martedì 18 aprile 2017

Nella trappola dell’inganno

Nella trappola dell'inganno è un film thriller del 2012 diretto da R.D. Braunstein, con Lauren Holly, Kaylee DeFer, Joe Lando, Gerald Webb, Christopher Wolfe, Massi Furlan, Rayne Bidder, Lauren Reeder, Lony'e Perrine.

Nella trappola dell’inganno

Trama

Suzanne Hollingsworth è una ricca ed insopportabile donna d'affari.
La sua assistente, Rebecca White, cerca di fare di tutto pur di accontentarla, ma la sua padrona è davvero una donna viziata e senza scrupoli.
La vita di Suzanne è però destinata a cambiare bruscamente, quando questa finisce per errore in un motel di poco conto, dove un gruppo di spietati uomini rapiscono donne per i propri losci scopi.
Sarà proprio Rebecca a cercare di tirare fuori dai guai la sua odiata capa.


Recensione

Nella trappola dell’inganno (abducted) è uno pseudo thriller americano del 2012.
Ho scritto pseudo perchè oltre ad avere una trama palesemente copiata, questo film è un mix tra tentativo d'ironia e tentativo di dramma, risultando alla fine né carne né pesce.
Attori pressochè sconosciuti ed una storia un po' piatta, fanno di questo Nella trappola dell’inganno, un film per i soli appassionati del genere, che però dovranno essere anche di bocca buona ed in serata, data la poca qualità di questo film.
Come si dice di solito in questi casi: si poteva fare di molto meglio.

Link alla scheda del film su wikipedia

lunedì 17 aprile 2017

Strutture di controllo (Mit App Inventor 2)

Tra i blocchi veramente indispensabili in Mit App Inventor 2, ci sono quelli relativi alle strutture di controllo, qui banalmente chiamati Controllo (control blocks).

Se non provieni da nessun linguaggio di programmazione, questo nome forse ti dirà poco o niente, ma sappi che stiamo parlando delle famose condizioni if then else (se allora altrimenti), dei cicli for, while, ecc... elementi di cui anche app inventor non può certo fare a meno nella costruzione delle applicazioni per cellulare.

Vediamo quindi un po' più nel dettaglio di cosa si tratta.


Come usare le strutture di controllo in Mit App Inventor 2


Il blocco da cliccare per poter accingere alla programmazione tramite strutture di controllo in appinventor, si chiama controllo (control).

Strutture di controllo (Mit App Inventor 2)

La logica che sta dietro a questi blocchi è molto semplice ed intuitiva, in quanto consente di verificare delle condizioni, o svolgere dei cicli ripetuti fino ad una determinata condizione.

Ad esempio il blocco Se allora (if then), al quale è possibile aggiungere (cliccando sull'ingranaggio) altrimenti (else) e altrimenti se (else if), consente di verificare una determinata condizione e di svolgere azioni diverse a seconda che questa sia stata soddisfatta o meno.
Esempio: Se 1+1=2 allora rispondi vero, altrimenti rispondi falso.

If Then Else

C'è poi il ciclo Per ogni numero da a (for each), che consente di fare un loop / giro, per un determinato numero di volte (da usare quando si sa già quante volte si vuole far ripetere un'istruzione).

for each

Il loop Per ogni elemento della lista esegui (for each item in list) è l'ideale per mostrare/sfogliare tutti gli elementi di una lista app inventor.

for each item in list

Poi c'è Finchè test esegui (while test do) che ripete il loop fino a quando una condizione non è soddisfatta.
In questi casi, se si sbaglia a programmare, può capitare di creare loop infiniti che bloccano l'applicazione.

while test do

Poi ci sono una serie di blocchi che consentono di aprire un altro schermo app inventor (screen), e di passargli dei parametri, o di chiudere schermi ed ottenere risultati, insomma per la gestione delle applicazioni multi schermo.

Controlli per lo schermo

In questi ultimi blocchi trovi anche il comando per chiudere l'applicazione app inventor 2, con un semplice click del dito... insomma il classico tasto "chiudi applicazione" / logout / esci.

Qui a questo link puoi scaricare un progetto .aia contenente qualche esempio con le strutture di controllo di app inventor 2, giusto per prendere un po' di dimestichezza con lo strumento più importante di tutta la piattaforma, o quantomeno quello più indispensabile.

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Pubblicare gioco / applicazione Android Google Play

Dopo aver creato un'applicazione o un gioco per il telefonino, dopo averlo testato per bene, dopo averlo fatto provare ai propri amici, è finalmente venuto il momento di pubblicarlo online.
Sto parlando ovviamente di app per android, il cui store online non aspetta altro che accogliere il frutto della tua creatività.

Per poter pubblicare applicazioni online, in modo che siano scaricabili da chiunque abbia un cellulare o un tablet con android, occorre infatti utilizzare il famoso google play, ovvero il repository ufficiale di casa google, che si può dire tranquillamente possa essere l'archivio online più vasto al mondo, in fatto di videogiochi e programmi per dispositivi mobili.

Vediamo dunque i vari passaggi necessari per poter mettere online la tua prima app o gioco, in modo che la prossima volta che lo farai, sarà tutto più semplice e rapido.


Come pubblicare giochi e applicazioni Android sul Google Play


Per poter mettere online un app per android, occorre sostanzialmente completare 3 passaggi:
  1. Avere un account google (non servono spiegazioni)
  2. Creare un profilo sviluppatore (se non sai come fare leggi questo post)
  3. Continuare a leggere questo post :)

L'indirizzo a cui collegarsi per poter pubblicare un'app android è il seguente:

https://play.google.com/apps/publish

Se è la tua prima applicazione, troverai un inconfondibile bottone su cui cliccare, altrimenti, sarai in una pagina di riepilogo con le tue app caricate, e troverai in alto a destra il pulsante "Crea applicazione".

Pubblicare gioco / applicazione Android Google Play

Dopo aver cliccato sull'apposito tasto, si aprirà subito un popup dove dovrai inserire il titolo dell'app e selezionare una lingua, per poi cliccare sul bottone Crea.

Crea app

Il primo passo per la messa online della tua app sul play store è fatto.
Ora dovrai completare una per uno le seguenti sezioni:
  • Scheda dello store
  • Classificazione contenuti
  • Prezzi e distribuzione
  • APK
  • App releases
Più altre schede facoltative che per il momento non ti citerò.

google play developer console

Tutte queste schede possono essere compilate in ordine random, spostandosi da una all'altra e salvando di volta in volta i dati, in modo da poter completare la pubblicazione anche in un secondo momento.
Vediamo dunque nel dettaglio come usare la google play developer console, per poter mettere online la nostra prima app.


1: Scheda dello store


In questa sezione dovrai compilare tutti i dati principali della tua app, come ad esempio:
  • Titolo: già messo prima, ma lo puoi comunque modificare
  • Descrizione breve: breve sunto di cosa fa la tua app/gioco
  • Descrizione completa: spiega in maniera più esaustiva come funziona la tua app

Ci sarà poi la sezione Risorse grafiche, importantissima parte dove dovrai caricare gli screenshot esplicativi della tua app, un paio d'immagini per ogni dispositivo, tra i seguenti per ora esistenti:
  • Telefono
  • Tablet
  • Android TV
  • Android Wear
Per ciascuna di queste tab dovrai inserire: screenshots (immagini a qualsiasi risoluzioni rappresentanti la tua app in funzionamento), icona ad alta risoluzione (512 x 512 PNG a 32 bit), banner in primo piano (1024 l x 500 JPG o PNG a 24 bit), più le facoltative immagine promozionale, banner tv, e immagine stereoscopica a 360° Daydream, video promozionale (link ad un eventuale video caricato su youtube).

Icone e sfondi app

Dopo aver superato la sezione grafica, ci sarà l'importante sezione Categorizzazione.
Qui sostanzialmente bisognerà posizionare il proprio gioco / app sul play store, tramite apposite categorie e domande che servono a far capire a google a chi può interessare la tua app.
I campi da compilare sono i seguenti:
  • Tipo di applicazione: scegliere tra Applicazione e Gioco
  • Categoria: importantissimo posizionare la propria app nella giusta categoria
  • Classificazione contenuti: cliccando qui si va su un'altra tab, quindi lo spiego dopo :)

Ci saranno infine da compilare le informazioni di contatto:
  • Sito web: link al sito dell'app o al tuo sito internet
  • Email: obbligatorio mettere un indirizzo email valido per poter essere contattati dagli utenti
  • Telefono: facoltativo, a meno che non sei un professionista che vende qualcosa, evita di metterlo... non si sa mai chi può chiamare :)
L'ultima voce di questa scheda riguarderà la privacy, che se non ti riguarda, potrai spuntare per omettere, oppure potrai indicare il link ad una pagina web contenente l'informativa sulla privacy.

Dopo aver completato tutti i dati di questa scheda (e questo vale come regola generale anche per tutte le altre), clicca su Salva bozza, in alto nella pagina (se non vedi la voce espandi il menù cliccando sulle linee orizzontali in alto).

Salva bozza


2: APK (Gestisci versioni)


Siccome questa operazione è propredeutica ad altre, passiamo subito a vedere come caricare un apk su google play.
Questa sezione tra l'altro, a breve non esisterà più e si chiamerà semplicemente gestisci versioni (app releases), quindi clicca pure sull'analogo bottone se ancora ti da la scelta (altrimenti finirai direttamente lì).

Adesso avrai sostanzialmente 3 scelte:
  • Alpha: Aggiungi gli APK alla versione alpha per rendere l'app disponibile per i test alpha aperti o chiusi
  • Beta: Aggiungi gli APK alla versione beta per rendere l'app disponibile per i test beta aperti o chiusi
  • Produzione: Aggiungi gli APK alla versione di produzione per rendere l'app disponibile a tutti gli utenti sul Google Play Store

Come puoi capire da queste opzioni disponibili, è possibile far testare l'app ad un numero ristretto di utenti, prima di metterla online tramite la sezione produzione.
Scegli dunque l'opzione che più ti aggrada, poi clicca sul bottone Gestisci traccia di uscita.

Gestisci traccia di uscita

Supponiamo quindi di voler andar subito online, clicchiamo sulla voce inerente alla Produzione.
Nella sezione che si aprirà, clicchiamo su Crea versione.

Crea versione

Ora, clicca su Carica APK.

Dopo l'upload del file, la schermata si popolerà in automatico con il nome della versione, un numero preso direttamente dal numero versione della tua app, ma che sarà solo descrittivo nella developer console, e che quindi potrai cambiare a tuo piacimento.

Infine, potrai inserire eventuali info per l'utente, compilando la voce Novità per questa versione (disponibile per ogni lingua in cui è stata tradotta la tua app).

Quando sei sicuro di aver inserito tutti i dati necessari, clicca sul botton Esamina (o corispettivo pulsante).

Esamina versione

Avrai così caricato l'apk della tua app, ancora in bozza per il momento.
La pubblicazione finale avverrà dopo aver compilato le altre schede.


3: Classificazione contenuti


Dopo aver caricato l'apk, potrai completare la sezione Classificazione contenuti applicazione per il play store.
Trattasi di un breve questionario che serve per poter categorizzare meglio la tua app online, dandole le classiche siglette che leggi spesso associate ad altri programmi (es. PEGI).

Per cominciare la compilazione del questionario, clicca su Continua.
Ti verrà chiesto di inserire una tua email e selezionare una categoria, tra le seguenti:
  • Consultazione, notizie o istruzione: Lo scopo principale dell'app è presentare i fatti in modo neutrale, informare gli utenti di eventi attuali o istruire
  • Social network, forum e condivisione di contenuti generati dagli utenti: Lo scopo principale dell'app è consentire agli utenti di condividere contenuti o comunicare con gruppi di persone molto numerosi
  • Store online o servizio di streaming commerciale: Lo scopo principale dell'app è vendere beni tangibili o curare una raccolta di beni tangibili, servizi o contenuti digitali quali musica e film di livello professionale e non realizzati dagli utenti
  • Gioco: L'app è un gioco
  • Intrattenimento: L'app è finalizzata allo svago e non rientra in alcuna categoria precedente
  • Utilità, produttività, comunicazione o altro: L'app è un'utilità, uno strumento, un'app di comunicazione, di produttività o qualsiasi altro tipo di app che non soddisfa i criteri delle altre categorie
Facciamo quindi finta di voler caricare online un gioco per cellulare, clicchiamo sull'omonima voce e proseguiamo con il questionario.

Ora ci verrà chiesto se il nostro gioco tratta i seguenti temi: violenza, paura, sessualità, gioco d'azzardo ecc... rispondiamo onestamente con un semplice si o no.

Classificazione contenuti

Compilate tutte le domande obbligatorie, clicchiamo su Salva questionario, e dopo aver riguardato il tutto, premiamo su Calcola classificazione.

Una volta che è stato classificato il tuo gioco, dopo che avrai visto tutte le varie iconcine relative, clicca sul bottone Applica classificazione.

Applica classificazione

Il tuo gioco sarà ora classificato, ma potrai ovviamente ripetere questa operazione in qualsiasi momento.

Classificazione ottenuta



4: Prezzi e distribuzione


Veniamo ora alla parte economica di tutto il processo, quella inerente i prezzi e poi alla distribuzione (ovvero in quali paesi la tua app deve poter essere scaricabile).

Quello che dovrai stabilire come prima cosa, è se la tua applicazione è gratuita o a pagamento.
Nel secondo caso, dovrai prima configurare un account commerciante.

Il secondo step riguarda la distribuzione, dovrai infatti indicare i paesi in cui è disponibile la tua app.
Se vuoi selezionare tutti i paesi in un colpo solo clicca sul bottone "Disponibile" (o su "Non disponibile" per deselezionarli tutti), oppure spunta e configura ogni singolo paese a mano.

Prezzi e distribuzione

Adesso dovrai dichiarare se la tua app contiene annunci, oppure no.

Le ultime parti che bisogna compilare in questa sezione sono invece:
  • Categorie dispositivi: spuntare le varie voci (Android Wear, Android TV, Android Auto) per far apparire la propria app anche su dispositivi alternativi
  • Programmi per utenti: distribuisci la tua app anche su speciali canali paralleli (Daydream, Designed for Families, Versione gestita di Google Play, Google Play for Education), dove possibile
  • Consenso: vari consensi da dare sulla privacy e accettazione linee guida

Per salvare il tutto, andare in alto su Salva bozza.

Compilate tutte queste sezioni/tab (che vedrai spuntate in verde), sarà finalmente possibile pubblicare l'app sul play store.
Troverai infatti, in alto a destra, il tasto su cui cliccare, ovvero "Pronta per la pubblicazione".

Pronta per la pubblicazione

Se non sei tornato nella gestione versione prima di cliccare pronta per la pubblicazione, probabilmente verrai reindirizzato nella sezione "Gestisci le versioni", dove dovrai cliccare su Modifica versione.

Modifica versione

Se non hai apportato modifiche alla versione, e di solito se stai pubblicando un app per la prima volta non lo hai fatto, clicca semplicemente su Esamina (il bottone che avevi cliccato in precedenza), per finire nel secondo punto di questa tab, ovvero su Recensioni e implementazioni.
Ora, ignora pure tutti gli eventuali campi / segnalazioni e scrolla la pagina fino in fondo, poi clicca sul bottone: Inizia implementazione in versione di produzione.

Inizia implementazione in versione di produzione

Apparirà un ultimo messaggio di Conferma, cliccando sul quale, finalmente avrai completato l'operazione di messa online app android.

Conferma

Ora la tua app risulterà in stato In attesa di pubblicazione, ed entro circa 24 / 48 ore (ma anche molto meno), se ritenuta idonea, verrà pubblicata sul google play store, in tutti i mercati in cui hai scelto di distribuirla.

Attesa di pubblicazione

Bene, è tutto.
In qualsiasi momento potrai rientrare nella tua google play developer console, per poter monitorare l'andamento della tua app.
Potrai infatti vedere in quanti hanno scaricato la tua app e quante stelline ha ricevuto.
Più un'app riceve stelline e più viene scaricata, e più finisce in alto nei risultati di ricerca dello store, quindi il successo richiama successo.
Inoltre, potrai ovviamente modificare i dati relativi al tuo gioco, in qualsiasi momento, rientrando nella developer console e caricando anche le nuovi versioni della tua app.

Risvegli

Risvegli è un film drammatico del 1990 diretto da Penny Marshall, con Robert De Niro, Robin Williams, Julie Kavner, Ruth Nelson, John Heard, Penelope Ann Miller, Alice Drummond, Judith Malina, Keith Diamond.

Risvegli
Trama

Il Dr. Malcolm Sayer lavora in una clinica dove sono presenti molti pazienti con disturbi neurologici, alcuni dei quali versano in uno stato catatonico e di coma apparente da diversi anni.
Sayer ha però una brillante intuizione, con la quale, somministrando un farmaco chiamato L-DOPA ai suoi pazienti, riesce a riportarli alla vita.
Così, grazie alla scoperta del dottore, Leonard Lowe si risveglia da uno stato catatonico durato decenni, ed inizia a voler scoprir la vita ed il mondo che si è perso durante tutti quegli anni di oblio.

Recensione

Risvegli è un commovente film drammatico che parla di una patologia rara quanto tremenda, che priva di ogni volontà l'essere umano.
In questo film troviamo una coppia d'eccezione: Robert De Niro e Robin Williams.
Entrambi bravissimi nei rispettivi ruoli, fanno di questo Risvegli un film da oscar.
Questa pellicola trae ispirazioni dal libro scritto da Oliver Sacks, un brillante neurologo che alcuni di quei casi li ha visti e curati davvero.

Link alla scheda del film su wikipedia

domenica 16 aprile 2017

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Strumenti di valutazione della personalità (4/13): Sistemi diagnostici interpretativo-esplicativi

Ogni sistema diagnostico interpretativo-esplicativo costituisce l'applicazione di una specifica teoria del comportamento, psico-organo o sociogenetica, che viene poi successivamente applicata anche nella tecnica terapeutica.
Il valore ed il significato, di questi sistemi consistono nel fatto di intendere la genesi, ovvero la causa dell'evoluzione, di un fenomeno patologico come elementi necessari per definire il fenomeno stesso.
La teoria etiologica consente di gerarchizzare i sintomi ed individuare le cause, tuttavia ogni sistema interpretativo-esplicativo non può proporsi come esaustivo.


Segni e sintomi


L'attenzione ai sintomi è necessaria ma non sufficiente.
La lettura anche di quei comportamenti del paziente che possono non avere il valore di sintomo richiede un processo d'inferenza a partire dai dati osservati e relazionali che rimandano ad altri dati non più evidenti.
Lo sforzo interpretativo richiede un'attenzione a tutto campo.
Ai dati che provengono da un'osservazione allargata e che non hanno importanza sintomatica viene dato il nome di segni.
Il segno può apparire spontaneamente all'osservatore o richiedere qualche particolare manovra per essere evidenziato, quindi tutti i sintomi sono segni, ma non viceversa.
I sintomi sono segnali forti, i segni possono anche essere segnali deboli, e l'interpretazione si sforza di leggere dietro ai segni e dietro ai sintomi (aiutandosi con i segni), cerca di comprendere il segno patologico inserendolo nel contesto dei segni non patologici che appartengono all'universo comunicativo dello stesso soggetto.



Verso un sistema interpretativo-esplicativo clinicamente fondato


La costruzione di un sistema interpretativo-esplicativo integrato del comportamento umano patologico e normale presuppone la possibilità che le teorie biologiche, psicologiche e sociali del disturbo mentale riconoscano ciascuna la parzialità del proprio punto di vista e l'utilità di punti di vista diversi dal proprio, in uno sforzo di collaborazione al posto che di concorrenza.
Davanti al disturbo del paziente è importante che nella mente del clinico ci sia la spiegazione biologica, quella psicologica, l'interpretazione sistematica, quella cognitiva, eccetera.
Ciascuna di queste spiegazioni vince o perde o si completa con gli apporti delle altre, man mano che gli elementi clinici raccolti nel lavoro diagnostico danno sostanza ad una diagnosi funzionale del disturbo del paziente.


Nella realtà del lavoro quotidiano, il problema del clinico è la scelta della chiave interpretativa più utile al paziente.
Le maggiori garanzie di un intervento corretto si hanno quando è possibile stabilire una gerarchia tra i fattori che inducono il disturbo ed affrontare ciascuno di essi in modo adeguato.
Il disturbo nella mente del clinico, tra le diverse spiegazioni possibili, è quindi il motore del ragionamento che porta a stabilire una diagnosi e ad instaurare una o più terapie.

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sabato 15 aprile 2017

Sfondo semi trasparente (opacità) con Fireworks

Se utilizzi il programma di editing grafico fireworks, una delle cose che forse vorrai poter fare, è quello di creare uno sfondo semi trasparente da utilizzare come meglio credi.
Fortunatamente, questa utile ed ormai indispensabile funzionalità, è presente di default in fireworks, e questo vuol dire che non è necessario installare alcun componente aggiuntivo / plugin.

Con "sfondo semi trasparente" ovviamente, non intendo un'immagine con sfondo trasparente, per la quale basta dichiarare tale preferenza in fase di creazione, ma di oggetti che hanno un loro colore di base, che però sfuma fino a far vedere ciò che è posizionato sotto di loro.
Una sorta di immagine su più livelli (ma può essere anche un livello solo), dove con l'effetto opacità, si va a mostrare sia il colore dell'elemento che sta più in alto, sia ciò che c'è sotto, con una visibilità che può variare a seconda di che gradiente selezionato.


Come creare uno sfondo semi trasparente con Fireworks


Per poter creare un livello opaco, che può essere usato anche come bottone fireworks, da poter utilizzare come sfondo per dei testi da soprappore ad un'immagine di sfondo che altrimenti non farebbe magari leggere niente, seguire la seguente procedura:
  1. Aprire fireworks
  2. Creare un nuovo documento con le dimensioni desiderate, con sfondo trasparente
  3. Colorare / riempire l'immagine con un colore desiderato, tramite secchiello
  4. Andare sul pannello di destra, in Livelli
  5. Modificare il parametro Opacità (opacity), con un valore da 0 a 100
  6. Salvare l'immagine

Sfondo semi trasparente con Fireworks

Grazie all'opacità fireworks quindi, potrai creare dei livelli / delle immagini colorate che però hanno una certa trasparenza.
Il livello di trasparenza dell'immagine creata verrà regolato dal livello di opacità dichiarato prima del salvataggio, dove 100 vuol dire zero trasparenza (ovvero non si vede cosa c'è sotto), e 0 vuol dire invisibilità (ovvero si vede solo l'immagine sotto).

Un buon compromesso tra effetto trasparenza di fireworks, leggibilità dell'eventuale testo posizionato sopra allo strato opaco appena creato, e visibilità di ciò che c'è sotto, è solitamente dato da un valore di opacità che va da 40 a 60... ma nulla vi vieta di fare diversi esperimenti, fino a trovare l'effetto dissolvenza che più vi aggrada.
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Strumenti di valutazione della personalità (3/13): Sistemi diagnostici nosografico-descrittivi

Alla fine del XIX, nella psicologia clinica la classificazione di Kraepelin assume un'importanza particolare dato che la malattia mentale entra nella medicina.
Kraepelin crede nell'eziologia organica del disturbo, pur sostenendo la necessità di un'attenta analisi del comportamento del paziente in modo da capirne il quadro clinico.
Questo sistema classificatorio però si rivela poco flessibile e parzialmente adeguato alla realtà clinica dei pazienti.
Inoltre in questo periodo ad un estremo si collocano i sostenitori della tassonomia, i quali ricercano un possibile razionale tra diagnosi e teoria della tecnica terapeutica e all'altro estremo si collocano quelli che attribuiscono alla classificazione un valore limitato, ritenendola di scarsa utilità per il trattamento dei disturbi.

Dalla prima alla seconda guerra mondiale
Durante la prima guerra mondiale si rivolge soprattutto l'attenzione ai pazienti adulti, in prevalenza reduci di guerra.
Inizia un progressivo e lento processo di demedicalizzazione del disturbo psichico e viene messo in discussione il modello organico genetico ed in questo periodo l'interesse per la tassonomia è in mano agli psichiatri.
Nasce la Standard classified nomenclature of diseases (USA, 1933) per cercare di ovviare all'esistenza di troppi sistemi classificatori, ma non incontra il favore dei clinici questo sistema.
La situazione europea è analoga a quella americana, gli psichiatri impegnati nella ricerca lottano per avere una classificazione, mentre i clinici manifestano scarso entusiasmo in merito.


La seconda guerra mondiale e la ricerca di una classificazione internazionale
Nel 1948 il WHO pubblica la VI edizione del manuale of the international statistical classification of diseases, injuries and causes of death (ICD-6), che per la prima volta include la classificazione dei disturbi psichici (però non vengono classificate la demenza, i disturbi dell'adattamento e molti disturbi della personalità).
Durante la seconda guerra mondiale, la mancanza di una denominazione adeguata diviene il principale ostacolo alla classificazione, per cui gli organismi più direttamente impegnati con le nuove patologie sviluppano nomenclature alternative e questo produce molta confusione.
Nel 1952 arriva un nuovo sistema di classificazione, il DSM-I, mentre nel 1968 esce l'ICD-8, con il quale il DSM-II cercherà un criterio di uniformità.
Contemporaneamente, il modello organocentrico diventa biomedico ed è affiancato dai modelli psico e sociogenetico, inoltre i vari cambiamenti nella concezione del disturbo psichico si riflettono nella nuova classificazione.


La necessità di un paradigma scientifico
Tra il 1950 ed il 1970 si registrano cambiamenti importanti: c'è la scoperta di nuovi farmaci, il rinnovo della legislazione per il trattamento ausiliare, la nascita di strutture intermedie e la comparsa di nuove forme di psicoterapia.
Si pone l'accento sull'importanza della validazione empirica delle diagnosi psichiatriche, che avviene tramite un processo di 5 fasi: accurata descrizione clinica, ricerche di laboratorio, distinzione rispetto ad altri disturbi contigui, follow up e ricerche familiari.
Questo nuovo orientamento si basa sugli assunti della psicometria psicologica, con l'analisi della validità e dell'attendibilità.


I criteri di Feighner e i Research Diagnostic Criteria
I neo-kraepeliani (1987) hanno un orientamento biologico e praticano la ricerca con scientificità oggettiva.
Le idee dei neo-kraepeliani sono:

  • la psichiatria è una branca della medicina
  • la psichiatria dovrebbe avvalersi di tutte le metodologie scientifiche moderne ed un sistema classificatorio è indispensabile per la comprensione della psicopatologia
  • la psichiatria si occupa delle persone malate
  • esiste un confine netto tra normalità e patologia
  • le malattie mentali non sono dei miti (esistono molte malattie mentali)
  • l'attenzioni degli psichiatri deve essere rivolta soprattutto agli aspetti biologici della malattia mentale
  • bisogna avere una precisa e mirata preoccupazione per la diagnosi e la classificazione
  • i criteri diagnostici devono essere codificati e deve esistere un'area di ricerca che permetta la loro validazione con tecniche diverse
  • gli sforzi delle ricerche per aumentare la validità e l'attendibilità, devono avvalersi di tecniche statistiche
In questo contesto la diagnosi assume un'importanza fondamentale: se si ha a disposizione un sistema tassonomico adeguato, è possibile identificare la malattia.
Il sistema diagnostico proposto è di tipo nosografico-descrittivo categoriale e basato su criteri diagnostici (Feighner Criteria) che permettono di rilevare i sintomi ricorrendo ad un livello d'inferenza minimo.
Questi criteri verranno modificati prendendo il nome di Research Diagnostic Criteria ed alcuni finiranno anche nel DSM-III.
I limiti di questo sistema sono che, tanto più i criteri di inclusione/esclusione diventano specifici e tanto maggiore è il rischio di esclusione dalla classe diagnostica.


Dal DSM-III al DSM-IV


I DSM sono creati sulla base del consenso degli esperti, impongono un nuovo paradigma, propongono un approccio ateorico, si avvalgono di un sistema multiassiale, si fondano sul presupposto che i disturbi psichici siano entità discrete, usano criteri diagnostici d'inclusione e di esclusione e sono costruiti ai fini di una maggiore validità ed attendibilità diagnostica.

Approccio ateorico
L'introduzione di teorie eziologiche costituirebbe un un ostacolo all'uso del manuale da parte di operatori con diverso indirizzo, inoltre si pensa che una definizione del disturbo poco inferenziale riduca il bias teorico.
Tuttavia non è possibile in realtà pensare ad una ateoreticità di un sistema classificatorio, ma è indubbio che alla base della creazione del DSM ci sia il desiderio di evitare teorie e ridurre inferenze.
La mancanza di un orientamento teorico implica cmq il rischio di collezionare concetti poco rilevanti e quindi con ridotta capacità discriminante.
Il DSM è multiassiale e nello specifico è diviso in 5 assi:
  1. Disturbi clinici. Altre condizioni che possono essere oggetto di attenzione clinica
  2. Disturbi di personalità. Ritardo mentale
  3. Condizioni mediche generali
  4. Problemi psicosociali e ambientali
  5. Valutazione globale del funzionamento
I primi 3 assi sono categoriali, gli altri 2 sono dimensionali.
Un sistema multiassiale fornisce un utile schema per organizzare e comunicare l'informazione clinica, per cogliere la complessità delle situazioni cliniche e per descrivere l'eterogeneità degli individui che si presentano con la stessa diagnosi.

Disturbi psichici come entità discrete: alcuni autori sostengono che sarebbe opportuna una verifica che ulilizzasse i metodi della tassonomia numerica o l'analisi dei cluster.
Criteri d'inclusione ed esclusione: ogni criterio dovrebbe riflettere una caratteristica specifica del disturbo ed avere un potere discriminante rispetto ai disturbi simili, ma spesso in realtà questo non avviene.
Validità ed attendibilità diagnostica: Uno degli obiettivi del DSM è quello di ottenere una validità ed attendibilità diagnostica superiore a quella dei precedenti sistemi, trovando un adeguato equilibrio tra attendibilità e validità, e tra sensibilità e specificità.

DSM-IV
Il DSM-IV è stato creato frettolosamente e nel momento sbagliato, e ci sono diverse argomentazioni contro la sua pubblicazione.
Nel 1992 compare l'ICD-10, seguito anche lui da diverse critiche, probabilmente perchè c'è sempre un prezzo da pagare per il cambiamento, i clinici devono imparare nuovi criteri, i ricercatori devono ri-diagnosticare tutti i casi o doversi trovare a lavorare con criteri ormai superati, ed il cambiamento quando è rapido riduce la fiducia nel sistema diagnostico stesso.

Per quanto riguarda i cambiamenti, sono stati proposti 3 nuovi assi relativi al funzionamento difensivo, relazionale e a quello sociale e lavorativo.
La scala del funzionamento difensivo prevede che il clinico indichi fino a 7 meccanismi di difesa specifici, partendo da quello rilevante ed identificando il livello difensivo predominante, osservabile nel paziente al momento della valutazione.
I livelli difensivi sono:
  1. alto livello adattivo
  2. livello delle inibizioni mentali
  3. livello di lieve distorsione dell'immagine
  4. livello del disconoscimento
  5. livello grave di distorsione dell'immagine
  6. livello dell'azione
  7. livello della sregolatezza difensiva
La scala di valutazione globale del funzionameto relazionale (VGFR) come per quanto accade con l'asse V, permette di stimare il grado in cui una famiglia o un'altra unità sociale soddisfino i bisogni affettivi o strumentali dei suoi membri, nelle aree relative alla risoluzione dei problemi, all'organizzazione e all'atmosfera emozionale.
Sono previsti 5 livelli di funzionamento e la possibilità di indicare se le informazioni raccolte sono sufficienti.
La scala di valutazione del funzionamento sociale e lavorativo (SVFSL) si differenzia dalla scala del funzionamento globale (VGF) perchè è focalizzata sul funzionamento sociale e occupazionale e non tiene direttamente conto della gravità della sintomatologia psichica del soggetto.
La SVFSL valuta anche se la compromissione del funzionamento sociale e lavorativo sia imputabile ad una condizione medica generale, e la valutazione avviene su un continuum da 1 a 100.

Verso il DSM-V
Il DSM-IV-TR è stato pubblicato nel 2000 e gli aggiornamenti riguardano le caratteristiche associate, cultura, età, caratteristiche di genere, prevalenza, decorso e pattern familiari dei disturbi mentali.
Per quanto riguarda il DSM-V, si pensa anche di modificare il sistema a 5 assi, aggiungendo il temperamento e le dimensioni di personalità all'asse 2, gli imaging markers significativi nell'asse 3, le esperienze traumatiche precoci nell'asse 4 e la SFVSL nell'asse 5.
Potrebbero poi esserci assi addizionali: asse neuroevolutivo, asse genetico, asse farmacologico, asse culturale.
Sembra dunque che l'interesse per l'eziologia sia stato recuperato e valorizzato, inoltre l'interesse per le moderne tecniche di neuroimmaging e per i vari markers bilogici non deve andare a scapito delle influenze ambientali, tutto deve essere preso in considerazione.

L'asse V di J.A. Kennedy
L'asse di Kennedy è uno strumento alternativo alla VGF che propone una valutazione rapida del funzionamento globale del soggetto che è composto da 7 sottoscale:
  1. deficit psicologico
  2. abilità sociali
  3. manifestazioni di aggressività
  4. attività di vita quotidiana e abilità professionali
  5. abuso di sostanze
  6. deficit medico-sanitari
  7. disturbi aggiuntivi
Ogni scala presenta un punteggio tra 5 e 100.

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venerdì 14 aprile 2017

Rinominare chiavetta USB (Windows 10)

Se hai appena comprato una chiavetta usb, o se per caso ne hai una di vecchia data, nella quale vuoi archiviare dei dati diversi dal solito, forse potresti voler cambiare nome al dispositivo usb.

Questa operazione di rinomina è fattibile sostanzialmente in due modi, uno più lento e definitivo, ed uno più rapido ed immediato... a patto che tu abbia windows 10, o comunque un sistema operativo microsoft non troppo datato.

Vediamo allora come compiere questa operazione, in entrambi i modi.


Come rinominare una chiavetta USB in Windows 10


Per poter cambiare nome ad una chiavetta usb, si può agire in due modi:
  1. Metodo 1: formattare il dispositivo usb (leggere questo post per capire come fare)
  2. Metodo 2: rinominare direttamente la memoria usb

Banalmente, il secondo metodo, consiste nel:
  1. Inserire la chiavetta in una porta usb del proprio pc
  2. Cercare il nome della chiavetta da Espora file
  3. Tasto destro sul nome della chiavetta
  4. Cliccare con il tasto sinistro del mouse sulla voce Rinomina
  5. Inserire il nuovo nome della chiavetta e premere Invio

Rinominare chiavetta USB (Windows 10)

Semplice vero? Rinominare una chiavetta usb con "windows 10" è molto facile, perchè è come cambiare nome ad una normale cartella o ad un file presente sul computer.

Un tempo non era mica così facile sapete?
Una volta, tanti anni fa, o formattavi la chiavetta, oppure potevi scordarti di cambiarle il nome (almeno è quello che ricordo io).
Se poi sbagliavi a scrivere il nome, tanti saluti, altro giro altro regalo.
Ed un tempo non c'era neanche la formattazione veloce (sempre se la memoria non mi inganna), se sbagliavi nome, o se cambiavi idea su come chiamare la chiavetta usb, dovevi perdere tempo ad attendere un'altra lenta formattazione completa.

Omicidio all'italiana (film)

Omicidio all'italiana è un film commedia/grottesco del 2017 diretto da Maccio Capatonda, con Maccio Capatonda, Herbert Ballerina, Sabrina Ferilli, Roberta Mattei, Gigio Morra, Ivo Avido, Fabrizio Biggio, Lorenza Guerrieri, Antonia Truppo.

Omicidio all'italiana (film)

Trama

Il minuscolo paese di Acitrullo, in Molise, è a rischio estinzione a causa della migrazione dei già suoi pochi abitanti.
Essendo un paese isolato dal resto del mondo, le innovazioni tardano ad arrivare ad Acitrullo, nonostante gli sforzi del sindaco Piero Peluria e di suo fratello Marino.
Pietro allora, per cercare di salvare il suo paese, decide di cogliere al balzo l'occasione di creare un giallo mediatico, quando una famosa contessa spira a causa di un incidente, che il sindaco riesce a far passare come un efferato delitto.
Da quel momento in poi ad Acitrullo, la vita cambia radicalmente, con l'arrivo di media e turisti.


Recensione

Omicidio all'italiana è un film commedia del bravissimo youtuber (e non solo) Maccio Capatonda, nuovamente in coppia con il divertentissimo Herbert Ballerina.
Questo film ironizza molto sulle trasmissioni che vanno più di moda in questo periodo, ovvero quelle che sfruttano le tragedie altrui, creando un audience morboso e quasi insano della gente.
Gag esilaranti e tanta tanta ironia in questo film un po' fuori dagli schemi.
Se vi piace la comicità di Maccio, questo film non vi deluderà, in quanto in Omicidio all'italiana, il regista ed il suo staff danno il meglio di sé per cercare di strappare un sorriso allo spettatore, sorriso che spesso si tramuta in una risata improvvisa ed incontrollata.
Ovviamente non tutto il film fa ridere, ci sono anche alcune scene un po' tirate, ma nel complesso Omicidio all'italiana è una buona commedia demenziale, che chi apprezza questo genere di pellicole non deve lasciarsi assolutamente scappare.

Link alla scheda del film su wikipedia

giovedì 13 aprile 2017

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Connessione openldap con PHP

Tramite il linguaggio di programmazione php è possibile collegarsi ad un database utenti che usa il protocollo openldap.
Questo tipo di connessione consente infatti di fare dei semplici controlli per una login d'accesso, nel caso in cui il database utenti sia presente su un db open ldap.

Nell'esempio che andrò a riportare, sarà mostrato come effettuare il controllo, tramite php, del match username e password, in modo da verificare se un utente ha inserito le corrette credenziali d'accesso ad un sito con area riservata.


Come fare la connessione ad openldap con il PHP


Per potersi collegare ad un database openldap tramite php, utilizzare il seguente script:

<?php
$userid=trim($_GET['u']);
$password=trim($_GET['p']);
$ad = ldap_connect('ldap://$SERVER') or die("Errore, impossibile connettersi al server LDAP");
ldap_set_option($ad, LDAP_OPT_PROTOCOL_VERSION, 3) or die("Errore versione LDAP");
ldap_set_option($ad, LDAP_OPT_REFERRALS, 0) or die("Errore riferimenti LDAP");
$bd = ldap_bind($ad, 'uid='.$userid.',ou=people,dc=$NOMESERVER,dc=it', $password) or die("Errore, username o password errate");
?>


Lo script di connessione è molto semplice ed intuitivo, tuttavia vanno fatte alcune doverose precisazioni.

$userid e $password sono ovviamente due variabili php che potete valorizzare come meglio credete (nel mio esempio le passo tramite url a mano), anche tramite la costruzione di una apposita form di login ldap.

Poi c'è la variabile $SERVER, che di solito si valorizza con l'ip della macchina che ospita l'ldap.

Infine, la funzione di verifica credenziali ldap_bind, è composta dalla tipica stringa di connessione ldap, che ovviamente varia a seconda di come è stato strutturato il vostro database ldap.
Dove ad uid (o cn in alcuni casi) si associa la username d'accesso, poi ci potrebbe essere l'ou (nel mio esempio il gruppo people), ed i dc che compongono le varie parti del nome del server (es. nomedominio.it).

Lo script è testato e funzionante, ma se dovesse riportarvi che da errore di user e password, prima di scerverlarvi di verificare 1000 volte le vostre credenziali d'accesso, verificato di aver scritto correttamente i vari dc, perchè basta la minima imprecisione ed il tutto non funziona.
Io ad esempio, avevo usato cn per la username, al posto di uid, e non mi funzionava niente... e ci ho perso molto tempo prima di risolvere il problema!

Bene, ora che l'autenticazione openldap php non ha più segreti per voi, potrete creare dei siti web con area riservata, il cui baciono di utenti accinge direttamente da un database ldap, magari condiviso con altri siti o applicazioni web.