ancora qualcosina da dire sull'argomento, ma questo è un altro post (cit.)