martedì 31 maggio 2016

Come prendere appunti con il cellulare

Se sei sempre in giro ed hai sempre con te il tuo fidato telefonino, forse ti interesserà scoprire come prendere appunti con il cellulare.

Può capitare infatti che magari sei fuori e ti viene in mente una cosa da fare ma non hai li con te carta e penna, quindi come fare per non dimenticarsi di una cosa importante quando si è a spasso?
Semplice, basta prendere appunti con lo smartphone :)

Di programmi che consentono di salvare delle note sul cellulare ce ne sono davvero parecchi, soprattutto per android, io però vi consiglio l'app di nome Google Keep.

https://play.google.com/store/apps/details?id=com.google.android.keep&hl=it
Scarica ed installa Google Keep note ed elenchi sul tuo telefono.

Grazie a Keep infatti potrai creare tutte le note che vorrai, inserendo:
  • testi semplici
  • elenchi puntati
  • foto
  • messaggi audio
  • scritti a mano

Si, volendo potresti anche scrivere un appunto a mano se suoi :)

Inoltre, con keep è possibile anche condividere le proprie note con gli amici e renderli addirittura dei redattori, in modo che possano modificare le tue note (se ti fidi abbastanza ;)).

Una cosa molto bella di google keep, è che usandolo con un utente google, avrai tutti i dati salvati online, quindi se cambi cellulare ti basterà reinstallare keep per riavere tutti i vecchi appunti :)

Inoltre, potrai creare una nota anche dal tuo computer, collegandoti al seguente indirizzo:
https://keep.google.com/

google keep

La nota creata online verrà sincronizzata sul tuo dispositivo e quindi potrai portare sempre con te, tramite il tuo cellulare, tutti gli appunti presi al computer (e viceversa).

Il funzionamento del programma è proprio basilare quindi è inutile anche spiegartelo (Scrivi una nota, Inserisci titolo e testo... chettelodicoaffare).
Scaricati google keep e provalo, non ne rimarrai deluso.
Io ad esempio lo uso per segnarmi i post da fare :p

post da fare

Se vuoi vedere in azione keep, guardati questa mia videoguida:
https://youtu.be/jZ9R7EJaAXA

Come scaricare ed installare drivers con Drivermax

Avete mai avuto problemi a trovare i drivers necessari per far funzionare vari dispositivi hardware sul vostro computer windows?
Magari dopo aver cambiato pc o aver installato un nuovo sistema operativo, poi non vi leggeva più la chiavetta usb, la fotocamera, o altro...
E cosa bisognava fare se non andare a cercare sui singoli siti web delle case produttrici dei vari hardware, tutti i drivers necessari per far funzionare i propri dispositivi?
Bene, allora ora vi spiegherò come aggiornare tutti i drivers del proprio pc in maniera facile.

Per poter scaricare ed installare drivers in maniera semplice, scaricate il programma Drivermax da questo sito web:
http://www.drivermax.com/

Drivermax è un programma gratuito per windows che consente di aggiornare drivers in maniera semplice ed automatica, con pochi semplici click.

Dopo aver installato Drivermax sul vostro pc, lanciatelo e cliccate su Scan for updates now per avviare la scansione del vostro pc in cerca di aggiornamenti per i vostri drivers.

Come scaricare ed installare drivers con Drivermax

Drivermax comunque in automatico cerca aggiornamenti dei drivers all'avvio, infatti nell'immagine che ho messo si vede il messaggio Downloaded 1 of 1 drivers, cliccateci sopra per finire nella schermata dove poi sarà possibile installare il driver cliccando su Install (o su Update, dipende da che versione avete di Drivermax), dando poi l'ok (Continue) quando vi chiede al conferma e lasciando la spunta sulla voce dove vi dice che verrà creato un punto di recupero (create a restore point).

installazione drivers con drivermax

installazione driver

conferma installazione

Partirà così l'installazione del driver selezionato (nella versione free di drivermax potete selezionare ed aggiornare solo un driver alla volta), ed alla fine vi verrà scritto un bel messaggio di conferma installazione.

messaggio finale drivermax

Drivermax cerca drivers aggiornati per: Windows 10, Windows 8.1, Windows 8, Windows 7, Windows Vista, Windows XP.

Come cita lo stesso sito web di drivermax, il programma, tra i vari drivers per schede grafiche, audio, monitor, eccetera, supporta: ATI Drivers, Broadcom Drivers, Brother Drivers, Canon Driver, Creative Technology Drivers, Dell Drivers, HP Drivers, Huawei, Intel Drivers, Lexmark Drivers, LG Drivers, Linskys Drivers, Logitech Drivers, Microsoft Drivers, Mitsubishi Drivers, Motorola Drivers, Netgear Drivers, Nvidia Drivers, Realtek Drivers, Sony Drivers... e tanti altri ancora!

Drivermax è quindi uno strumento molto semplice e veloce... altro che i tempi di windows 95 :)

ps ovviamente la versione free di drivermax ha qualche limitazione tipo il numero max di download giornalieri (2 mi pare), il fatto che non si possano scaricare più drivers assieme, ecc... tutte cose accettabili a mio avviso.

Batman v Superman: Dawn of Justice

Batman v Superman: Dawn of Justice è un film fantastico del 2016 diretto da Zack Snyder, con Ben Affleck, Henry Cavill, Amy Adams, Jesse Eisenberg, Diane Lane, Kevin Costner, Laurence Fishburne, Jeremy Irons, Holly Hunter.

Batman v Superman: Dawn of Justice
Trama
In un mondo in balia di terroristi e criminali vari, due paladini della giustizia combattono per proteggere gli innocenti.
Uno è l'imbattibile supereroe alieno superman, l'altro è l'implacabile uomo pipistrello batman.
Qualcuno però trama alle loro spalle e ben presto tra i due sarà inevitabile lo scontro, in una lotta all'apparenza impari.

Recensione
Dopo i vari film su batman e su superman, eccone uno che li fa incontrare di persona.
Un toccasana per gli appassionati di fumetti, sicuramente, ma per tutti gli altri?
Il film a mio avviso è noiosetto e mal girato.
Qui di personaggi e di cose da dire e fare ce ne sarebbero, infatti il film dura uno sproposito, però nonostante i roccamboleschi combattimenti risulta piatto.
Un'altra cosa che non ho apprezzato è il continuo cambio di vari personaggi, batman ora è cambiato ancora ed è interpretato da Ben Affleck, superman invece almeno è rimasto quello de l'uomo d'acciaio.
Vogliamo poi parlare dell'improbabile Wonder Woman?
Se non fosse per il finale, che non vi spoilero, Batman v Superman: Dawn of Justice lo boccerei nettamente.

Link alla scheda del film su wikipedia

lunedì 30 maggio 2016

Come cambiare la descrizione di un blog su blogger

Avendo avuto la necessità di cambiare la descrizione del mio blog su blogger / blogspot in modo da renderla più conforme agli standard SEO per una migliore indicizzazione su google, ed avendo trovato qualche difficoltà nel farlo, ora vi spiegherò come cambiare la descrizione di un blog su blogger.

Innanzitutto, la descrizione di un sito internet è quel tag html che si mette dentro gli header (intestazioni) del sito stesso, un campo il cui nome esatto è description.
Il tag description serve ai motori di ricerca per mostrare una breve descrizione della vostra pagina web quando questa appare nei risultati di ricerca, una descrizione che viene mostrata dopo il titolo del sito / pagina.

La sintassi del tag html description è una cosa del genere:
<meta content='Descrizione del tuo blog' name='description'/>

Ma a noi interessa poco l'html, dato che ci pensa a tutto blogger... basta sapere dove andare :)

Dunque, bando alle ciance, per cambiare la description di un sito blogger colleghiamoci all'interfaccia di amministrazione del nostro blog:
https://www.blogger.com

Poi andiamo su Impostazioni e poi su Di base.
Qui inseriamo la descrizione del nostro blog nel campo Descrizione e poi clicchiamo su Salva modifiche.

Come cambiare la descrizione di un blog su blogger

Ecco, io mi fermavo qui e per questo motivo non capivo come mai non si aggiornava la descrizione del mio sito online :)

Per aggiornare il tag description di un blog su blogger bisogna andare anche su Impostazioni, Preferenze di ricerca, e nella sezione Metatag basta aggiornare il campo descrizione.

Lasciate su SI la voce Abilita le descrizioni della ricerca, poi apportate tutte le modifiche di testo necessarie, ed infine cliccate su Salva modifiche.

preferenze di ricerca blogger

Così facendo il vostro sito internet ora avrà una bella descrizione nei risultati di ricerca di google (ma anche negli altri motori di ricerca).
Potrete ovviamente modificare in qualsiasi momento la description di un sito web, ma ci vorrà un po' prima che i vari motori di ricerca digeriscano la cosa.

Vi ricordo inoltre che, la giusta lunghezza del campo description dovrebbe andare dai 130 ai 156 caratteri, per essere macinata bene da google :)
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Psicologia sociale di comunità (5/5): In America

In America tra il XVIII e il XIX, c'è molta democrazia ed associazionismo, gli americani si associano molto spesso, per ogni cosa (chiesa, politica, feste, ecc...).
Nel pensiero americano fluiscono molte correnti europee che vengono modificate ed adattate.

Secondo John Stuart Mill, c'è l’importanza delle motivazioni individuali ed una visione etica fondata sulle conseguenze dell’agire piuttosto che sui fini dell'azione.

La scuola di Chicago viene fondata nel 1896 da Albion Small, e si occupa dell'analisi di concrete e limitate problematiche sociali, soprattutto quelle provocate dall'immenso flusso migratorio (c'è la famosa ricerca "Il contadino polacco in Europa e in America") e ci si concentra soprattutto sui grandi centri urbani.
Per la scuola di Chicago il concetto di comunità si sviluppa attorno al radicamento sul territorio e alla presenza di un'organizzazione sociale con interdipendenza fra i membri.
Altri temi di questa scuola sono i rapporti quotidiani di comunità, basati sulla convivenza comune.

Secondo Robert E. Park, una comunità umana è come un insieme interrelato di unità che simbioticamente stanno insieme. 
Questa comunità ha tre caratteristiche essenziali: ha una popolazione organizzata sul territorio, è radicata in modo più o meno forte in questo territorio e in esso le unità individuali vivono in relazione di dipendenza simbiotica, sono cioè mutualmente interdipendenti.
Zimmerman distingue 2 tipi di comunità:
  1. Localistica: dove i rapporti tra individuo e comunità sono così stretti che il soggetto pensa a quest'ultima come al proprio gruppo, dove i legami sono quasi tutti faccia a faccia e spesso si ragiona in termini di amicizia, c'è maggiore solidarietà, la polizia tende a prevenire più che a punire.
    Questa però è in generale una comunità chiusa ed isolata, poco incline al cambiamento.
  2. Cosmopolitana: dove viene privilegiata l'individualità, l'amicizia ed i rapporti di vicinato si fanno deboli, ci sono scarsi richiami alle tradizioni, i valori di base sono più materialistici.
    Tuttavia, come pro, chiusura ed isolamento sono considerati cose vecchie, da superare, ed il cambiamento è visto positivamente.
Secondo Sarason, bisogna promuovere il cambiamento sociale, adottando questo concetto come valore sovraordinato e come criterio di riferimento per valutare progetti e strategie di intervento.
Secondo Sarason, la società contemporanea è profondamente segnata da pratiche sociali e culturali che hanno prodotto l’indebolimento dei legami che derivano dal senso di appartenenza e dalla partecipazione alla vita collettiva, e l'isolamento, l'anomia, la segregazione.
Per Sarason il senso di comunità è la percezione della similarità con gli altri, una riconosciuta interdipendenza, una disponibilità a mantenere questa interdipendenza offrendo o facendo per altri ciò che ci si aspetta da loro, la sensazione di appartenere ad una struttura pienamente affidabile e stabile.
Sarason sostiene che non bisogna pensare alla comunità come solo cooperazione, ma che essa può avere anche tensioni.

Secondo Heller, la comunità può consistere in un particolare luogo geografico, o in una rete di relazioni non basate sul territorio che forniscono amicizia, stima e sostegno tangibile.
L’identità e il senso di appartenenza possono quindi derivare da comunità che non hanno una collocazione geografica specifica, il legame ed il senso di appartenenza possono derivare dalla percezione di avere un passato o un destino comune, da valori o da interessi condivisi.

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Psicologia sociale di comunità (4/5): Il romanticismo

La nozione di comunità è stata elaborata nel romanticismo tedesco in contrapposizione all'illuminismo francese, dove l'individualismo la faceva da padrone.
Nell’ambito del pensiero romantico si afferma l’idea di comunità in senso nazionalistico e localistico, dove c'è la rivendicazione delle identità nazionali come espressione delle tradizioni, di una unità fondata sulla condivisione, non solo del territorio, ma anche di una storia non concepita come un semplice succedersi di eventi, ma come realizzazione progressiva dello spirito del popolo.

Il romanticismo introduce il sentimento, che permette agli uomini di avvicinarsi tra di loro, di formare i legami, di far nascere sentimenti di amicizia e solidarietà.

Secondo Friedrich Daniel Ernst Schleiermacher, la comunità è costituita dal legame dei suoi membri, ricco di sentimenti ed unito da uno scopo comune, mentre la società non ha lo scopo comune e i legami tra membri sono sostenuti solo dalle ragioni del contratto.

Secondo Tonnies, la comunità nasce in modo spontaneo, mentre la società è invece espressione di una volontà arbitraria che nasce dall’astrazione del pensiero e dal ragionamento freddo sul rapporto tra i fini ed i mezzi.
Dietro al pensiero di Tonnies c’è un contesto sociale caratterizzato dalla nascita della grande industria e dai fenomeni di urbanizzazione.
Tonnies sostiene che la società è un prodotto dell'utilitarismo e la vede realizzata nel mondo urbano e industriale del suo tempo, pensa alla comunità come vita reale e organica, alla società come formazione ideale e meccanica, dove la prima è un organismo vivente, mentre la seconda è un aggregato e prodotto meccanico.
Praticamente tutto ciò che non rientra nel contesto economico è comunità per Tonnies.

Max Weber rielabora il concetto troppo ideale di comunità e società di Tonnies, parlando di associazioni e comunità, dicendo che sono gli incontri-scontri a determinare l'ordine, al di là di ogni ipotetica anima profonda di solidarietà e di ogni forma di coscienza collettiva.
Il lavoro di Max Weber si svolge nel primo ventennio del XX secolo, in un mondo pieno di scontri sociali, guerre, crisi, e quindi il concetto di solidarietà si perde un po'.
L'ottica di comunità di Weber è più realistica, è più concentrata verso i mezzi-fini, e si parla di comunità quando l'orientamento all'azione poggia su una comune appartenenza, soggettivamente sentita degli individui appartenenti, mentre nell’associazione la disposizione all'agire sociale poggia su di una identità di interessi.
Secondo Weber cmq, la maggior parte delle relazioni sociali ha in parte il carattere di una comunità e in parte il carattere di un'associazione.

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Psicologia sociale di comunità (3/5): Lo sviluppo di comunità

Il termine comunità ha origine da communia (doveri comuni) o da cum moenia (mura, fortificazioni comuni), comunque come relazione, contesto condiviso.
La comunità è il contesto concreto in cui la vita quotidiana delle persone si attua, i problemi sociali assumono forme specifiche e dove diviene possibile cogliere la continua transazione tra fattori oggettivi e psicologico-individuali.
La dimensione territoriale non sempre è fondamentale, visto che alcune volte le comunità sono più basate su aspetti di identità culturale o psicologica.

Senso di comunità
Secondo McMillan e Chavis gli elementi costitutivi il senso di comunità sono:
  1. Sentimento di appartenenza: livello di identificazione con il gruppo.
  2. Influenza e potere: possibilità di contare ed influenzare direttamente i destini della struttura.
  3. Soddisfazione dei bisogni: bisogni reali o fantastici soddisfatti attraverso il gruppo rappresentano un rinforzo al senso di appartenenza.
  4. Connessione emotiva condivisa: insieme di valori, credenze e aspettative comuni.
Questo modello è stato usato per sviluppare una scala di rilevazione del senso di comunità, detta sense of community index, che consente di individuare il ruolo ed il grado di influenza esercitato dai diversi fattori.

Sviluppo di comunità
Si ha uno sviluppo di comunità centrato sulla promozione di leader locali, rispetto dei linguaggi, regole e culture proprie della comunità, modalità partecipativa, metodi di ricerca intervento.
Secondo Rothman, lo sviluppo di comunità è un processo che mira a creare condizione di successo sociale ed economico attraverso la partecipazione attiva della comunità.
Bisogna creare una rete sociale fondata sulla mobilitazione e la partecipazione dei cittadini, infatti si ha maggiore efficacia, libertà ed uguaglianza quando si riesce a sviluppare l'iniziativa ed il coinvolgimento dei cittadini.
Secondo Martini e Sequi c'è la necessità della sopravvivenza delle strutture societarie, perchè il tessuto sociale rischia di frantumarsi se non ha alle spalle comunità locali attive e partecipative.
C'è il concetto di comunità come valore, dove la comunità ed il suo sviluppo sono considerati strumenti per il superamento dell'individualismo e per la promozione di sistemi di vita democratici, e si ha quindi una cittadinanza attiva.

Tecniche di sviluppo di comunità
Secondo Martini il processo di cambiamento porta al:
  • miglioramento della qualità della vita grazie alle nuove capacità acquisite.
  • favorire un processo di crescita dei cittadini.
Secondo Clinard, Levine e Perkins, le principali modalità di sviluppo della comunità consistono nel:
  • Creare un senso di coesione sociale.
  • Sostenere le esperienze di auto aiuto, di volontariato e di aggregazione spontanea.
  • Sensibilizzare i cittadini sulle problematiche più rilevanti.
  • Identificare e promuovere la capacità dei leader locali.
  • Utilizzare le competenze dei professionisti ed il know-how dei ricercatori.
  • Offrire formazione sulle tecniche di gestione dei conflitti, di decision making e di soluzione dei problemi.
  • Contribuire al coordinamento fra l'azione di diversi servizi e la spinta dei movimenti di opinione e di azione sociale.
Il concetto di Advocacy indica il sostegno, la difesa, l'azione e la tutela dei diritti di determinati gruppi sociali.
Secondo Martini e Sequi i fattori che concorrono allo sviluppo di comunità sono:
  • Coinvolgimento: processo attraverso il quale i soggetti vengono toccati emotivamente da un evento e diventano propensi a fare qualcosa.
  • Partecipazione: esercizio reale del potere, dove è necessario il coinvolgimento.
  • Creazione di connessioni: sviluppo di comunicazione e di rapporti tra gli attori.
  • Senso di responsabilità sociale: consapevolezza che le problematiche e le risorse della comunità chiamano in causa tutti i suoi membri.
Analisi di comunità
L'analisi di comunità consente allo psicologi conoscere la comunità in modo che esso possa agire come un consulente, in maniera convergente e complementare con altri operatori e con i membri della comunità.
Martini e Sequi hanno inventano lo strumento di analisi di comunità per valutare le molteplici variabili di un territorio e per stilare un profilo di comunità, ricavando i seguenti profili:
  • Profilo territoriale
  • Profilo demografico
  • Profilo delle attività produttive
  • Profilo dei servizi
  • Profilo istituzionale
  • Profilo antropologico
  • Profilo psicologico
La metodologia usata è quella della ricerca partecipata, e l'analisi di comunità può esser uno strumento di conoscenza e di diagnosi della comunità.
Dentro un profilo possono essere presenti dati di tipo soft e hard. I profili soft sono quelli antropologico-culturale, psicologico e del futuro, e l'indagine di questi profili utilizza, oltre a questionari ed interviste, i focus group, che indagano i profili soft e gli aspetti soft dei profili hard.
Francescano e Tomai hanno apportato dei cambiamenti nel modello di Martini e Sequi, aggiungendo:
  • profilo del futuro: come la comunità vive il rapporto tra il presente ed il futuro e quali eventi teme o si auspica.
  • Tecniche per l'analisi del profilo territoriale:
    1. Passeggiata: due persone estranee alla comunità camminano per due ora per il territorio e annotano/fotografano degli aspetti che li colpiscono.
    2. Fotografie del quartiere: persone della comunità fotografano i luoghi che secondo loro rappresentano la loro città o quartiere.
  • Tecniche per l'analisi del profilo antropologico e psicologico:
    1. Disegno del quartiere: disegnare un elemento o una scena che rappresenta il quartiere, e poi fare libere associazioni.
    2. sceneggiato del quartiere: inventare un film che rappresenti la vita del quartiere.
Successione delle fasi di indagine secondo Francescato: condotta da un gruppo di ricerca interdisciplinare di almeno due esperti locali per ogni profilo:
  1. Analisi preliminare: ha l'obiettivo di tracciare una prima descrizione del problema in esame, dove il gruppo di ricerca iniziale può essere formato da persone e testimoni chiave diversi tra loro. Nella fase associativa si usa il Brainstorming, dove si chiede ai membri di elencare i punti forza e i punti deboli della comunità, e nella fase del pensiero convergente, per ogni punto di forza e debole si chiede quanti altri sono d'accordo, si presenta lo schema dei profili di comunità al gruppo, si aiuta il gruppo a classificare i punti forza e deboli degli otto profili.
  2. Analisi dei profili: I diversi membri del gruppo di ricerca raccolgono i dati empirici ed usando indicatori oggettivi indicano i punti forza, le criticità ed il peso da dare ad ognuno.
  3. Individuazione delle priorità di cambiamento: ha lo scopo di favorire il confronto di descrizioni diverse e di attivare il cambiamento già nel corso della raccolta dati.
    L'analisi di comunità è non è quindi solo uno strumento di conoscenza e diagnosi, ma assume valenza e potenzialità ulteriori se svolta con modalità partecipative, tramite riunioni dove sono invitate a partecipare tutte le persone che in qualche modo hanno contribuito alla raccolta dei dati, dove si dividono i partecipanti in sottogruppi che hanno il compito di indicare i problemi prioritari e le risorse della comunità.
    Dai lavori dei sottogruppi viene stilato un cartellone finale dei punti di forza e delle aree-problema prioritari.
In questo modo, e attraverso la tecnica dei profili si incoraggia l'integrazione tra saperi facendo emergere la pluralità di punti di vista.
Il ruolo dello psicologo secondo questa prospettiva è quello di attivatore di processi e di risorse (consulente della comunità), mentre la metodologia usata è:
  • analisi preliminare
  • ingresso e definizione della consulenza
  • diagnosi
  • definizione delle mete e delle procedure
  • assegnazione dei ruoli operativi
  • valutazione
  • mantenimento
  • uscita
  • follw-up
I tipi di gruppi con cui si rapporta lo psicologo di comunità sono gruppi spontanei e gruppi istituzionali.
L'azione dei gruppi istituzionali può avere una funzione di stimolo e di verifica da parte della comunità e può servire per creare consenso e adesione alle iniziative ufficiali, mentre i gruppi spontanei sono forme di partecipazione di base.

Volontariato
I gruppi di volontariato sono organizzazioni pubbliche che offrono un servizio e agiscono a tutela dei diritti sociali, al fine di rispondere ai bisogni e ai problemi presenti nella comunità.
Sono gruppi di aggregazione volontaria, autogestiti, senza fini di lucro,e finanziati con fondi prevalentemente privati.
Concepire i gruppi di volontariato come un'importante risorsa del territorio, è un indicatore del grado di partecipazione e del senso di responsabilità della popolazione.

Vantaggi e critiche
  • I profili di comunità incoraggiano una visione pluralistica della comunità che integra diversi tipi di conoscenza.
  • Le tecniche di sviluppo di comunità facilitano l'unione di persone e fanno emergere il legame tra empowerment e lotte sociali.
  • Attraverso i focus group possono emergere narrative minoritarie.
  • Si può individuare il livello a cui i diversi problemi possono essere risolti.
  • Come limite c'è il fatto che perseguendo lo sviluppo di comunità c'è il rischio che si possa perdere di vista l'empowerment individuale.

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Psicologia sociale di comunità (2/5): Reti sociali, sostegno sociale, lavoro di rete

Rete sociale
La rete sociale è come il tessuto sociale, ovvero un insieme di sistemi di complessità crescente tra loro interagenti ed interdipendenti.
Le capitali sociali sono forme diverse, per natura ed origine, di supporto sociale che prendono forma all’interno delle reti sociali.
Le reti primarie sono i rapporti che legano l’individuo ai familiari, agli amici, ai vicini, che rappresentano forma di
sostegno informale, mentre le reti tematiche si costituiscono attorno ad uno specifico bisogno dell’individuo, o col fine di attivare progetti di intervento complessi.

Secondo Marsella e Snyder, le reti sociali sono caratterizzate da:
  1. Struttura (variabili morfologiche).
  2. Interazione (tipo e caratteristiche).
  3. Qualità (qualità affettiva dei legami).
  4. Funzione (specifica svolta dai membri della rete).
Secondo Granovetter, i tipi di legami sono: forti (tendono a concentrare le interazioni all’interno dei gruppi di appartenenza), deboli (facilitano l’integrazione di membri di gruppi diversi).

Il sostegno sociale
Il sostegno sociale comprende: supporto emotivo, informativo, interpersonale e materiale che è possibile ricevere e scambiare nelle reti sociali.
Esistono 2 tipi di sistema supportivo: sistema informale (legami con persone con cui si ha un buon grado di conoscenza o di amicizia, o con cui si condividono alcune idee e concezioni di vita, come ad esempio i gruppi primari e le aggregazioni spontanee), sistema formale (strutture istituzionali e professionisti che operano in contesti di cura, riabilitazione e prevenzione psicosociale).
Reti adeguate e ricche di fonti di supporto promuovono benessere psicologico e salute fisica, e queste influenze vengono studiate attraverso 2 diverse prospettive:
  1. Effetto primario: una connessione lineare e diretta sul benessere del sostegno, che agisce direttamente sulla vita quotidiana, dove una continuità dell'azione del sostegno favorisce lo sviluppo personale, l'acquisizione di appropriate modalità di difesa, e il mantenimento della salute psicofisica.
  2. Effetto tampone: il sostegno funziona da tampone o cuscinetto protettivo e da moderatore delle conseguenze dello stress.
Secondo Cohen e Willis i modi in cui può intervenire il sostegno sociale sono:
  • riducendo la quantità e la qualità negativa degli stimoli stressanti.
  • attenuando e ridefinendo la percezione degli stimoli.
  • alleviando l'impatto emotivo degli stimoli.
  • favorendo risposte attive e adattative.
Le situazioni di crisi o di stress spesso modificano la rete sociale di un individuo, essendo la condizione oggettiva della rete in rapporto dialettico con la condizione soggettiva della stessa.
Nel modello tridimensionale si ha: rete sociale <--> capacità individuali <--> sostegno sociale (che si riallaccia alla rete sociale)
Esistono diverse forme di sostegno sociale:
  • Sostegno emozionale: comportamenti di ascolto che esprimono interesse e comprensione.
  • Sostegno informativo: definire, comprendere ed affrontare gli eventi problematici.
  • Sostegno affiliativo: deriva dall'appartenenza a gruppi formali o informali, o dalla possibilità di avere contatti sociali soddisfacenti.
  • Sostegno finanziario: offerta di servizi, aiuto finanziario, svolgimento di compiti (riduzione dello stress risolvendo il problema o riducendo l'onere fisico e psicologico dell'individuo).
Interventi terapeutici
Consistono nella promozione della competenza e l'ottimizzazione delle potenzialità supportive, dopo la manifestazione di una condizione di disagio o di difficoltà di alcuni individui o gruppi.
Si divide in 4 tipi:
  1. Interventi centrati sui singoli individui: danno consapevolezza sui conflitti interni, aumentano le capacità di interazione della rete sociale e di accesso alle fonti di sostegno.
  2. Approccio di comunità: attenzione al livello sistemico, per accrescere le capacità terapeutiche delle reti e dei sistemi di sostegno.
  3. Intervento individuale di rete: analisi preliminare della struttura delle connessioni sociali del soggetto, che potrebbe comportare un intervento unicamente individuale, la creazione di una nuova rete personale, oppure la sua ristrutturazione.
  4. Network therapy (terapia di rete): tecnica utile per potenziare le risorse supportive della rete di legami di una persona, dove si vuole evitare l'etichettamento, attraverso un ciclo di sedute o incontri di gruppo nei quali si vuole individuare condotte positive e strategie sportive attuabili concretamente.
Interventi preventivi
Hanno le seguenti caratteristiche:
  1. Interventi di prevenzione primaria coerenti con l'ipotesi dell'effetto primario, che hanno lo scopo di migliorare la qualità dello scambio sociale.
  2. Protezione del benessere attraverso il miglioramento delle competenze individuali e collettive, come preparazione a crisi prevedibili.
  3. Secondo Miller bisogna diffondere la psicologia attraverso l'accrescimento della capacità di gestire problematiche psicologiche nei non-professionisti (paraprofessionals) e tramite la socializzazione delle competenze ed esperienze psicologiche.
  4. Collegamento e coordinamento intersistemico di sistemi formali e informali, consiste nel sviluppare le opportunità di utilizzare le risorse provenienti da entrambe le tipologie di sistemi.
Lavoro di rete
La rete comprende: sistemi di circolazione, comunicazione, connessione di natura diversa, rapporti che intercorrono tra organizzazioni e sistemi sociali presenti sul territorio.
Secondo il disegno organizzativo a rete, i principi guida più significativi delle riforme di politica sociale hanno comportato desegregazione e deistituzionalizzazione, mentre in precedenza le risposte al disagio sociale erano rigide, organizzate e predefinite.
Le riforme vengono attuate secondo 2 direttrici: Specializzazione e differenziazione delle prestazioni e umanizzazione e personalizzazione.
Inoltre, i nuovi bisogni non potevano essere soddisfatti da un'unica figura professionale, ma c'era sempre più la necessità di integrazione e coordinamento dei diversi apporti professionali specifici, ed era emersa la necessità di risposte flessibili che tenessero conto della interdipendenza dei sistemi dei servizi.
Il lavoro di rete in modo empirico si attua:
  • Creando reti informali o naturali.
  • Individuando un centro di responsabilità che svolga funzioni di coordinamento collettivamente riconosciute.
  • Investendo tempo ed energie per il possibile cambio radicale delle strutture organizzative dovuto a l’organizzazione a rete.
Si hanno cambiamento a più livelli:
  • livello individuale: cambiamento dell’identità professionale.
  • livello sistemico: cambiamento della rappresentazione del servizio e della sua collocazione nel territorio.
  • livello funzionale: funzioni e ruoli dei singoli servizi.
  • livello strutturale: innovazioni legislative che facilitino il processo di cambiamento.
  • livello psicosociale: ruoli, rapporti tra operatori, distribuzione del potere, stili di leadership e modalità comunicative.
I vari tipi di rapporti tra i diversi nodi della rete si differenziano in base a:
  • ampiezza (numero di nodi)
  • direzionalità (unidirezionali o reciproci)
  • frequenza (numero di contatti)
  • intensità (grado di coesione trai i nodi)
  • forza (quantità di tempo e di coinvolgimento emotivo)
Non esiste un tipo di legame adeguato a priori, perché la sua adeguatezza va valutata in base alla funzionalità con il raggiungimento degli obiettivi prefissati.
Inoltre, all'interno della stessa rete è possibile sviluppare rapporti diversi con nodi diversi.
L'efficacia della rete è dovuta alla capacità di creare legami funzionali agli obiettivi che ci si pone.
Lo psicologo di comunità viene coinvolto in:
  • elaborazione del progetto.
  • eliminazione di resistenze e contrapposizioni.
  • utilizzo di una logica plurale.
  • costruzione di una cultura comune.
  • produzione di regole condivise.
Lo psicologo di comunità svolge attività di:
  • incoraggiamento di interpretazioni pluralistiche.
  • integrazione di conoscenze e competenze diverse.
  • attribuzione di valore a narrative minoritarie.
  • produzione di nuove metafore e narrative.

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Psicologia sociale di comunità (1/5): Psicologia di comunità

La psicologia di comunità nasce nel 1965 a Swampscott, New England, USA, ed è definita come l'area di ricerca ed intervento che si rivolge in modo particolare all’interfaccia tra la sfera personale e la sfera collettiva (Amerio).
Secondo Orford l'unità d'analisi della psicologia di comunità è la persona nel contesto.

Nel congresso di Swampscott:
  • Si sostiene la necessità di interventi preventivi a livello di comunità.
  • Si sostiene la necessità di promuovere una demedicalizzazione dei servizi psichiatrici.
  • Si sostiene la necessità di promuovere l’adozione di un approccio interdisciplinare.
Secondo la teoria eccezionalista, il disagio e la patologia sono determinati da fattori personali occasionali e casuali, mentre secondo la teoria universalista, il disagio è in funzione dei rapporti sociali presenti in una comunità caratterizzati da una non equa distribuzione delle risorse.
La psicologia di comunità abbraccia la teoria universalista, con le sue attività di prevenzione su larga scala.

Gli obiettivi della psicologia di comunità
Gli obiettivi della psicologia di comunità sono:
  1. Prevenzione del disagio: usando il modello transattivo, dove il disagio è dato da variabili individuali ed ambientali, come la mancanza di risorse (personali, sociali, economiche).
  2. Promozione del benessere e miglioramento della qualità della vita: tramite il modello sistemico ecologico, dove si ha l'integrazione di variabili hard (reddito, numero reati, ecc...) e soft (rappresentazioni sociali, percezione di autodeterminazione).
  3. Sviluppo della competenza della comunità: tramite la promozione dell’autoconsapevolezza e la partecipazione dei membri.
  4. Individuazione dei processi facilitanti/ostacolanti per il benessere psicologico dei membri.
Tipi di prevenzione secondo Caplan
  1. Prevenzione primaria: ridurre la possibilità di malattia in una popolazione esposta a rischio.
    Si agisce: nella società, nella comunità, nei piccoli gruppi e negli individui.
    Può essere di 2 tipi: proattiva (migliorare la qualità di vita dell'ambiente) e reattiva (incrementare le competenze degli individui).
  2. Prevenzione secondaria: mira a diminuire la durata, la diffusione ed il contagio in una popolazione già contagiata.
    Include l’individuazione ed il trattamento precoce del male.
  3. Prevenzione terziaria: attenua le conseguenze di una malattia in chi l'ha già avuta, con counseling terapeutico, formazione dell’individuo, cambiamento di mentalità.
Ostacoli per la prevenzione
Ci sono diversi ostacoli alla prevenzione:
  1. Predominio di una concezione eccezionalista (Fryer): La prevenzione primaria centrata solo a livello individuale favorisce il mantenimento dell’attuale equilibrio di potere.
  2. Minor consolidamento dell’orientamento preventivo rispetto a quello riparativo: visto che il primo richiede un’attività cognitiva più complessa ed una attribuzione di maggiore importanza verso gli interessi a lungo termine contro quelli a breve termine (come l'orientamento temporale verso il futuro, ad esempio la psicoterapeutizzazione dei servizi saturazione dei servizi).
  3. Scarsa domanda sociale degli eventi di prevenzione, considerando la prevenzione del disagio compito unicamente tecnico e specialistico: la necessità di mettere in discussione la delega sociale.
  4. Oscurità dell’eziologia dei disturbi: origine multifattoriale del disturbo.
  5. La poco sviluppata competenza degli operatori nell’individuare contenuti ed indicatori del cambiamento da pianificare.
I riferimenti teorici della disciplina
I principali autori sono Lewin, Bronfenbrenner e Von Bertalanffy.
Le principali teorie e concetti di Lewin sono:
  • Teoria di campo: l'interazione dinamica genera fenomeni sociali e comportamenti individuali, c'è il concetto di campo psicologico come totalità di fattori in relazione di interdipendenza in un dato momento.
    Nell'ottica fenomenologica i diversi fattori hanno peso variabile a seconda della percezione soggettiva.
    La formula della legge di campo è: C=f(P,A)
  • Concetto di gruppo minoritario: c'è una visione sistemica del gruppo, il quale è caratterizzato da interdipendenza e da reciproco influenzamento, quindi il cambiamento di una delle parti trasforma la struttura, e viceversa.
    Potenzialità trasformative del gruppo, tramite l'uso del meccanismo del feedback.
  • Metodologia di ricerca: usa un approccio ecologico basato sull'osservazione della dinamica delle forze che sono presenti ed agiscono in un determinato contesto.
Psicologia ecologica
Comprende i seguenti concetti:
  • Il comportamento umano come risultante di un processo di adattamento, dove il disagio è conseguenza di un adattamento mal riuscito.
  • Modello di ricerca più accentrato sul campo che in laboratorio.
  • Approccio ecologico di Kelly con i sui 4 principi: interdipendenza, distribuzione delle risorse, adattamento (fit), successione.
  • Modificazione della disponibilità di risorse per migliorare un adattamento inadeguato.
  • Behavior setting (Barker): è l'unità ambientale minima in cui si attuano comportamenti intenzionali significativi.
    In questo modello, conoscere il contesto in cui le persone agiscono permette di prevederne il comportamento più accuratamente di quanto non lo permettano le caratteristiche dei singoli individui.
    Si ha il setting sovradimensionato dove c'è un minor numero di ruoli in rapporto al numero di soggetti e quindi è maggiore la tendenza alla passività e al non coinvolgimento, ed il setting sottodimensionato (undermanning), dove sono stimolati il coinvolgimento, la spinta ad assumere responsabilità e la motivazione.
    C'è inoltre la pressione ambientale, concepita come un insieme di stimoli e processi che caratterizzano certi ambienti e che esercitano un’influenza sugli individui che vi accedono.
    Questo modello ha 2 indicatori: il grado di penetrazione (dipende dalla quantità di tempo trascorsa nel setting, dal livello di coinvolgimento, le capacità individuali, ed è diviso in 6 zone, dove quella più centrale equivale al maggior livello di responsabilità del soggetto), la ricchezza del setting (dipende dalla combinazione del numero dei sottogruppi come età, sesso, ecc..., in grado di penetrare il setting, dai tipi di attività, e dal tempo totale di apertura del setting).
    Le critiche a questo modello sono: il rapporto tra ambiente e comportamento è unidirezionale, il significato psicologico dell'ambiente da parte dell'individuo viene ignorato a favore della concezione pre-percettiva (a differenza della visione di Lewin), il metodo dell'osservazione non è un metodo neutrale, l'ambiente è visto solo nel contesto immediato e concreto.
  • Modello processo-persona-contesto-ambiente (Bronfenbrenner): è basato sull’analisi dei processi che regolano l’interazione tra l’individuo ed il contesto.
    In questo modello, il contesto non ha solo le proprietà oggettive, ma si tiene conto anche del modo in cui viene percepito dall'individuo.
    L'ambiente ecologico invece è un ambiente strutturato in un insieme di sistemi correlati, mentre la nicchia ecologica è il contesto ambientale in grado di facilitare o ostacolare lo sviluppo delle persone che lo frequentano, invece la comunità è vista come rete di sistemi sociali di tipo formale o informale.
    I 3 assunti di base di questo modello sono: la reciprocità dell’influenza tra individuo ed ambiente, anche i contesti più remoti possono produrre delle modificazioni nell’individuo, ogni persona è un’entità dinamica, ovvero un soggetto attivo che risponde alle pressioni ambientali ristrutturando il proprio spazio di vita.
    I 4 livelli dei sistemi concepiti in questo modello sono: microlivello, sistema di cui l’individuo ha esperienza diretta, mesolivello, due o più microlivelli con legami tra di loro, esolivello, sistema con cui l'individuo non interagisce ma che cmq lo influenza, macrolivello: sovrastrutture che hanno il potere di influenzare tutti i livelli precedenti (unione di tutti i livelli).
  • Teoria della crisi (Dohrenwend 1978): In questo modello i mediatori situazionali e psicologici interagiscono producendo 3 possibili esiti: cambiamento positivo, nessun cambiamento, psicopatologia.
Murrell
La psicologia di comunità secondo Murrell è quell'area di intervento all'interno della psicologia che:
  • Studia le transazioni tra reti di sistemi sociali, popolazioni ed individuali.
  • Sviluppa e valuta metodi di intervento che migliorino gli adattamenti.
  • Pianifica e valuta nuovi sistemi sociali.
  • Da questa conoscenza di base, cerca di aumentare le opportunità psicosociali dell’individuo.
Si cerca quindi di individuare le aree problema, ovvero le aree dove il soggetto cerca di raggiungere i propri scopi.
Il benessere psicologico deriva da: accordo psicosociale (coerenza tra vincoli, richieste e
opportunità del sistema e bisogni della persona), accomodamento intersistemico (grado di compatibilità tra i diversi sistemi sociali nell’interagire con l’individuo).

Esistono 6 livelli di intervento:
  1. ricollocamento individuale (spostamento ad un altro sistema).
  2. interventi sull’individuo (sviluppo di risorse o strategie).
  3. interventi sulla popolazione (incremento delle risorse).
  4. interventi sul sistema sociale (mutamenti strutturali o funzionali nei sistemi).
  5. interventi intersistemici (coordinamento e connessione più funzionale tra i sistemi).
  6. interventi sull’intera rete sociale (programmi rivolti alla comunità nel suo insieme).
Empowerment
Concetto che compare negli anni 60/70, ma che si sviluppa solo nella seconda metà degli anni 80.
Deriva dal verbo To empower, che vuol dire: favorire l'acquisizione di potere, rendere in grado di.
Permette di superare le divergenza tra l’area moderata e l'area radicale della psicologia di comunità, acquisendo un’ottica politico-emancipatoria e non terapeutico-riparativa.
E' allo stesso tempo un processo ed un risultato.
Il concetto di potere viene visto in diversi modi: concezione oppressiva del potere, potere su, concezione costruttiva del potere, potere di.
Le diverse forme di potere individuate sono:
  • Potere coercitivo (con minacce e sanzioni).
  • Potere di ricompensa.
  • Potere d'esempio (identificazione con chi ha il potere).
  • Potere legittimo (es. elezioni).
  • Potere di competenza (esperto).
Il processo di empowerment ha 3 fasi:
  1. Processo di attribuzione: condizione di helpness, quando le persone ritengono che le cause della loro impotenza siano interne, globali e stabili.
  2. Processo di valutazione: Bandura elabora la self-efficacy, che si riferisce alle credenze riferite alla capacità individuale di mobilitare le proprie risorse e le proprie azioni, per soddisfare le richieste situazionali.
  3. Processo di prefigurazione del futuro (Garfield): le immagini mentali di individui di successo sono positive, costellate di opportunità, possibilità e risorse.
Secondo Claudia Piccardo, è un costrutto utilizzato soprattutto in quattro ambiti:
  1. linguaggio politico.
  2. settori medico e psicoterapeutico (processi riabilitativi brevi ed efficaci).
  3. pedagogia degli adulti (promuovere la crescita delle persone lungo tutto l’arco di vita).
  4. manageriale ed organizzativo.
Modalità secondo Julian Rappaport (che è stato il primo a introdurre il concetto di Empowerment nella psicologia di comunità, nel 1981): impegno nell’esercizio del controllo (capacità di influenzare i processi decisionali), della consapevolezza critica, dell’azione collettiva (processi di partecipazione che mobilitano risorse per il raggiungimento di obiettivi condivisi) e della mobilitazione di risorse.

Secondo Kiefer: acquisizioni individuali che riguardano il raggiungimento di competenze, di abilità politiche e di informazioni.

Le 3 tipologie principali sono: psicologico-individuale, organizzativo, di comunità.
Presupposti teorici:
  • si articola su più livelli.
  • non ha una costruzione evolutiva necessariamente lineare.
  • si colloca in relazione al contesto ed alla popolazione.
  • va oltre ai costrutti a cui viene normalmente paragonato.
La teoria della tecnica secondo vari autori:
  • Orford: costrutti per la definizione ed il cambiamento dei campi della persona (identità, status e sentimento di autostima), del sociale (valorizzazione del ruolo, possedere o sviluppare un senso di controllo, usufruire del sostegno sociale ed avere opportunità di vita future).
    Inoltre, le risorse del sociale possono intervenire a tre livelli diversi del sistema sociale: microlivello (sistemi di appartenenza), comunità locale (definita in senso geografico), cultura (norme e le strutture politiche, legali, socioculturali e religiose).
  • Rappaport: lo psicologo deve analizzare criticamente le narrative culturali dominanti, trasformando le storie di oppressione in gioia, dando un nuovo senso di comunità e di gioia per il futuro.
    Secondo questo autore, le narrative condivise caratterizzano una comunità.
  • Amerio: integrazione tra aspetti della psicologia clinica tradizionale e la dimensione politica e storica nel contesto sociale.
  • Martini e Sequi: modello di analisi della comunità locale che tiene conto sia delle variabili hard sia di quelle soft.
  • Francescano e Tomai: integrazione del modello paradigmatico, basato sulle teorie positiviste (utile per individuare gli elementi ripetitivi, le regolarità nelle transazioni) ed il modello narrativo, utilizzato da storici e biografi, raccontando la storia di un fenomeno nel suo contesto, nel quale i criteri di accettazione o no si basano sulla coerenza della storia (utile per produrre interpretazioni diverse della storia).
    Le strategie della psicologia di comunità dovrebbero quindi: incoraggiare interpretazioni pluralistiche di un problema, esaminare le sue origini storiche, promuovere progetti di empowerment, dar voce ad altre narrative minoritarie esistenti, identificare i punti forza, identificare quali problemi possono essere risolti a livello del gruppo coinvolto e quali devono essere risolti a livelli superiori.

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Come creare un gruppo su WhatsApp

WhatsApp, il famoso programma di messaggistica gratuita via cellulare ha da un po' di tempo introdotto una funzionalità molto utile per chattare: i gruppi.
Un gruppo WhatsApp ti consente infatti di tenerti in contatto con i tuoi amici più facilmente, in modo da poter organizzare cene o uscite, scrivendosi tutti assieme nella stessa chat, senza dover fare il passaparola.
Vediamo dunque come creare un gruppo su WhatsApp.

Per poter aggiungere un gruppo su WhatsApp, vai nelle opzioni del programma (i tre pallini in alto a destra) e clicca su Nuovo gruppo.

nuovo gruppo WhatsApp

Finirai in una schermata dove dovrai inserire l'oggetto del gruppo (il titolo insomma) e se vuoi anche un'immagine (facoltativa).
Compila i dati richiesti e poi clicca su Avanti.

Come creare un gruppo su WhatsApp

Adesso, nella schermata che apparirà, inizia ad inserire i contatti da invitare nel tuo gruppo WhatsApp.
Finito di inserire i tuoi amici nel gruppo, clicca sul tasto Crea.

creazione gruppo WhatsApp

Attenzione però, già creando il gruppo starai inviando una notifica a tutti i nominativi inseriti.
Inoltre, ovviamente, non è possibile creare un gruppo senza inserire neanche un amico.

Una volta creato il tuo nuovo gruppo su WhatsApp, lo troverai nella sezione delle chat, dove al posto del nome di un contatto avrai il nome che hai scelto come oggetto del gruppo.

gruppo WhatsApp

Entrando dentro il gruppo come se fosse una normale chat singola, potrai scrivere un messaggio e questo potrà essere letto da tutti i partecipanti al gruppo.
Buona chattata :)