mercoledì 18 maggio 2016

Chiamatemi Francesco - Il Papa della gente

Chiamatemi Francesco - Il Papa della gente è un film biografico/drammatico del 2015 diretto da Daniele Luchetti, con Rodrigo de la Serna, Sergio Hernández, Muriel Santa Ana, José Ángel Egido, Àlex Brendemühl, Mercedes Morán, Pompeyo Audivert, Paula Baldini, Claudio De Davide.

Chiamatemi Francesco - Il Papa della gente
Trama
Il cardinale Jorge Mario Bergoglio si reca a Roma per il Conclave che lo incoronerà Papa.
Nell'interminabile attesa per le votazioni, Jorge ripensa al suo passato, a quando era un semplice parroco a Buenos Aires, nel periodo della dittatura militare e dei desaparecidos.

Recensione
Se vi aspettavate un film incentrato sulla vita di Papa Francesco, di sicuro rimarrete delusi da questa pellicola.
Chiamatemi Francesco - Il Papa della gente, è sicuramente un film che parla della vita del Papa, ma che si concentra soprattutto sulle vicende della dittatura in Argentina di quei tempi.
Tutto sommato un buon film, ma diciamo che poteva anche essere chiamato diversamente visto il tema trattato... nonostante Jorge Mario Bergoglio sia l'indiscusso protagonista della pellicola, diciamo che manca tutto il resto della sua vita.
Quell'avvenimento è molto importante, ma scommetto che ci saranno sicuramente tanti altri film, magari fatti anche meglio, che ne parlano, quindi si poteva fare un film più varia... vabbè, sarà per il prossimo film sul Papa :)

Link alla scheda del film su wikipedia

martedì 17 maggio 2016

Come aprire un file sqlite

Per chi non lo sapesse, un file con estensione .sqlite rappresenta per l'appunto, un database sqlite.
Un database sqlite è una sorta di db sql in forma ridotta, spesso usato dalle applicazioni per smartphone per salvare i propri dati.
Si tratta infatti di un vero e proprio database relazionale, dove è possibile fare delle classiche query sql.

Se volete sapere come aprire un file sqlite, ve lo dico subito :)

Innanzitutto va detto che un file database sqlite è codificato, quindi se provate ad aprirlo con il semplice blocco note, non ci capirete niente.

file sqlite blocco note

Ma non preoccupatevi, potrete comunque aprire un database sqlite senza installare nessun programma aggiuntivo, vi basterà avere installato sul vostro pc il browser firefox con l'estensione "sqlite manager".

Scaricate ed installate il componente aggiuntivo Sqlite Manager per firefox:
https://addons.mozilla.org/it/firefox/addon/sqlite-manager/

Dopo aver riavviato firefox, riapritelo e lanciate sql lite manager dal menù Strumenti.

sqlite manager firefox

Si aprirà dunque il programma sqlite manager.
Cliccate sul menù Database in alto a sinistra e poi su Connetti Database.
Scegliete il file con estensione .sqlite contenente il file del db presente sul vostro pc e cliccate infine su Apri.

Si aprirà così il database sqlite contenente tutte le sue tabelle con dentro i dati.

Potrete ora eseguire qualsiasi operazione, come se fosse un database mysql o sql server, quindi potrete fare query sql, eliminare tabelle, modificare dati... insomma avere una gestione completa del database, compreso anche la possibilità di esportare i dati in formato csv, in modo da passare da sqlite ad un db excel csv accessibile da qualsiasi pc.

sqllite manager query

Io ho scoperto dell'esistenza dei db sqlite quando stavo studiando per diventare maestro di python, anni fa, e grazie a loro ho creato qualche piccola app con la possibilità di salvare i dati salvati nel db.
Avendo poi avuto la necessità di dover aprire questi database, ho scoperto dell'esistenza di questa estensione per firefox.
Sqllite... ops sqlite manager, è uno strumento semplice quanto completo, davvero una bella estensione per firefox :)

Bastardi senza gloria

Bastardi senza gloria è un film di guerra/drammatico/commedia del 2009 diretto da Quentin Tarantino, con Brad Pitt, Christoph Waltz, Michael Fassbender, Eli Roth, Diane Kruger, Daniel Brühl, Til Schweiger, Mélanie Laurent, Gedeon Burkhard.

Bastardi senza gloria
Trama
Una squadra di soldati scelti si paracaduta in Europa nelle terre occupate dai nazisti durante la seconda guerra mondiale.
Il gruppo, chiamato i "Bastardi" per via della loro ferocia, si occuperà di catturare ed uccidere quanti più nazisti possibile.
Ai "Bastardi" verrà anche data la possibilità di risolvere il problema alla radice...

Recensione
Un film geniale questo Bastardi senza gloria, un Quentin Tarantino che ancora una volta colpisce nel segno.
E' anche difficile dire di che genere si tratti, dato che c'è un po' di tutto: guerra, azione, avventura, dramma, commedia.
Le storie dei vari protagonisti si intrecciano a formare una trama semplice ma efficace, ed ancora una volta la faranno da padrone i dialoghi, come sempre nei film di Tarantino.

Promosso a pieni voti, uno dei suoi migliori film!

Link alla scheda del film su wikipedia

lunedì 16 maggio 2016

Come togliere le notifiche a comparsa (WhatsApp)

Da un po' di tempo WhatsApp, il più famoso programma di messaggistica gratuita per cellulare, ha introdotto le notifiche a comparsa.
Le notifiche a comparsa di WhatsApp sono praticamente una sorta di popup che contiene l'ultimo messaggio ricevuto, al quale è possibile rispondere direttamente senza dover aprire tutta la chat.

notificha a comparsa WhatsApp

A me sinceramente ste notifiche a comparsa fannò cacà, quindi le voglio eliminare.
Per disattivare le notifiche a comparsa di WhatsApp, bisogna andare nel menù Impostazioni.
Cliccare dunque sulla sezione Notifiche, ed andare a settare le impostazioni delle Notifiche a comparsa nella sezione Notifiche messaggi e Notifiche gruppi.
Cliccare dunque su Notifiche a comparsa di ciascuna sezione e selezionare Nessuna notifica a comparsa.

Come togliere le notifiche a comparsa WhatsApp

Cosi facendo avrai disabilitato le notifiche a comparsa di WhatsApp.

Purtroppo però, dopo l'ultimo aggiornamento di WhatsApp, almeno per ora, sono tornate a forza le notifiche a comparsa e non si possono più disabilitare.
O meglio, non è possibile togliere le notifiche a comparsa di WhatsApp che si aprono quando clicchiamo su rispondi nella notifica classica.
Cliccando su rispondi infatti, ora si apriranno nuovamente le terribili notifiche a comparsa, che in questo caso potremmo semplicemente chiamare popup.
Per quanto possa avere senso fare un rispondi veloce ad un messaggio senza aprire WhatsApp, l'effetto grafico è davvero bruttino e quindi per non far aprire la notifica a comparsa, bisogna stare attenti a non cliccare sul tasto rispondi, ma solo sul resto del messaggio che appare in anteprima nella schermata delle notifiche del nostro smartphone (impresa non semplicissima viste le ridotte dimensioni del box e l'eccessiva grandezza del tasto rispondi).

Come programmare un post su WordPress

Vuoi creare oggi un post su Wordpress e farlo apparire domani?
Nessun problema, con Wordpress è possibile programmare post e pagine in modo che appaiano solo quando lo diciamo noi.

Per programmare un post su wordpress, apri il post o la pagina in modifica (o creane uno nuovo se preferisci)... a già in wordpress i post si chiamano Articoli :p

A destra dentro la pagina dell'articolo scelto, nel box Pubblica, clicca su Modifica alla voce Pubblica subito (o Pubblicato il, se il post era già stato pubblicato).

Come programmare un post su WordPress

Si aprirà un box dove potrai inserire data e ora di pubblicazione dell'articolo.
Inserire la data desiderata e poi cliccare su Ok, ed infine su Pianificazioni (ex Pubblica).

pianificazione articolo wordpress

Avrai così pianificato il tuo post wordpress in modo che venga pubblicato esattamente quando vuoi tu.
Grazie a questa funzione di wordpress potrai quindi far apparire i tuoi articoli quando non sei neanche online, e commettere così un crimine avendo un alibi di ferro... scherzo ovviamente :p
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Psicologia fisiologica (13/13): Il problema della coscienza

Studiare la coscienza è una cosa complessa, tant'è che tuttoggi non esiste ancora una definizione generalmente condivisa.
E' impossibile essere coscienti di tutto ciò che ci accade, e questo comportamento inconsapevole, non cosciente, è cmq essenziale per la nostra sopravvivenza.
Il problema della coscienza è detto anche problema ontologico, o problema mente-cervello.


Visioni filosofiche a confronto


Il dualismo sostiene che mente e cervello sono 2 componenti distinti, mentre per il materialismo, sia mente che cervello hanno una natura prettamente fisica.
Secondo il dualismo l'esperienza conscia non è di natura fisica e quindi è inaccessibile alle scienze fisiche, ed uno dei massimi esponenti del dualismo fù Cartesio, che sosteneva che mente e corpo fossero 2 entità completamente separate.


Esistono diversi tipi di dualismo:
  • Dualismo tradizionale: c'è il concetto del fantasma nella macchina (il cervello), è un dualismo delle sostanze dove le proprietà spaziali del fantasma interagiscono con le proprietà spaziali del cervello, teoria che si appoggia all'idea che la materia è una manifestazione dell'energia.
  • Dualismo delle proprietà: il cervello ha solo la sua natura fisica, non possiede altre sostanze, però possiede proprietà non fisiche uniche, in questa versione detta anche epifenomenismo, i fenomeni mentali non fanno parte dei fenomeni fisici del cervello e sono causati dall'attività cerebrale, ma non hanno nessun effetto sul cervello.
  • Dualismo interazionista: i fenomeni mentali sono in grado di influenzare il cervello e quindi il comportamento, le proprietà mentali sono considerate nuove proprietà del cervello.
Al giorno d'oggi nessuno difende più la versione dualista, perchè diverse prove portano a credere che è il cervello a plasmare la mente, come i casi in cui lesioni causano cambi personalità.

Anche del materialismo ne esistono diverse versioni:
  • Comportamentismo filosofico: non è possibile parlare di esperienze interiori, ma solo di capacità ed inclinazioni personali.
  • Materialismo riduttivo: gli stati mentali sono riducibili agli stati fisici, ogni stato mentale è associato ad uno stato fisico, e anche se molti credono in questo, è difficile associare la moltitudine di stati mentali a localizzazioni specifiche del cervello, ad esempio non sappiamo la noia dove sia elaborata.
Un'altra corrente di pensiero è il funzionalismo, dove il suo principale esponente è Daniel C. Dennett, uno dei più noti filosofi del nostro tempo.
Mentre i comportamentisti sostengono che per capire la mente è sufficiente definire l'input ambientale e l'output comportamentale, i funzionalisti pensano che qualunque stato mentale faccia riferimento ad altri stati mentali, e quindi la spiegazione dello stato mentale non può essere in termini unicamente di comportamento.
Secondo i funzionalisti, qualsiasi cosa sia in grado di sentire il dolore o vedere i colori, è equivalente dal punto di vista funzionale, e recenti studi han portato alla creazione di un robot chiamato Cog (ancora in fase di costruzione), che sta cercando di riuscire a fare tutto quello che l'uomo sa fare mentalmente, un'equivalente della mente umana.
L'approccio funzionalista è però criticato perchè non tiene conto delle esperienze soggettive (qualia).
Il dualismo tende ad ignorare i risultati biologici, mentre il materialismo ignora la realtà dell'esperienza soggettiva.

Un'altra visione è quella di Searle, col suo naturalismo biologico, dove rigetta il dualismo perchè non tiene conto dei fattori biologici, ma allo stesso tempo non abbraccia il materialismo, perchè la coscienza è cmq un fenomeno soggettivo, quindi propone di adottare una teoria del campo unificato, dove la coscienza è un concetto unitario al confine tra il sonno/veglia.

Un'approccio più improntato alle neuroscienze cognitive è quello di Pinker, che ha rielaborato il lavoro del linguista Jackendoff e del filosofo Block, i quali dividono il problema della coscienza in 3 filoni:
  • Senzienza: comprende l'esperienza soggettiva, la coscienza fenomenica, le sensazioni spontanee, il tempo soggettivo, ovvero come ci si sente nel fare le cose o nell'essere, ovvero cose che non si possono sapere manco chiedendo ai diretti interessati.
  • Accesso all'informazione: la capacità di riferire il contenuto dell'esperienza mentale, divisa dalla capacità di riferire come quel contenuto è stato prodotto dal sistema nervoso (distinzione tra sistemi di percezione ed esperienza percettiva).
  • Autoconoscenza: anche l'essere stesso è compreso tra le cose di cui si possono avere informazioni accurate (quello che si prova).
Questa suddivisione consente di affrontare il problema della coscienza con le conoscenze delle neuroscienze cognitive.


Elaborazione conscia ed elaborazione inconscia


Diverse ricerche han confermato che siamo consapevoli del contenuto della nostra vita mentale, ma non dei processi che la generano.
Nel considerare quindi i processi consci è necessario tener conto dei processi inconsci, trattare un processo conscio implica fare una congiunzione, ovvero mettere insieme la consapevolezza dello stimolo con l'identità e le caratteristiche di esso, mentre trattare un processo inconscio implica fare una disgiunzione, ovvero separare la coscienza dello stimolo dalle sue caratteristiche.
Il termine visione cieca (blindsight) è stato coniato da Weiskrantz, e si tratta di un fenomeno dove dei soggetti che han subito una lesione alla corteccia visiva, sono cmq in grado di rispondere a stimoli presentati nella parte cieca del loro campo visivo.
Questo fenomeno avviene al di fuori della coscienza perchè i pazienti affermano di non vedere nulla, ma l'effetto del priming è evidente, e questo significa che c'è accesso all'informazione in maniera inconscia, e ciò dimostra anche che la percezione può avvenire anche in assenza della sensazione.
Il fenomeno della visione cieca quindi, coinvolge anche la via primaria danneggiata, inoltre, quando il lobo parietale è danneggiato ma la corteccia visiva è risparmiata, i pazienti possono cmq formulare giudizi percettivi al di fuori della coscienza.


Diversi studi confermano che ci sono diversi scambi di informazione d'ordine superiore tra sistemi di elaborazione, al di fuori della coscienza, e che anzi, gran parte delle nostre attività mentali avviene al di fuori del nostro controllo.
Molti ricercatori però sostengono che solo i livelli più bassi degli stimoli (come linee e colori) possono essere elaborati a livello inconscio, cmq sia, esistono diverse tecniche per confermare che esista un'elaborazione inconscia, come quella della percezione subliminare (l'immagine presentata per pochi istanti che influenza le prestazioni dei pazienti nei compiti), o anche l'esperimento di Marcel con lo stimolo mascherante (dove se la parola presentata sottosoglia subisce un'elaborazione lessicale anche parziale, le parole correlate presentate dopo a livello conscio evocano tempi di risposta più brevi), o il priming crociato (presentazione di immagini e parole, dove l'elaborazione inconscia permette di completare le radici di parole del compito, ma successivamente si nega di aver visto le immagini subliminari).

I vari esperimenti di priming subliminare suggeriscono che se il compito richiede una risposta soggettiva (introspezione), il priming avviene, altrimenti se la risposta è oggettiva (domanda secca del tipo "hai visto oppure no"), il priming non avviene.
Secondo Pinker, la coscienza d'accesso ha dei costi di spazio, di tempo e di risorse, e che il cervello funzioni in modo da svolgere solo i calcoli necessari, e il pensare comporta dei costi, per cui ogni organismo è soggetto a dei vincoli d'accesso alle informazioni.
Pinker ha distinto 4 caratteristiche fondamentali della coscienza d'accesso: costituisce il ricco dominio delle sensazioni in cui si vive, ha la capacità di spostare le informazioni dentro e fuori dalla coscienza e dalla memoria a breve termine convogliandone l'attenzione, l'informazione trattata ha un carattere saliente, ed è l'io che digire il tutto, in base alle informazioni che arrivano.
La Treisman ha rilevato che l'informazione inconscia in parallelo è soggetta a dei limiti, tramite il fenomeno del pop-out ha dimostrato che ogni punto del campo visivo viene processato al di fuori della coscienza rispetto al colore, la forma e il movimento.
La treisman ha inoltre dimostrato che quando si presta attenzione ad un punto preciso, gli altri punti attorno sono elaborati in maniera non precisa e son soggetti ad errori (combinazioni illusorie).
Raichle e Petersen han proposto l'ipotesi dell'impalcatura al deposito, dove durante la fase di pratica che fa acquisire le abilità, bisogna servirsi dell'elaborazione cosciente che è come costruire un'impalcatura, ed in questa fase il ricordo viene consolidato ed i compiti vengono depositati pronti per l'uso, successivamente viene tolta l'impalcatura e si ha l'elaborazione inconscia.
Studi con la PET han dimostrato che i processi consci iniziali di apprendimento, si servono di una rete neurale diversa da quelli inconsci ed appresi, e Chabris ha dimostrato che durante la fase di apprendimento è l'emisfero sinistro a controllare consciamente il processo, mentre nella fase successiva è il destro ad operare.
Tutto ciò porta a pensare che una volta che il compito finisce a livello inconscio, non è più necessario elaborarlo consciamente, in modo da poter usare più risorse per i nuovi compiti.


Neuroni ed esperienza cosciente


Newsome ha studiato la correlazione tra eventi neurali nell'area MT delle scimmie e l'evento percettivo, scoprendo che la performance psicofisica dell'animale nel fare una discriminazione rispetto alla direzione del movimento era prevedibile in base alla risposta del singolo neurone.
Questa scoperta è stata confermata dalla microstimolazione del singolo neurone, che è in grado di alterare la risposta dell'animale, e quindi fa supporre che anche solo il singolo neurone ha un peso importante nell'elaborazione, e non solo l'insieme nel suo complesso.
Si pensa inoltre che la stimolazione in siti diversi del circuito neurale dia origine a esperienze soggettive diverse.
Libet ha proposto l'ipotesi del riferimento retroso, dove la coscienza di un evento neurale è ritardata di circa 500ms rispetto allo stimolo che ha evocato l'evento, e questa coscienza è spostata indietro nel tempo fino al momento dell'insorgere dello stimolo, quindi siamo coscienti di uno stimolo non da subito, ma dopo poco la sua comparsa.
Secondo Cotterill un circuito neurale potrebbe spiegare questo ritardo, il circuito triangolo viatale che è formato dalla corteccia sensoriale, dalla corteccia frontale e da vari nuclei del talamo.
Secondo Cotterill la coscienza è formata non dai circuiti ma dalle connessioni feedback interne al sistema, la nostra risposta all'ambiente è dunque mediata da confronti all'interno del cervello tra il segnale originale ed una sua copia modificata dalle nostre interazioni con l'ambiente, e da questo confronto nasce la nostra consapevolezza dell'ambiente, e questo processo richiede un certo tempo (da qui i 500ms).
In questo lasso di tempo è possibile inoltre revocare ogni azione che possa essere giudicata inopportuna, e in questo frangente, la corteccia prefrontale laterale è essenziale per la correzione degli errori (lesioni in quest'area impediscono di capire la differenza tra risposte corrette e sbagliate).



L'interprete


I sistemi dominio-specifici, o modulari, sono capaci di produrre comportamenti, cambi d'umore e attività cognitive, e negli esseri umani, c'è un sistema specializzato per la sintesi operativa, l'interprete, localizzato nell'emisfero sinistro, è un sistema che cerca di spiegare gli eventi esterni ed interni in modo da produrre comportamenti appropriati.
L'interprete agisce su altri adattamenti presenti nella corteccia, e l'interpretazione che ne nasce da luogo alla nostra coscienza.
L'interprete è stato scoperto da Gazzaniga e da Le Doux, tramite il test dei concetti simultanei.
L'organizzazione modulare del cervello è un fatto comunemente accettato, e questi sistemi operano principalmente fuori dalla coscienza, l'interprete consente la formazione di credenze e costrutti mentali che ci permettono di fuggire dalla relazione automatica stimolo-risposta.
L'emisfero sinistro è dunque la forza trainante della nostra esperienza cosciente, e la nostra coscienza individuale non cambia più dopo l'età infantile precoce.
La coscienza è dunque il nostro sentire riguardo le nostre capacità specializzate, abbiamo sensazioni rispetto agli oggetti percepiti, ma anche rispetto alla nostra capacità di pensare, e la coscienza non è dunque un altro sistema, ma riflette la componente affettiva dei sistemi specializzati.
La coscienza di una determinata attività mentale è legata alla nostra capacità di assegnare a quella attività dei sentimenti.


David Premack ha elaborato la teoria della mente, che è la capacità di rappresentarci e di infierire stati mentali che sfuggono all'osservazione, come desideri, intenzioni e credenze, nostri e di altre persone.
Studi han dimostrato che la teoria della mente è presente nei bambini sopra i 2 anni, ma non negli scimpanze (esperimenti di scimmie che non capiscono che i soggetti bendati non vedono), e ciò porta a credere che la teoria della mente è una dotazione soltanto umana.

La coscienza dell'emisfero sinistro è legata all'esperienza cosciente in generale, quella dell'emisfero destro è invece limitata a seconda dei circuiti presenti in questa metà del cervello.
La mente sinistra può distinguere tra paura e gioia ed associare le emozioni correte, la mente destra no, ha una coscienza più limitata.
Questo è stato dimostrato nei pazienti col cervello diviso, dove l'emisfero destro offre una performance molto scarsa nel trarre semplici inferenze.
L'emisfero destro è dunque deputato per l'esperienza grezza, il sinistro invece è specializzato in inferenze, nel catalogare le esperienze e nel portare avanti attività cognitive, quindi si può dire che l'emisfero sinistro si occupa di distinguere le cose del mondo, il destro di monitorarle.

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Psicologia fisiologica (12/13): Le emozioni

Un'incidente passato alla storia della medicina (una sbarra di ferro conficcata nel cranio), ha distrutto la corteccia prefrontale di un paziente di nome Phineas Gage, alterandone completamente le emozioni ed il carattere e dimostrando l'importanza di questa regione per le emozioni.


Neuroscienze cognitive dell'emozione


Le emozioni sono correlate principalmente alle espressioni facciali, studiate a lungo da Paul Ekman, il quale ha dimostrato che l'emozione viene trasmessa dall'espressione facciale in forma non invariante, e ha inoltre suggerito che le 6 emozioni principali sono: ira, paura, disgusto, felicità, tristezza e sorpresa.
Le reazioni emotive agli stimoli possono essere caratterizzate da 2 fattori: l'intensità (alta-bassa) e la valenza (buona-cattiva), e secondo l'ipotesi di Davidson, i differenti stati emozionali possono costituire una motivazione ad avvicinarci o a ritirarci (approccio evolutivo), dove ad esempio la felicità può stimolare la tendenza ad avvicinarsi, la paura ad allontanarsi.


Esistono diverse tecniche per evocare le emozioni: inducendo il soggetto a sentirsi felice o triste, presentando stimoli particolari (rumori forti, scariche elettriche), tramite ricompensa e punizione (soprattutto negli animali).
Un'insieme di stimoli molto usato nello studio delle emozioni è l'International Affective Picture System (IAPS) di Peter Lang.

La misurazione delle emozioni può avvenire per valutazione diretta, tramite domanda diretta (metodo dell'auto descrizione, molto usato in laboratorio), oppure tramite valutazione indiretta.
Tra i metodi indiretti c'è: la scelta fra diverse azioni possibili (dalle scelte fatte si deduce il valore emotivo associato alle scelte), la facilitazione o inibizione di una risposta (l'emozione può facilitare o inibire una risposta, come nel caso dell'effetto di stroop in modalità emotiva, dove è stato ipotizzato che il contenuto emotivo degli stimoli sia elaborato in automatico e a volte riesca a catturare le risorse attentive inibendo la nostra capacità di rispondere alle altre proprietà dello stimolo), le variabili psicofiologiche (misurazione battiti cardiaci, la risposta di conduttanza cutanea SCR).
La macchina della verità è un metodo usato per capire se la gente mente, perchè il mentire crea disagio (attivazione del sistema nervoso autonomo) e ciò viene rilevato tramite SCR o altre tecniche.

Le emozioni possono influire sulle nostre prestazioni, come l'ira che può non farci ragionare, o gli eventi che ci colpiscono profondamente, che possono influire negativamente sulla memoria, inoltre, lo stato di attivazione arousal varia a seconda delle emozioni, e se siamo già tesi, basta un niente per farci trasalire.
Zajonc ha dimostrato che stimoli emozionali subliminari influenzano la valutazione di stimoli neutri, ed ha proposto che i giudizi affettivi precedano la cognizione e siano formulati indipendentemente da essa, mentre secondo Lazarus, non può esserci emozione senza valutazione cognitiva, dove la nostra risposta emotiva dipende dalla causa e secondo Lazarus, l'emozione è un sottinsieme di processi cognitivi.
Quindi secondo Zajonc la cognizione è una trasformazione mentale dell'input sensoriale, mentre secondo Lazarus la cognizione comprende anche le prime valutazioni legate alla percezione iniziale.
Alcune strutture del cervello, come l'amigdala, sono specializzate nell'elaborazione degli stimoli emotivi ed agiscono rapidamente, agendo in una fase precoce dell'elaborazione, in accordo con la teoria di Zajonc, si pensa poi anche che esistano sistemi separati per l'elaborazione delle emozioni, e sistemi per la cognizione, e che questi sistemi siano interdipendenti tra loro, in accordo con la teoria di Lazarus.
Quindi entrambi gli studiosi hanno ragione: i sistemi neurali delle emozioni e della cognizione sono sia indipendenti che interdipendenti.


Sistemi neurali per l'elaborazione delle emozioni


James Papez ha proposto l'esistenza di un circuito cerebrale dell'emozione, secondo lui le risposte emotive coinvolgono una rete di regioni cerebrali di cui fanno parte l'ipotalamo, il talamo anteriore, il giro cingolato e l'ippocampo (circuito di Papez).
A questa lista MacLean aggiunse l'amigdala, la corteccia orbitofrontale e certe porzioni dei gangli della base (sistema limbico).
Studi successivi han poi dimostrato che l'ippocampo è più rilevante per i compiti di memoria che per le emozioni, inoltre oggi si ritiene che l'emozione non è relegata in un singolo circuito neurologico, ma coinvolge diversi circuiti a seconda del tipo di emozione.
Esistono quindi aree polifunzionali ed aree più specializzate alle emozioni, tra queste spiccano la corteccia orbitofrontale e l'amigdala.


La corteccia orbitofrontale
E' la porzione della corteccia prefrontale che si trova alla base del lobo frontale e poggia sulla parete superiore della cavità orbitaria, è inoltre divisa in: corteccia prefrontale ventromediale e corteccia orbitofrontale laterale.
La corteccia orbitofrontale è specializzata nel regolare la capacità di inibire, valutare ed usare le informazioni sociali ed emotive, nel processo di decisione sociale ed emotivo.
I pazienti con lesioni in quest'area ignorano le norme sociali, ed usano un comportamento di utilizzazione, ovvero hanno troppa dipendenza dagli stimoli ambientali e gli manca la capacità di valutare il contesto sociale e giudicare l'azione appropriata.
Questi pazienti hanno diversi deficit: sono inclini al comportamento imitativo, possono avere un cambiamento di personalità, sono irresponsabili, non si preoccupano per l'avvenire, sono meno empatici, alcuni possono diventare aggressivi senza una giustificazione (anche verso loro stessi).
La sociopatia acquisita è la tendenza alla violenza e la totale indifferenza delle conseguenze sociali.
E' probabile che una lesione orbitofrontale in tenera età, possa portare allo sviluppo di comportamenti antisociali, e che la tendenza alla violenza sia dovuta al danno al lobo temporale mediale, quindi la corteccia orbitofrontale ha un ruolo nel processo di decisione sociale legato alla capacità di controllare l'aggressività.
Secondo Rolls la corteccia orbitofrontale è necessaria per le decisioni veloci ed immediate, in tempo reale, delle associazioni stimolo-rinforzo (prende quindi parte all'apprendimento con cui l'azione è associata al rinforzo).
Secondo Rolls quest'area media le scelte adatte in base al contesto (ovvero si ride ad una battuta solo nel giusto contesto).
Secondo Damasio la ragione è guidata dalla valutazione emotiva delle conseguenze dell'azione, ed egli ha proposto il meccanismo marcatore somatico, che associerebbe agli eventi dei marcatori di tipo fisiologico (es sentire la pancia) il cui ricordo può rievocare le stesse sensazioni fisiche.
Quando c'è una lesione alla corteccia orbitofrontale, le rappresentazioni necessarie per guidare un'azione entrano ancora nella memoria di lavoro, ma sono prive delle emozioni che servono per avvisare del pericolo o del beneficio, il paziente può quindi prendere lo stesso le decisioni, ma appare distaccato.

L'amigdala
L'amigdala è una piccola struttura a forma di mandorla situata nel lobo temporale mediale, ed è importante per l'apprendimento e la memoria delle emozioni.
La cecità psichica è la tendenza ad esibire comportamenti di approccio verso oggetti che normalmente farebbero paura, un problema che può nascere dal malfunzionamento dell'amigdala.
Per studiare le emozioni gli studiosi si sono serviti di compiti di condizionamento, come il condizionamento alla paura, usando lo stimolo condizionato, lo stimolo incondizionato, e studiando fenomeni come l'assuefazione e l'estinzione.
Il danno all'amigdala altera le risposte condizionate alla paura, e ciò dimostra che l'amigdala non è necessaria per la risposta di paura, ma per acquisire ed esprimere una risposta condizionata.
Il nucleo laterale dell'amigdala sembra ricevere molte informazioni dal cervello, mentre il nucleo centrale è implicato nella risposta emotiva, inoltre, le informazioni riguardanti uno stimolo arrivano all'amigdala da 2 vie, la via bassa (rapida ma grossolana) e la via alta (lenta ma precisa), queste 2 vie agirebbero assieme per dare una risposta veloce e certa.
L'amigdala è dunque necessaria per l'espressione implicita dell'apprendimento emotivo ma non per i processi di apprendimento e memoria delle emozioni, l'ippocampo è necessario per acquisire la conoscenza esplicita (o dichiarativa) delle proprietà emozionali di uno stimolo, l'amigdala inoltre è importante per l'acquisizione e l'espressione di una risposta condizionata di paura.

Le droghe causano dipendenza creando sintomi fisici ma anche psicologici, come l'alterazione dell'umore.
Il sistema mesolimbico dopaminergico è il sistema responsabile dell'autosomministrazione della droga, e sembra che le droghe funzionino incrementando l'azione del neurotrasmettitore dopamina nel nucleo accumbens, e che durante l'esposizione alla droga si attivino le aree della memoria emotiva.

L'amigdala interagisce con il sistema ippocampale della memoria, quando gli eventi hanno contenuto emotivo, inoltre è necessaria per le risposte emotive indirette agli stimoli le cui proprietà emozionali sono state apprese esplicitamente (non col condizionamento), e può agire in modo da rafforzare le memorie esplicite o dichiarative degli eventi emozionali modulando l'immagazzinamento di queste memorie.
L'amigdala non è necessaria per apprendere un compito, ma lo è per la modulazione della memoria del compito dovuta all'arousal, e questo effetto di modulazione si verifica dopo la codifica iniziale del compito, durante il periodo di mantenimento, quindi l'amigdala non altera la codifica iniziale dello stimolo, ma intensifica il consolidamento ippocampale.
L'amigdala ha dunque un ruolo importante nell'acrescere la memoria emotiva e dichiarativa, e nella velocità con cui si dimenticano gli eventi, dove grazie all'arousal diminuisce questa velocità (anche se troppo arousal o stress cronico, possono compromettere la memoria ippocampale a causa degli ormoni dello stress).
Le interazioni tra amigdala e ippocampo contribuiscono a non farci dimenticare gli eventi salienti e ad essere pronti in caso di eventi minacciosi.

La capacità di classificare coscientemente come buono o cattivo uno stimolo non dipende dall'amigdala, tuttavia l'amigdala è importante per le risposte alle espressioni facciali, degli stimoli sociali, soprattutto a quelle di paura.
Le espressioni di paura provocano l'attivazione dell'amigdala anche quando sono subliminali, ed essa è importante anche per i giudizi sociali basati sulle espressioni facciali.
Negli animali le lesioni all'amigdala causano deficit maggiori che nell'uomo, nel riconoscimento delle espressioni facciali, probabilmente perchè l'evoluzione ha dotato l'uomo di diversi sistemi per soddisfare quest'esigenza sociale.

L'amigdala non sembra essere necessaria per l'esperienza cosciente dei vari stati emozionali, anche se si attiva quando vede espressioni di paura, non attiva l'emozione corrispondente, invece sembra essere specializzata per far aumentare lo stato di vigilanza in presenza di stimoli emozionali, aumentando la responsività delle regioni corticali sensoriali coinvolte (come dimostra il test della presentazione visiva rapida e seriale con l'effetto del blink attentivo).
Non necessariamente l'attività dell'amigdala porta ad una risposta emotiva, ma aumentando la vigilanza di altri sistemi di risposta rende più probabile la risposta emotiva.

Nei lobi frontali ha sede l'integrazione di tutte le regioni corticali, quindi lesioni in quell'area portano a diversi disturbi psichiatrici, come la schizzofrenia, associata all'ipometabolismo della corteccia prefrontale e la depressione, associata all'ipermetabolismo sempre della corteccia prefrontale.
Nella depressione, l'ipermetabolismo amplifica le emozioni negative che rimangono in memoria molto più a lungo, ed un tempo per curare questi casi psichiatrici si usava la lobotomia frontale, che eliminava questi problemi ma ne causava molti altri.
L'attività della corteccia prefrontale è legata alla dopamina, minore è la dopamina e maggiore è l'attivazione della corteccia prefrontale.


Lateralizzazione


Si pensa che l'emisfero destro sia più importante del sinistro nella comunicazione delle emozioni.
La prosodia emotiva è la capacità di interpretare diversamente una frase a seconda del tono della voce.
I pazienti con lesioni temporo-parietali all'emisfero destro capiscono le frasi ma han difficoltà ad interpretare la prosodia emotiva, quindi ciò fa pensare che l'emisfero destro è specializzato nella comprensione delle espressioni emozionali del discorso.
Nelle espressioni facciali invece, l'espressione volontaria è controllata dall'emisfero sinistro, le espressioni spontane invece sono controllate da entrambi gli emisferi.
Chi ha Parkinson riesce a governare le espressioni volontarie ma non quelle spontanee, e sembra cmq che l'espressione facciale possa essere generata dall'emisfero destro o dal sinistro a seconda del contesto che la evoca.


Davidson ha coniato il termine stile affettivo per indicare le differenze di atteggiamento emotivo, e si pensa che i 2 emisferi contribuiscano diversamente allo stile affettivo (dimostrato con l'EEG).
In un compito dove dei soggetti dovevano descrivere delle esperienze, se questi erano solari, l'emisfero sinistro era più attivo, se erano negativi, era attivo il destro.
Davidson ha proposto che esistano 2 circuiti neurali separati, uno per le emozioni positive e di avvicinamento ed uno per le negative e di allontanamento.
I comportamenti d'approccio (positivi) dipendono dall'emisfero sinistro, quelli di ritiro (negativi) dal destro.

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Psicologia fisiologica (11/13): Le funzioni esecutive e i lobi frontali

Le funzioni esecutive sono quelle operazioni che servono a regolare e controllare i processi cerebrali di elaborazione delle informazioni.


Suddivisione dei lobi frontali


Negli uomini i lobi frontali sono circa un terzo della corteccia cerebrale, e questa grandezza si è raggiunta con anni ed anni di evoluzione, grandezza direttamente collegata alla crescita della capacità cognitive.
La parte posteriore del lobo frontale è la corteccia motoria primaria (area 4), ventralmente ci sono l'area motoria supplementare (area 6), il campo oculare frontale (area 8), l'area di broca (area 44) e la porzione posteriore del giro del cingolo, mentre il resto del lobo frontale è detto corteccia prefrontale (negli uomini è metà dell'intero lobo, nei primati è molto meno).
La corteccia prefrontale costituisce una vasta rete di collegamento tra regioni motorie, percettive e limbiche, e riceve vaste proiezioni da quasi tutte le regioni della corteccia parietale e temporale (oltre alcune dalla occipitale).
La corteccia prefrontale laterale comprende porzioni laterali delle aree dalla 9 alla 12, la 45 e la 46 per intero e le porzioni superiori della 47, mentre la corteccia cingolata anteriore (che fa parte sempre della corteccia prefrontale), comprende le aree 24,25 e 32.



Corteccia prefrontale laterale e memoria di lavoro


Lesioni frontali distruggono i processi della cognizione e causano molti problemi, se ci sono lesioni unilaterali alla prefrontale, i deficit sono lievi, ma se la lesione è bilaterale si hanno deficit gravi.

Studiando la memoria si è scoperto che possiamo tenere a mente solo pochi oggetti per volta ed il modo in cui rappresentiamo le informazioni può variare nel tempo, inoltre pare ci sia dissociazione nei sistemi neurali tra memoria a breve e quella a lungo tempo.
La conoscenza passata influenza e limita il comportamento presente, si elaborano le informazioni non solo per poterle immagazzinare, ma anche perchè le loro rappresentazioni guidino il comportamento.

La corteccia prefrontale laterale è la sede primaria delle interazioni tra le informazioni percettive correnti e le conoscenze immagazzinate in memoria, ed esperimenti han dimostrato che lesioni prefrontali non eliminano la memoria di riconoscimento.

Il test della permanenza di Piaget è stato usato per dimostrare il coinvolgimento dei lobi frontali nella memoria di lavoro, tale test dimostra l'incapacità dei bambini di 1 anno di svolgere dei compiti di memoria, dimostrando il non ancora sviluppo dei lobi frontali.
Il Wisconsin card sorting task (WCST) è un test dove su delle carte sono disegnati degli oggetti che differiscono per forma, colore e numero, ed il soggetto deve distribuirle secondo una regola stabilita dallo sperimentatore, regola che può cambiare in qualsiasi momento e che deve scoprire da solo, per tentativi ed errori.
Il test è nato come strumento diagnostico, una scarsa prestazione a questo test è indice di danni ai lobi frontali.
Lesioni al lobo frontale fanno continuare ad applicare la prima regola scoperta anche quando essa è cambiata dallo sperimentatore, e ciò coinvolgerebbe la memoria di lavoro.
Questo esperimento ha dimostrato che la corteccia prefrontale destra è importante per il recupero dei contenuti nella memoria.
La corteccia prefrontale sembra essere in grado di permettere l'accesso alle informazioni in memoria e di mantenerle attive.
Nella corteccia prefrontale laterale ci sono le cellule what, le cellule where e cellule what-where, quindi le cellule della corteccia prefrontale sono selettive per certi attributi dello stimolo e son specifiche per il compito da svolgere, inoltre queste cellule hanno una risposta flessibile in modo che se cambia il compito riescono a rispondere ai nuovi stimoli riorganizzandosi.
La corteccia prefrontale non sembra essere la sede della memoria a lungo termine, ma la sede della memoria di lavoro, che può funzionare solo grazie all'interazione con le aree posteriori dove risiede la memoria a lungo termine.


Corteccia prefrontale ed altri domini della memoria


I ricordi svariscono col tempo, ed è impossibile ricordarsi tutto nella vita, ma queste informazioni non vanno perse, vengono riassorbite da nuove esperienze.
Lesioni ai lobi frontali possono creare problemi nell'organizzare e separare gli eventi nella memoria recente, ed è stato dimostrato che i deficit di recenza si hanno specialmente con lesioni prefrontali dorsolaterali.
La sindrome dei lobi frontali comporta l'incapacità di generare un piano temporale per realizzare uno scopo in modo coerente.
Anche la memoria della sorgente (la memoria riguardante la fonte delle informazioni) dipende dall'integrità dei lobi frontali, mentre la memoria degli oggetti è soggetta al controllo dei lobi temporali.



Analisi delle componenti della corteccia prefrontale


L'ipotesi basata sul contenuto di Baddeley prevede 2 sottinsiemi in competizione tra loro per l'accesso al comparto esecutivo centrale: il taccuino visuo-spaziale e il circuito fonologico articolato.
Questi 2 sistemi corrispondono a funzioni della memoria di lavoro connesse con l'emisfero sinistro (circuito fonologico) e l'emisfero destro (taccuino visuo-spaziale).
Sembra inoltre che i compiti spaziali siano associati all'attivazione della corteccia prefrontale destra, mentre i compiti non spaziali attivano l'emisfero sinistro.


Si ipotizza che i gangli della base ed il cervelletto, formino con la corteccia prefrontale una rete integrata che sostiene le funzioni esecutive d'ordine superiore relative alla cognizione, oppure è stato anche ipotizzato che i gangli della base partecipino in modo diretto alle funzioni esecutive dei lobi frontali.
Durante il movimento manifesto (overt) e quello immaginario (covert), si attivano le stesse strutture, quindi è probabile che che durante l'articolazione mentale, il cervelletto sia attivato come nell'articolazione ad alta voce.
In linea di massima, le funzioni esecutive non risiedono in una singola struttura, ma sono il risultato dell'interazione di vari sistemi neurali.

Secondo Shimamura la corteccia prefrontale può essere rappresentata come un filtro dinamico, dove la corteccia frontale è il deposito delle informazioni temporanee salienti per il compito, e l'attenzione richiesta da questi dati serve per la loro elaborazione.
E' probabile che la memoria della sorgente richieda molta attenzione per poter essere operativa, si deve ignorare le informazioni irrilevanti e selezionare le importanti, e questa cosa è probabile sia mediata dai lobi frontali.
Sembra inoltre che il giro frontale inferiore sinistro (area 44) sia essenziale per la memoria semantica, e quindi il lobo temporale sinistro sembra essere il magazzino della memoria a lungo termine di tipo semantico.

Il filtro dell'attenzione può agire facendo risaltare le informazioni focalizzate oppure inibendo le informazioni irrilevanti, e sembra che la perdita del controllo inibitorio sia dovuta a lesioni ai lobi frontali, come dimostra il fatto che con lesioni prefrontali, lo stimolo non rilevante riceve una risposta maggiore del dovuto.
Nei compiti attentivi, il grado di attivazione di una rappresentazione è inversamente proporzionale al tempo trascorso dalla presentazione dello stimolo, e l'ipotesi del filtro dinamico suppone che la corteccia prefrontale laterale contribuisca al controllo in tempo reale del comportamento e della memoria.


Comportamento orientato ad uno scopo


Gli scopi possono essere suddivisi in obiettivo immediato ed obiettivo più vasto e a lungo termine, quando però ci sono lesioni frontali, i pazienti possono non essere in grado di formulare un piano d'azione e di raggiungere i propri obiettivi.
Per generare un piano d'azione efficace, bisogna: individuare l'obiettivo primario ed i sottobiettivi, prevedere le conseguenze delle proprie scelte, individuare cosa occorre per realizzare gli obiettivi.
I pazienti con lesioni prefrontali possono avere deficit sul raggiungimento degli scopi dovuti a diversi fattori: deficit nel filtrare le informazioni irrilevanti e mantenere l'attenzione sullo scopo, o nell'incapacità di scegliere il miglior modo di realizzare l'obiettivo.
Il controllo del compito (task control) consiste nel poter spostare l'attenzione da un sottobiettivo ad un altro, senza perdere mai cmq il quadro generale della situazione, e nelle persone particolarmente attive, si può avere questa capacità multitasking.
La corteccia prefrontale è indispensabile quando lo scopo deve essere recuperato dalla memoria di lavoro, per ricordare l'associazione tra l'informazione corrente ed il compito.
I solchi frontali sembrano essere in grado di filtrare in modo dinamico le nuove e diverse linee d'azione, grazie alla memoria di lavoro e all'uso di regole di classificazione.

Nel modello della selezione della risposta di Shallice e Norman, le azioni sono associate a unità di controllo di schemi, e l'input di queste unità viene dal sistema percettivo, ma la loro selezione è influenzata dalle unità per la selezione competitiva e dal sistema attentivo supervisore (SAS), che conferisce flessibilità alla selezione della risposta.
Secondo questi studiosi esistono 2 tipi di selezione: un tipo passivo dove gli schemi non sono guidati dagli input percettivi ma competono tra di loro, e dove solo uno può vincere la competizione (se non c'è vincitore non c'è azione), mentre il secondo tipo di selezione avviene tramite il sistema attentivo superiore (SAS), che è un meccanismo che favorisce certe unità di controllo di schemi.
E' cmq improbabile che un'unica struttura neurale sia responsabile del SAS, è invece più probabile che le funzioni incorporate nel SAS facciano parte di una rete distribuita.
Il SAS può fornire le seguenti funzioni: correzione degli errori, situazioni difficili, situazioni nuove, superamento di risposte abituali.


Si pensa che la corteccia cingolata anteriore funzioni come sistema esecutivo dell'attenzione, in modo da garantire che i processi dell'elaborazione nelle altre regioni siano efficienti per il compito in atto.
Nel giro cingolato anteriore infatti, l'attività metabolica aumenta durante i compiti di generazione semantica, quindi quest'area svolge un ruolo critico nel coordinare l'attività dei diversi sistemi attentivi.
La corteccia cingolata può essere necessaria nell'intervenire nelle situazioni difficili ed impegnative che richiedono un alto monitoraggio, e anche nelle situazioni nuove.
La corteccia cingolata anteriore si attiva inoltre in seguito ad un errore, ha una negatività correlata all'errore (risposta ERN), che è assente quando il soggetto non è consapevole di aver dato una risposta sbagliata e la grandezza del segnale elettrofisiologico è correlata all'intesità della risposta errata, si può supporre quindi che un sistema di monitoraggio rilevi che è stato commesso un errore e che cerchi di annullare la risposta.
Quindi la corteccia cingolata anteriore sembra essere alla base di alcune funzioni del SAS.
Secondo Cohen, una funzione chiave del giro del cingolo è alla base del conflitto di risposte nell'effetto di Stroop (ipotesi che è a favore del fatto che la corteccia cingolata anteriore svolga un compito di monitoraggio).
Diversi studi han poi dimostrato che il giro cingolato anteriore è impegnato nel monitoraggio e non nella rilevazione degli errori, che potrebbe invece analizzare agendo insieme ad altri sistemi, operando ad esempio assieme alla corteccia prefrontale.
L'ipotesi finale è che l'attivazione della corteccia cingolata moduli l'attività di selezione della corteccia prefrontale, facendo ignorare gli stimoli irrilevanti.

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Psicologia fisiologica (10/13): Il controllo dell'azione

Strutture motorie


Qualsiasi parte del corpo movibile è definita effettore, e quando questi effettori sono distanti dal corpo, sono detti distali.
I movimenti degli effettori sono dovuti ai muscoli, composti da fibre elastiche organizzate in coppie antagoniste che permettono all'efflettore di flettersi o di estendersi.
L'interazione primaria tra muscoli e sistema nervoso è mediata dai motoneuroni alfa, che hanno origine nel midollo spinale, emergendo nella radice ventrale e terminando nelle fibre muscolari.
Il motoneurone alfa funziona tramite potenziale d'azione ed il rilascio del neurotrasmettitore acetilcolina, che causa la contrazione delle fibre muscolari, traducendo segnali nervosi in azioni meccaniche.
I motoneuroni alfa ricevono anche input dalle fibre sensoriali dei muscoli, tramite le radici dorsali del midollo spinale, ricevono inoltre segnali eccitatori ed inibitori da altre strutture subcorticali e corticali, e dagli interneuroni, in modo da regolare il movimento volontario.
I segnali eccitatori ad un muscolo agonista son sempre accompagnati da segnali inibitori al muscolo antagonista, grazie alla mediazione degli interneuroni, e ciò permette di superare il riflesso estensorio (mioatico) e di muoversi volontariamente.


Il tronco encefalico contiene i 12 nervi cranici necessari per diversi movimenti importanti e diversi nuclei che inviano proiezioni discendenti al midollo spinale, le vie extrapiramidali.
Il cervelletto riceve molte afferenze sensoriali necessarie poi per vari sistemi, e contiene più cellule che in tutto il resto del sistema nervoso, gli assoni che dipartono dai nuclei mediali del cervelletto sinaptano negli interneuroni spinali, mentre le regioni laterali influenzano le regioni corticali motorie e frontali tramite il talamo.
I gangli della base sono un'insieme di 5 nuclei, 2 dei quali, il nucleo caudato e il putamen, formano il corpo striato, e controllano il movimento tramite la mediazione del talamo.

La corteccia cerebrale può regolare direttamente l'attività dei neuroni spinali tramite il tratto cortico-spinale (via piramidale), le cui fibre provengono  dalla corteccia motoria primaria (area 4) nel lobo parietale e dalla corteccia premotoria e dall'area motoria supplementare (area 6).
La corteccia può influenzare il movimento sia direttamente, sia passando per il cervelletto, per il tronco encefalico, per i gangli della base, o per altre regioni corticali.
Ogni struttura motoria contiene una rappresentazione somatotopica del corpo (Homunculus), cosa dimostrata tramite l'uso della TMS, che applicata a diverse parti della corteccia motoria fan muovere specifici muscoli, inoltre, ogni emisfero controlla la parte controlaterale del corpo, ad eccezione del tratto che passa dal cervelletto, il quale ha un controllo ipsilaterale.
Il controllo dell'azione è dunque gerarchico, e a livello più basso c'è il midollo spinale, a quello più alto la corteccia, e probabilmente i livelli più alti non son coinvolti nel dettaglio del movimento ma permettono ai livelli bassi la traduzione dei comandi in movimenti.
Si pensa che il tratto cortico-spinale si sia evoluto solo di recente, dato che è presente solo nei mammiferi.

Alcune malattie legate al movimento sono, l'acinesia, l'incapacità di produrre movimenti volontari, ed il morbo di Parkinson, una malattia causata dalla morte delle cellule della sostanza nera, un nucleo del tronco encefalico dei gangli della base, le cui cellule sono fonte primaria del neurotrasmettitore dopamina.
Il morbo di parkinson è stato anche simulato tramite una droga detta MPTP, capace di distruggere la sostanza nera, e per ora si sta cercando di combatterlo trapiantando tessuti fetali nel cervello (per far rigenerare le cellule dopaminergiche) e tramite connessioni inibitorie ed eccitatorie dei gangli.


Aspetti computazionali del controllo motorio


I livelli superiori sono in grado di modulare i livelli inferiori, i quali sono i diretti responsabili del movimento, gli studi di Sherrington han dimostrato che recidendo le connessioni tra le strutture motorie periferiche e le strutture corticali, i riflessi miotatici rimangono intatti e si ingigantiscono a causa della rimozione dell'inibizione cerebrale.
Sherrington ha concluso che la componente essenziale del movimento è l'arco riflesso spinale, dato che i motoneuroni alfa possono innescare il movimento, ma per un corretto movimento è necessario che dalla periferia arrivi un segnale sensoriale continuo che serva ad aggiustare i movimenti, un feedback.
Brown ha dimostrato che i neuroni del midollo spinale (generatori centrali di pattern) sono in grado di generare un'intera sequenza di azioni senza bisogno di feedback esterno, i livelli superiori devono solo ordinare il movimento, poi ci pensano i piani bassi.
Quindi i segnali sensoriali non sono essenziali per il movimento, anche se è preferibile usarne i feedback per evitare di accumulare errori di movimento e per poter fare movimenti precisi ed apprendere.


Diversi studi han dimostrato che con la pratica i movimenti migliorano, secondo l'ipotesi della localizzazione spaziale, il livello più alto della gerarchia rappresenta solo lo scopo finale dell'azione, mentre la traduzione dell'obiettivo finale in una specifica traiettoria coinvolge i livelli più bassi.
La rappresentazione della posizione finale rileva la capacità del sistema per il controllo motorio di progettare la distanza e la traiettoria, e compiti di pointing dimostrano che muovendo un arto verso un bersaglio, c'è una fase rapida di puntamento, ed una seconda fase più lenta di aggiustamento della mira, e ciò starebbe a dimostrare l'attività dei feedback sensoriali, oppure la transizione da una forma di rappresentazione della distanza ad un'altra che riguarda la posizione spaziale.
Secondo il modello gerarchico: Posizione -> traiettoria -> muscoli.
Secondo il modello del controllo indipendente: posizione -> muscoli <- traiettoria.
Si pensa cmq che nel cervello umano possano essersi evolute 2 distinte modalità per la pianificazione dei movimenti.

Sembra che cmq ad ogni livello della gerarchia del movimento corrisponda una forma diversa di rappresentazione dell'azione, dove le azioni possono essere descritte in relazione agli obiettivi, anche senza sfociare in azioni pratiche.
Quando un'azione appresa viene prodotta da un nuovo insieme di effettori, l'apprendimento coinvolge i livelli più bassi, quando si acquisisce invece una nuova azione, l'apprendimento coinvolge i livelli alti.
La psicologia dello sport è specializzata nello studio dei movimenti e della mente, e dalle sue nozioni deriva il trucco di provare prima un'azione mentalmente prima di farla, per migliorare le prestazioni, grazie al rafforzamento delle rappresentazioni più alte della gerarchia.


Analisi fisiologica delle vie motorie


Apostolos Georgopoulos ha registrato l'attività delle singole cellule della corteccia motoria nelle scimmie rhesus, scoprendo che l'attività della corteccia motoria è molto più correlata con la direzione del movimento che con la posizione finale.
Egli ipotizzò dunque che le cellule di una stessa colonna corticale sono sintonizzate sulla stessa direzione del movimento, inoltre, la risposta di ogni cellula dipende dalla corrispondenza tra la direzione-target e la direzione preferenziale della cellula stessa, dove se le 2 direzioni coincidono la cellula sarà al massimo dell'attivazione (viceversa in caso di direzione opposta).
Georgopoulos ha definito così il vettore di popolazione, dove il movimento in una certa direzione può derivare dalla somma delle attività di molti elementi.
Il vettore di popolazione si orienta nella direzione del movimento prima che esso sia prodotto e ciò indica che le cellule contribuiscono a progettare il movimento, ed inoltre è possibile prevedere la precisa traiettoria del movimento 300ms prima che esso abbia luogo grazie all'analisi al computer dei vettori di popolazione, che cmq non portano automaticamente al movimento, ma ci deve essere qualche altro processo a valle a regolarlo.


Sembra quindi che il programma motorio si sviluppi in maniera contraria rispetto ai movimenti reali, in quanto la rappresentazione iniziale si basa sulla posizione finale.
Si ha quindi una rappresentazione basata sullo scopo, dove l'attività cellulare riflette sia la traiettoria che il contesto.
Siccome la nostra capacità di raggiungere un oggetto necessita che le percezioni si integrino con le informazioni motorie, molte cellule motorie rappresentano sia l'informazione motoria che quella sensoriale (ad esempio le cellule dell'area 6 della corteccia premotoria rispondono agli stimoli visivi).
Sono state inoltre individuate nella corteccia premotoria delle scimmie, i neuroni specchio (mirror), cellule che rispondono sia al movimento autoprodotto, che al movimento osservato negli altri.


Progettazione ed esecuzione del movimento


Alcuni ricercatori, tramite l'uso della tomografia computerizzata a emissione di fotone singolo (SPECT), hanno rilevato che anche il solo pensare a come compiere un movimento, attiva delle aree della corteccia.
Questi dati confermano l'ipotesi dell'organizzazione gerarchica, dove i movimenti semplici richiedono l'elaborazione minima e quindi si attivano solo l'area motoria primaria e quella sensoriale, i movimenti complessi invece attivano le aree corticali anteriori all'area motoria primaria di entrambi gli emisferi.


Secondo alcuni neuroscienziati, il controllo delle sequenze dei movimenti dipende dall'area 6, ma ciò può variare dal fatto che l'azione sia guidata da fattori esterni o interni, la porzione mediale, l'area motoria supplementare, domina quando i compiti sono guidati da inidizi interni, la porzione laterale, l'area premotoria, domina con gli indizi esterni.

L'area 6 è dunque responsabile della forma superiore del controllo, mentre i gangli della base sono collegati ai movimenti d'origine interna, ed il cervelletto a quelli di origine esterna.
La differenza tra una persona esperta in determinati movimenti ed un dilettante, è che il dilettante usa i feedback per aggiustare i movimenti futuri, l'esperto li usa per aggiustarli in tempo reale, e questo funzionamento è correlato alla struttura della corteccia premotoria, come dimostrano gli studi con la PET, dove si nota che nell'area premotoria laterale c'è maggiore attivazione durante l'apprendimente, mentre l'area motoria supplementare è più attiva durante l'esecuzione di una sequenza già praticata.
La progettazione del movimento può coinvolgere circuiti paralleli: il circuito deputato ai movimenti diretti comprende il lobo parietale, l'area premotoria laterale e le vie cerebellari, il circuito deputato alle abilità apprese comprende l'area motoria supplementare, i gangli della base e il lobo temporale.
Si pensa inoltre che i cambiamenti associati all'apprendimento abbiano sede nella corteccia motoria primaria (e probabilmente anche in altre aree), come dimostra il fatto che i movimenti appresi attivano un'area più vasta della corteccia motoria, rispetto ai movimenti di cui non si è pratici.


Disturbi del movimento


Quando un'azione richiede la coordinazione tra codice motorio e codice sensoriale, prevale il circuito laterale premotorio, quando invece si riduce il contributo dato all'azione dagli input sensoriali, prevale il circuito mediale nell'area motoria supplementare, quindi anche il sistema motorio è dotato di un'estrema specializzazione.

L'emiplegia è la perdita dei movimenti volontari controlaterali alla lesione nella corteccia motoria.
La corteccia motoria è indispensabile per vincere i riflessi di stabilità e per poter quindi fare i movimenti volontari.
La perdita del controllo sulle singole articolazioni ed estremità distali è dovuta a danni del tratto cortico-spinale, invece la spasticità e l'iperreflessività sono dovute a danni al sistema extrapiramidale.
L'emiplegico non ha più la flessibilità necessaria per generare l'azione volontaria.

L'aprassia è un deficit che causa cattiva coordinazione, debolezza muscolare, perdita sensoriale, problemi di motivazione.
Gli aprassici sanno ancora fare le azioni, ma sono incapaci di compiere movimenti coerenti, nè usare gli oggetti correttamente, e questo deficit è spesso correlato a lesioni all'emisfero sinistro.
L'aprassia ideomotoria comporta che si sappia che azione fare, ma che non la si sappia produrre, mentre l'aprassia ideativa comporta la perdita della consapevolezza dello scopo dell'azione, il paziente non sa a che servono gli oggetti e può produrre l'azione corretta ma con l'oggetto sbagliato.
Secondo Liepmann, la corteccia parietale è l'area specializzata per il controllo dei movimenti complessi, dove la rappresentazione dell'azione ha origine nell'area 40 della corteccia parietale sinistra, e quindi lesioni unilaterali alla corteccia sinistra causano deficit bilaterali.
L'ipotesi è che quindi la corteccia parietale sinistra contenga la memoria delle azioni (complesse), e che per poter essere attuate, queste azioni vanno elaborate anche dall'area premotoria e da quella prefrontale.
Quindi la corteccia parietale è a livello più alto della gerarchia, quello della rappresentazione mentale, mentre le aree frontali servono a tradurre la rappresentazione in movimento.

La sindrome della mano aliena si ha quando c'è una lesione all'area motoria supplementare ed i pazienti compiono azioni senza volerlo, afferrando oggetti, questo perchè la vista di un oggetto a portata di mano evoca il programma motorio per prenderlo, e la lesione danneggia il sistema che inibisce l'azione inopportuna.
Quando appare un target, compaiono più programmi motori in competizione tra di loro, e solo uno di loro prevarrà, passando quindi dalla programmazione bilaterale all'attivazione dell'azione controlateralmente alla corteccia motoria.
Quando c'è una lesione all'area motoria supplementare si tende a produrre movimenti speculari, la mano omolaterale produce quindi lo stesso gesto, perchè non è inibita in quanto meno appropriata.
In linea di massima, l'area motoria supplementare svolge un ruolo cruciale nella coordinazione delle mani.
Inoltre, generare dei movimenti con 2 mani contemporaneamente può risultare difficoltoso e uno dei 2 movimenti finirà per predominare (esempio del darsi colpetti sulla pancia mentre ci si massaggia la testa), questa interferenza risulta minore nei pazienti con il corpo calloso diviso perchè gli esercizi spaziali sono coordinati da processi di elaborazione attraverso il corpo calloso, ma anche se queste connessioni vengono recise, i movimenti riescono cmq ad essere eseguiti, probabilmente perchè l'avvio dei movimenti è controllato da un singolo emisfero.

Lesioni al cervelletto rendono difficoltosa la coordinazione motoria, infatti il sistema vestibolare è essenziale per il controllo dell'equilibrio, oltre che per la coordinazione dei movimenti oculari e del corpo.
Lo spino-cervelletto è specializzato invece nel controllo più preciso e flessibile degli arti usati nella locomozione, e lesioni in quest'area rendono problematica la fluidità del movimento.
Il verme è importante per i movimenti del tronco e quindi per l'equilibrio e sempre lo spino-cervelletto è importante per i movimenti delle braccia.
L'ipermetria si ha quando nei compiti di pointing (movimenti rapidi di indicazione) le braccia superano il bersaglio.
Lesioni al neocervelletto comportano movimenti impacciati e scoordinati, in quanto quest'area è coinvolta nella progettazione del movimento.
Il cervelletto sembra quindi avere un ruolo importante nella sincronizzazione del movimento, lesioni al cervelletto permettono cmq l'inizio del movimento, ma viene meno il giusto freno dei muscoli antagonisti per il blocco del movimento, inoltre lesioni al cervelletto bloccano l'acquisizione ed il mantenimento della risposta condizionata del battere le palpebre, un deficit dell'apprendimento sensomotorio.
Sembra inoltre che piccole aree del cervelletto aumentino la propria attivazione, in parallelo con lo sviluppo di una nuova abilità.

Lesioni in qualsiasi parte dei gangli della base compromettono la coordinazione del movimento.
I gangli della base hanno una via diretta ed una via indiretta, i segnali in uscita dai gangli sono inibitori, ed il neurotrasmettitore usato è la dopamina.
Alcuni studi sembrano dimostrare che i gangli della base svolgano un ruolo critico nell'avvio delle azioni, dove il loro sistema inibitorio blocca le azioni inappropriate, probabilmente grazie alla dopamina che viene rilasciata nel corpo striato dopo l'esecuzione di un'azione.
E' inoltre probabile che la dopamina modifichi i canali input/output nei gangli, aumentando le probabilità che venga avviata la stessa risposta se viene attivato nuovamente il pattern di input che a portato alla ricompensa.
Disturbi ai gangli della base possono disturbare la postura e il movimento.

La corea di Huntington è una malattia degenerativa che si manifesta verso i 40-50 anni, che comporta un cambiamento di carattere (il paziente diventa irritabile, assente, e disinteressato) e alcune anomalie motorie, come movimenti goffi ed impacciati, problemi d'equilibrio, movimenti involontari, posture contorte ed iperattività.
Al momento non esiste nessuna cura contro questa malattia ed i pazienti col tempo diventano dementi e muoiono entro 12 anni.
Questa malattia comporta una riduzione dell'output dei gangli della base e quindi una maggiore eccitazione dei neuroni del talamo.
L'emiballismo è un altro disordine di tipo ipercinetico che porta movimenti violenti ed incontrollati.

Il morbo di Parkinson comporta rigidità (dovuta all'attivazione simultanea dei muscoli agonisti ed antagonisti) e tremore a riposo, oltre che a disturbi nella postura e nella locomozione, ipocinesia (assenza o riduzione dei movimenti volontari, blocco del corpo in determinate posizioni) e bradicinesia, perdita di equilibrio.
Il morbo di Parkinson è una malattia idiopatica perchè ha un'eziologia sconosciuta, ed è dovuta alla perdita delle fibre dopaminergiche che provengono dalla sostanza nera e proiettano al corpo striato.
Somministrare ai pazienti dei precursori sintetici della dopamina, come la L-dopa, li aiuta ad alleviare i sintomi della malattia.
Questa malattia dimostra che la corteccia può continuare a selezionare il programma di un movimento, ma i gangli della base sono indispensabili per collegare quel programma agli effettori, ed i gangli della base oltre ad essere importanti per l'inizio del movimento, sono importanti per aggiustare la forza dell'azione.
Nel deficit dell'avvio motorio manca il segnale di rilascio, mentre nel deficit della forza il programma viene rilasciato ma secondo uno schema fisso.
Diversi studi han dimostrato che i pazienti parkinsoniani hanno deficit nel seguire i segnali prestabiliti, ma è invece normale con i segnali casuali, perchè si affidano alla vista, e questi studi, insieme a quelli sugli animali, suggeriscono che i gangli della base sono importanti nella generazione delle sequenze motorie.

L'ipotesi della transizione sostiene che i gangli della base siano importanti per poter cambiare il set mentale, e le difficoltà nel cambiare questo set mentale possono bloccare il paziente in una posizione, inoltre, la dopamina sembra svolgere un ruolo cruciale nei sistemi cerebrali della ricompensa.
Si pensa che nei gangli della base, la dopamina influenzi il sistema in modo da fargli produrre delle risposte al posto di altre, dato che le azioni riuscite vengon poi seguite dal rilascio di dopamina nel corpo striato, che sembra modificare i canali input/output in modo da rendere più probabile la risposta che ha avuto una ricompensa.
La sindrome di Tourette e il disturbo ossessivo-compulsivo sono malattie dove vengono ripetuti movimenti stereotipati, nella sindrome di Tourette si tratta di tic, mentre nel disturbo ossessivo-compulsivo si tratta di un'intera sequenza di azioni, malattie sempre dovute a disfunzioni dei gangli della base.

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Come codificare/decodificare in base64

Utilissima guida su come codificare / decodificare una stringa di testo in base64.
Può capitare di dover passare ad un sito una scritta codificata in base 64, quindi può sempre tornare utile sapere come fare.

Sostanzialmente si può fare in diversi modi, se hai un sito in php, è molto semplice.
Per codificare (encode) una stringa in base64 basta scrivere:
echo base64_encode("strinda-da-codificare");
Il risultato sarà l'incomprensibile codice: c3RyaW5kYS1kYS1jb2RpZmljYXJl
Per decodificare (decode) invece, scriviamo:
echo base64_decode("c3RyaW5kYS1kYS1jb2RpZmljYXJl");
E riotterremo così la stringa: strinda-da-codificare.

Se non sei un maestro di php o di qualsiasi altro linguaggio, non preoccuparti, online c'è un sito che codifica / decodifica del testo in base64, il suo indirizzo è:
https://www.base64encode.org

Clicca su Decode o su Encode a seconda di quello che vuoi fare, inserisci il testo da convertire, e poi clicca sul tasto verde (encode o decode, a seconda dell'opzione che avevi scelto).

Come codificare/decodificare in base64

Volendo puoi anche settare il formato (utf8, asci, ecc...) del testo da convertire in base64.
Buona codifica :)