Visualizzazione post con etichetta psicologia. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta psicologia. Mostra tutti i post

domenica 14 maggio 2017

Leggi il post

Strumenti di valutazione della personalità (12/13): La valutazione dell'attaccamento adulto

Vicissitudini del concetto d'attaccamento


Bowlby è stato criticato molto dagli psicoanalisti del suo tempo, ad esempio Anna Freud lo accusava di trascurare il complesso d'edipo e la sessualità infantile, elementi fondamentali del pensiero psicoanalitico (la Freud però trascurava l'ambiente esterno per focalizzarsi solo sulle vicissitudini istintuali).
Bowlby si preoccupava di trovare una base scientifica alla teoria delle relazioni oggettuali e la teoria dell'attaccamento, nella quale potevano fondersi l'approccio etologico e le teorie psicoanalitiche.
Bowlby, trattato con freddezza dagli psicoanalisti, alla fine si ritirò dalla discussione e proseguì per la sua strada.


Attaccamento e teoria delle relazioni oggettuali
I modelli operativi interni possono essere ricondotti alla teoria delle relazioni oggettuali ed intesi come conseguenza dell'interiorizzazione di esperienze ripetute con gli oggetti primari, in base alle quali i bambini sviluppano aspettative riguardo alle interazioni future, che vengono sistematizzate in rappresentazioni mentali di esperienze emotive associate alle interazioni che le hanno generate.
Anche nel concetto di coazione a ripetere di Freud, c'è l'affermazione che gli adulti ricreano nelle relazioni attuali le esperienze dell'infanzia, e questi punti di contatto con le teorie delle relazioni oggettuali riavvicinano la psicoanalisi alle teorie di Bowlby.
Per Bowlby, l'intero sistema di comportamenti nella prima età sottende la funzione di ottimizzare la prossimità con la madre, lo scopo del bambino non è però l'oggetto (es. la madre), ma uno stato fisico particolare, relativo al mantenimento della vicinanza col caregiver e con il tempo questo scopo fisico è sostituito da uno scopo di natura più psicologica, da un sentimento.
Bowlby colloca i legami sociali nella posizione di dati biologici primari (cosa in contrasto con le teorie psicoanalitiche, che parlano di pulsioni primarie legate a bisogni fisici).
All'inconscio di Freud (caratterizzato da conflitti interni tenuti a bada da meccanismi di difesa) la teoria dell'attaccamento contrappone un inconscio comportamentale che si struttura nell'interazione adattiva tra bambino ed ambiente.
Bowlby nei suoi lavori non da molta importanza alla fantasia, ma si concentra di più sulle conseguenze mentali per il bambino delle concrete minacce del mondo esterno e della mancata responsività del caregiver.
Per questo motivo è stato definito comportamentista, anche se oggi le distanze si sono accorciate ed è possibile dialogo e collaborazione tra psicoanalisi e teorie sull'attaccamento.

Attaccamento e psicoanalisi: aspetti comuni e differenze
I 3 assiomi che la teoria dell'attaccamento condivide con la psicoanalisi classica sono:
  1. la prospettiva genetica sullo sviluppo infantile
  2. il punto di vista strutturale
  3. il punto di vista adattivo
Il punto di divergenza principale con psicoanalisi sta nel fatto che l'attaccamento è un comportamento osservabile e c'è il rifiuto nel privilegiare la fantasia sulla realtà.
Cmq la psicologia dell'attaccamento e la psicoanalisi non offrono percorsi alternativi, ma una possibilità di convergenza che arricchisce entrambi i modelli.

Oltre la psicoanalisi
La psicologia dell'attaccamento prende spunto da discipline diverse: l'etologia, le teorie dei sistemi di controllo, le scienze cognitive.
Il cognitivismo attuale sottolinea l'influenza dell'attaccamento sull'organizzazione degli altri sistemi motivazionali interpersonali a base innata, la coscienza stessa e i processi di attribuzione dei significati affondano le radici nel contesto delle relazioni precoci e delle dinamiche dell'attaccamento.
La qualità della coscienza dipende quindi dalle caratteristiche delle prime relazioni interiorizzate e lo sviluppo individuale segue il corso del progressivo strutturarsi delle funzioni mnemistiche e di una coscienza d'ordine superiore, piuttosto che soprattutto la dinamica degli affetti.
Crittenden sviluppa la teoria dinamico maturazionale dove la maturazione e l'esperienza interagiscono e portano al cambiamento o alla continuità dei pattern di attaccamento.
All'interno di questo modello i soggetti sicuri equilibrano i canali cognitivo ed affettivo, gli evitanti dipendono profondamente dai fattori cognitivi e minimizzano gli affettivi, mentre gli ambivalenti amplificano l'affettività ed alterano la cognizione in base alle necessità.
C'è poi il concetto di coepistemia, il processo diadico di sviluppo delle regole di base della crescita della conoscenza, la coepistemia precederebbe la relazione di attaccamento e quindi i modelli operativi interni potrebbero essere subordinati alle regole dello sviluppo della conoscenza in senso lato.
Per Bowlby solo i rapporti che assumono per l'individuo il significato e la funzione di base sicura sono da considerare rapporti d'attaccamento.
Secondo Hazan e Shaver, l'innamoramento è un processo d'attaccamento che viene vissuto dagli individui in maniera diversa a causa delle loro diverse storie di attaccamento.
Byng-Hall invece, considera il sintomo del paziente come il risultato di copioni familiari (scripts) ripetitivi e patologici e privilegia come area d'intervento l'intera famiglia, e la terapia non può considerarsi conclusa fino a quando i membri non hanno riscritto le proprie storie in modo da conferire alla propria vita qualità di coerenza, empatia e sicurezza, l'obiettivo terapeutico è dunque quello di una base familiare sicura.
Bretherton ha sottolineato l'importanza dell'aspetto linguistico-narrativo nella costruzione dei modelli operativi interni.
Secondo questo autore, gli aspetti comunicativi dell'attaccamento non coinvolgono solo il livello della comunicazione comportamentale nell'interazione, ma anche il versante narrativo della relazione madre-bambino, divenendo a sua volta base della possibilità dell'adulto di narrare la propria storia d'attaccamento (in questo contesto lo strumento più usato è la AAI).

Stili d'attaccamento
L'attaccamento sicuro implica la rappresentazione da parte del bambino di una madre accessibile e responsiva, mentre l'attaccamento insicuro implica la rappresentazione di una madre non responsiva e la conseguente adozione di strategie per la gestione di questa interazione con lei.
Ogni stile rappresenta un compromesso tra il bisogno di mantenere la vicinanza col caregiver e la necessità di svincolarsi da una situazione dolorosa, legata proprio a questa relazione.
La Ainsworth ha introdotto la divisione degli stili d'attaccamento in: sicuro, evitante, ansioso/ambivalente (con l'aggiunta poi del disorganizzato), divisione tenuta anche da Hazan e Shaver.
Bartholomew e Horowitz invece hanno suddiviso in: sicuro, preoccupato, timoroso, distaccato/svalutante.

Attaccamento e clinica
Il tentativo di riclassificare tutta la psicopatologia sull'unica base dell'attaccamento può essere rischioso perchè nessuna entità diagnostica può essere l'effetto diretto di una particolare costellazione infantile.
Il modello più efficace per interpretare la psicopatologia è quello multifattoriale, dove però l'attaccamento è un fattore significativo a causa dei possibili fattori di rischio (attaccamento insicuro) o di protezione (attaccamento sicuro).
I soggetti sicuri sembrano meno presenti nella popolazione clinica, rispetto agli insicuri, quindi la distinzione tra sicuro ed insicuro può essere un buon elemento predittivo di psicopatologia.
Invece non è provata la sovrapponibilità dei diversi tipi di attaccamento insicuro ai diversi disturbi psichiatrici, anche se sembra provata la relazione tra attaccamento disorganizzato e disturbi dissociativi (anche per il borderline si ipotizza la relazione con il disorganizzato).
Secondo alcuni autori, le esperienze d'attaccamento possono influenzare la gravità del quadro sintomatologico, piuttosto che la forma specifica assunta da quest'ultimo.
E' stata inoltre trovata una forte correlazione tra bambini abusati e successivo attaccamento insicuro.
In generale cmq, è l'attaccamento disorganizzato il maggior predittore di psicopatologia.
Per quanto riguarda la terapia, il paziente tende ad applicare alla relazione terapeutica, le aspettative ed i significati costruiti nelle relazioni d'attaccamento originarie, quindi la classificazione dell'attaccamento può essere un efficace predittore dell'esito e del corso di una psicoterapia.
Il CATS è uno strumento che permette di misurare lo stile d'attaccamento tra paziente e terapeuta, il quale ha individuato 3 stili: sicuro, evitante-spaventato e preoccupato.
In generale sembra che i pazienti raggiungano risultati migliori se sono curati da clinici classificati come sicuri (perchè sono in grado di fornire una base sicura al paziente).


La durata dell'attaccamento nel tempo


L'attaccamento può essere considerato come un processo attivo d'adattamento che si organizza tramite la messa a punto di strategie atte a raggiungere la sicurezza e formulate in relazione alle caratteristiche dell'ambiente e alle accresciute capacità di elaborazione del pensiero e di organizzazione del comportamento.

Modelli operativi interni e stabilità dell'ambiente
I modelli operativi interni (IWM) operano per lo più in maniera automatica e durante lo sviluppo possono trasformarsi.
Secondo la Main, le esperienze vissute con i caregiver possono modificare sia i contenuti della mente infantile, sia la capacità di operare su di essi.
La stabilità dell'ambiente è stata studiata con diversi strumenti e linee d'analisi, tipo il life span developmental psychology che vede i legami d'attaccamento lungo l'arco di vita dell'individuo e la family development, che mette in relazione lo sviluppo del legame d'attaccamento con quelli della rete familiare.
Queste 2 prospettive teoriche concepiscono il ciclo evolutivo dell'attaccamento come una successione di relazioni diadiche che variano nel tempo per la qualità simmetrica o asimmetrica tra i soggetti interagenti.

Strumenti di valutazione
Per la prima infanzia lo strumento più usato per rilevare l'attaccamento è la Strange situation (SS) della Ainsworth, strumento che però perde di validità quando i bambini crescono, perchè iniziano a comparire una serie di azioni internalizzate non direttamente accessibili all'osservazione, e quindi sono stati creati strumenti di rilevazione differenti.
Inoltre la SS dovrebbe essere interpretata in base all'età del bambino, dato che crescendo i bambini affrontano solitamente meglio la separazione.
Per rilevare i modelli operativi interni sono state costruite particolari procedure, costituite da rilevazioni basate sul completamento di storie (per bambini in età prescolare e scolare) o basate sulle narrative prodotte dai bambini (età scolare e preadolescenza).
Uno strumento famoso è l'attachment story completion task (ASCT), che valuta le rappresentazioni d'attaccamento tramite la presentazione di 5 storie su tematiche d'attaccamento, di cui il bambino deve fornire un completamento narrativo tramite l'uso di una serie di bambole che rappresentano i protagonisti della famiglia.
Ci sono poi metodi di Q-sort, come l'attachment Q-sort, che consente di rilevare e valutare alcuni semplici comportamenti d'attaccamento del bambino in ambiente naturale, coprendo un arco di tempo più ampio della SS (fino a 5 anni) e venendo eventualmente applicato anche a diadi diverse da quella madre-bambino (valuta quindi anche attaccamenti multipli).
Il Separation anxiety test (SAT) rileva le risposte di bambini a stimoli di natura semiproiettiva perchè segue l'assunto che il bambino proietti su una serie di stimoli attivanti l'attaccamento le proprie organizzazioni mentali al riguardo.
Questo test si compone di 6 fotografie che rappresentano varie situazioni di separazione, che vengono mostrate al soggetto dicendogli di raccontare quali sentimenti sperimenta il personaggio della foto e quali strategie metterà in atto per affrontare la situazione.
Per gli adulti si usa invece la adult attachment interview (AAI) della Main, usata anche per madri adolescenti, stando però attenti a tener presente dell'eventuale sottostima delle difficoltà esistenti o al tentativo di sembrare all'altezza delle situazioni proposte (grado di desiderabilità sociale).

Studi longitudinali
Questi studi seguono l'andamento dei pattern d'attaccamento dall'infanzia all'adolescenza (per ora non esistono studi più lunghi nel tempo).
Quasi tutti questi studi usano l'SS per valutare l'attaccamento infantile e l'AAI per quello adolescenziale.
Diversi studi hanno rilevato in questo modo una sostanziale stabilità nel tempo del pattern di attaccamento.
Il Minnesota parent-child project (MPCP) è uno studio più dettagliato che prende in considerazione anche il concetto di rischio, in modo da sottolineare il fattore di protezione di un eventuale attaccamento sicuro.
Altri studi invece riportano una certa discontinuità nell'attaccamento, soprattutto nel caso di popolazioni a rischio, e ciò dimostra la presenza di altri fattori che possono influenzare gli stili d'attaccamento, modificandoli nel tempo.


Di generazione in generazione


Tramite la strange situation sono stati individuati i seguenti stili d'attaccamento: sicuro (B), insicuro evitante (A), insicuro ambivalente/resistente (C) e successivamente è stato definito anche un quarto tipo, l'insicuro disorganizzato/disorientato.
La strange situation risulta essere uno strumento affidabile.
In età prescolare e scolare per valutare l'attaccamento si può usare il manchester child attachment story task (MCAST), un metodo di valutazione osservativa finalizzato ad elicitare i modelli operativi interni dell'attaccamento in bambini dai 4-5 ai 7-8 anni.
Il setting comprende una situazione in cui tramite la presenza di alcuni episodi di vita familiare dove il bambino è invitato a raccontare una storia che completa quella proposta dal ricercatore, usando 2 bambole che rappresentano se stessi e la madre (vengono descritti episodi di separazione, di pericolo, di vulnerabilità fisiche).
Il ricercatore rileva il racconto tramite un'intervista semistrutturata e questo metodo quindi riprende gli assunti ed i principi metodologici della SS e dell'AAI.
Per valutare invece l'attaccamento in età adulta i metodi più usati sono le interviste, in particolare l'AAI.


Scelta del metodo di valutazione
Le ricerche longitudinali hanno permesso di rilevare sia la continuità dell'attaccamento, che la discontinuità legati ai fattori contestuali dello sviluppo.
Considerando l'intero sistema familiare (e non solo la diade madre-bambino) ed il rapporto tra le generazioni emergono una serie di fattori diretti, che esercitano un'influenza sullo sviluppo di pattern d'attaccamento senza elementi di mediazione, ed un'insieme di fattori indiretti, che fanno sentire la loro influenza anche attraverso altri elementi.
Tra i fattori diretti, il più indagato è la responsività del genitore, intesa come l'abilità di percepire ed interpretare con accuratezza i segnali ed i messaggi comunicativi impliciti nel comportamento del bambino e, sulla base di questa comprensione, rispondere a tali segnali in modo adeguato e con prontezza.
Un altro fattore diretto indagato è la capacità di mentalizzazione, intesa come uno strumento di organizzazione dell'esperienza del proprio ed altrui comportamento in termini di stati mentali e risulta associata alla sicurezza dell'attaccamento.
I fattori diretti sono quindi responsabili di gran parte dei meccanismi di trasmissione intergenerazionale, ma anche studiare i fattori indiretti è importante.


Valutazione dell'attaccamento dell'adulto in ambito clinico


Diversi studi dimostrano che le esperienze interpersonali accomunate dalla percezione di base sicura, piuttosto che insicura o disorganizzata, possono costituire il referente per la costruzione di legami d'attaccamento multipli.
Ci sono diversi strumenti che consentono di misurare i costrutti psicologici dell'attaccamento, rilevando le differenze individuali, ma tutt'oggi non si può cmq affermare l'esistenza di una corrispondenza biunivoca tra disturbi psicopatologici e pattern d'attaccamento
Secondo la teoria dell'attaccamento, gli elementi di vulnerabilità che si formano durante lo sviluppo fanno riferimento a ripetute e costanti esperienze di mancata o parziale capacità di protezione da parte del caregiver, ovvero ad esperienze in cui si sono sperimentati solitudine, separazione, abbandono, dolore fisico e mentale o mancata sintonizzazione emozionale.
L'attaccamento disorganizzato è spesso associato alla patologia in quanto è un segnale inconfutabile di rottura o compromissione del principio di base su cui funziona il sistema dell'attaccamento.


Potenzialità e limiti degli strumenti di valutazione
Un problema riscontrato è l'eterogeneità delle tecniche di valutazione, sia per quanto riguarda le procedure (intervista, autovalutazione, osservazione), sia per quanto riguarda il costrutto teorico a cui esse si riferiscono.
Un altro problema riguarda invece la variabilità delle caratteristiche psicometriche degli strumenti di autovalutazione.
Invece uno dei punti di forza della teoria dell'attaccamento è lo studio delle differenze individuali.
Tra gli strumenti in grado di identificare le differenze individuali c'è la AAI, divenuta famosa nella clinica grazie alle sue robuste qualità psicometriche.
Ci sono anche metodi alternativi, anche se per ora nessuno eguaglia l'AAI psicometricamente.
C'è inoltre la proposta di riformulare il numero e la tipologia delle classificazioni d'attaccamento.
E' poi importante rilevare i processi inconsci implicati nella costruzione e nel mantenimento delle organizzazioni mentali d'attaccamento, e anche lo studio della capacità di mentalizzazione è importante.
Le varie scale di valutazione scientifica di cui oggi si dispone in clinica per indagare la mentalizzazione fanno riferimento all'analisi dei protocolli della AAI o all'analisi delle trascrizioni delle sedute di psicoterapia.


Psicodinamica dell'attaccamento


La teoria dell'attaccamento ha dato origine a 2 linee di ricerca.
La prima ha avuto origine dagli psicologi dello sviluppo, i quali hanno usato tecniche d'osservazione per studiare la relazione genitore-bambino, tecnica ampliata poi dai clinici che hanno usato interviste, per studiare lo stato della mente rispetto all'attaccamento nei genitori.
La seconda linea di ricerca è nata dagli psicologi sociali, che hanno applicato le idee di Bowlby allo studio delle relazioni sentimentali e allo sviluppo di misure di self-report in ambito sperimentale e di ricerca.
Purtroppo questi 2 filoni sono stati spesso in contrasto tra di loro e si sono ignorati a vicenda i lavori, tensioni e divergenze a volte presenti anche all'interno dello stesso filone.


Misure self-report dello stile d'attaccamento
Nella psicologia sociale e di personalità, gli stili d'attaccamento sono concepiti come modelli sistematici di aspettative, bisogni, strategie di regolazione delle emozioni e di comportamento sociale, che sono il prodotto dell'interazione tra il sistema comportamentale d'attaccamento innato e la storia individuale delle esperienze di attaccamento, che di solito nasce dalle relazioni coi genitori.
Brennan, Clark e Shaver individuano 2 dimensioni che caratterizzano l'attaccamento: ansia correlata all'attaccamento ed evitamento correlato all'attaccamento.
Nello stile sicuro ansia ed evitamento sono bassi, nello stile ansioso/ambivalente l'ansia è elevata, nello stile evitante invece la regione che comprende questi 2 stadi è un po' più complessa.
Bartholomew ha individuato 2 sottocategorie distinte: evitanti distanziati e evitanti spaventati.
Queste dimensioni possono essere misurate da 2 scale likert a 18 item (con buona attendibilità), la scala d'ansia e la scala d'evitamento, indipendenti (senza correlazione).
I soggetti che presentano alti punteggi d'ansia hanno bisogno di sentirsi vicini, accettati, supportati, rassicurati, mentre quelli che hanno alti punteggi d'evitamento si sentono a disagio con la vicinanza, l'aprirsi, i sentimenti, l'espressione di debolezze e dipendenza.
Questi autori usano un approccio narrativo per elicitare i modelli operativi interni o gli stati della mente rispetto all'attaccamento, ed hanno individuato 3 categorie d'attaccamento: sicuro, distanziante e preoccupato.
Il sicuro descrive le relazioni positive in modo chiaro, convincente e coerente o quando descrive le negative in maniera coerente ed equilibrata.
Il distanziante svaluta o idealizza l'importanza delle prime relazioni d'attaccamento, non riportando eventi di vita che esemplifichino e supportino le sue affermazioni.
Il preoccupato invece ha una coerenza del trascritto ridotta dal coinvolgimento rabbioso ancora presente con la figura genitoriale o da un'elevata ansia, o quando l'intervistato discute delle proprie relazioni infantili come se fossero ancora attuali.
Le misure self-report relative alle relazioni intime risultano correlate alla codifica delle scale dell'AAI.
Anche i self-report, come l'AAI possono rilevare i processi inconsci relativi all'attaccamento.

Stili d'attaccamento e regolazione degli affetti
Le ricerche che hanno usato self-report hanno confermato le ipotesi dell'importanza di una base sicura per affrontare le minacce e le fonti di stress.
I sicuri sembrano aver sviluppato misure ottimistiche a riguardo la gestione delle difficoltà, un senso di fiducia sulla responsività altrui e di autoefficacia nel fronteggiare lo stress.
Lo script della base sicura sembra essere organizzato attorno a 3 principali istanze di regolazione emozionale: riconoscimento ed espressione dell'emotività negativa, uso di una strategia di problem solving centrata sul compito e ricerca attiva di supporto.
L'attaccamento sicuro è inoltre associato al riconoscimento e all'espressione delle emozioni, gli individui sicuri hanno accesso ai ricordi negativi senza venirne sopraffatti e di solito esprimono in maniera aperte le emozioni.
I sicuri in situazione di stress e di pensieri di morte riescono ad adottare la strategia di ricerca di vicinanza senza esitare, inoltre c'è la tendenza dei sicuri ad usare strategia di coping per il problem solving anche sotto stress.
I sicuri distorcono meno la realtà usando meccanismi difensivi, a differenza degli insicuri, inoltre, l'attivazione del senso di avere una base sicura può avvenire inconsciamente e può automaticamente influenzare giudizi sociali e comportamenti.
Secondo Cassidy e Kobak, l'iperattivazione del sistema d'attaccamento è caratteristica degli individui preoccupati, mentre la disattivazione difensiva è caratteristica degli evitanti.
L'ansioso tende a concentrarsi sul proprio disagio, a rimuginare sui pensieri negativi, ad adottare strategie di coping che coinvolgono la dimensione emozionale e tendono ad esagerare, piuttosto che sminuire le difficoltà, mentre l'evitante si distanzia dalla fonte di disagio cognitivamente o nel comportamento.
L'ansioso agisce ai ricordi di separazione con un'elevata accessibilità a pensieri di morte, mentre gli evitanti allontanano gli eventi stressanti dalla coscienza e dalla memoria (gli evitanti hanno un basso grado di accessibilità ai ricordi di tristezza ed ansia, al contrario degli ansiosi).
Gli evitanti possono essere inconsapevoli della propria rabbia, presentano sospetti paranoici e attitudini ostili, e sono incapaci di ridurre il livello di tensione.
Gli evitanti reagiscono alle situazioni minacciose aumentando la visione positiva di sé e percependo gli altri come diversi (proiezione difensiva), mentre gli ansiosi in situazioni di minaccia si svalutano e percepiscono gli altri come simili (identificazione proiettiva).
Gli ansiosi forse interpretano l'emozione positiva come un segno di pericolo, perchè in passato hanno avuto fregature perchè si sono fidati, quindi possono diventare rigidi ed ipervigili verso novità ed incertezze, e possono percepire se stessi come vulnerabili ed indifesi quando abbassano la guardia.

Dinamiche d'attivazione del sistema d'attaccamento
Bowlby ha individuato alcuni fattori ambientali principali d'attivazione dell'attaccamento, rilevando che il bambino cerca la sua figura d'attaccamento quando è stanco, affamato, malato o quando non è sicuro che questa gli sia vicina.
Bowlby quindi ha ipotizzato che la presenza di una minaccia fisica o psicologica attivi immediatamente il sistema d'attaccamento.
Infatti, in situazioni di difficoltà i bambini prediligono e cercano il caregiver, mentre ricerche su adulti dimostrano che la separazione dal proprio partner presenta una fonte di disagio.
Sono stati fatti alcuni studi (Mikulincer, Gillath, Shaver) sul priming nell'attaccamento, dove ad esempio, parole dal significato minaccioso presentate inconsciamente attivano automaticamente rappresentazioni di figure d'attaccamento (i soggetti nominano le figure d'attaccamento, preferendole a nomi di persone conosciute e sconosciute).
Il priming funzionava sia con minacce di separazione che con minacce reali, attivando più velocemente solo la rappresentazione delle figure d'attaccamento.
Considerando le differenze individuali nell'attivazione del sistema d'attaccamento, i sicuri mostrano maggior accesso ai pensieri relativi alla vicinanza e all'amore e ai nomi delle figure d'attaccamento solo in contesti di minaccia e non in contesti neutri (ed hanno un attivamento lento alle parole che connotano preoccupazione).
Gli ansisosi accedono rapidamente alle figure d'attaccamento anche in condizioni non stressanti, inoltre hanno un modello negativo di sé ed un'aspettativa di rifiuto e di sostegno inaffidabile e ciò gli comporta stress cronico.
Gli evitanti invece hanno poca accessibilità alle figure d'attaccamento anche in caso di pericolo, ma si attivavano però quando veniva dato loro un compito extra di scelta lessicale, sembra quindi che gli evitanti attivino preconsciamente temi d'attaccamento nonostante neghino consciamente il loro bisogno d'amore e di sostegno.
Gli evitanti inoltre riescono con successo a sopprimere le paure legate alla vicinanza, ma in situazione di stress prolungato anche loro ne risentono.

Rappresentazione delle dinamiche del sistema d'attaccamento
Un nuovo modello del sistema d'attaccamento recentemente realizzato è costituito da 3 componenti principali: la componente del monitoraggio e la valutazione di eventi che suscitano minaccia e stress (componente responsabile dell'attivazione del sistema d'attaccamento), la componente del monitoraggio e la valutazione della disponibilità e della responsività delle figure d'attaccamento che possono fornire supporto e sollievo (componente responsabile delle differenze individuali rispetto alla percezione di avere una base sicura), e la componente del monitoraggio e la valutazione dell'attuabilità della ricerca di vicinanza come strategia di coping rispetto all'insicurezza nell'attaccamento e stress (componente responsabile delle differenze individuali nell'uso di strategie di iperattivazione vs disattivazione della regolazione degli affetti).
Questo modello include anche circuiti neurali eccitatori o inibitori.
I circuiti eccitatori vengono usati dagli ansiosi nelle loro strategie di iperattivazione, gli inibitori dagli evitanti nelle strategie di disattivazione.
Il ciclo d'ampliamento e costruzione dell'attaccamento sicuro comporta il sollievo dallo stress in caso di risposta positiva alla domanda di disponibilità e alla sensazione di avere una base sicura e ciò comporta anche la facilitazione di altri sistemi comportamentali come quello esplorativo.
La non disponibilità che avviene negli insicuri fa mancare la sensazione di base sicura e ciò causa le strategie di iperattivazione, di vigilanza, abbassando la soglia d'attivazione ed aumentando lo stress.
Invece l'impossibilità della ricerca di vicinanza si traduce in strategie di disattivazione, che si manifestano dal distanziamento della fonte di stress e dalle figure d'attaccamento, ed in tentativi di controllare lo stress affidandosi a meccanismi di repressione e rimozione.
In caso di eccessivo stress prolungato, le difese degli evitanti possono cadere e può esserci un'esperienza molto traumatica e stressante, e questo starebbe alla base della distinzione fatta da Bartholomew di evitante distaccato ed evitante timoroso (quello che non riesce più a nascondere lo stress).


Strumenti di valutazione dell'attaccamento adulto


Esistono 3 tipi di valutazione dell'attaccamento adulto: interviste, valutazioni Q-sort e questionari autosomministrati.

Interviste
L'intervista più usata è l'Adult attachment inverview (AAI), che è composta da 20 domande con ordine prestabilito, dove se il soggetto non risponde sono previste domande aggiuntive.
Le domande chiedono una descrizione globale della storia familiare, vengono chiesti 5 aggettivi per descrivere la sua relazione con ciascun genitore durante l'infanzia, poi viene chiesto di pensare al proprio bambino e di esprimere i sentimenti relativi alla sua lontananza, i desideri sul suo futuro e se ci sono cose che il soggetto vorrebbe che il figlio imparasse da lui.
Ci sono le scale dell'esperienza soggettiva che valutano le esperienze d'attaccamento del soggetto durante l'infanzia, le scale dello stato della mente valutano lo stato attuale della mente del soggetto e si riferiscono alle rappresentazioni delle esperienze d'attaccamento.
Ci sono poi 2 ulteriori scale: la scala degli stati della mente con lutto o trauma non risolto.
Il sistema codifica in 3 categorie principali d'attaccamento (sicuro, distanziante, coinvolto), più una quarta (attaccamento con lutti o traumi non risolti).
Altre interviste famose sono: Attachment style interview (ASI), Couple attachment interview (CAI), Couple attachment joint interview (CAJI), Current relationship interview (CRI), Family attachment interview (FAI), History of attachment interview (HAI), Intervista semistrutturata di Carli e Mantovani, Marital attachment interview (MAI), Peer attachment interview (PAI).

Strumenti Q-sort
L'Adult attachment Q-sort (AAQ-sort) di Kobak è un'intervista valutata distribuendo i descrittori in 2 dimensioni: sicurezza vs ansia e deattivazione va iperattivazione.
La sicurezza riflette la coerenza della narrazione, la collaborazione con l'intervistatore e il ricordo di figure supportive d'attaccamento.
Le strategie d'attivazione corrispondono all'attaccamento distanziante, mentre quelle d'iperattivazione corrispondono all'attaccamento preoccupato.

Questionari autosomministrati
Esistono diversi questionari autosomministrati: Adult attachment styles (AAS), Adult attachment scale (AAS, ce ne sono 2 tipi di 2 autori diversi), Attachment history adjective sort (AHAS), Attachment history questionnaire (AHQ), Attachment and obeject relations inventory (AORI), Anxious romantic attachment scale (ARAS), Attachment style and attachment history questionnaire (ASAHQ), Attachment styles inventory (ASI),Attachment style questionnaire (ASQ, 2 tipi), Bell object relations inventory (BORI), Ca-Mir, Experiences in close relationships (ECR), Inventory of parent and peer attachment (IPPA), Marital Q-sort (MQ-sort), Parental attachment questionnaire (PAQ), Parental bonding instrument (PBI), Reciprocal attachment questionnaire (RAQ), Relationship questionnaire (RQ), Relationship scales questionnaire (RSQ), The wagner attachment scale (WAS).
Con tutti questi questionari si crea molta confusione e l'affidabilità dei dati di ricerca prodotti da questi lavori è incerta.

Metodi osservazionali
Questi metodi non hanno finora avuto sufficiente sviluppo ed un modello tra i più famosi è il Secure base scoring system for adults (SBSS).

Situazione italiana
In Italia i questionari di autovalutazione usati sono 6: AAS, Attachment movie test (AMT), ASQ, Ca-Mir, ECR, Egna minnen betraffande uppfostran (EMBU).
Vengono usati inoltre: IPPA, PBI, Questionario sull'attaccamento attuale (QAA-L), Questionario di attaccamento fra adulti (QAA-SC), RAQ, RQ.
Per quanto riguarda l'affidabilità della versione italiana degli strumenti, oltre alle carenze originali si aggiungono la disomogeneità e la molteplicità delle traduzioni diffuse ed usate, nonché l'uso di versioni modificate, a volte secondo criteri non ancora codificati, quindi è opportuno un uso prudente di questi strumenti.

AAI vs Questionari autosomministrati
L'AAI è superiore ai questionari autosomministrati per i seguenti motivi:
  • è in grado di evidenziare i processi inconsci
  • delinea strategie di elaborazione delle informazioni negli adulti con pattern d'attaccamento distanziante e preoccupato, che non verrebbero evidenziate dai self-report
  • è in grado di elicitare complessi modelli narrativi della relazione di attaccamento, che riflettono direttamente i modelli operativi interni degli intervistati
  • collega i modelli operativi interni al comportamento sociale e alle relazioni interpersonali
  • collega i modelli d'attaccamento adulto alla storia di attaccamento dell'individuo, mentre i self-report non sono in grado di individuare le radici dello sviluppo dell'attaccamento 

Considerazioni a favore dell'uso dei self-report
Alcuni punti a favore per l'utilizzo dei questionari autosomministrati sono:
  1. diversi studi dimostrano una buona correlazione tra gli stili d'attaccamento misurati dagli strumenti self-report e i processi mentali impliciti valutati con test tradizionali
  2. le scale di valutazione dello stile d'attaccamento sono in grado di rilevare le strategie di elaborazione dell'informazione misurate dall'AAI
  3. anche gli strumenti self-report possono essere usati come indicatori del modo in cui gli adulti raccontano spontaneamente le proprie storie d'attaccamento
  4. i self-report sugli stili d'attaccamento risultano correlati al comportamento interpersonale
  5. questi strumenti sono sensibili alla matrice evolutiva delle differenze degli stili d'attaccamento 

Scelta degli strumenti
I criteri per la scelta dei questionari autosomministrati sono:
  • verificare le condizioni minime di attendibilità e validità
  • leggere bene la documentazione relativa alla costruzione dello strumento
  • verificare il costrutto a cui fa riferimento lo strumento scelto
  • attenzioni ai limiti degli strumenti di tipo categoriale
  • distinguere se lo strumento valuta lo stile di attaccamento o il comportamento di attaccamento
  • distinguere se lo strumento è fondato sulla relazione parentale, sentimentale o generale
  • verificare se lo strumento è di tipo retrospettivo (uso di materiale di relazioni passate) o no
  • controllare tutte le variabili addizionali che possono influenzare il report sull'attaccamento
  • identificare sempre prima l'oggetto specifico d'indagine
Se si usano più strumenti di valutazione per cogliere al meglio la struttura complessa, sfaccettata e multidimensionale del costrutto, occorre fare cautela, perchè i diversi questionari si caratterizzano soprattutto per le differenze tra le varie misure ottenibili, quindi non si deve dare per scontato che la giustapposizione abbia come risultato una più accurata descrizione del costrutto.
E' piuttosto importante un'accurata definizione degli obiettivi della valutazione, per scegliere lo strumento, o gli strumenti, più adatti.


Questionari self-report categoriali e prototipici


Esistono diversi questionari autosomministrati, ecco i principali.

Adult attachment styles (AAS)
Di Hazan e Shaver (1987), studia l'attaccamento adulto studiando i legami amorosi col presupposto che le relazioni della vita di coppia adulta possono essere intese come un processo d'attaccamento, nel quale si formano legami affettivi.
Questi autori hanno individuato 3 tipologie: sicuro, evitante e ansioso/ambivalente.
L'AAS è composto da 3 brevi descrizioni relative al modo di vivere e percepire il rapporto di coppia: il soggetto deve scegliere quella che a suo parere è più rappresentativa dei suoi sentimenti nel rapporto amoroso.
Si parte dall'ipotesi di Bowlby che i soggetti con stili d'attaccamento diversi differiscono tra loro anche per quanto riguarda il modello operativo interno relativo al sé, ovvero al fatto di essere degni d'attenzione e d'accudimento, ovvero alla qualità della risposta attesa dalle figure di accudimento.
In questo strumento c'è una scala a 7 item relativa al modello operativo interno dell'altro ed una a 8 per quello relativo al sé.
I risultati ottenuti hanno confermato l'ipotesi di Bowlby:
  • i soggetti sicuri considerano se stessi come persone benvolute e piacevoli, l'altro è percepito come cordiale e disponibile e le relazioni sono durature
  • i soggetti evitanti sentono di non avere bisogno dell'altro per essere felici e si descrivono come autosufficienti, le relazioni durano poco e sono caratterizzate dalla diffidenza nell'altro
  • gli ansiosi/ambivalenti si sentono spesso incompresi e sottovalutati nelle relazioni, sentono l'altro meno pronto ad assumersi l'impegno della relazione amorosa
Studi psicometrici sull'AAS dimostrano che il 70% dei soggetti a distanza di 4 anni mantiene lo stesso stile d'attaccamento e che i più stabili sono i sicuri, inoltre, non emergono differenze di genere.

Relationship questionnaire (RQ)
Creato da Bartholomew e Horowitz (1991), propone al soggetto alcune autodescrizioni, ognuna delle quali sintetizzata dagli aspetti salienti di uno stile d'attaccamento (se ne individuano di 4 tipi: sicuro, preoccupato, timoroso (evitante), distaccato/svalutante (evitante)).
I sicuri sono coerenti, fiduciosi di se stessi, hanno un approccio positivo verso gli altri ed intimità nelle relazioni.
I preoccupati credono di non essere degni di attenzione ma hanno una valutazione positiva degli altri, sono preoccupati per le relazioni, incoerenti nella narrazione delle proprie relazioni.
I timorosi hanno la sensazione di non essere degni d'attenzione e pensano che gli altri siano mal disposti, hanno scarsa sicurezza in se stessi, evitano l'intimità per paura del rifiuto.
I distaccati/svalutanti hanno una valutazione positiva di sé ma negativa degli altri, evitano relazioni per salvaguardare la propria autonomia, hanno scarsa coerenza, negano l'importanza delle relazioni, evitano l'intimità e si affidano troppo a se stessi.
Queste 4 categorie non sono mutamente escludenti, ma sono prototipi dove i membri di una categoria possono differire in base al grado di corrispondenza col modello.
Quindi viene chiesto al soggetto di scegliere il prototipo più rappresentativo di sé e in che misura tali prototipi lo rappresentano (scala da 1 a 7).
Lo stile d'attaccamento viene dunque valutato considerando il profilo complessivo, ed i soggetti possono riconoscersi in stili diversi anche in base a relazioni diverse ed esiste quindi un pattern primario ed uno secondario.
Gli studi hanno confermato la presenza di queste 4 diverse tipologie d'attaccamento.
Considerando la psicometria, lo strumento è moderatamente attendibile.
I risultati hanno mostrato che chi è stato abusato viene spesso classificato come timoroso, che i disturbi di personalità sono meno presenti nei sicuri, che i timorosi uomini sono violenti con le mogli, che i distaccanti/svalutanti usano meno le chat come base sicura.

AAS e RQ a confronto
Il limite comune dei self-report è che i soggetti, nel rispondere possono usare misure difensive per salvaguardare l'immagine positiva di sé.
L'AAS è uno strumento categoriale che presenta gli item senza far esprimere il grado di accordo, quindi si basa sul concetto che gli stili d'attaccamento sono mutamente escludentisi, a differenza dell'RQ che è dimensionale-qualitativo e quindi più flessibile.
Questi 2 strumenti dovrebbero cmq essere usati solo all'interno di ricerche focalizzate sull'attaccamento nelle relazioni sentimentali adulte, non possono essere usati per risalire all'attaccamento infantile.

Strumenti prototipici e clinica
Lo scopo del clinico non è quello di collocare il paziente in una determinata categoria, ma quello di conoscere lo stato della mente rispetto all'attaccamento e di comprendere l'origine delle rappresentazioni disfunzionali di sé e degli altri.


Experiences in close relationships (ECR)


Brennan, Clark e Shaver (1998) hanno condotto uno studio su un vasto campione, cercando di integrare in un unico strumento la maggior parte dei questionari autosomministrati di valutazione dell'attaccamento adulto.
Il campione comprendeva 1086 studenti universitari (dai 16 ai 50 anni, età media 18 anni) e 323 item per la valutazione di 60 costrutti.
Ai soggetti veniva chiesto di classificarsi prima in una delle categorie d'attaccamento e poi venivano valutati tramite gli item, con questionario a 7 punti.
I risultati dell'analisi fattoriale hanno prodotto 2 fattori principali: evitamento ed ansia.
L'evitamento comprende 3 scale:

  • evitamento d'intimità
  • disagio per la vicinanza
  • affidamento su sé
Le 3 scale d'ansia:
  • preoccupazione
  • gelosia/paura d'abbandono
  • paura del rifiuto
Il questionario quindi è stato costruito usando le 2 scale ansia evitamento, di 18 item ciascuna e sono state considerate 2 misure addizionali: il contatto e la sessualità.
Questi autori hanno ipotizzato che la sessualità costituisce (insieme all'attaccamento e al caregiver) uno dei 3 sistemi comportamentali coinvolti nell'amore romantico.
L'analisi fattoriale della sessualità ha prodotto 5 fattori indipendenti per i comportamenti sessuali: promiscui, normativi, sadici o masochistici, non-normativi, romantici ed affettivi.
Sono stati individuati poi 2 fattori d'emozione positiva e negativa.
I risultati sembrano evidenziare che ansia ed evitamento non sono poi costrutti così distinti tra loro come si pensava, c'è quindi sovrapposizione e multicomponenzialità nei 2 fattori individuati e quindi non si può definire lo stile d'attaccamento sulla base di questa distinzione.
E' stato successivamente rivisitato lo strumento, col nome di ECR-R, individuando 40 item per l'ansia e 50 per l'evitamento, ma i limiti dello strumento sono che le scale misurano la sicurezza sono meno precise di quelle che misurano l'insicurezza, inoltre, alcuni item sono concettualmente ridondanti.


Attachment style questionnaire (ASQ)


Le misure a scelta forzata hanno una scarsa affidabilità, tutte le misure basate sugli stili hanno una limitata applicabilità, perchè tutti gli strumenti dove si chiede come ci si sente (o ci si è sentiti) non riescono a rilevare gli stili di quelle persone che non si rendono conto di aver avuto determinate esperienze d'attaccamento.
L'ASQ è un questionario autosomministrato creato per misurare le differenze individuali nell'attaccamento, con 3 obiettivi primari: sviluppare una misura ad ampio spettro che può mettere in luce e chiarire le differenze individuali nello stile d'attaccamento adulto, mettere a punto uno strumento adatto per adulti ed adolescenti, sviluppare uno strumento per coloro che non hanno avuto esperienze di coppia.
L'ASQ è composto da 40 item (punteggio da 1 a 6) assegnati a 5 scale: fiducia, disagio per l'intimità, bisogno di approvazione, preoccupazione per le relazioni, secondarietà delle relazioni (queste 5 scale sono legate ai fattori latenti ansia ed evitamento).
I dati rilevati confermano le ipotesi a 5 fattori e quindi questo strumento ha una buona validità di costrutto, cmq studi tassometrici suggeriscono che le caratteristiche dell'attaccamento vengono descritte meglio da dimensioni piuttosto che da categorie.
Questo strumento sembra avere una buona validità predittiva in quanto l'attaccamento evitante sembra correlare con una dimensione latente di disturbi di personalità e che le modalità d'attaccamento possono agire indirettamente sullo sviluppo di alcune patologie.
Questo strumento sembra dunque affidabile e valido e l'uso del modello dimensionale è un fattore positivo per l'uso dell'ASQ, inoltre: è facile e rapido da somministrare, costa poco, è privo di bias da osservazione, mentre come limiti sono che, è basato sulle relazioni tra pari, ha i limiti dei self-report, è uno strumento relativamente nuovo ed ancora da verificare bene.



Confronto tra RQ e ASQ


Le tecniche di misurazione dello stile d'attaccamento adulto si sono sviluppate verso 2 approcci divergenti: questionari d'autovalutazione composti da un numero limitato d'item, ciascuno dei quali riferito ad un preciso stile d'attaccamento, scale multidimensionali riferite alle diverse caratteristiche proprie di ciascuno stile.
E' stato fatto uno studio usando come strumenti di misurazione sia l'RQ che l'ASQ.
Correlazioni significative sono state trovate tra gli stili d'attaccamento individuati all'RQ e le sottoscale dell'ASQ, dove lo stile sicuro correla positivamente con la sottoscale fiducia e negativamente con tutte le altre, lo stile evitante-timoroso correla con tutte le sottoscale da insicuro, lo stile preoccupato correla con le sottoscale di bisogno d'approvazione e preoccupazione, mentre lo stile evitante-distaccato/svalutante correla col disagio per l'intimità e secondarietà delle relazioni e negativamente con la preoccupazione per le relazioni.
I risultati confermano che ASQ e RQ individuano 2 dimensioni importanti che si possono associare alla divisione tra modello di sé e modello dell'altro, e questi fattori possono essere spiegati come ansia per le relazioni e disagio per l'intimità.
La concordanza tra questi 2 tipi di questionari fa supporre che, nonostante le differenze strutturali, ci sia una base teorica comune molto forte.



AAI e AAS per il confronto dell'attaccamento di coppia con quello classico


Le similitudini tra legame di coppia e quello infantile sono che: entrambi implicano la ricerca ed il mantenimento della prossimità fisica con il partner, la richiesta di conforto e di disponibilità affettiva, il dolore per la separazione e la perdita dell'altro.
Si ipotizza un'analogia tra la qualità dell'attaccamento dell'adulto relativo alla propria storia con le figure di riferimento primarie e la qualità del legame che si instaura con il partner all'interno della coppia.
Ci si domanda dunque se esista un'analogia tra la qualità delle rappresentazioni di attaccamento costruite sulla base delle esperienze infantili e la qualità delle rappresentazioni relative alle relazioni attuali, in particolare quella di coppia.
Nella coppia la relazione è reciproca e simmetrica, mentre nell'attaccamento classico si ha un legame asimmetrico, per questo motivo alcuni studiosi non sono favorevoli ai confronti ipotizzati in queste ipotesi.
Cmq per effettuare uno studio, si usa l'AAS per studiare l'attaccamento di coppia e l'AAI per studiare l'attaccamento con le figure di riferimento.
Diversi studi non hanno evidenziato una chiara relazione tra la rappresentazione adulta dei legami infantili con la famiglia d'origine e la qualità dell'autopercezione dell'attaccamento di coppia valutate rispettivamente con l'AAI e l'AAS: non sono emerse associazioni significative tra le misurazioni effettuate con le 2 tecniche.
In definitiva, non si sa se il legame d'attaccamento sia un oggetto costruito per sempre (derivato dall'esperienza primaria col caregiver) e possa essere trasferito ad altre relazioni significative della vita adulta (come quella di coppia).
Inoltre in entrambi gli strumenti, non è possibile definire esattamente i costrutti che misurano e sapere se questi sono o meno aderenti ai costrutti che si propongono di misurare, e c'è anche il problema della convergenza, dato che ci si trova in assenza di una validità convergente delle misurazioni dell'attaccamento adulto effettuate coi 2 metodi.



Ca-Mir


Il costrutto dell'attaccamento ha una duplice possibilità di definizione: come modello operativo interno (internal working model) dell'attaccamento e come valutazione delle rappresentazioni a proposito del rapporto affettivo (romantic relationship).

Questionari in formato Q-sort
I questionari Q-Sort sono stati introdotti per eliminare il problema della desiderabilità sociale presente nei questionari con scala likert.
Gli item sono presentati su cartoncini che il soggetto deve ordinare a seconda del grado d'accordo o disaccordo con l'affermazione che contengono (da 5 a 9 pile di cartoncini).
Il Ca-Mir viene somministrato in 2 fasi, nella prima fase al soggetto viene chiesto di suddividere i cartoncini in 3 pile a seconda se le affermazioni presenti nei cartoncini corrispondono alle proprie esperienze, oppure non siano pertinenti o non si sappia rispondere, successivamente le 2 pile laterali vengono ulteriormente suddivise in più vero e vero, e in falso e più falso.
Nella seconda fase viene chiesto di collocare in ogni pila un numero definito di cartoncini, partendo con la formulazione più estrema d'accordo (più vero) e procedendo verso la pila centrale (non so), e poi partendo dalla posizione estrema di disaccordo (più falso) alla centrale.
La somministrazione di questo test è individuale e dura circa 30-40 minuti.

Questo strumento vuole valutare le strategie relazionali dell'adulto, supponendo l'esistenza di un modello di se stesso e degli altri nelle relazioni interpersonali.
Gli item sono stati costruiti in modo da coprire 4 livelli di realtà: il presente, il passato, lo state of mind, le generalizzazioni.
Per ciascuno di questi livelli di realtà ci sono item caratteristici di uno stile relazionale sicuro, distaccato e preoccupato, inoltre 2 scale raccolgono gli item relativi alla mancata risoluzione dei conflitti e alle rappresentazioni generalizzate della relazione familiare.
Uno dei pregi di questo strumento è quello di valutare aspetti diversi del costrutto dell'attaccamento adulto: esperienza presente e passata, modelli interni, generalizzazioni sul rapporto genitore-figlio.
Però la complessità dello strumento rende la validazione empirica e la costruzione di punteggi semplici più complessa e per questo motivo lo strumento è ancora in fase di elaborazione.



Attachment Style Interview (ASI)


L'ASI è un'intervista semistrutturata per la valutazione dell'attaccamento adulto.
Gli stili d'attaccamento in questo strumento sono divisi in 2 dimensioni: standard (uguale al sicuro dell'AAI) e non-standard (insicuro AAI), all'interno del quale si distingue in distaccato ed evitante o dipendente.
Le domande sullo stile d'attaccamento riguardano gli atteggiamenti e i comportamenti del soggetto nelle sue relazioni attuali anziché la descrizione delle esperienze infantili.
Lo strumento esplora ed approfondisce anche tutte le altre relazioni di intimità (familiari, amicali, sentimentali, lavorative, ecc...) e le valutazioni vengono fatte sulla capacità del soggetto di confidarsi e di chiedere aiuto.
Le persone che riferiscono di relazioni dalle quali traggono supporto e confidenza ottengono un punteggio elevato, mentre i punteggi bassi vanno a chi ha carenza nelle relazioni supportive, chi è isolato, chi ha relazioni superficiali, di breve durata e con caratteristiche conflittuali.
In questo strumento ci sono 7 sottoscale relative agli atteggiamenti:

  1. affidamento su di sé
  2. inibizioni
  3. paura dell'intimità e dell'intimità sessuale
  4. sfiducia negli altri
  5. rabbia e ostilità nelle relazioni
  6. desiderio di coinvolgimento
  7. intolleranza alla separazione
ed una scala relativa ai comportamenti: 8) capacità di instaurare e mantenere relazioni.
Queste 8 scale ruotano attorno a 2 dimensioni: dipendenza vs evitamento e rabbia vs ansietà, inoltre la valutazione della maggior parte delle scale è fatta con 4 punteggi: marcato, moderato, qualche, poco/niente.
La valutazione complessiva dello stile d'attaccamento del soggetto intervistato (standard o non) corrisponde al tempo presente e viene effettuata principalmente sulla base della capacità di instaurare e mantenere relazioni in maniera soddisfacente, ed il materiale relativo agli atteggiamenti viene poi usato per individuare la sottocategoria specifica di attaccamento.
Per quanto riguarda le proprietà psicometriche, è stata trovata concordanza tra valutatori, inoltre nel caso dei non-standard, nel 76% dei casi è stato rilevato un abuso durante l'infanzia.
La scala capacità di instaurare e mantenere relazioni correla negativamente con le altre scale, confermando l'ipotesi di scala di attaccamento sicuro, così come altre scale che correlano positivamente tra di loro confermano lo stile ansioso/ambivalente e lo stile evitante.
Il sistema di codifica di questo strumento è particolarmente maneggevole.
Questo strumento consente inoltre una valutazione sufficientemente accurata, in poco tempo e con una relativa semplicità delle categorie usate e dei descrittori che le operalizzano, a favore di una più facile verificabilità dei risultati raggiunti e di una maggiore fedeltà dei valutatori.

<< Lezione precedente - Prossima lezione >>


Torna all'elenco delle lezioni


sabato 13 maggio 2017

Leggi il post

Strumenti di valutazione della personalità (11/13): CBA-2.0

Il cognitive behavioural assessment (CBA) analizza l'autoreferto del paziente e deve essere integrato con il colloquio clinico e con tecniche di analisi osservativa e di registrazione psicofisiologica.
Non è usato per la classificazione nosografica, ma è usato per un approfondimento puntuale e lo studio analitico del singolo paziente ed i pattern di approfondimento si traducono in indicazioni operative per mirare il colloquio psicologico, per usare ulteriori test di carattere specifico.


Il modello generale


La batteria CBA-2.0 non esaurisce in sé la valutazione del paziente, ma esplora con ampiezza il soggetto lungo uno dei suoi piani d'analisi: il piano della propria autovalutazione ed autodescrizione soggettiva.
E' necessario quindi avere un assessment clinico multidimensionale, integrando questo test e i colloqui clinici con altri strumenti.
L'assessment psicologico non è una passiva raccolta d'informazioni, ma un processo attivo, simile ad un processo di problem solving, e in questo modello l'assessment procede per falsificazione di ipotesi piuttosto che per verifica.
La batteria CBA-2.0 è organizzata gerarchicamente e comprende:

  • scale primarie, presentate tutte a ciascun soggetto
  • scale secondarie, selezionate in base alle primarie e presentate solo a soggetti che necessitano di determinati approfondimenti 


Scale primarie


E' una particolareggiata cartella autobiografica che guida il paziente lungo una ricostruzione della storia personale e dei problemi psicologici attuali.
Costituisce una batteria ad ampio spettro utile per l'esplorazione della maggior parte dei casi clinici, indagando in maniera generale ampie problematiche di potenziale interesse clinico e tendono ad individuare eventuali aree disfunzionali.
Queste scale servono per decidere eventuali approfondimenti futuri.



Scale secondarie


Indagano in maniera dettagliata ed approfondita le eventuali aree disfunzionali suggerite dall'analisi delle scale primarie.
Queste scale tendono ad una valutazione comparativa delle tecniche d'intervento psicologico più opportune alla situazione ambientale e alle condizioni personali del soggetto, inoltre forniscono indici prognostici e valutazioni su eventuali controindicazioni.
Dalle informazioni ricavate da queste scale si decide poi se e quale psicoterapia far fare al soggetto.
I 3 compiti principali di queste scale sono:

  1. approfondimento (di specifiche aree problematiche)
  2. allargamento (della conoscenza)
  3. prognosi di trattamento (valutare l'utilità del trattamento psicologico) 


Pattern di approfondimento


Un pattern è un insieme di eventi che hanno luogo nelle risposte del soggetto alle scale primarie.
Un pattern costituisce un suggerimento per opportuni approfondimenti, ed il numero di approfondimenti attivati da uno stesso soggetto può anche essere molto ampio perchè i pattern non sono mutualmente esclusivi.



Interpretazione automatica


Fin dall'anno successivo alla pubblicazione del manuale è stato reso subito disponibile un software di scoring ed interpretazione per la batteria CBA-2.0.


Modi e finalità d'impiego


Le 2 principali modalità d'impiego per questa batteria sono:
  1. somministrazione nelle fasi iniziali dell'esame psicodiagnostico, per operare una valutazione psicologica ad ampio spettro preliminare
  2. somministrazione ripetuta più volte a distanza di tempo, per valutare l'evoluzione del caso
Questa batteria offre ipotesi e misurazioni.


Ambiti d'impiego


Gli ambiti principali per l'uso di questa batteria sono: la psichiatria, la psicologia clinica e la psicoterapia, dove questa batteria è usata sia nella routine psicodiagnostica corrente, sia nella valutazione dell'esito degli interventi.

<< Lezione precedente - Prossima lezione >>


Torna all'elenco delle lezioni


domenica 7 maggio 2017

Leggi il post

Strumenti di valutazione della personalità (10/13): Inventari e Rating Scales

I self-report inventories e le rating scales fanno parte degli strumenti oggettivi di misurazione della personalità.
Un inventario di personalità richiede al soggetto di compilare un questionario a carattere autodescrittivo, indicando se le asserzioni presenti si applicano o meno alla propria persona, mentre le rating scales misurano ogni caratteristica del paziente che possa essere esplicitamente definita.
Questi strumenti dovrebbero fornire una rappresentazione quantitativa dei fenomeni psichici e del comportamento, riducendo al minimo la soggettività dell'osservazione, ma non sempre è così in quanto anche questi strumenti risentono dei problemi intrinseci al processo di misurazione.
Gli strumenti di misurazione dovrebbero essere sempre usati nel contesto di una situazione clinica, e possono essere usati per:
  • lo screening di persone che possono aver bisogno di trattamento
  • come ausilio per la diagnosi nosografico-descrittiva
  • per valutare aspetti diversi della diagnosi che possono orientare la scelta iniziale del trattamento o il livello di cura
  • per monitorare l'efficacia (o l'inefficacia) dei trattamenti
  • per la diagnosi in contesti legali o assicurativi 

Problema della validità
Questi strumenti presentano anche loro problemi di attendibilità e validità e nel corso degli anni i questionari sono stati costruiti in base a 3 criteri di validità, tra loro non mutualmente esclusivi:
  1. criterio razionale o di contenuto: i primi questionari sono stati costruiti seguendo indicazioni tratte dall'esperienza clinica e dalla letteratura, dando per presupposta una corrispondenza biunivoca tra alcuni sintomi e caratteristiche (espressi dagli item) e alcune tipologie psicopatologiche e caratteriali (criterio rivelatosi presto molto debole)
  2. validazione empirica: gli item scelti sulla base di un criterio esterno sono stati convalidati facendo riferimento alle frequenze empiriche reali tra gruppi patologici e normali (es. MMPI), tuttavia questa validità non ha portato ai risultati sperati
  3. validità fattoriale: usata da questionari elaborati usando criteri di validità calcolati statisticamente, ma anche questi strumenti purtroppo non possiedono una validità superiore ai precedenti modelli 


Gli inventari


Gli inventari di personalità sono frequentemente usati con finalità diagnostiche.
Alcuni di questi strumenti derivano da specifici modelli nosografico-descrittivi, altri sono stati costruiti con un criterio di validità empirico e quindi risentono della mancanza di un riferimento teorico forte.


MMPI-2
L'MMPI è un questionario autosomministrato che fornisce una valutazione quantitativa del livello di adattamento emotivo della persona e del suo atteggiamento verso lo strumento.
Esiste una versione per adulti (MMPI-2) ed una versione per adolescenti (MMPI-A).
E' l'inventario di personalità più usato al mondo e può essere somministrato individualmente o in gruppo, può essere presentato tramite audiocassette o da pc, ed è costituito da 567 item con risposta dicotomica, eseguibile in un'ora, un'ora e mezza.
La costruzione dell'MMPI è iniziata nel 1939 per mando i Hathaway e McKinley che cercavano uno strumento per la valutazione di pazienti psichiatrici.
E' stato usato un criterio di validazione empirica ed inoltre sono state messe alcune scale di controllo per valutare la desiderabilità sociale del soggetto (che può far dare risposte poco attendibili).
Nel 1982 c'è stata una revisione del questionario e nel 1989 è nato l'MMPI-2, dove tra le tante differenze, il range clinico è stato spostato a T>=65 ed i contenuti presi in esame ora sono: ansia, paure, ossessività, depressione, preoccupazione per la salute, ideazione bizzarra, bassa autostima, disagio sociale, problemi familiari, difficoltà sul lavoro, difficoltà di trattamento.
Nel 1992 è uscito invece l'MMPI-A per adolescenti, composto da 478 item.
L'interpretazione del profilo prevede diversi passaggi:
  • valutare il tempo impiegato (in media 60-75 minuti)
  • fare lo scoring
  • valutare la validità del protocollo e determinare il livello di adattamento generale (stabilendo la validità determinando: se la somministrazione del test è completa, se le risposte degli item del test sono coerenti, se il soggetto propone un autoritratto preciso. Inoltre, il livello di adattamento generale è valutato in base al numero di scale che ottiene un punteggio >=65)
  • descrivere i sintomi, i comportamenti e le caratteristiche di personalità interpretando le scale cliniche (ci sono 10 scale cliniche che possono essere interpretate per punteggio o per codice, per punteggio si prendono le scale con punteggio >=65, mentre per codice si considerano le 2 o 3 scale con punteggi più alti. L'interpretazione per codici si usa quando il profilo è chiaramente definito, ovvero quando 2 o più scale raggiungono un punteggio elevato, altrimenti si usa la strategia d'interpretazione scala per scala, mentre un ulteriore modo d'analisi è costituito dall'interpretazione di singoli item o di clusters di item connessi ad aree psicopatologiche diverse)
Esistono programmi computerizzati per la somministrazione, il calcolo dei punteggi e l'interpretazione.
I 2 programmi italiani in commercio sono: quello elaborato da Di Giorgi e Michielin e il DUE-PLUS.
I vantaggi dell'MMPI sono che è di facile somministrazione, ma richiede però dal soggetto capacità cognitive non deficitarie e buone competenze di lettura.
Ci deve essere inoltre un buon rapporto di collaborazione e le ipotesi generate devono essere poi verificate anche con altri strumenti, come il colloqui clinico e la raccolta di dati bio-psico-sociali.
Questo strumento ha un'alta validità convergente ed è un buon strumento se ci si riferisce alla diagnosi come al rilevamento di alcuni sintomi che il clinico riconduce ad un proprio modello diagnostico, mentre pecca se ci si riferisce alla diagnosi come un processo che permette di contestualizzare i sintomi all'interno di un modello eziopatogenetico nosografico-descrittivo o interpretativo-esplicativo.
Inoltre nell'MMPI c'è confusione tra modello categoriale e dimensionale, e questo può portare ad inferenze ambigue.

Gli inventari di T. Millon
Theodore Millon ha proposto un modello della personalità patologica in cui legge le strutture e gli stili di personalità secondo la teoria evoluzionistica, ovvero come modalità d'adattamento all'ambiente.
I 4 domini in cui si esplicano i principi evolutivi sono l'esistenza, l'adattamento, la riproduzione e l'astrazione.
Dai primi 3 domini derivano le polarità piacere-dolore, attivo-passivo e sé-altro, e queste polarità sono legate a scopi o compiti di base e ciascuna di queste può descrivere le differenze che si rilevano nell'organizzazione della personalità sia delle persone normali, sia di quelle con disturbi.
Si distingue in modalità adattiva attiva e modalità adattiva passiva, e secondo Millon le persone propendono ad avvalersi di una di queste 2 modalità adattive e i motivi sottesi alla scelta di una stessa modalità d'adattamento possono essere diversi.
Inoltre, un prototipo di personalità può essere forte, debole o neutro in un qualsiasi elemento delle 3 polarità, e questi prototipi sono sia dimensionali che categoriali.
Si differenzia inoltre tra stile di personalità e disturbo di personalità, dove in assenza di disagi clinicamente significativi e/o di compromissione funzionale rilevante, non si può diagnosticare un disturbo di personalità.
Millon ha costruito diversi strumenti:
  • millon behavioral health inventory: serve a comprendere la malattia fisica in relazione al contesto psicosociale del paziente
  • millon adolescent clinical inventory: rivolto ad adolescenti tra i 10 e i 19 anni e composto da 160 item
  • personality adjective check list: self-report composto da 153 item che rilevano 8 pattern di personalità
  • millon index of personality styles: misura gli stili di personalità in soggetti sopra i 18 anni tramite 180 item con risposte vero/falso
  • million clinical multiaxial inventory (MCMI) 

L'MCMI-III misura i tratti di personalità di un soggetto, il suo adattamento emotivo e l'atteggiamento di fronte al test.
Si applica a soggetti maggiori di 18 anni che abbiano almeno il diploma delle medie, è composto da 175 item e dura circa 20-30 minuti.
Questo strumento, divenuto subito uno tra i più usati negli USA, indaga la psicopatologia adulta che viene valuta tramite pattern di personalità e sintomatologia clinica.
L'MMPI indaga soprattutto l'asse I, l'NCMI soprattutto l'asse II e quindi è uno strumento connesso sia al modello teorico di Millon, sia al DSM-IV, ed è usabile solo con pazienti psichiatrici.
L'evoluzione storica è partita con la creazione nel 1972 del MI-SRI, pubblicato 5 anni dopo sotto il nome di millon clinical multiaxial inventory.
In questi strumenti Millon usa dei punteggi di cut-off in relazione ai punteggi Base Rates (è un punteggio grezzo trasformato in un punteggio più utile per l'interpretazione) che rilevano la presenza o l'assenza di una caratteristica specifica e stabiliscono un continuum della pervasività e della gravità di una caratteristica psicologica (a 75 di base rate, alcuni aspetti della caratteristica sono presenti).
L'MCMI-III viene terminato nel 1997 nella sua versione definitiva di 175 item.
Per quanto riguarda l'interpretazione di questo test, la correzione a mano è sconsigliata (c'è un apposito software per questo), inoltre, per interpretare il protocollo occorre fare alcuni passaggi:
  1. determinare la validità del profilo
  2. esaminare le scale di patologia di personalità grave (prima di considerare le scale degli stili di personalità)
  3. esaminare le scale degli stili di personalità moderatamente gravi (individuare gli eventuali fattori sottesi)
  4. esaminare le scale delle sindromi cliniche
  5. esaminare gli item critici
  6. interpretare il significato dei sintomi nel contesto dello stile di personalità o del disturbo di personalità del paziente
  7. scrivere una relazione che integri dati quantitativi, impressioni diagnostiche, considerazioni prognostiche
L'MCMI, a differenza dell'MMPI, deriva da un modello teorico, quindi la sua lettura va ricondotta al suo modello teorico di riferimento, ma ciò cmq non è e sente da problemi.
L'MCMI ha meno problemi di classificazione diagnostica perchè si basa su una prospettiva dimensionale, però questo test è debole nella pratica clinica per diagnosticare pazienti con patologie di personalità minori, sfumate o con disturbi psicotici.
Grazie ai Base Rates c'è maggiore accuratezza nella diagnosi, tuttavia possono avvenire lo stesso biases e ci possono essere aree di sovrapposizione, inoltre lo strumento ha una scarsa validità convergente con le più conosciute rating scales psichiatriche.
Alcuni punti da analizzare sono:
  • bisogna valutare l'idoneità del paziente al test prima di somministrarglielo
  • un soggetto non motivato può falsificare le risposte (desiderabilità sociale)
  • esiste il problema degli stili di risposta preferiti dai pazienti (es. alcuni rispondono spesso si, altri no, ecc...)
  • questi strumenti vanno ristandardizzati frequentemente, perchè cambiano col tempo i termini
  • cambiano col tempo le categorie diagnostiche a cui si fa riferimento 


Interviste strutturate e semistrutturate


Le interviste strutturate più usate per la popolazione psichiatrica sono structured clinical interview for DSM-IV axis I e II (SCID-I e SCID-II), lo schedules for clinical assessment in neuropsychiatry (SCAN 2.1), la schedule for affective disorders and schizophrenia (SADS), la diagnostic interview schedule (DIS), la composite international diagnostic interview (CIDI).
Le fonti di inattendibilità diagnostica sono:

  • la varianza d'informazione: i clinici basano la diagnosi su diversi tipi di informazioni e su un diverso numero di dati
  • la varianza di interpretazione: i clinici interpretano diversamente le informazioni in loro possesso
  • la varianza di criterio: i clinici non organizzano nello stesso modo le informazioni per formulare la diagnosi, perchè usano definizioni diverse del disturbo
Quando si usa un'intervista strutturata invece, si costringono i clinici a porre le stesse domande, riducendo così la varianza d'informazione, così come le altre varianze, grazie all'uso di definizioni standardizzate dei disturbi, in questo modo aumenta così l'attendibilità diagnostica.
Un'intervista attendibile non è necessariamente valida, anche se la validità è cmq diminuita dall'inattendibilità, quindi l'intervista diagnostica ideale è quella che bilancia attendibilità e validità.

SCAN 2.1
Lo SCAN è l'evoluzione dell'intervista semi strutturata present status examination (PSE) ed è composto da 4 parti: la PSE-10 (il glossario per le definizioni), l'item group checklist IGC (usata per raccogliere informazioni da cartelle cliniche o altre fonti), la clinical history schedule CHS (composta da item che descrivono l'educazione infantile, il livello intellettuale, i disturbi di personalità, la disabilità sociale e l'andamento clinico), e lo stato clinico del paziente si valuta rispetto ad un periodo primario ed uno secondario.
La SCAN è divisa in 2 parti: la prima è composta da disturbi somatoformi, dissociativi, d'ansia, di depressione, la seconda è composta da disturbi psicotici e cognitivi, le alterazioni del linguaggio, del comportamento.
Lo SCAN consente di raccogliere molte informazioni, anche di tipo fenomenologico e non essendo legato a nessun specifico sistema diagnostico ne aumenta la flessibilità.
L'attendibilità dello SCAN cmq dipende dalle capacità di chi lo usa (che deve essere molto preparato), inoltre il glossario costituisce la base per la codifica dei singoli item.
I limiti di questo strumento è che può essere usato solo da psichiatri e psicologi esperti.


Strumenti per la valutazione dei sintomi


Le rating scales e i self-report si propongono di valutare singoli sintomi o clusters di sintomi, ed in alcuni casi gli strumenti sono finalizzati per rilevare la presenza/assenza di patologia, in altri l'indagine è più specifica e si propone di evidenziare la presenza di gruppi di sintomi.

Strumenti che rilevano la presenza di sintomatologia
Sono strumenti di screening che si propongono di rilevare la presenza/assenza di patologia, si tratta di misure di self-report rapide che consentono di rilevare diverse dimensioni di comportamento e presentano tutte problemi di validità perchè sono face valid, ovvero il paziente può capire cosa viene chiesto esplicitamente e rispondere esagerando o minimizzando.
Il punto di forza è lo screening rapido, mentre il punto di debolezza è la ridotta specificità.

Symptom Check list 90 (SCL-90-R)
E' una scala per l'autovalutazione della sintomatologia psichiatrica misurata dall'ultima settimana e nel momento della valutazione, è composta da 90 item che compongono 9 dimensioni:
  • somatizzazione
  • ossessività-compulsività
  • sensibilità
  • depressione
  • ansia
  • ostilità
  • ansia fobica
  • ideazione paranoide
  • psicoticismo
Ciascun item è valutato da 0 a 4 punti.
Questa scala è rapida e facile da compilare ed è adatta a pazienti psichiatrici che non siano gravemente psicotici, serve anche a distinguere i pazienti dai non pazienti ed ha buona attendibilità e una validità convergente migliore della divergente.

Scale per sintomi specifici o per categorie diagnostiche
Comprendono la scaling rates e le interviste strutturate e semistrutturate.
Le nuove scale cercano di definire in modo puntuale il costrutto da misurare e c'è stata la scelta di integrare diversi strumenti mettendoli insieme per ricavare maggiori informazioni (es. CBA 2.0).

Positive and negative sindrome scale (PANSS)
E' uno strumento focalizzato sia sui sintomi positivi che negativi, è un'intervista semistrutturata che si articola su 4 parti e dura in media 35-45 minuti.
Nella prima fase si instaura il rapporto col soggetto, nella seconda si fa un'indagine sistematica delle aree psicopatologiche, nella terza si fa una valutazione dei sentimenti soggettivi, dell'orientamento e della capacità di ragionamento astratto, mentre la quarta fase è condotta in maniera direttiva per chiarire alcuni aspetti e per valutare la presenza di possibili altre patologie.
La PANSS ha un'ottima attendibilità e validità.

Considerazioni conclusive
Le rating scales si basano sull'assunto della possibilità di stabilire una corrispondenza biunivoca tra oggetti empirici e numeri.
Queste scale possono prevedere una compilazione a scadenze determinate in modo da fornire un quadro diagnostico valutativo e progressivo, volto ad individuare i mutamenti avvenuti nelle aree indagate.
I vantaggi sono che sono facili e di rapido uso, rendono confrontabili anche situazioni molto diverse tra loro, danno un quadro quantificato e sintetico della situazione del paziente, permettono di valutare i cambiamenti, permettono di valutare il punto di vista di un osservatore esterno (un intervistato che parla del paziente).
I limiti sono le variabili soggettive che possono influire sull'esaminatore, possono esserci pregiudizi, si possono dare risposte stereotipate, c'è la tendenza a dare valori medi, diventa impossibile confrontare le scale compilate da operatori diversi (problema affrontato con la costruzione di alcune scale).
Le scale autosomministrate hanno gli stessi problemi delle eterosomministrate, solo che si può aggiungere anche il desiderio del paziente di sentirsi accettato, ci può essere l'effetto dell'ordine degli item ed anche difficoltà di tipo linguistico.

<< Lezione precedente - Prossima lezione >>


Torna all'elenco delle lezioni


sabato 6 maggio 2017

Leggi il post

Strumenti di valutazione della personalità (9/13): TAT e ORT

Le tecniche proiettive tematiche (strumenti proiettivi basati sul racconto di storie) nascono intorno agli anni 40.
Il primo strumento tematico è il Thematic Apperception Test (TAT) di Murray del 1943, mentre l'Object Relations Technique (ORT) di Phillipson esce nel 1955.


Aspetti comuni delle tecniche proiettive tematiche


Il compito proposto al soggetto di rispondere a stimoli ambigui (poco strutturati) fornisce informazioni relative ai suoi stati interni, i suoi bisogni e alla sua personalità.
Secondo l'ipotesi proiettiva di Frank, gli stimoli presenti nell'ambiente vengono percepiti ed organizzati dall'individuo (sulla base dei propri bisogni, stati d'animo e strutture cognitive) attraverso meccanismi in larga parte inconsci.
Le diverse caratteristiche che accomunano le tecniche proiettive tematiche sono:

  • la composizione degli strumenti, costituiti da set di stimoli vaghi o ambigui
  • la consegna data al soggetto tramite richiesta aperta
  • l'assunto che a una maggior indeterminatezza dello stimolo corrisponda una maggiore profondità di proiezione da parte del soggetto 

Le tavole TAT
Sono 31 tavole che raffigurano umani da soli o in situazioni sociali, che differiscono per età e sesso.
11 tavole possono essere somministrate a tutti, mentre le altre 20 vanno selezionate a seconda dell'età e del sesso del soggetto a cui vengono proposte.
Le tavole TAT possono essere suddivise in 3 serie: serie maschile, serie femminile, tavole comuni.
Non sono ancora stati individuati criteri specifici per la scelta delle tavole ed ogni autore sceglie  in base a criteri indicativi.

Le tavole ORT
Concepito come uno sviluppo del TAT, nasce per valutare le relazioni oggettuali e la capacità di stabilire e di mantenere relazioni interpersonali.
E' composto da 13 tavole diviso in 3 serie (A, B, C) riferite a diversi gradi di contenuto di realtà e di contesto emotivo, attraverso una diversa modulazione sia del colore che della vaghezza delle silhouettes.
Ciascuna serie presenta i 4 fondamentali tipi di relazioni oggettuali: una sola persona, di coppia, tre persone e di gruppo.
Nella serie A le figure umane sono rappresentate come vaghe in controluce, nella serie B sono rappresentate con un chiaroscuro più netto, nella serie C è incluso il colore e la disposizione ambientale è più ricca di dettagli.

La consegna
I test tematici sono particolarmente adatti a rilevare i contenuti psichici della personalità del soggetto, ovvero i temi.
Per raccontare una storia il soggetto deve attivare il pensiero narrativo, che consiste nella produzione e nella comprensione di storie.
Il pensiero narrativo viene definito pensiero clinico perchè consente di dare un'interpretazione dei fatti umani e riguarda intenzioni, desideri, aspirazioni dei personaggi e quindi la comprensione della motivazione umana.
Queste narrative dirigono il comportamento conscio ed inconscio e sono alla base della personalità, e l'intento di questo test è quello di guardare al modo in cui le esperienze della persona (comprese quelle affettive) sono usate per costruire i racconti.

Indeterminatezza dello stimolo e proiezione
I metodi proiettivi si propongono un'analisi dinamica, che tenga conto del ruolo di tutte le funzioni e dei processi psicologici, che operano nel contesto della personalità totale, e che non si limiti all'esame di frammenti isolati di essa.
Si è creato un legame tra metodi proiettivi e teoria psicoanalitica, costituito dall'ipotesi proiettiva di Frank, che rappresenta il primo modello interpretativo.
Cmq, oltre alla psicodinamica, qualsiasi teoria relativa al modo in cui l'individuo organizza ed attribuisce significati all'esperienza può essere usata per leggere un TAT o un ORT.
Inoltre, i vari sistemi di scoring si differenziano rispetto al numero ed al tipo di dimensioni di personalità che si propongono di considerare.


Sistemi di scoring


L'evoluzione in relazione al cambiamento del modello della mente.

Scoring per il TAT
Esistono diversi sistemi di scoring per il TAT, tutti psicodinamicamente orientati e basati su diversi approcci:
  • L'approccio degli psicologi dell'Io: la scuola americana si è focalizzata sulla struttura e sui contenuti tramite tecniche finalizzate a valutare le spinte pulsionali, il contenuto ideativo essenziale e le difese, mentre la scuola francese afferma che ogni tavola ha un contenuto latente che elicita una storia da parte del soggetto con un contenuto manifesto.
  • Il sistema di Bellak: rileva la prospettiva sia dell'approccio interpersonale sia del Sé, guarda alla personalità in senso globale e integra approcci teorici differenti.
  • L'approccio degli psicologi del Sé: comprende una lista di indicatori salienti delle caratteristiche del livello di funzionamento pre-edipico ed edipico che possono emergere dalle storie del TAT.
  • L'approccio di Westen: valuta le relazioni oggettuali, cioè la sua dimensione relazionale interpersonale tramite uno strumento detto SCORS che coniuga l'approccio psicodinamico con la teoria socio-cognitiva.
    Lo SCORS è una scala che valuta il livello di sviluppo delle relazioni oggettuali e della cognizione sociale (in base a 4 dimensioni: complessità delle rappresentazioni degli altri, tono affettivo dei paradigmi relazionali, comprensione della causalità sociale, capacità di investimento emotivo nelle relazioni e negli standard morali). 

Scoring per l'ORT
Nasce come strumento per rilevare una dimensione specifica della personalità, le relazioni oggettuali ed ha uno scoring basato su diversi approcci:
  • Il sistema di Phillipson: le storie vengono analizzate seguendo 4 dimensioni (percezione del contenuto di realtà e dell'informazione presentata comprensiva di contenuto emotivo, appercezione del tema e delle relazioni presentate, contenuto delle storie in termini di relazioni oggettuali, struttura ed organizzazione della storia prodotta dal soggetto).
    Secondo questo autore bisogna rilevare se i personaggi delle storie riproducono genitori reali, se rappresentano l'esperienza del soggetto delle sue relazioni passate e presenti, se parte della relazione è inconscia, se i sistemi relazionali implicati nelle storie fanno parte del mondo interno del soggetto, se buona parte dei contenuti e delle relazioni descritte fa riferimento a parti inconsce e sconosciute del sé del soggetto.
  • Griglie italiane: C'è la Lis et al. il cui scoring si divide in 5 dimensioni (aspetto narrativo, aspetto percettivo, elementi strutturali relativi alle relazioni, descrizione dei contenuti, aspetti psicodinamici) e la griglia di F. Del Corno, M. Lang, focalizzata sulle relazioni oggettuali e sul loro significato clinico per la diagnosi ed il trattamento, presenta diversi elementi clinici discriminanti per la diagnosi (chi sono i personaggi del racconto, le diverse modalità in cui si declina la relazione, il tipo e la qualità dell'azione). 


Punto di vista attuale


La ricerca sulle tecniche proiettive sta avendo una svolta cognitivista e le nuove proposte teoriche accingono dalla psicoanalisi alla scienza cognitiva, fino alla psicologia sociale.

Personalità
Questi strumenti rilevano la personalità in modo diverso a seconda del sistema usato, il tutto fortemente guidato dalla teoria di riferimento.
Quindi non c'è una personalità ben definita, anche se ci sta avvicinando tramite la ricerca a dimensioni di personalità più vicine a livello empirico, che consentano la misurazione ateorica.
La personalità può essere vista in 2 vertici integrabili tra di loro: vertice strutturale e vertice associativo.
Il modo in cui il compito percettivo-cognitivo è affrontato diventa un campione del comportamento che riflette la modalità con cui il soggetto affronta altre esperienze, il soggetto durante il problem solving porta non solo i propri contenuti, ma anche la propria personalità.
H. Teglasi nel TAT propone di valutare: la cognizione, le emozioni ed affetti, le relazioni oggettuali, la motivazione e l'autoregolazione.

Consegna
Per risolvere il problem solving della consegna sono necessarie una serie di abilità di tipo percettivo-cognitivo, narrativo e sociale.
Il soggetto deve attivare il pensiero narrativo e quindi deve:
  • identificare le persone protagoniste del racconto
  • individuare la questione e il problema del racconto
  • collocare gli eventi lungo una dimensione temporale
  • comprendere ed attribuire credenze e desideri ai personaggi identificati
  • porre i personaggi in relazione
  • identificare una soluzione o un finale 

Proiezione
La Schema Theory (ST) afferma che gli schemi mentali preesistenti hanno un ruolo nell'organizzazione dello stimolo attuale e che i processi inconsci influenzano queste strutture mentali (si ispira all'ipotesi proiettiva).
Gli schemi sono le strutture mentali costituite dalle rappresentazioni delle esperienze passate, che guidano l'interpretazione delle nuove esperienze.
Le strategie individuali usate dal soggetto per rispondere a questi test possono essere considerate analoghe alle modalità usate per far fronte ad altre situazioni della vita quotidiana ambigue, stressanti e nuove.
Le tecniche proiettive hanno a che fare con l'applicazione di quelle strutture di conoscenza che appartengono a quel determinato individuo e che questi usa in maniera inconsapevole per organizzare la risposta allo stimolo ambiguo.
Le esperienze sono rappresentate nella nostra memoria sotto forma di storie, per questo le narrative sono uno strumento importante per studiare la personalità.

<< Lezione precedente - Prossima lezione >>


Torna all'elenco delle lezioni

domenica 30 aprile 2017

Leggi il post

Strumenti di valutazione della personalità (8/13): Blacky Pictures

Il test di Blacky è una tecnica proiettiva che fa parte del gruppo dei reattivi narrativi o di contenuto, cioè richiede al soggetto di raccontare delle storie a fronte di stimoli raffiguranti situazioni strutturate.
Le tavole sono costituite da disegni in bianco e nero che rappresentano dei personaggi (una famiglia di cani) in diverse situazioni, introdotte dell'esaminatore tramite una consegna esplicita.
Le vignette sono state pensate come una diretta traduzione dei costrutti classici dello sviluppo psicosessuale e rappresentano ciascuna una fase ritenuta critica all'interno della teoria di riferimento e lo scopo iniziale del test consisteva nel mettere in luce le tematiche significative della personalità.
L'uso del test con gli adulti è importante per l'analisi dello sviluppo delle relazioni oggettuali, in particolare per lo studio dei modelli precoci derivati dalle esperienze d'accudimento.

Evoluzione storica
Il test è stato ideato da G. Blum nel 1949.
Nel 1956 pubblicò Blacky Defense Preference Inquiry, che prevedeva un'inchiesta basata su domande finalizzate a ricercare specifici meccanismi di difesa.
Nel 1962 a seguito di una ricerca, Blum individuò 30 fattori statisticamente significativi e rilevanti sul piano psicologico, fattori distinti in espressivi e difensivi.
Negli anni successivi il numero di ricerche si ridusse molto ed il test sparì dall'annuario di Buros.


Uso clinico


La somministrazione classica del test prevede 3 diversi momenti:
  1. fase spontanea: il soggetto è chiamato a fornire una storia rispetto alle 11 vignette con titolo diverso per ogni tavola
  2. fase di inchiesta strutturata: vengono fatte domande a scelta multipla
  3. fase di scelta tra tavole positive e negative: si chiede al soggetto di dividere le tavole che ha trovato gradevoli da quelle meno piacevoli, invitandolo ad individuare la tavola migliore e la peggiore (esplicitando i motivi della scelta)
Ciascuna vignetta illustra uno specifico stadio dello sviluppo psicosessuale o un tipo di relazione oggettuale nell'ambito dello sviluppo.
L'interpretazione dei racconti ha un'impronta dinamica, prendendo in considerazione molto i contenuti latenti e facendo attenzione all'intensità emotiva, ai meccanismi di difesa dell'Io, ai blocchi, all'evasività, al simbolismo, all'artificiosità, ai lapsus significativi (approccio psicoanalitico).
Per ogni vignetta vanno quindi rilevati gli indicatori di patologia sia forti che deboli e la parte in cui vanno messe in ordine le vignette serve a rivelare materiale non immediatamente accessibile alla coscienza e a rilevare discrepanze con i racconti spontanei.
Tramite l'utilizzo clinico ci si è resi conto che l'inchiesta strutturata è troppo rigida e quindi col passare del tempo sono state sostituite le domande a scelta multipla con domande aperte legate alla verbalizzazione spontanea del paziente.
L'analisi delle risposte con nuovi modelli più evoluti della psicoanalisi classica ha permesso di rilevare:
  • la qualità della relazione primaria
  • gli stati primitivi del sé
  • la qualità della rabbia e la sua gestione ai fini evolutivi
  • le caratteristiche delle identificazioni primitive
  • l'analisi del clima emotivo primitivo
  • la qualità della colpa
  • la qualità del super-io
  • l'ideale dell'Io
In questo modo diventa possibile esaminare l'entità e la qualità del danno evolutivo, facilitando l'identificazione patogenetica del disturbo attuale del paziente.

La somministrazione modificata ed il cambiamento del modello
Nel 1997, Barbarotto Moso modifica la somministrazione del test eliminando la fase di inchiesta strutturata e proponendo al paziente domande aperte formulate caso per caso.
Si fa scegliere al paziente le tavole simpatiche ed antipatiche, chiedendo la motivazione di tale divisione e chiedendo di dividerle anche mettendosi nei panni di Blacky (il protagonista delle storie).

Lettura del test secondo altri modelli
Secondo le teorie delle relazioni oggettuali, gli stimoli offerti dal test si prestano a fornire indicazioni sul percorso interno dall'autismo alla separazione-individuazione e su tutta la fase dello sviluppo del sé che precede l'edipo.
Nosengo e Xella propongono un'analisi basata sulle funzioni del pensiero, secondo cui il test porta alla luce tematiche importanti per quanto riguarda i bisogni e i sentimenti inibiti od inconsci del soggetto, attraverso il contenuto delle produzioni del soggetto e non in base a come queste vengono raccontate.
Se le funzioni del pensiero sono disturbate, il racconto potrà subire delle distorsioni, quindi analizzando le verbalizzazioni atipiche si può avere un'idea della perdita della distanza dal materiale-stimolo, di una difficoltà di simbolizzazione o della presenza di un pensiero bizzarro.
Secondo questi autori si può indagare sulle dimensioni che costituiscono l'identità: il sé, l'oggetto e la qualità dell'attaccamento, la qualità dell'angoscia, la presenza di difese arcaiche.

Tentativo di fondamento empirico
Per rendere valido lo strumento alcune ricerche stanno cercando di costruire griglie di lettura che rendano le risposte dei soggetti confrontabili sia sul piano formale che contenutistico.
La creazione di una griglia capace di conciliare l'approccio quantitativo con quello qualitativo richiede anche una parziale modifica della procedura di somministrazione.
Per rendere ateorico questo test è stato costruito un nuovo protocollo composto soprattutto da domande aperte, alle quali si aggiungono domande a scelta multipla solo se la risposta spontanea del paziente è poco chiara.
Le fasi della somministrazione modificata sono le seguenti:
  1. fase spontanea: si chiede al paziente di raccontare una storia a partire dalla vignetta
  2. inchiesta aperta: alcune domande aperte dopo ciascuna tavola
  3. inchiesta con domande a scelta multipla: si vuole indagare su quali siano gli stati d'animo che il paziente attribuisce ai personaggi attraverso domande aperte e di proporre poi delle alternative a scelta multipla (anche più di una risposta) da una lista di aggettivi
  4. preferenze per le vignette: si chiede di suddividere le vignette in vignette piaciute e non piaciute 

Lettura dei protocolli attraverso una griglia standardizzata
Le aree rilevate trasversalmente nel protocollo sono:
  1. riconoscimento della situazione presentata
  2. stato emotivo di Blacky (emozioni infrequenti, intensità, capacità del paziente di riconoscere ed esprimere gli stati affettivi)
  3. qualità dell'azione in atto e tendenza all'azione futura (capacità progettuale, vissuti emotivi)
  4. caratteristiche della relazione d'accudimento e delle figure di riferimento (grado di coinvolgimento coi caregiver, caratteristiche delle figure genitoriali e il loro modo di rispondere alle richieste del paziente)
  5. qualità della minaccia percepita (grado di definitezza della minaccia, livello di pericolosità) 


Conclusioni


Attualmente si sta lavorando allo studio di clusters di variabili trasversali alle tavole, capaci di raggruppare indicatori multipli che fanno riferimento ad un costrutto comune.
Il Blacky fa emergere 2 aree fondamentali di informazioni: la sfera emotiva e la qualità delle rappresentazioni delle relazioni.
La costruzione di una griglia di lettura standardizzata è finalizzata a raccogliere dati empirici su cui basare la lettura clinica dei protocolli, al fine di ridurre le interpretazioni arbitrarie e gli errori diagnostici.


<< Lezione precedente - Prossima lezione >>


Torna all'elenco delle lezioni